
Basilica del Santo | ComunicatoStampa
Dal Santo alla Chiesa di San Francesco a Pirano, il 30 agosto torna nella sua sede originaria la pala di Vittore Carpaccio custodita dai frati per salvarla dalle bombe della Seconda guerra mondiale
Alle ore 18.30 in Sala dello Studio Teologico al Santo a Padova il “Saluto a Carpaccio” prima della partenza dell’opera per la Slovenia
Saranno presenti il rettore della basilica padre Antonio Ramina e padre Luciano Bertazzo del Centro Studi Antoniani. Giovanna Baldissin Molli del Museo Antoniano presenterà la tela e le sue vicende storiche. Seguiranno visita della pala al museo e concerto con il Coro da camera del Concentus Musicus Patavinus. Ingresso libero fino a esaurimento posti
Quella della Pala della Madonna col bambino, i santi Ambrogio, Pietro, Francesco, Antonio, Chiara, Giorgio e due angeli musicanti di Vittore Carpaccio, firmata dall’artista e datata 1518 per il convento di Pirano e attualmente custodita nel Museo Antoniano del complesso basilicale del Santo, è una storia che coinvolge le due sponde dell’Adriatico (Italia e Slovenia), due conventi (quello di Sant’Antonio a Padova e quello di San Francesco a Pirano), istituzioni religiose, Belle Arti e privati, sullo sfondo della Seconda guerra mondiale fino ai nostri giorni.
Allo scoppiare delle ostilità belliche nel 1940, la pregevole opera realizzata da Carpaccio (Venezia, 1465 circa – Capodistria, 1526), illustre pittore veneziano celebre in particolare per i grandi teleri a carattere narrativo dipinti per le Confraternite veneziane, venne messa al riparo. Pirano in quegli anni faceva parte della Provincia religiosa del Santo e il trasferimento del dipinto dalla Chiesa di San Francesco a un luogo più sicuro va inserito nell’importante azione di tutela promossa dalla Direzione Generale di Antichità e Belle Arti dello Stato Italiano, rivolta alle opere d’arte che correvano gravi rischi a causa dello stato di guerra. Per l’area della Venezia Giulia, del Friuli e dell’Istria il conte Leonardo Manin mise a disposizione la propria villa di Passariano di Codroipo (UD), che divenne un deposito di oggetti artistici provenienti da quelle zone. A Villa Manin rimase per tre anni, per poi, in tutta fretta, venire nuovamente spostata.
L’armistizio del settembre 1943, con il conseguente capovolgimento della situazione politica italiana, aveva infatti reso insicura la tutela delle opere d’arte concentrate a Villa Manin e si comunicò ai singoli proprietari che lo desiderassero la restituzione delle opere. Non era però possibile dialogare con Pirano perché poco prima i frati erano stati prelevati da una pattuglia di SS ed erano ancora chiusi nelle carceri di Trieste. Perciò fu Padova il naturale interlocutore, nella persona del ministro provinciale padre Andrea Eccher. La pala venne riconsegnata il 29 ottobre 1943 e fu, con tutta ragionevolezza, portata direttamente nel convento del Santo.
La restituzione della pala al luogo originario di collocazione è un atto importante, a lungo ricercato e perseguito dalla Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova dei Frati minori conventuali e dal Museo Antoniano. La felice concomitanza della visita ufficiale del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella a Lubiana e nella Repubblica di Slovenia, del 10 e 11 settembre prossimi, non fa che sancire ancor più la grande collaborazione intercorsa tra studiosi, religiosi e autorità civili dei due Paesi in questi anni. Il ricollocamento del dipinto nella chiesa per cui era stato realizzato è un atto che porta a compimento un desiderio e un processo iniziato e perseguito da tempo dai frati della basilica del Santo d’intesa con i confratelli di Pirano.
Sabato 30 agosto alle ore 18.30 in Sala Studio Teologico della Pontificia Basilica di S. Antonio di Padova si terrà l’evento “Saluto a Carpaccio”, nell’occasione del ritorno della pala di Vittore Carpaccio alla chiesa di San Francesco di Pirano. Saranno presenti padre Antonio Ramina, rettore del Santo, padre Luciano Bertazzo, direttore del Centro Studi Antoniani, e Giovanna Baldissin Molli che illustrerà la pala e le sue vicende storiche, con visita alla pala nel Museo Antoniano. A seguire “Dipinti in melodia: Carpaccio e le musiche rinascimentali del XVI secolo” con il Coro da Camera del Concentus Musicus Patavinus diretto dal M° Ignacio Vazzoler. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
La storia dell’opera
Il dipinto di Vittore Carpaccio attualmente ancora custodito nel Museo Antoniano fu realizzato nel 1518 per la chiesa del convento di San Francesco di Pirano, nell’Istria che, al tempo, era parte del dominio della Serenissima.
La pala, un olio su tela di dimensioni importanti, appartiene all’ultimo periodo dell’attività di Carpaccio, allorché il pittore, in una Venezia dominata dall’astro nascente di Tiziano, realizzò le opere dell’ultimo periodo lavorando prevalentemente per l’Istria e altre destinazioni periferiche del Dominio di Terraferma veneziano.
