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Comunicazione dei frati della Basilica del Santo

Frati in quarantena in convento, ma la Basilica resta aperta come messaggio di speranza e coraggio

20 Marzo 2020| di Basilica del Santo - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Frati del convento del Santo in quarantena dopo alcuni casi di positività per evitare qualsiasi possibilità di contagio all’esterno. È quanto ha comunicato stamani la comunità francescana conventuale di Padova, i cui religiosi martedì sono stati tutti sottoposti al tampone per il Covid-19, dopo che due confratelli, alcuni giorni fa, avevano manifestato sintomi influenzali e, da subito sotto il controllo medico, si erano messi in auto isolamento volontario per tutelare la salute degli altri frati e del personale laico in servizio in basilica.

La comunità ancora il 12 marzo aveva comunicato attraverso il sito ufficiale di aver scelto «di ridurre all'essenziale eventuali contatti con persone al fine di collaborare come tutti a evitare il diffondersi dell'epidemia». I frati, dunque, da oltre una settimana non erano presenti nel santuario, se non dopo l’orario di chiusura, in modo da non interagire nemmeno con gli addetti alla basilica. Nota da tempo anche la decisione di sospendere le confessioni e, seguendo le indicazioni della Diocesi di Padova e del Governo, di non celebrare messe in forma pubblica, tanto che le uniche celebrazioni, rigorosamente a porte chiuse, sono affidate alle dirette tv, web e social. Nonostante tutte queste difficoltà, la basilica continua a restare aperta alla preghiera privata dei fedeli, fatti salvi i già noti accorgimenti di sicurezza sanitaria per contrastare il diffondersi del virus, con il desiderio di dare un messaggio di coraggio e speranza.

Attenzione era stata dimostrata anche per il personale laico a servizio della Basilica nel rispetto dei protocolli di sicurezza per i lavoratori: dal 12 marzo, infatti, le realtà ancora aperte al pubblico, come l’ufficio informazioni, l’ufficio accoglienza e il negozio, erano state chiuse, mentre i siti museali lo erano già dal primo DPCM del 1 marzo. Laddove possibile, il personale sta dalla scorsa settimana lavorando in modalità smart working, così come la quasi totalità dei dipendenti della casa editrice «Messaggero di sant’Antonio» che pubblica l’omonima rivista, il «Messaggero dei Ragazzi» e i libri per i tipi di EMP.

Pur in isolamento i frati della Basilica del Santo vivono con serenità questo momento difficile e condividono ancor più le sofferenze dei malati e delle loro famiglie. Continueranno a pregare in particolare per chi vive, direttamente e indirettamente, la malattia, il personale sanitario, le istituzioni politiche, le forze dell’ordine, i volontari e tutti coloro che stanno aiutando chi soffre.

«Ringraziamo sant’Antonio perché i frati colpiti dal virus non risentono in modo particolare del contagio. È una situazione in continua evoluzione e le conseguenze non possiamo in questo momento valutarle nella loro globalità. Stiamo seguendo le indicazioni dei sanitari e delle autorità – commenta p. Oliviero Svanera, Rettore della Basilica – Pensiamo sia importante continuare a far sentire la nostra presenza, seppur in questo periodo affidata ai soli mezzi digitali, alle tante persone che vedono in sant'Antonio un amico, di cui noi frati siamo in un certo senso la “voce”».


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