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Quando i migranti eravamo noi, la generazione neet, nuove rubriche su francescanesimo e vita in famiglia tra le novità dell'edizione nazionale del «Messaggero di sant'Antonio» di gennaio
«Basta fatti, vogliamo promesse! Dei primi abbiamo intasato le nostre giornate, delle seconde ci siamo, purtroppo, scordati», scrive il direttore responsabile del «Messaggero di sant’Antonio», fra Fabio Scarsato, nell’editoriale intitolato “M’impegno!” che apre il nuovo anno. Un impegnarsi, quello esortato nell’editoriale, che vuole essere promessa forte, dando un “pegno” appunto, di vivere bene e al servizio di Dio e dei fratelli.
Nel dossier “Quando i migranti eravamo noi”, in vista della prossima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato (15 gennaio 2017), Francesca Massarotto ripercorre le tappe salienti della nostra migrazione e, soprattutto, racconta alcune storie nelle quali molti migranti di oggi potrebbero riconoscersi. Ieri infatti erano i nostri padri ad attraversare terre e oceani in cerca di speranza, a rischiare la vita, soffrire la fame, l’isolamento e la nostalgia. Oggi, seppur a piani invertiti, la storia si ripete. Fare tesoro del passato è l’unico modo di costruire solide basi per il futuro. Vale la pena di ricordarlo a noi stessi, come fa Gianpaolo Romanato, docente di Storia Contemporanea all’Università di Padova, nell’intervista a firma di Enrico Grandesso “Emigrazione, questione di storia”.
Alessandro Bettero nel servizio “Neet, il limbo di una generazione” ha fatto un’incursione tra i neet, acronimo di Not (engaged) in Education, Employment or Training, cioè tra quei giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. Sono 40 milioni nei paesi dell’Ocse, oltre 2 milioni solo in Italia. Spesso vivono con i genitori, e non vedono prospettive per la loro vita. Un capitale umano che rischia di essere disperso. All’interno il focus di Claudio Zerbetto “La fragilità dei ragazzi fantasma” si sofferma sul fenomeno giapponese degli Hikikomori, parola che significa letteralmente «stare in disparte, isolarsi». Sono quei giovani «inghiottiti dalla rete», che conducono una vita di auto-reclusione. Un’esistenza parallela, la loro, totalmente distaccata dal mondo esterno, dove anche l’unico contatto attraverso il web è di fatto virtuale.
Con il nuovo anno il «Messaggero di sant’Antonio» inaugura anche tre nuove rubriche. In Specchio francescano, titolo che richiama uno dei libri contenuti nelle Fonti francescane, lo Specchio di perfezione, fra Fabio Scarsato, partendo dalle vicende della vita di san Francesco o santa Chiara, andrà di mese in mese a caccia di testimoni attuali,siano essi singoli o realtà religiose, attraverso cui rileggere, come in uno specchio, il carisma francescano. A inaugurare la prima puntata, fra Gianluca che si dedica al mondo della strada, del degrado, dei poveri che neppure più chiedono aiuto, rivedendo nella sua storia l’incontro con il lebbroso che diede il via alla nuova vita di Francesco d’Assisi.
Voglia di volare è invece una breve rubrica affidata a fra Daniele La Pera, nella pagina riservata alle tematiche giovanili (la stessa in cui ogni mese viene pubblicato anche il contributo dello scrittore Alessandro D’Avenia).
Il rapporto tra genitori e figli è invece il fulcro della nuova rubrica Genitori vs figli, curata dal pedagogista Daniele Novara che affronterà il tema dei conflitti in famiglia. Sempre nelle pagine dedicate alla famiglia farà il suo ingresso il fumetto per bambini di Manuela Leporesi (che a mesi alterni si avvicenderà con la fiaba di Cosetta Zanotti, già apprezzata dai lettori del «Messaggero»).
Le pagine di catechesi di quest’anno infine saranno dedicate alle emozioni. Nel numero di gennaio di questa tradizionale rubrica il direttore responsabile illustrerà le motivazioni della scelta che, a partire dal mese di febbraio, si articolerà in ogni numero attraverso storie di famiglie alle prese con una determinata emozione, una contestualizzazione biblica a firma del teologo Gianfranco Ravasi, la lettura psicologica a cura della psicoterapeuta Nicole Janigro e una graphic novel firmata da Elisabetta Benfatto.
Il sommario su www.messaggerosantantonio.it