Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa

Il dossier sui nazionalismi, tra linguaggio, migranti ed elezioni europee, la drammatica situazione in Nicaragua e la devozione al Santo “Nanà Ntona” in Ghana

Questi i principali temi del «Messaggero di sant’Antonio» di ottobre

3 Ottobre 2018| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

È dedicata al Ghana e alla grande devozione di questo Paese per il Santo la copertina del «Messaggero di sant’Antonio» di ottobre. All’interno l’ampio reportage “Sant’Antonio dell’oceano”, firmato da Andrea Semplici, racconta la grande devozione antoniana iniziata nel Seicento nell’ex colonia (portoghese prima, olandese poi) e continuata fino a oggi. Nanà Ntona, nome con cui è conosciuto ai più sant’Antonio in Ghana, è considerato uomo di grande spiritualità e modello da imitare. Le cerimonie religiose in suo onore durano ore, tra danze, canti e preghiere.

Il dossier “L’enigma delle piccole patrie” affronta un tema di grande attualità: i nazionalismi che tornano sempre più di moda anche nell’Occidente, mettendo a dura prova il concetto stesso di Unione Europea. Da Trump alla Brexit, dalla rinascita dei movimenti autonomisti e indipendentisti all’affermazione dei partiti sovranisti: in tutta Europa il clima sociale è rovente. Che cosa sta succedendo alle porte delle elezioni europee del 2019? E soprattutto, è possibile affermare la propria identità nazionale senza annientare l’altro? L’interessante servizio di Giulia Cananzi è accompagnato da interviste a Gianrico Carofiglio sul rapporto tra nazionalismi e linguaggio conflittuale della politica e dei social (di Sabina Fadel) e a Francesco Montenegro, presidente di Caritas italiana, su immigrazione e accoglienza (di Nicoletta Masetto).

In “Un Paese distrutto” Maria López Vigil, caporedattrice di Envío, una delle riviste cattoliche di punta del Nicaragua, spiega ai lettori del «Messaggero» cosa sta succedendo nel Paese centramericano e perché la Chiesa è scesa in piazza accanto ai manifestanti. Ne è uscito un quadro drammatico. Degli ideali rivoluzionari che avevano fatto cadere la dittatura nel 1979, sembra non essere rimasto granché da quando è salito al potere Daniel Ortega, figlio di quella rivoluzione di quarant’anni fa. Da aprile gli scontri tra civili e polizia governativa sono costati più di 300 morti, 2mila feriti, un migliaio di arrestati e 30mila esiliati. «Oggi il mondo sa e deve sapere che in Nicaragua stiamo resistendo, con metodi civili, a una dittatura che fa uso del terrorismo di Stato», ha scritto la giornalista.

Alberto Friso firma l’articolo “Il contadino che sconfisse Hitler” sulla figura del francescano secolare Franz Jägerstätter, oggi riconosciuto come martire e beato. Esattamente settantacinque anni fa veniva decapitato a Berlino quel padre di famiglia che, con la sua lucida testimonianza francescana, aveva dimostrato la netta incompatibilità tra nazismo e cristianesimo, tanto da rifiutarsi di combattere per Hitler e il terzo Reich.

“Massimo Bottura, il virtuoso del cibo”, scritto da Alessandro Bettero, è dedicato alla onlus fondata dallo chef modenese con la moglie Lara Gilmore, che sta ampliando una rete di Refettori e Social Tables in Italia e all’estero per combattere lo spreco alimentare e l’isolamento sociale. Accanto all’impegno professionale come chef di fama planetaria, l’impegno personale di Bottura va infatti all’intensa attività sul fronte delle iniziative di carattere sociale, da Londra a Rio de Janeiro. Perché cibo, arte e solidarietà sono valori universali.

Il sommario del nuovo numero su www.messaggerosantantonio.it.


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