Giugno Antoniano 2019 | ComunicatoStampa
Il 12 giugno “Transito di sant’Antonio” all’Arcella, da quasi 8 secoli indica l’apertura cittadina della Festa del Santo
L’antica sacra rappresentazione degli ultimi attimi di vita del Santo venne ripresa 90 anni fa. Con il concerto delle campane di tutta la città, in collaborazione con le parrocchie e la Diocesi di Padova, inizia ufficialmente la Solennità del 13 giugno
Se il 13 giugno è la festa delle migliaia di pellegrini devoti a sant’Antonio, che ogni anno affollano la basilica, la rievocazione storica del “Transito di sant’Antonio” del 12 giugno all’Arcella, quartiere a nord di Padova, è da quasi otto secoli la festa di tutti i padovani. Gli Statuti del Comune di Padova stabilirono fin dal 1276 che l’inizio della festa in onore del “loro” Santo dovesse avvenire dopo l’ora nona del giorno della vigilia, cioè il 12 giugno. E anche quest’anno, dunque, la sacra rappresentazione si svolgerà, appunto come tradizione, mercoledì 12 giugno all’Arcella, con partenza alle 20.30 da Piazzale Azzurri d’Italia. La rievocazione storica in costume celebra l’ultimo viaggio da Camposampiero a Padova di frate Antonio, che sentendosi prossimo alla morte chiese di essere portato nell’amato convento padovano di Maria Mater Domini, primo nucleo di quella che divenne poi la basilica antoniana. La rievocazione culminerà con l’arrivo del carro al Santuario dell’Arcella e con il tradizionale concerto delle campane di tutta la città alle 21.30, in collaborazione con le parrocchie cittadine e la Diocesi di Padova. Il festoso concerto delle campane del Santuario arcellano annuncia alla città e al mondo la nascita al Cielo di Antonio, evocando la leggenda delle campane di Lisbona, la città natale del Santo, che avrebbero suonato spontaneamente proprio nel momento in cui egli spirava a Padova.
Oltre 150 i figuranti in costume che sfileranno in parata, 5 le scene della sacra rappresentazione, corrispondenti ad altrettante tappe lungo le vie del quartiere, in cui vengono narrati l’arrivo di frate Antonio all’Arcella sul carro trainato da buoi e la sua morte, seguendo con fedeltà le immagini ricavate dal testo dell’Assidua, la prima biografia scritta pochi anni dopo la morte del francescano, verosimilmente da un testimone oculare, probabilmente fra Luca Belludi, fedele confratello di Antonio.
Il viaggio da Camposampiero sul carro trainato da buoi, l’incontro con frate Vinotto, l’arrivo al Monastero della Cella e la costernazione delle “Povere Dame” (le Clarisse) sono le icone sulle quali è incentrata la rievocazione storica che si svolge per un tratto lungo l’antica via Aurelia Copta (attuale via Aspetti), ripercorrendo anche fisicamente gli stessi luoghi toccati da sant’Antonio in quello straordinario viaggio di quasi otto secoli fa. L’ultima scena, la sesta, con le ultime ore di vita e l’agonia prima delle fatidiche parole «Video Dominum meum» («Vedo il mio Signore»), con le quali il Santo concluse la sua vita terrena, avviene invece all’interno del Santuario, di fronte alla “Cella del Transito”, il venerato sacello che da secoli ci tramanda il luogo della morte del Santo.
Altrettanto suggestivo e commovente è l’omaggio spontaneo che le migliaia di devoti rendono all’immagine del Santo appena spirato, un momento di singolare pietà popolare carico di segni e gesti di sentita umanità. Anche questa è una parte della rievocazione storica, forse la più corale e la più toccante. È una folla che il Santuario non riesce mai a contenere completamente, proprio come avvenne in quella sera del 1231 quando l’intera Città corse all’Arcella spinta dal grido dei fanciulli: «È morto il Padre Santo, è morto sant’Antonio!».
