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Cosa resta di quella “pace pesante” del 1919 nel «Messaggero di sant’Antonio» di maggio

Tra le novità del nuovo numero anche l’intervista a Zamagni sul Terzo settore; la storia di uno degli ultimi sopravvissuti alla Campagna di Russia; il fotoreportage da Topaana, “repubblica dei rom” alla periferia di Skopje

16 Maggio 2019| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

A maggio, mese mariano per eccellenza, la copertina del «Messaggero di sant’Antonio» è del noto illustratore e fumettista Luca Salvagno che tratteggia un’immagine di Maria umile e indigena, povera tra i poveri. Un tema, questo, che emerge anche dall'articolo firmato dallo scrittore e monaco benedettino padre Marcelo Barros (“Maria, madre degli ultimi”) e dedicato alla figura e al santuario di Nostra Signora di Aparecida, in Brasile. Nel pezzo anche un focus a firma di Sabina Fadel sul Sinodo per l’Amazzonia che si terrà a ottobre. Monsignor GianCarlo Bregantini nella rubrica Luoghi di vita invece si sofferma sulla figura di Maria «ragazza di Nazareth», modello per i giovani, come l’ha definita papa Bergoglio nella recente esortazione post-sinodale Christus vivit.

Partendo dal mito del rapimento di Europa da parte di uno Zeus trasformatosi in toro, narrato nelle Metamorfosi di Ovidio, fra Fabio Scarsato nel suo editoriale, intitolato “Dichiarazione di voto”, riprende l’immagine di una Europa arrivata nel continente a cui diede il nome dalla parte opposta del Mediterraneo rispetto alla nostra, ovvero della Fenicia, l’attuale Libano. Una premessa che gli fa concludere con la sua “personale dichiarazione di voto” alla vigilia della elezioni europee: «un voto responsabile, intelligente e solidale che risponda a due antiche domande di Dio: Dove sei (Gen. 3,9)? e Dov’è tuo fratello (Gen.4,9)?».

È dedicato alla “Pace pesante del 1919” il dossier del mese. Un secolo dopo quel cruciale 1919 Alberto Friso fa il punto sulla guerra che spazzò via un mondo: minacce e speranze per vincitori e vinti, agitazioni e opportunità per reduci e orfani. «Il primo centenario della grande (sia detto, con rispetto parlando, in minuscolo) guerra non può concludersi senza fare i conti con le macerie – più che fisiche – lasciate nella società europea. In filigrana, molti punti di contatto con l’oggi». A corredo anche un approfondimento sui cattolici nel 1919.

Altra Guerra mondiale, la seconda, e altre “macerie”, quelle di Giuseppe Bassi, classe 1919, partito per il fronte del Don nel 1942 e poi prigioniero nei lager sovietici di Tambov, Oranki e Suzdal. Nicoletta Masetto in “Bassi l’ora” racconta la vicenda di uno degli ultimi sopravvissuti alla campagna di Russia. Grazie alla sua voglia di vivere, alla fede e a un… orologio.

L’intervista a Stefano Zamagni, economista e padre degli studi sul Terzo settore, è di Sabina Fadel. “Che cosa accade al Terzo settore?” fa il punto sulla riforma a oltre un anno dalla sua approvazione, analizzandone pregi e difetti, che cosa è stato fatto, che cosa resta da fare e come ha inciso sulla vita e l’operatività di quello che, con circa 366mila enti di Terzo settore e oltre 6 milioni di operatori, potremmo definire come uno dei più grandi comparti produttivi d’Italia.

“Topaana, la repubblica dei rom” è il titolo del fotoreportage di Donatella Penati M. che racconta la vita della povera, piccola e popolosissima periferia di Skopje, in Macedonia, dove molti rom hanno deciso di fermarsi. Tra di loro ci sono persone che provengono da tutta Europa, da Paesi nei quali avevano una vita e un lavoro, ma che hanno deciso di andare lì per costruirsi una casa e trovare una patria.

Il sommario del nuovo numero su www.messaggerosantantonio.it.


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