L’opera difatti, destinata a un altare della chiesa francescana di Pirano (forse all’altare maggiore), raffigura la Madonna col bambino, i santi Ambrogio, Pietro, Francesco, Antonio, Chiara, Giorgio e due angeli musicanti, sullo sfondo di un paesaggio che riproduce con precisione quello della Pirano del tempo, pur improntata su uno schema compositiva datato e quattrocentesco, forza e rompe i limiti della tradizione, basandosi su schemi grafici accuratamente studiati, perfette angolature prospettiche, stesure impeccabili di colore e raffinati particolari descrittivi.
Diversi e importanti sono i motivi iconografici caratterizzanti il dipinto: il paesaggio piranese riprodotto con precisione; la presenza di san Giorgio, patrono della città (la tradizione racconta che il santo la salvò da una violenta tempesta); l’inserimento di san Francesco e di sant’Antonio, i cui volti sono resi come veri ritratti; la particolare e rara (per l’area di influenza veneta) presenza di sant’Ambrogio, forse da mettere in relazione con i fermenti eterodossi del dibattito religioso nell’Istria del tempo.
Il dipinto, eseguito probabilmente per l’altare maggiore della chiesa di San Francesco di Pirano, annessa al convento dei frati minori, era collocato su una mensa completata da una splendida edicola in pietra scolpita nello stile lombardesco veneziano. Rifacimenti diversi della chiesa, effettuati nel corso dei secoli, hanno alterato la situazione originaria e l’attuale edicola di Carpaccio, privata della pala, venne costruita nel 1887 in stile rinascimentale, usando anche parti provenienti dal manufatto originario primo cinquecentesco. Questa cappella, che oggi si presenta come una struttura eclettica di forme neorinascimentali, si trova sul fianco settentrionale della chiesa, e forma, con le altre due che le sono a fianco, una specie di navata laterale dell’edificio. In questa cappella il dipinto rimase fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Nel 1940 l’opera venne dapprima messa al riparo nella villa del conte Leonardo Manin che mise a disposizione la propria villa di Passariano di Codroipo (UD) per le opere d’arte provenienti dall’area della Venezia Giulia, del Friuli e dell’Istria. La pala arrivò a villa Manin imballata (cassa n. 112), con i sigilli identificativi, il 20 giugno 1940, per rimanervi per tre anni.
Alla firma dell’armistizio del settembre 1943, con il conseguente ribaltamento politico e sociale, la villa non fu più considerata sicura e si cercò di riconsegnare l’opera ai legittimi proprietari, ovvero i frati di Pirano, che nel frattempo però erano stati prelevati da una pattuglia di SS e rinchiusi nelle carceri di Trieste.
Di conseguenza la tela venne consegnata il 29 ottobre 1943 al convento del Santo, che nel contesto delle vicende politiche risultava essere il più naturale interlocutore in grado di custodirla temporaneamente.
La pala rimase nei magazzini del convento, salvaguardata ma non visibile. Intanto nel 1995 venne aperto il nuovo Museo Antoniano, maturando contemporaneamente l’idea di dare visibilità all’opera di Carpaccio, sempre con l’intento di sollecitare gli organismi statali italiani e sloveni a comporre e dare soluzione alle problematiche che impedivano la restituzione del dipinto. Proprio negli anni dell’apertura del Museo la comunità dei frati padovani, considerato che il governo sloveno aveva iniziato le pratiche per la restituzione del complesso di Pirano alla Provincia Religiosa Slovena (dopo che era stato nazionalizzato dal governo jugoslavo), iniziò un dialogo con il Governo italiano, con la richiesta, che venne poi reiterata, di poter restituire la pala di Carpaccio a Pirano.
La pala intanto venne restaurata e fu esposta nel 2000 accanto alle serie delle splendide pale provenienti dalle cappelle radiali della basilica, che sono uno dei vanti del Museo.
Nel periodo dell’esposizione al Museo Antoniano l’opera è stata valorizzata con attività diverse. In particolare va segnalato che l’intesa con gli studiosi sloveni è stata sempre ricercata e attuata, particolarmente in occasione dei due convegni:
- La pala di Carpaccio del convento di S. Francesco di Pirano (Padova, 18 maggio 2000), Atti del seminario di studio in occasione dell’esposizione della pala presso il Museo Antoniano (a cura di Janez Šamperl, Giovanna Baldissin Molli, Fabrizio Magani, «Il Santo», 60 (2000), 2-3;
- Vittore Carpaccio 1518-2018. Carpaccio a Pirano (Pirano 3-4 dicembre 2018), Atti del convegno di Studi a cura di Giovanna Baldissin Molli, Luca Caburlotto, Centro Studi Antoniani, Padova 2018.
Dopo il restauro del 2000 la pala ha avuto un intervento di controllo e manutenzione ordinaria in occasione dell’esposizione alla mostra Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni (Venezia, Palazzo Ducale, 18 marzo – 18 giugno 2023). L’esposizione ha ulteriormente sancito l’importanza della pala piranese nella storia critica di Carpaccio, che negli ultimi vent’anni ha espresso una marcata rivalutazione delle opere della fase tarda dell’attività del pittore, di cui il dipinto è un illustre esempio.