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I “soldi di coccodrillo” della grande filantropia internazionale nel «Messaggero di sant’Antonio» di ottobre

L’intervista a Riccardo Muti in occasione dei suoi 80 anni, il san Giuseppe “antimacho” di Michela Murgia, Dante in versione graphic journalism, sostenibilità ambientale e custodia del Creato delle Settimane sociali dei cattolici italiani

5 Ottobre 2021| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Riccardo Muti, tra i più grandi direttori d’orchestra al mondo, ha compiuto 80 anni, settanta dei quali immersi nella musica. A lui è dedicata la copertina di ottobre del «Messaggero di sant’Antonio» e l'ampia intervista “C'è musica, c'è vita”, a cura di Stefano Marchetti, nella quale racconta il suo rapporto con la musica, con lo studio, con la fede e anche con il mondo della solidarietà. «Cosa sarebbe il mondo senza musica?», gli chiede il giornalista. «Non sarebbe il mondo», risponde il talentuoso maestro.

Particolarmente interessante è il dossier “Sono soldi di coccodrillo?” curato da Giulia Cananzi. Una provocazione bella e buona, quella contenuta nel titolo, per mettere a fuoco i rischi che si celano dietro la grande filantropia internazionale. Che oggi più che mai è lo specchio di come agiscono l’economia e il potere nelle nostre società. Con un’intervista a Stefano Zamagni, economista e presidente della Pontificia accademia della scienze sociali (“La ricetta? Una biodiversità economica” a cura di Sabina Fadel) che fa uno zoom sulla situazione italiana.

L'editoriale del direttore fra Fabio Scarsato, intitolato “I preliminari dell'amore”, fa un parallelo tra l'amore umano e l'amore cristiano, forme di amore non poi così distanti tra loro anche nelle manifestazioni più quotidiane. E d'altra parte non c'è da stupirsene, visto che il nostro è un Dio che ha voluto farsi uomo.

“Dante”, l’originale contributo di graphic journalism di Paolo Masiero, è dedicato al sommo poeta nei settecento anni dalla morte: vita, opere, sogni, speranze e sconfitte del padre della letteratura italiana.

Michela Murgia propone in questo numero un’interessante rilettura della figura di san Giuseppe, nell'anno a lui pastoralmente dedicato per volere di papa Francesco: “San Giuseppe, l'«antimacho»”. «Giuseppe - scrive Murgia - è maschio in un modo che col maschilismo non c'entra niente. (...) Il problema insanabile che il patriarcato ha con Giuseppe è che è difficile riconoscere in lui qualunque forma di potere nel senso dominante del termine».

Al via il 21 ottobre a Taranto la 49esima edizione delle Settimane sociali dei cattolici italiani, sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”. Al centro il tema dello sviluppo sostenibile e della custodia del Creato nella loro interconnessione. In “Ambiente, lavoro, futuro” Sabina Fadel intervista Giuseppe Notarstefano, dal maggio scorso presidente nazionale di Azione Cattolica e membro del comitato preparatore delle Settimane.

Murat Cinar, nel suo “Il lato oscuro di Istanbul”, reportage dalla mostra omonima in corso a Jesi (AN) che espone le foto dell’artista Coskun Asar, racconta tra le righe i problemi della megalopoli sul Bosforo, cassa di risonanza dei problemi dell'intera Turchia.

Continua infine il viaggio del mensile sui passi di Antonio a 800 anni dal suo arrivo in Italia, nell’ambito del progetto “Antonio 20-22” (www.antonio2022.org). Lo speciale di 12 pagine questo mese è dedicato alla “missionarietà” e tocca il Friuli Venezia Giulia, dove sono previsti una serie di eventi da sabato 9 ottobre. L’introduzione allo speciale è di fra Scarsato che si sofferma sul tema generale del mese rileggendolo alla luce della spiritualità e dell’azione di sant'Antonio (“Ai quattro venti”). Nicoletta Masetto in “Udine. Un ponte per Emdibir” racconta la vicenda di alcuni giovani partiti per il servizio civile in Etiopia, a Emdibir per l’appunto, dove l’Arcidiocesi di Udine sostiene progetti di cooperazione e sviluppo. L'articolo dedicato ai progetti sostenuti da Caritas Sant’Antonio questo mese ha come protagonista “La Via di Natale”, realtà solidale del pordenonese: il resoconto nell'articolo “Amare il tempo che resta” di Sabina Fadel. Infine, ancora Masetto, nelle pagine dedicate a Basilica e dintorni, si sofferma sul tratto friulano del Cammino di sant'Antonio che da Gemona giunge fino a Sacile (“A piedi, in silenzio”).

 

Il sommario del mese sul sito del «Messaggero di sant’Antonio».


Allegati disponibili


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