La tradizione della rievocazione venne ripresa nel 1931, in occasione del 7° centenario della morte di sant’Antonio, quando l’allora parroco e rettore del santuario antoniano dell’Arcella, padre Ludovico Bressan, pensò di realizzare una sacra rappresentazione sulla falsariga di quelle medioevali, ricostruendo l’episodio del viaggio da Camposampiero all’Arcella con il carro trainato da buoi. Anche se quella manifestazione non ebbe luogo a causa dei contrasti tra Santa Sede e regime fascista, da allora si iniziò, in forma ridotta, la celebrazione del Transito nella sera del 12 giugno, rispettando fedelmente il dettato degli Statuti del Comune di Padova. Nel 1995, nell’8° centenario della nascita del Santo, si progettò di dare vita a una forma più ampia e solenne, così come la conosciamo oggi, con un nuovo testo a commento delle varie scene ricavato dall’Assidua, lungo l’itinerario del corteo storico. Dal 2006 la Rievocazione storica del Transito è divenuta “manifestazione cittadina” alla quale partecipano, oltre alle autorità della città di Padova, anche le rappresentanze dei comuni attraversati dalla Statale del Santo, a sottolineare il forte legame che, ancora oggi, lega il Santo al territorio padovano. Nel 1963, 7° centenario del ritrovamento della lingua incorrotta del Santo e della “Traslazione delle spoglie” dalla chiesetta di Santa Maria Mater Domini al primo nucleo dell’attuale Basilica del Santo, venne realizzato l’intero percorso del transito da Camposampiero all’Arcella. A documentarlo, allora, venne chiamato dalla Rai il regista Ermanno Olmi. “700 anni”, questo il titolo del cortometraggio del grande regista, è visibile su Youtube (https://youtu.be/WjESdYFs8pE).
DRAPPI ANTONIANI - Il 12 e il 13 giugno la cittadinanza è invitata a esporre lungo il percorso del Transito e della solenne processione del 13 giugno i drappi antoniani. Info: Arciconfraternita di Sant’Antonio, tel. 049-8755235, segreteria@arciconfraternitadelsanto.com.
INFO - Santuario Antoniano dell’Arcella, tel. 049.605517; Basilica del Santo, tel. 049.8225652, infobasilica@santantonio.org. In caso di maltempo o di meteo inaffidabile la celebrazione avverrà in forma ridotta all’interno del Santuario.
IL PERCORSO DEL TRANSITO ALL’ARCELLA
Prima scena in piazzale Azzurri d’Italia (partenza alle 20.30)
Si svolge idealmente a Camposampiero dove frate Antonio, colto da malore e sentendo prossima la morte, esprime il desiderio di tornare a Padova, alla chiesa di Santa Maria Mater Domini (corrispondente all’attuale Cappella della Madonna Mora in Basilica di sant’Antonio). I confratelli trovano un carro trainato da buoi per farlo distendere durante il viaggio.
Seconda scena, lungo via Aspetti all’incrocio con via Vecellio
È l’incontro con i borghigiani di Capodiponte. Il popolo vede arrivare il carro con Antonio accompagnato dai frati.
Terza scena, lungo via Aspetti all’altezza dello slargo ex Dazio
L’incontro della comitiva del Santo disteso sul carro con un gruppo di bambini (i candidi gigli) che stavano giocando ai bordi della strada.
Quarta scena, via Aspetti all’incrocio con viale Arcella
Narra l’incontro con frate Vinotto che, constate le condizione del Santo, convince i viandanti a svoltare verso il vicino Monastero della Cella.
Quinta scena in viale Arcella, angolo via dall’Arzere
Racconta l’arrivo al monastero delle Povere Dame, il monastero francescano della Cella composto dal nucleo delle Clarisse e quello del convento dei Frati Minori che officiavano la chiesetta di “S. Maria de’ Cella.
Santuario dell’Arcella
A questo punto i fedeli e figuranti che partecipano alla sacra rappresentazione entrano nel santuario per assistere al “Transito glorioso” e alla funzione liturgica con la solenne benedizione con la reliquia del Santo.
GIUGNO ANTONIANO. Info e programma:
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Tel. 049-8225652
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Il Giugno Antoniano 2019 è organizzato da Comune di Padova, Pontificia Basilica del Santo, Provincia di S. Antonio di Padova Frati Minori Conventuali, Diocesi di Padova, Veneranda Arca di S. Antonio, Messaggero di sant’Antonio Editrice, Arciconfraternita di Sant’Antonio, Centro Studi Antoniani, con la collaborazione di Ordine Francescano Secolare di Padova, Associazione Corsia del Santo - Placido Cortese, Associazione Palio Arcella. La realizzazione della manifestazione è possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparo (Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo). Il Giugno Antoniano 2019 ha il patrocinio di Regione del Veneto, Nuova Provincia di Padova, Comune di Camposampiero (PD), Comune di Anguillara Veneta (PD), Dipartimento dei Beni Culturali - Università di Padova.
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