Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
Un restauro cinematografico fa rivivere il cantante lirico Caruso in una pellicola americana del 1918 nel «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di novembre
Donne italiane protagoniste nella ricerca scientifica (Ilaria Pagani in Australia), nell’ingegneria (Arianna Minoretti in Norvegia), nella tutela dei diritti umani (Irene Spigno in Messico). Il Museo dell’Emigrante nel Vercellese
Il Caruso di celluloide, restaurato dalla Cineteca di Bologna a cent’anni dalla morte, è un omaggio che i numerosi estimatori del cantante lirico napoletano, disseminati in tutto il mondo, apprezzeranno. In “Caruso in My Cousin” Michela Manente racconta la travagliata vicenda della pellicola statunitense del 1918 che aveva come protagonista Enrico Caruso, che a inizio Novecento, dopo una sfavillante carriera nel Bel canto in Italia ed Europa, tentò quella cinematografica negli USA.
Con “Pagani e le vite da salvare” Sara Bavato ci porta in Australia per conoscere le ricerche di Ilaria Pagani, biologa molecolare originaria della provincia di Varese e ora residente ad Adelaide, nel campo di una forma rara ma particolarmente aggressiva di leucemia - la leucemia mieloide cronica – che nel 2040 conterà più di 3 milioni di malati. I suoi studi sono stati premiati a livello internazionale con il prestigioso John Goldman Research Award.
È una donna italiana l’ingegnere capo della Norwegian Public Roads Administration. Arianna Minoretti, dal 2013 in Norvegia inizialmente come ricercatrice, oggi è la responsabile degli studi sul Ponte di Archimede, una struttura avveniristica di ponte tubolare sommerso e galleggiante proposto per l’autostrada E39 che si distende dalla costa occidentale del Paese nordico. Minoretti si racconta a Generoso D’Agnese in “I ponti di Arianna”.
Tutelare i diritti umani e anche solo parlarne in Messico rimane un’impresa titanica. Il problema della violenza resta, purtroppo, all’ordine del giorno. A lavorare a questa “missione” non facile è un’italiana, Irene Spigno, fondatrice e dal 2019 direttrice dell’Accademia Interamericana dei Diritti Umani, che si occupa di costruire un sistema più garantista delle persone più vulnerabili, come i familiari dei desaparecidos, i migranti e le donne. Nicola Nicoletti in “Irene Spigno, paladina dei diritti umani”.
La presenza italiana in Argentina è di vecchia data, fin dai tempi della Colonia Spagnola, quando già si contavano diversi artigiani italiani che lavoravano nel Paese sudamericano. Un’eredità genetica presente in più della metà dell’attuale tessuto imprenditoriale argentino. In “Imprenditoria, il gene italiano” Marinellys Tremamunno intervista Francesco Tosi, vicepresidente della Camera di Commercio Italo-Argentina.
Un museo è un luogo che custodisce cose preziose e cosa c’è di più prezioso della memoria di un popolo? In “Un museo per Roasio” Luisa Santinello ci accompagna nel paesino di 2.300 anime in provincia di Vercelli dove da vent’anni vive il Museo dell’Emigrante. Un patrimonio di fotografie, oggetti, lettere e documenti che attraverso cinque generazioni di emigranti fonde storia e tradizione al servizio della contemporaneità.
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