Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
Com’è cambiato il senso del viaggio tra pandemia e guerre nel «Messaggero di sant’Antonio» di maggio
Informazione e valori evangelici nell’editoriale del neodirettore fra Patassini; l’intervista esclusiva a Nicola Gratteri e quella alla fotoreporter Arianna Di Romano
E ancora: a scuola di gentilezza; fotoreportage dalle miniere di cromo albanesi; riscoprire Charles de Foucauld; la maternità possibile
Si apre con l'editoriale del neodirettore della rivista, fra Massimiliano Patassini, il numero di maggio del «Messaggero di sant’Antonio». «Siamo travolti da una quantità enorme di notizie, spesso contraddittorie tra loro, che destabilizzano e causano un senso di sfiducia verso il mondo dell'informazione - scrive fra Patassini in “Con gli occhi del Vangelo” -. Per questo credo decisiva la disponibilità a guardare gli eventi che viviamo nella loro complessità, senza assolutizzare a priori una prospettiva, ma mettendosi in ascolto dell'umanità, facendo attenzione a non perdere di vista il piccolo e il povero, spesso dimenticati ma imprescindibili per una crescita armonica dell'umanità». Tanto più in una rivista come il «Messaggero di sant'Antonio» che non è solo «un periodico di informazione, ma un mondo di relazioni» (leggi l’editoriale qui: https://messaggerosantantonio.it/content/con-gli-occhi-del-vangelo-0)
In occasione dei trent’anni dalle uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in “Il pericoloso silenzio delle mafie” Sabina Fadel intervista in esclusiva Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro. E dalle colonne del mensile Gratteri lancia un allarme: «La lotta alle mafie non è considerata una priorità nel nostro Paese. Ora poi che non hanno più bisogno di sparare, le mafie riescono a passare ancora di più inosservate». C’è bisogno di alzare la soglia dell'attenzione.
È dedicato al viaggio il dossier “Nati viaggiatori” di Giulia Cananzi, che analizza in particolare come è cambiato il nostro modo di viaggiare dopo la pandemia e con la guerra in corso. Due fenomeni che hanno messo in crisi non solo l'industria del turismo, ma anche il senso stesso del viaggio e del viaggiare. Non è una questione solo economica, ma anche esistenziale. Una sfida complessa, che apre inattese possibilità.
Chi sono le madri? Si può essere madre senza aver generato fisicamente un figlio? Come vivere la maternità spirituale? In vista della Festa della mamma, Sabina Fadel in “La maternità possibile” raccoglie dalla viva voce delle donne alcune riflessioni sui molti modi di vivere la maternità. Perché non c'è donna che non sia chiamata a riflettere sul suo essere, in potenza, una madre, generatrice di vita a livello fisico o spirituale.
In “Fratello universale” fra Massimiliano Patassini, alla riscoperta di Charles de Foucauld in vista della prossima canonizzazione del 15 maggio, intervista sorella Antonella Fraccaro, responsabile generale delle Discepole del Vangelo, istituto religioso di ispirazione foucaldiana. Una figura poliedrica quella di de Foucauld, capace di vivere da eremita restando al contempo aperto alla relazione con i fratelli.
In “Di Romano, ladra di sguardi” Luisa Santinello intervista la fotoreporter Arianna Di Romano, protagonista della mostra monografica visitabile fino al 12 giugno alla Palazzina Marfisa d'Este, a Ferrara. «Vivo le sensazioni che provano le persone che ritraggo – racconta al mensile antoniano -. Cerco me stessa nell'altro”. Per questo la grande fotografa è anche chiamata “ladra di sguardi”.
Nicoletta Masetto in “Gentili si diventa” racconta l'iniziativa portata avanti da otto comuni del Vicentino che hanno scelto di introdurre nella scuole, a partire dalle primarie, l'insegnamento della gentilezza. Si comincia dai bambini per arrivare agli adulti di domani. A mettere a punto il corso la scrittrice Angelica Montagna, autrice di un testo di cento pagine suddivise in quindici capitoli pensati come mappa per altrettante lezioni in classe.
Il fotoreportage “La montagna cromata” di Vincenzo Montefinese ci porta in Albania, per la precisione a Bulqizë, nella parte orientale del Paese, dov'è custodita la più grande riserva di cromo d'Europa, un metallo fondamentale per moltissimi oggetti che tutti noi usiamo quotidianamente. Qui, minatori e lavoratori dell'indotto sono costretti a operare in condizioni disumane, mettendo ogni giorno a repentaglio la propria vita e la propria salute.
Il sommario del mese sul sito del «Messaggero di sant’Antonio» - clicca qui https://messaggerosantantonio.it/content/messaggero-di-santantonio-272 .