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Le stimmate di San Francesco e la rinascita dell'uomo, Kijas rilegge i segni della Passione sul corpo del Poverello di Dio come risposta all'attuale bisogno di spiritualità
Una rilettura antropologico-esistenziale del fenomeno delle stimmate con prefazione di Papa Francesco. Fra Carlos A. Trovarelli, generale dei conventuali, firma l’introduzione spirituale
Secondo la tradizione era il 17 settembre del 1224, quando frate Francesco di Assisi, insieme al fidato confratello Leone e forse altri compagni si ritirò sul monte della Verna. Per il fondatore dell’ordine francescano era un tempo di crisi dovuto a contrasti coi confratelli e il ritiro serviva alla preghiera e al digiuno, nello sforzo di ritrovare la sua identità. Pochi giorni dopo la festa dell’Esaltazione della Croce, in quei boschi, nel silenzio e nell’orazione, il Crocifisso impresse nel cuore e nel corpo del fraticello i segni dell’amore: le stimmate. A 800 anni da quell’evento prodigioso, Zdzisław Józef Kijas, frate minore conventuale, nel libro Le stimmate di San Francesco e la rinascita dell'uomo, fresco di stampa per le Edizioni Messaggero Padova, cerca di rispondere alle domande più importanti che a distanza di secoli ancora ci poniamo: come sono nate le stimmate, come sono possibili e che cosa significano per noi oggi? Quella dell’autore diventa dunque una rilettura antropologico-esistenziale del fenomeno delle stimmate impresse a san Francesco, come risposta all'attuale bisogno di spiritualità dell’uomo contemporaneo.
Le stimmate, pur essendo principalmente un dono divino, non accadono all’improvviso, dal nulla, ma fioriscono su un “terreno” preparato. La categoria di rito/rituale sembra importante per scoprire e descrivere la vita che Francesco conduceva prima di ricevere il dono delle stimmate. E questo ha molto da dire anche al bisogno di spiritualità e di nuove ritualità anche ai nostri giorni, come sottolinea anche nella prefazione niente meno che Papa Francesco.
Così il Santo Padre nel presentare il volume: «Nel rudere di San Damiano, ascoltando la voce del Crocifisso, san Francesco d’Assisi inizia un lungo cammino interiore di conversione. Due anni prima di morire sosta al monte della Verna dove sperimenta una speciale unione mistica con il Cristo crocifisso. Contemplando Gesù al vertice del dolore, giunto al culmine dell’amore, Francesco povero e umile riceve il dono dei segni della vera gloria: la donazione per amore, come perfetta unione alla volontà di Dio, diviene prospettiva di relazione con gli altri. Non è una gloria mondana quella che raggiunge Francesco ma la vera gloria, senza applausi e senza riconoscimenti, la gloria dell’amore che dona la vita al mondo, rinnova dal di dentro la storia umana segnata da odio, vendetta, egoismi e contrapposizioni. Passo dopo passo, Francesco diventa un uomo dal cuore nuovo, non dal cuore rattoppato».
L’introduzione “spirituale” è di fra Carlos A. Trovarelli, ministro generale dell’Ordine francescano minore conventuale. «Nell’anno in cui, come Famiglia Francescana, celebriamo l’800° anniversario dell’impronta delle stimmate sul corpo del Serafico Padre san Francesco, ho il piacere di presentare questo nuovo libro del mio confratello teologo fra Zdzisław Kijas ofmconv – scrive Trovarelli –. Siamo già abituati alle sue provocazioni, che vanno oltre il commento di un altro argomento, oltre le proposte immediatamente “parallele” agli eventi o ai temi che affronta. Infatti, i suoi sono veri approfondimenti e sviluppi del pensiero, che cercano uno spessore qualitativo tale da allargare i contenuti e quindi la comprensione. […] Un’importante considerazione si riferisce alla vita di Francesco vissuta tutta in obbedienza e – quindi – in ascolto attento della voce di colui che lo chiamava a seguirlo. L’autore interpreta questa perseverante norma di vita come un vero rituale, nel senso più profondo del termine.[…] Non possiamo meravigliarci – ci suggerisce l’autore – che san Francesco sia stato incontrato e trafitto dalla serafica figura di Cristo crocifisso alla Verna. Infatti, quasi tutta la sua vita fu un cercare Dio in tanti modi: cercando la sua volontà, le sue parole, i suoi segni, i suoi sentimenti, la sua presenza sacramentale. Un’altra importante considerazione che ci offre Kijas riguarda il principale frutto che una vita tutta dedita al Signore generò nel “fratello d’Assisi”: il diventare un uomo nuovo in Cristo. Anzi, presenta le stimmate come “segni” di un uomo totalmente “rinnovato”».
Estratto del libro con la prefazione integrale del Santo Padre in allegato.
L’AUTORE
Zdzisław Józef Kijas, frate minore conventuale, ha conseguito il dottorato in scienze religiose e in dogmatica all’Università cattolica di Louvain-La-Neuve (Belgio). Ha ricoperto l’incarico di preside della Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura - Seraphicum (Roma) e per dieci anni è stato relatore nel Dicastero delle Cause dei Santi. Attualmente è postulatore generale dell’OFMConv e docente universitario. Per le Edizioni Messaggero Padova ha già pubblicato Brulicante di vita. 800 anni della Regola di san Francesco (2023); Greccio e i frutti della notte oscura di san Francesco (2023).
DATI BIBLIOGRAFICI
Titolo: Le stimmate di San Francesco e la rinascita dell'uomo
Autore: Zdzisław Józef Kijas
Argomento: Francescanesimo
Collana: Memoria e Profezia
Editore: Edizioni Messaggero Padova
Tipologia: Libro Brossura plastificata opaca
Dimensioni: 12,0 x 19,0
Pagine: 160
Pubblicazione: 09/2024
Numero edizione: 1
ISBN: 9788825058994
Scheda libro sul sito di EMP: https://www.edizionimessaggero.it/scheda-libro/zdzislaw-jozef-kijas/le-stimmate-di-san-francesco-e-la-rinascita-delluomo-9788825058994-16542.html