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Le guerre in Siria e in Ucraina viste da osservatori particolari, la “globalizzazione biologica” di specie vegetali e animali, il bilancio di trent’anni di Erasmus

Le novità dell’edizione nazionale del «Messaggero di sant'Antonio» di marzo

3 Marzo 2017| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Per dirsi cristiani non basta essere iscritti nell’anagrafe battesimale. Lo afferma il direttore fra Fabio Scarsato nell’editoriale del mese “Chi si ferma è perduto”. «Ci vuole un’intera esistenza e un’esperienza di fallimenti continui, di tentativi, di desideri e passioni. Ci vuole la fedeltà al passo dopo passo – scrive il francescano -. E il cammino quaresimale arriva a proposito per rammentarcelo».

“La mia diocesi circondata dal Daesh” è la lunga intervista di Claudio Zerbetto a Jacques Behnan Hindo, l’arcivescovo siro-cattolico di Hassaké, arcidiocesi che comprende Raqqah, roccaforte del califfato in Siria. Sollecitato dalle domande del «Messaggero», il prelato parla delle violenze che in cinque anni di guerra hanno colpito il suo popolo, aggravate dall’indifferenza internazionale e dalle sanzioni imposte al governo. E il suo appello ha il sapore di un monito: «Non si perda tempo. L’Onu e le ong ci aiutino».

Il fotoreporter Ugo Lucio Borga ci porta invece in Ucraina, dove dal 2014 infuria un conflitto silenzioso. Il reportage “Una guerra nel cuore dell’Europa” racconta di una guerra sottotraccia che si combatte e miete vittime anche lontano dal fronte: militari deceduti in strane esplosioni, giornalisti e politici vittime di improbabili malori e interi paesi lasciati a morire di freddo, senza contare i manifestanti uccisi negli scontri con la polizia. Mentre le diplomazie occidentali non riescono a contenere le ostilità che da fine gennaio hanno avuto un’ulteriore escalation.

Il dossier, a cui è dedicata anche la copertina, “Gli alieni? Sono qui. E si trovano bene”, a firma di Alessandro Bettero fa il punto sulle specie vegetali e animali aliene, originarie da altre zone del pianeta, che stanno “colonizzando” i nostri territori. Dalla rana toro al gambero della Louisiana, dall’allergizzante ambrosia alla vespa velutina, sono migliaia le specie invasive non autoctone stabilitesi in trent’anni in Italia, con un aumento del 96 per cento. Una “globalizzazione biologica” che rischia di alterare in modo irreversibile il nostro delicato ecosistema.

Nicoletta Masetto e Alberto Friso ci portano in Europa per parlare di Erasmus, a 30 anni dall’avvio di questa esperienza di mobilità studentesca tra le più gettonate. In “Quell’Europa che non ti aspetti” Masetto traccia il quadro e i numeri del fenomeno, che ha visto dal 1987 a oggi oltre 633mila giovani italiani in movimento per un’esperienza di studio, professionale e di vita, racconta le storie di alcuni di loro e le novità 2017, come i corsi di lingue per 100 mila rifugiati. Un programma di successo e spessore, dunque, che ha però dei “ma”. A farne emergere pregi e difetti è l’intervista “Piano a chiamarla Generazione Erasmus di Friso al sociologo Marco Bontempi, già curatore di uno dei rari studi multidisciplinari sul tema.

“Con gli occhi di Brigitte” è l’intervista di Giulia Cananzi alla scrittrice Melania Gaia Mazzucco, sul suo ultimo libro, Io sono con te. Storia di Brigitte. Per la scrittrice, la letteratura è un faro nella notte. Il libro in questione, che ha condiviso realmente con la protagonista Brigitte, una rifugiata in carne e ossa, è l’emblema di questo suo modo di intendere la scrittura. Un’opera coraggiosa, destinata a cambiare lo sguardo sul dramma dei profughi da parte di chi legge.

Il reportage “Francesco e Antonio, due santi per una città” di Andrea Semplici affresca una Rieti, cuore dell’Italia, dove si intrecciano, strettissime, le figure di due grandi santi: Francesco e Antonio, appunto. E, con loro, una devozione che vede il momento più intenso a giugno, per la solenne processione dei ceri di sant’Antonio.

Sabina Fadel racconta in “Germogli di speranza” la vicenda di Michela Lorenzin e della sua piccola Nicole. Una gara di solidarietà tra colleghi ha permesso a una mamma di poter stare accanto alla figlia gravemente malata, fino all’ultimo istante di vita. Un gesto di bontà, in una vicenda intrisa di dolore, che ha saputo aprire nuovi orizzonti di futuro.                                                                                     

Il sommario su www.messaggerosantantonio.it


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