Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
La Calabria e la legalità raccontate attraverso i “passi del Santo” sul «Messaggero di sant’Antonio»
Questo mese 12 pagine dedicate alla Calabria e ai calabresi impegnati nella legalità con servizi, interviste, approfondimenti
Il mensile francescano ripercorre l’arrivo in Italia di Antonio e il suo cammino verso Padova
Ogni mese una regione toccata dal Santo e un tema a lui caro che la contraddistingue
A febbraio il «Messaggero di sant’Antonio» “fa tappa” in Calabria, per parlare di legalità, tema particolarmente caro a sant’Antonio, con 12 pagine dedicate interamente a questa splendida terra soffocata dalla ‘ndrangheta, con servizi, interviste, approfondimenti. «Esprimere la verità chiede sempre un costo (in amicizia, soldi, voti elettorali), ma è altresì una scelta da cui dipende la nostra coerenza e umanità», afferma fra Fabio Scarsato, direttore responsabile, nell’introduzione tematica alle pagine sulla Calabria (“M’importa!”), ricordando la forza di Antonio nel tutelare gli ultimi, anche contro i prepotenti. La parola chiave suggerita al Santo dalla Bibbia è parresia, ovvero il coraggio di dire la verità, di essere se stessi fino in fondo, di avere uno stile di vita che è al tempo stesso discernimento quotidiano e impegno. «Un mix di fede, audacia, libertà, franchezza, coraggio, come quello dimostrato da molti protagonisti delle storie calabresi che raccontiamo in queste pagine – continua il francescano –. Come sant’Antonio, che non poteva tacere ogni qual volta alla dignità indiscutibile di ogni uomo e donna si sostituiva prepotentemente un “idolo”, fosse esso il successo a scapito degli altri, la forza contro i deboli, l’imbroglio e la falsità, l’egoismo promosso a realizzazione di sé, la ricchezza non condivisa, la corruzione, l’illegalità che crea ingiustizia».
Antonio e i potenti è dunque il tema che fa da sfondo a queste pagine che ripercorrono idealmente il primo arrivo del giovane frate portoghese naufragato in Sicilia otto secoli fa e il suo cammino verso nord lungo la via Popilia. Un tema declinato attraverso storie che sono semi di speranza. Come quella di Vincenzo Alampi, direttore della Caritas diocesana di Gioia Tauro, espressione di una Chiesa che ha accolto la sfida della legalità. Racconta come sta evolvendo il percorso pastorale “Costruire la speranza” che promuove buone pratiche di giustizia, attraverso la formazione all’economia sociale d’impresa e l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità. A raccogliere la sua testimonianza è Giulia Cananzi in “Gioia Tauro. La via dei segni”.
Sempre Cananzi in “Il lavoro liberato” racconta l’attività dell’associazione Il segno di Tempi, braccio operativo della Caritas diocesana nella Piana di Gioia Tauro, dove il lavoro è in mano alla ‘ndrangheta ed è sottopagato. L’associazione promuove un intervento a sostegno del lavoro giovanile, creando occasioni di lavoro “libero” attraverso borse lavoro assegnate a ragazzi meritevoli ma con scarsi mezzi, che non vogliono avere padrini. Caritas sant’Antonio, la onlus padovana dei frati del Santo, entrerà in questo progetto concretamente, anche grazie alla collaborazione con Antonio De Masi, uno dei più geniali e innovativi imprenditori della Piana, produttore di macchine agricole, da anni sotto il mirino della malavita.
Il convento della Riforma a San Marco Argentano, dove Antonio passò nel 1221 e dove, due secoli dopo, si formò anche il grande santo calabrese Francesco da Paola, patrono della Calabria, è il protagonista dell’approfondimento “La chiesa dell’incontro” di Nicoletta Masetto. Uno viaggiatore, l’altro eremita, entrambi straordinari testimoni della fede vissuti in epoche diverse, ma con un grande comune denominatore: Francesco d’Assisi. Ci sono vari luoghi in Calabria che legano, in modo più o meno stretto, la vita e le opere di questi due santi: da Paola a Pizzo Calabro con i rispettivi santuari, ma anche piccole nicchie o edicole negli angoli nascosti di qualche borgo o lungo una strada, dov’è possibile ritrovare immagini o statue di san Francesco e sant’Antonio. O ancora: il cammino, dalla Calabria direzione Assisi verso la tomba dell’Assisiate, che anche san Francesco da Paola fece, passando per Loreto, Montecassino, Monteluco (dove conobbe gli eremiti che abitavano nelle celle sparse nella montagna) e Roma.
Infine in “Al cuore della legge” fra Danilo Salezze racconta la virtù della giustizia nelle parole di sant’Antonio declinata attraverso alcune esperienze calabresi.
In allegato l’estratto delle pagine tematiche dal «Messaggero di sant’Antonio».
Il «Messaggero di sant’Antonio» media partner del progetto “Antonio 20-22”
Il «Messaggero di sant’Antonio» è media partner del progetto “Antonio 20-22” (www.antonio2022.org), con cui la Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dei frati minori conventuali vuole ricordare gli ottocento anni della vocazione francescana di Antonio e del suo incontro con Francesco d'Assisi (“Antonio 20-22” è in fase di rimodulazione del proprio calendario a causa degli eventi pandemici). Mese dopo mese sulla rivista le pagine “Sui passi di Antonio” e “Antonio oggi” saranno dedicate a una differente regione italiana (o a un territorio antoniano significativo) e declinate attraverso un tema caratterizzante e un luogo di devozione popolare legato al Santo, ripercorrendo idealmente il cammino fatto da Antonio in Italia. Dopo la Sicilia con il tema dell’accoglienza a gennaio e la Calabria con quello della legalità di questo mese, di seguito il piano editoriale dei prossimi numeri:
MESE |
REGIONE/TERRITORIO |
TEMA |
Marzo |
Basilicata |
Il Creato |
Aprile |
Campania |
Periferie |
Maggio |
Umbria |
Incontro |
Giugno |
Toscana |
Silenzio |
Luglio-Agosto |
Montepaolo |
Parola di Dio annunciata |
Settembre |
Rimini - Bologna |
Economia (usura) |
Ottobre |
Friuli Venezia Giulia |
Missionarietà |
Novembre |
Veneto |
Pietà popolare |
Dicembre |
da Padova al Mondo |
Universalità del messaggio di Antonio |