Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
La difficile pace in Palestina nel dossier del «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di settembre
La Via Francigena che unisce l’Europa, la “colonia di Molfetta” in Australia, l’associazione ligure in Patagonia, la diaspora calabrese raccontata in un libro e la scuola di teatro italiano a Manchester
Due nazionalismi nati dalle ceneri del colonialismo europeo, due religioni, due visioni contrapposte delle proprie rivendicazioni che li dividono. In mezzo, un secolo di attriti, guerre, arresti, occupazioni, attentati, bombardamenti, missili. E tanti morti. Davvero Israele e i palestinesi non possono, o non vogliono, raggiungere una convivenza pacifica e duratura che dia una svolta alle tensioni di una delle regioni più martoriate del pianeta, e un futuro di convivenza e di prosperità a chi vi abita? Nell’ampio dossier “Pace in Palestina?” Alessandro Bettero racconta, con l’analisi di autorevoli voci, il processo di distensione al palo, con l’autorità nazionale palestinese indebolita, il governo di Israele fragile e un territorio, quello di Gaza e della Cisgiordania, in fibrillazione.
La Via Francigena, da Canterbury a Roma, è la «strada d’Europa», anzi la «culla d’Europa», con oltre duemila chilometri di paesaggi, natura, storia, tradizioni, popoli e culture. E chi meglio di chi l’ha percorsa può descrivere questa esperienza di fede e pellegrinaggio? Nicoletta Masetto in “Francigena, la via di Monica” intervista Monica Nanetti, giornalista, scrittrice e blogger, che alla soglia dei 60 anni, con curriculum sportivo zero alle spalle, ha deciso di intraprendere con una coetanea e in sella alla bici questa via di fede e di crescita personale. E oggi è ambassador del progetto “Road to Rome” da Canterbury a Santa Maria di Leuca.
Arriva dall’Australia la storia “La Molfetta di Port Pirie” di Sara Bavato. La presenza italiana in questa cittadina del South Australia, a circa 200 chilometri da Adelaide, risale all’Ottocento. In pochi decenni, Port Pirie divenne un importante scalo portuale e la popolazione passò dai 1.000 abitanti del 1881 agli oltre 8.000 del 1901. In quegli anni, furono diverse centinaia gli italiani, principalmente pugliesi originari di Molfetta, che vi emigrarono come operai nelle fonderie e, soprattutto, come pescatori. E Port Pirie divenne così in pochi anni una «colonia» barese. Non fu un caso, quindi, che la prima celebrazione istituita dalla comunità italiana, nel 1929, fu la festa in onore della Madonna dei Martiri, compatrona di Molfetta. E la Blessing of the fleet, la benedizione dei pescherecci, è una ricorrenza molto sentita ancora oggi a Port Pirie.
È il sodalizio ligure più meridionale del continente americano. L’Asociacion Civil Ligure de la Patagonia, evoluzione dell’Associazione Gens Ligustica in Patagonia fondata nel nel 1989 da Mario Lini e da un gruppo di liguri residenti nella Provincia argentina del Rio Negro, oggi conta circa 50 soci guidati dall’attivissima presidente Mirta Madies e dal direttivo formato da Vanina Vidal, Adriana Razzari, Liliana Razzari, Alberto Ricaldoni, Cecilia Bagli, Jorgelina Razzari e Jorge Puntel. Instancabili nonostante la pandemia, a sostegno della popolazione argentina, non solo degli emigranti associati, con interventi sociosanitari, culturali, assistenziali. A scriverne è Laura Napoletano in “Liguri del sud”.
La Calabria è tra le regioni d’Italia con il più alto tasso di emigrazione a partire dall’Unità d’Italia. Oggi vi risiedono meno di due milioni di persone, mentre il numero degli oriundi nel mondo è stimato tra gli otto e i nove milioni. Ed è dai racconti di questi emigrati che è nato il libro Celebrating Calabria. Writing Heritage and Memory di Margherita Ganeri e della poetessa italo-americana Maria Mazziotti Gillan (Rubbettino Editore, 2020). Un libro bilingue frutto del «Seminario residenziale di scrittura di studi sulla diaspora italiana», programma itinerante svoltosi tra la Calabria settentrionale e la Basilicata, in collaborazione con il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università della Calabria dove Ganeri insegna. Lo presenta Vittorio Giordano in “La diaspora calabrese”.
In Italia è stato per 45 anni ufficiale dell’aeronautica militare di giorno e attore nel tempo libero, finché alcuni anni fa lui e la moglie, siciliani, hanno deciso di seguire i figli emigrati in Gran Bretagna. È Giacomo Fuschi, che si racconta a Nicola Nicoletti in “Fuschi, l’attore con le ali”. La sua grande passione per il teatro è rimasta viva anche in Inghilterra e, dopo varie esperienze artistiche, nel 2019 ha fondato l’ATIM, “Gli amici del teatro italiano a Manchester”, un progetto dettato dal forte interesse da parte di molti connazionali e di coloro che amano il nostro idioma di poter gustare rappresentazioni teatrali in lingua italiana.