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L’appello dei ricercatori italiani all’estero alla 16° conferenza mondiale dell’Arim sul «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di giugno 2022

L’intervista esclusiva al comico italoamericano Steve Simeone, l’Italian Contemporary Film Festival dal 24/06 al 16/07 in Canada, il Robert A. Facchina Italian American Museum a Washington

16 Giugno 2022| di Ufficio stampa Messaggero S. Antonio Editrice

E ancora, la moda solidale che sostiene le donne rifugiate in Australia, il bilancio della direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Sofia


 

Dopo la 16° Conferenza mondiale dei nostri scienziati che operano all’estero, tenutasi a Città del Messico ad aprile, le istituzioni e il governo italiano sono chiamati ad accogliere proposte e istanze di chi rappresenta il Sistema Paese e il genio italico fuori dallo Stivale. I nostri ricercatori, per bocca di Vincenzo Arcobelli, autorevole membro del Cgie, il Consiglio generale degli italiani all’estero, fautore e promotore della Conferenza dei ricercatori italiani nel mondo organizzata dall’Arim, l’Associazione dei ricercatori italiani, chiedono provocatoriamente se alla politica italiana interessano oppure no gli italiani nel mondo: 6 milioni di iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, più gli 80 milioni di oriundi. Tra questi molti ricercatori che lavorano in strutture di ricerca all’avanguardia, sparse in mezzo mondo, dagli USA al Brasile, dalla Francia alla Svizzera, fino alla Cina. Alessandro Bettero in “Gli assi della ricerca italiana” ne ha intervistati alcuni.

Dagli USA arriva l’intervista “Oh my God!” al comico “per famiglie” Steve Simeone realizzata dal direttore editoriale del «Messenger of Saint Anthony» padre Mario Conte in esclusiva per i lettori dell’edizione italiana per l’estero del «Messaggero di sant’Antonio». Nato e cresciuto a Wallingford, in Pennsylvania, il popolare comico americano di origine italiana ha focalizzato la sua comicità sulla celebrazione della vita: famiglia, fede, carriera. Il suo obiettivo, per sua stessa ammissione, è «portare la gioia di Dio nei cuori della gente».

Marco Bellocchio, Antonio Albanese, Christian De Sica, Giancarlo Giannini, Franco Nero, Claudia Cardinale, Roberto Benigni e Carlo Verdone: sono solo alcuni degli ospiti che, negli anni, hanno sfilato sul tappeto rosso dell’Italian Contemporary Film Festival (ICFF). Dal 2012, la kermesse cinematografica – in collaborazione con il ministero degli Affari esteri – promuove la cultura italiana in Canada attraverso il cinema. L’11° edizione è in programma dal 24 giugno al 16 luglio a Toronto, a Montréal e in altre città canadesi. L’apertura è dedicata al compositore Ennio Morricone con la proiezione del documentario “Ennio” di Giuseppe Tornatore. La chiusura celebra Renzo Piano, con la prima di un documentario di Francesca Molteni. In “Appuntamento col cinema italiano” Vittorio Giordano ha incontrato Cristiano De Florentiis, co-fondatore e direttore dell’ICFF e giornalista di Rai Italia, il canale della nostra TV di Stato per gli italiani che vivono in America, Asia, Australia e Africa.

Con un tamburello legato al piede e marcando il ritmo con il suo basso, Cristóbal Basso (35 anni) dirige l’Orchestra Suoni di Luce a Santiago del Cile. Una formazione di undici musicisti non vedenti, membri della Fondazione Luce, che si sono integrati grazie all’inventiva del suo giovane direttore che, senza essere cieco, è riuscito a creare un proprio metodo di direzione musicale facendo a meno dei tradizionali podio e bacchetta. Ce lo fa conoscere Marinellys Tremamunno in “Suoni di luce per non vedenti”.                                                                                                                                         

Coesione sociale e occupazione femminile stanno molto a cuore a Camilla Schippa, ex direttrice dell’Istituto per l’economia e la pace. Sono anche i due principi alla base del suo lavoro a The Social Outfit: un brand di moda etica che fa la differenza nella vita di moltissime rifugiate a Sydney. Con “Un guardaroba solidale” Sara Bavato ci porta in Australia a conoscere quest’impresa sociale fondata nel 2014, che offre la possibilità a donne rifugiate di fare una prima fondamentale esperienza lavorativa retribuita in Australia. Trovare un impiego è tutt’altro che semplice per chi arriva nel Paese con visti umanitari: il tasso di occupazione femminile è di appena il 20 per cento contro l’oltre 60 per cento degli uomini.

Pochi sanno che la città di Washington non solo è stata fortemente influenzata dall’arte e dall’architettura italiana, ma è stata anche costruita da numerose maestranze italiane che hanno lasciato un’enorme eredità. Generoso D'Agnese con “La memoria italiana di Washington” ci conduce all’interno del Robert A. Facchina Italian American Museum, che celebra l’identità storica, culturale e artistica della presenza italiana e italoamericana nella capitale degli Stati Uniti. Diviso in quattro aree, il museo espone una mappa di Washington con le opere create dal genio italiano, la vita quotidiana dei primi italiani giunti qui, la storia della comunità locale e l’arte italiana contemporanea.

«I bulgari amano la cultura italiana. Forse per questo il mio lavoro è più semplice: è facile promuovere attività quando il pubblico a cui ti rivolgi è già in partenza interessato». Parola di Verena Vittur, originaria di La Villa, in Val Badia (Bolzano) e direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Sofia. Nell’intervista di Andrea D'Addio "Il cuore a Sofia", la funzionaria della Farnesina, che tra poco rientrerà in patria, racconta le attività dell’IIC e la passione dei bulgari per la letteratura, la musica, la cucina, il cinema e il design italiani.
 

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