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La ricerca padovana sul Parkinson finanziata dalla star di Hollywood Michael J. Fox sul «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di febbraio

Gli italiani che fanno il giro del mondo, dal musicista marchigiano Marco Pacassoni all’esperto siciliano di AI a Boston Giuseppe Taibi, fino al panno casentino, eccellenza del made in Italy

10 Febbraio 2021| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Sono molte le storie di italiani nel mondo “a vario titolo” nel «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di questo mese. Da segnalare per prima, quella raccontata da Alessandro Bettero in “Michael J. Fox premia Padova”. La Fondazione del divo della trilogia Ritorno al futuro sostiene, con un finanziamento di 250 mila dollari, uno studio sulla malattia di Parkinson dell’ateneo patavino: quello condotto dalle due ricercatrici Elisa Greggio e Nicoletta Plotegher, condiviso con il laboratorio del professor Wim Versées della Vrije Universiteit di Bruxelles, in Belgio, partner nel progetto. La stella del cinema e della tv degli anni ’80 e ’90, affetta da tempo di Parkinson, è un grande sostenitore della ricerca scientifica su questa malattia degenerativa.

Un rappresentante dello stile italiano, anche se non in carne e ossa, è anche il panno casentino, un tessuto rustico utilizzato fin dal Medioevo dai pastori della campagna aretina, che dall’Ottocento in poi ha conosciuto una progressiva fortuna fino a divenire oggi un’eccellenza del made in Italy nel mondo. Se in passato la lana proveniva dalle pecore locali, ormai sempre più rare, oggi i produttori italiani si riforniscono da Australia, Nuova Zelanda e Sud America. Luisa Santinello in “Alla scoperta del panno casentino” ci guida attraverso la storia di questo tessuto dalle molte virtù e dall’inconfondibile aspetto «a ricciolo», che nel tempo ha saputo conquistare poeti e musicisti, nobili e attori, da Gabriele D’Annunzio a Giuseppe Verdi, da Audrey Hepburn a Carla Fracci, fino ad Andrea Bocelli.

“Il jazz secondo Marco Pacassoni” di Alessandro Bettero racconta la storia di questo giovane che sul palco non passa certo inosservato sia per l’energica simpatia che trasmette, sia per la sua presenza in scena. Talento precoce, artista eclettico, docente in prestigiose scuole in Italia e all’estero, questo vibrafonista marchigiano è una stella della musica contemporanea, che ha visto decollare la sua carriera internazionale molto precocemente.

«L’Italia è un modo di essere, un valore assoluto, una visione che affonda le sue radici nella sua cultura, nella sua storia, nel suo stile». Si presentò così Francesco D’Arelli, lucano di Sant’Arcangelo (PZ), quando nel 2016 divenne direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Montréal. Oggi il funzionario della Farnesina, impegnato nella promozione dell’Italia all’estero, si appresta a lasciare il Canada per trasferirsi a Shanghai, in Cina, dove continuerà a sostenere la cultura italiana. «La Cina e i cinesi hanno una vocazione amichevole, innata, nei confronti dell’Italia e della sua antichissima civiltà. Per loro l’Italia è una fucina di creatività», confida a Vittorio Giordano in “D’Arelli: il web a lezione degli IIC”.

Partire dalla Valle dei Templi di Agrigento, il grandioso sito archeologico siciliano patrimonio dell’Unesco, e andare a vivere a Boston rimane una bella sfida. E Giuseppe Taibi, esperto di AI (Intelligenze artificiali), è riuscito a connettere questi due mondi: il passato, giunto con i coloni greci, e il futuro della tecnologia, attraverso la buona tavola. Con un proprio sito di e-commerce è riuscito a far arrivare l’olio prodotto dalla famiglia d’origine nelle campagne agrigentine nelle case d’Oltreoceano, dall’Alaska alle Hawaii. La sua originale storia è stata raccolta da Nicola Nicoletti In “Taibi, AI e Ojo a Boston”.

Quarantotto soci e tanti anni di attività a pieno ritmo. Con una missione specifica: far conoscere l’immenso patrimonio artistico e culturale italiano alle persone che vivono in Belgio e in Francia. E con un occhio particolare alla Sicilia. Questa la mission del sodalizio Artisti Associati Siciliani di Bruxelles (ARASSIB) nato nel 1994 grazie a Felice Belfiore e Pasqualino Iannelli, e oggi più che mai attivo con l’intento di aggregare la comunità italiana e siciliana. Laura Napoletano ripercorre gli oltre 25 anni di attività e progetti di questa associazione nell’articolo “ARASSIB, l’arte del dialogo”.

 

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