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Il «Messaggero di sant'Antonio» di dicembre

La testimonianza del parroco di Aleppo, l’intervista a Giancarlo Caselli su giustizia e misericordia, il punto sulla pastorale del lavoro con il cardinale Bassetti, storie dal sapore natalizio tra le novità del mese

4 Dicembre 2017| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

«Venite, c’è posto!» è quanto sembra dire il san Giuseppe della Natività di Federigo Barocci (1528-1612) scelta per la copertina del mese. Il gesto del neo padre, che invita i pastori a entrare nella stalla per adorare Gesù appena nato, è un’esortazione per ognuno di noi: accanto a Cristo c'è davvero posto per tutti. Dal sapore natalizio anche l’editoriale di fra Fabio Scarsato “Qualcosa di cui prenderci cura…” che invita ad avvicinarsi al presepe per scoprire un Dio Bambino, qualcuno di speciale da amare e di cui prendersi cura. Fa pendant con il tema del mese anche “Natale punto zero” con una tavola illustrata da Giuliano Dinon e testi di Luisa Santinello. Come sottolinea la presentazione del direttore Scarsato, lo speciale mostra come attorno all’anno zero molti siano stati gli eventi storici dei quali si è quasi persa memoria, mentre la nascita in Giudea di uno sconosciuto bambino da due poveri genitori abbia in realtà cambiato la Storia e il destino degli esseri umani.

“La bellezza prima dell’alba”, a firma di Nicoletta Masetto, è il racconto di quanto accade nella città simbolo della guerra in Siria attraverso la testimonianza del parroco di Aleppo, fra Ibrahim Alsabagh. Il frate minore, che qualche settimana fa è venuto in visita al «Messaggero di sant’Antonio» e ha incontrato la redazione, ha fatto il quadro di come la città stia cercando di rinascere e tornare a sperare dopo sei anni di guerra e distruzione. Un inno a ricominciare a vivere grazie anche all’opera coraggiosa e generosa dei francescani e alla forza dei molti bambini di Aleppo.

Lo scorso 17 novembre è morto a Parma Totò Riina, capo dei capi di Cosa nostra. Sabina Fadel ha dialogato con Giancarlo Caselli, ex magistrato, a capo della Procura di Palermo proprio all'epoca dell'arresto del boss e degli anni caldi dei grandi processi su mafia e politica. “Tra giustizia umana e carità cristiana” è un’intervista a 360 gradi su mafia, giustizia, legalità, misericordia, sovraffollamento carcerario. «Spesso pensiamo che legalità e giustizia siano la stessa cosa, ma non è così – racconta Caselli –. Legalità è osservanza della regola scritta, ma essa, da sola, non ha la forza di superare le disuguaglianze tra i cittadini».

Sempre Fadel ha incontrato a Cagliari, nell’ambito della 48esima Settimama sociale dei cattolici italiani, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, che ha fatto il punto sull’importante evento che ha messo al centro della riflessione ecclesiale, e dell'azione pastorale del prossimo futuro, il tema del lavoro (“Una Chiesa al lavoro”).

Hanno a che fare con il “dono” le storie di vita di questo mese: la vicenda del quartiere Tamburi di Taranto, a ridosso dell’Ilva, che da decenni combatte contro un inquinamento che ha spezzato tante vite, ma non ha ancora vinto la volontà dei residenti di costruire un futuro diverso (“Rinascere dalle polveri” di Nicoletta Masetto); la magia delle staminali emopoietiche narrata dal luminare Licinio Contu, 88 anni, che ha portato il trapianto di midollo osseo in Italia (“Nati per donare” di Giulia Cananzi). Alessandro Bettero si concentra sulla vicenda di Cinzia Forte, belga di origine italiana, che ha deciso di tornare in Friuli nel paese d’origine della sua famiglia, dove ha aperto un piccolo negozio, fondamentale per la sopravvivenza del luogo ormai abitato quasi solo da anziani (“Cinzia, sei troppo Forte!”). Infine, Alberto Friso narra la storia dell’Agil Volley Novara, la squadra di pallavolo femminile campione d’Italia, dietro alla quale si cela un’originale scelta pastorale compiuta da un gruppo di suore (“La suora della pallavolo”).

A vent’anni dalla morte di don Luigi Di Liegro, in “Un prete con i poveri” Mario Boccia ripercorre il ritratto di un uomo e di un prete sempre dalla parte degli ultimi e degli emarginati, diventato un modello di vita per molti.

“Orgoglio messicano” è, infine, la recensione di Luisa Santinello della mostra di muralisti messicani Mexico. La mostra sospesa. Orozco, Rivera, Siqueiros (a Bologna fino al 18/02). L’esposizione che avrebbe dovuto tenersi oltre 40 anni fa in Cile, venne congelata a causa del golpe che coinvolse il Paese latinoamericano.

Il sommario su www.messaggerosantantonio.it.

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