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Abbracciando chi non c’è più sul «Messaggero di sant’Antonio» di novembre

La violenza di genere raccontata con il graphic journalism, le interviste allo youtuber don Alberto Ravagnani, ad Amanda Sandrelli, al pittore bosniaco Safet Zec, lo spettacolo della Cappadocia, l’influencer più anziana del mondo, la devozione per il Sant

31 Ottobre 2020| di Ufficio stampa Messaggero di S. Antonio Editrice

Abbraccio, un’intensa opera dell’artista bosniaco Safet Zec, è l’immagine di copertina del «Messaggero di sant’Antonio» di novembre, che ruota intorno al tema della “morte”, parola-guida del nuovo numero, e che ha scelto come titolo l’emblematico “Abbracciando chi non c’è più”. Ne parla l’editoriale di fra Fabio Scarsato “Soffia il vento”, il vento di Dio, quello che richiama la vita stessa, nel quale i defunti ora danzano gioiosi. Perché «ciò che noi chiamiamo sconsolatamente morte viene anch’essa dall’infinita misericordia del Creatore».

Ne parla approfonditamente l'ampio dossier “Quegli abbracci non dati” curato dalla redazione con le foto di Giovanni Mereghetti. Un tanatologo (Guidalberto Bormolini, religioso dei Ricostruttori nella preghiera), un cappellano di un ospedale covid (Giovanni Musazzi, sacerdote del Sacco di Milano), un rianimatore (Renato Manzi, che opera nella terapia intensiva dell’Istituto dei tumori di Milano), una giovane cui il virus ha strappato il papà (Mara) e una scrittrice (Martina Picca): tutti insieme per parlare della morte e del morire, per ripercorrere quanto accaduto soprattutto tra marzo e aprile scorsi, per guardare in faccia il dolore di chi ha visto «scomparire» un proprio caro senza potergli stare vicino, consolarlo, salutarlo. Il risultato è una sorta di intensissima tavola rotonda per parlare, attraverso le pagine della rivista francescana, senza giri di parole di morte e dare un senso a quanto vissuto. Perché il virus ci ha ricordato che la morte fa parte della vita. Di tutti, anche nostra.

Infine Luisa Santinello firma "La mia pittura in nome della Verità", intervista al pittore bosniaco Safet Zec. L’artista ha ritratto le vittime della guerra in Bosnia, ma in fondo anche tutti gli altri profughi del mondo che ogni giorno fuggono dai conflitti. Un inno alla fratellanza universale, ma anche il racconto di un dolore profondo generato non da un virus, bensì dalla guerra, da cui lo stesso Zec fuggì quasi trent’anni fa.

Il tema della violenza di genere, in vista della giornata di sensibilizzazione contro questo fenomeno del prossimo 25 novembre, è affrontato in modo originale nel pezzo di graphic journalism “Montagne russe e uomini violenti”, con testo di Giulia Cananzi e disegni di Mattia Moro. La violenza di genere viene raccontata dal doppio punto di vista maschile/femminile, con qualche suggerimento per uomini (consapevolmente) violenti.

In “Youtuber in clergyman” Sabina Fadel intervista don Alberto Ravagnani, giovane prete della parrocchia di San Michele Arcangelo a Busto Arsizio, in provincia di Varese, e fenomeno web. Il sacerdote 27enne durante il lockdown ha iniziato a girare alcuni video in cui parlava ai giovani di Dio, di fede, di preghiera. Nel giro di poche settimane i suoi video hanno raggiunto una media di 60 mila visualizzazioni e oggi il suo canale YouTube conta oltre 80 mila iscritti.

Ci si può amare a tal punto, tra nonni e nipoti, da ridarsi la vita più e più volte reciprocamente? La storia di nonna Licia, l’influencer più anziana del mondo, di suo nipote Emanuele, e del loro “manuale della felicità” ne è la prova. La racconta Giulia Cananzi in “Influencer per amore”.

Nicoletta Masetto in “Cappadocia, nel grembo della roccia”, ci porta nelle due valli contigue di questo luogo dell’Asia Minore, dove il paesaggio, ponte per culture diverse tra Asia ed Europa, è spettacolo puro. E dove la bellezza nasce dai contrasti. Non è un caso se a questa terra è stata dedicata la XXXI edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa.

Nostalgia di teatro” è l’intervista ad Amanda Sandrelli firmata da Sara Melchiori. Il teatro è uno spazio di relazione unico, dove avviene un’alchimia tra attore e pubblico, capace di liberare magiche energie. Un bene di tutti che la pandemia sta mettendo a rischio e che insieme, racconta l’attrice al nostro mensile, dobbiamo salvare.

La comunità etiope-eritrea nutre una forte devozione per il Santo, frutto della vicinanza del mondo francescano. Con “Antonio nel cuore dei migranti” Claudio Zerbetto raccoglie la testimonianza di fra Teklom Berhane, da cinque anni responsabile della comunità francescana dei cappuccini di Milano, che segue come parroco i migranti etiopi-eritrei nel capoluogo lombardo.

 

Il sommario del nuovo numero dal 1° novembre sul sito Messaggerosantantonio.it


Allegati disponibili


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