Basilica del Santo | ComunicatoStampa
Un sito web dedicato al Servo di Dio padre Placido Cortese, Medaglia d’oro al Merito Civile
Presentazione giovedì 25 aprile, in occasione della Festa della liberazione, nella Sala dello Studio Teologico al Santo, a Padova. E dagli archivi della Resistenza spunta una lettera inedita che conferma il ritratto del francescano
In occasione del 25 Aprile, anniversario della Liberazione italiana dal nazifascismo, i frati della Basilica presentano ufficialmente il nuovo sito internet Padreplacidocortese.org dedicato al Servo di Dio e Medaglia d’oro al Merito Civile padre Placido Cortese (1907-1944). Nel portale troveranno spazio, oltre a molte immagini di padre Cortese, la sua biografia, una selezione di lettere e vari scritti, la bibliografia che lo riguarda, news ed eventi, nonché alcune testimonianze significative.
L’omaggio a padre Cortese, di cui è in corso la Causa di canonizzazione, si svolgerà giovedì 25 aprile a partire dalle 15.30 nella Sala dello Studio Teologico al Santo, a Padova. L’incontro si aprirà con una relazione dello storico Patrizio Zanella sul contributo del clero di Padova durante la Resistenza. La presentazione del sito internet sarà affidata al curatore Paolo Damosso, già autore del libro con DVD Padre Placido Cortese - Il coraggio del silenzio (ed. Edizioni Messaggero Padova, 2007). A seguire ci si sposterà in basilica per la santa messa delle 18.00 e l'omaggio al Memoriale-Confessionale di Cortese.
Frate del Santo e direttore del «Messaggero di sant’Antonio» nei primi Anni '40, il francescano durante la Resistenza si prodigò per salvare molti prigionieri slavi, soldati alleati ed ebrei, pagando con la vita il suo impegno. Venne rapito, torturato e ucciso dalla Gestapo nel 1944. A distanza di molti anni la sua figura continua a stupire per il sempre nuovo interesse e l’ammirazione che suscita in quanti lo scoprono per la prima volta. Quest’anno, in occasione della Giornata della memoria, i frati della Basilica del Santo sono stati chiamati a raccontare la figura del loro confratello in alcune scuole e in diversi eventi pubblici, incontrando un migliaio di persone, in maggior parte studenti e giovanissimi, tra le provincie di Padova, Venezia e Vicenza. A Limena (PD) a gennaio gli è stato dedicato un albero nel Giardino dei Giusti - Yad Vashem “Giorgio Perlasca”.
«Stupore e commozione non mancano nemmeno quando riemerge dagli archivi qualche documento che riguarda il nostro caro confratello – racconta padre Giorgio Laggioni, vice postulatore della Causa di canonizzazione –. Come la lettera di padre Stefano Fogale, frate del Santo e per molti anni segretario particolare di ministri provinciali e rettori della basilica, rintracciata nelle scorse settimane nell’archivio del Casrec, Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università degli Studi di Padova. Si tratta di un prezioso documento che, pur non aggiungendo novità di rilievo a quanto già conosciamo, traccia con poche ma significative pennellate un bellissimo ritratto del Servo di Dio. Non sappiamo se ci sia stato un seguito a questa lettera. Un filone d’indagine potrebbe però aprirsi, investigando in altri archivi».
Nella lettera, datata 12 aprile 1964, padre Fogale (1910-1975) risponde a una richiesta di don Guerrino Gastaldello, attivo durante la Resistenza e cappellano di una formazione di partigiani cattolici, che chiedeva informazioni sull’opera svolta da padre Cortese, ricorrendo in quell’anno il ventennale della Resistenza. Padre Stefano fu tra gli ultimi che videro Cortese poco prima della sua cattura da parte della Gestapo.
Padre Fogale, che nella missiva descrive Cortese come «un carissimo Confratello e zelante Sacerdote, studioso e pieno di spirito di sacrificio», risponde così a don Gastaldello: «Non le nascondo però che per me è molto difficile scrivere sul nostro caro P. Cortese, strappatoci l’8 ottobre del 1944, alle ore 13,30. Ricordo come fosse ieri: eravamo vicini di stanza, stavamo parlando di cose amene, quando venne il portinaio a chiamarlo, dicendo che due signori lo attendevano in portineria. Ricordo che dissi al Padre le testuali parole: “Padre, non vada, perché la portano via!”. Il Padre sorrise, se ne andò in stanza, forse a prendere quel poco che aveva (aveva dato anche la sua biancheria personale ai poveri!) e poi zoppicando, se ne andò giù, e più non si vide. Col P. Cortese fui ben poco a contatto, solo pochi mesi, perché prima era direttore del Messaggero, e quando ebbe finito il suo mandato è passato alla nostra comunità, e solo per quei pochi mesi lo potei vedere di frequente, ma della sua attività svolta a beneficio dei partigiani cristiani nulla seppi».
Un dettaglio, quest’ultimo, che conferma la totale riservatezza, anche con i confratelli, tenuta da padre Cortese nel portare avanti la sua attività segreta a favore dei perseguitati dalla furia nazifascista.