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Marco Bellocchio si racconta al «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di ottobre

A Lione una mostra celebra i mosaicisti di Spilimbergo; la Federazione delle associazioni Regione Campania-Canada; il blues di Cianciulli tra USA e Italia; il gemellaggio Perugia e Potsdam; Pagani, l’italiano che racconta l’Islanda

28 Settembre 2022| di Ufficio stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Nella sua lunga carriera da cineasta, Marco Bellocchio ha fatto della settima arte la cassa di risonanza del suo personale percorso di ricerca e di comprensione epistemologica del mondo, trasposta in rappresentazioni visive e in immagini visionarie. Partendo dal suo ultimo film a puntate Esterno notte in uscita su Rai 1, che narra la vicenda del sequestro di Aldo Moro, Michela Manente, in “Libertà da cineasta”, intervista in esclusiva per il «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero l’affermato regista. Tornare agli anni Settanta, alla Storia e alle microstorie dei personaggi e dei familiari dell’allora presidente della DC, è stata per il nostro cineasta un’occasione per rivisitare il suo stile e i temi della sua cinematografia.

Parla di arte, questa volta del mosaico, il servizio “Lione, capitale del mosaico italiano” di Alessandro Bettero. L’antica Lugdunum, Lione, ha tenuto fede nei secoli a questa antica tradizione risalente all’epoca romana, grazie a geniali artisti-artigiani italiani, in particolare friulani. I primi mosaicisti di casa nostra arrivarono a Lione dal 1850. Una mostra agli Archivi municipali della cittadina francese celebra i cento anni della Scuola mosaicisti del Friuli di Spilimbergo, da Mora, Facchina, Bertin-Castellan fino ai giorni nostri, che hanno fatto risplendere, tra le altre, le basiliche di Notre-Dame de Fourvière a Lione e di Notre-Dame de la Garde a Marsiglia, e molti altri edifici in tutto il mondo.

Tra le tante «Italie all’estero», in Canada spicca quella dei campani, che nel 1987 ha visto un gruppo di imprenditori e commercianti, originari di Avellino, Caserta e Benevento, dare vita alla Federazione delle Associazioni Regione Campania-Canada. A 35 anni dalla fondazione, Vittorio Giordano in “Orgoglio campano” ripercorre le tappe dell’attività di questo sodalizio che si dedica alla promozione di attività socio-culturali e sportive, alla valorizzazione delle tradizioni e alla salvaguardia del patrimonio storico, culturale e linguistico campano.

Con “Il blues di Cianciulli” Nicola Nicoletti fa conoscere ai lettori il musicista per passione e imprenditore per professione di origini salernitane Mauro Cianciulli. Vissuto per diversi anni negli Stati Uniti e recentemente ritornato in Italia, l’armonicista ha pensato di mantenere i contatti con la patria del blues organizzando eventi musicali. È nata così l’iniziativa «The beginning of the journey»: uno scambio culturale in continua crescita che vede impegnati tra Italia e Stati Uniti diversi musicisti e band blues.

Con “Perugia e Potsdam gemelle” di Andrea D'Addio si intraprende un viaggio tra le due cittadine: il capoluogo umbro e la capitale del Brandeburgo che nel 1990 hanno stretto un gemellaggio prodigo di iniziative. È un’amicizia vera, sentita, che nasce in realtà già prima, ai tempi del Muro di Berlino, come ha raccontato al nostro mensile Carsten Schöning, portavoce dell’Associazione Freundeskreis Potsdam-Perugia: «Il primo accordo d’amicizia esisteva già negli anni ’70 del secolo scorso, quando Potsdam era parte della Repubblica Democratica Tedesca». Dopo la riunificazione, i sindaci di entrambe le città firmarono un accordo ufficiale che continua tutt’ora.

Laureato in Lingue scandinave, e con una laurea magistrale in Studi medievali islandesi all’Università d’Islanda, il cremonese Roberto Luigi Pagani è arrivato a Reykjavik nel 2014 e dal 2016 insegna all’Università dell’Islanda Linguistica e paleografia islandese. Pur orgoglioso delle proprie origini, non nasconde il suo grande amore per la terra in cui ha scelto di vivere. Con il suo progetto “Un italiano in Islanda” racconta l’Islanda da un punto di vista diverso. «Qualsiasi cultura ha il potere di restituirci un’immagine di noi stessi e del mondo assai diversa da quella a cui eravamo abituati. Mentre molti reagiscono con il rifiuto di questa evidenza, io inviterei, invece, a esplorarla con curiosità». Ne scrive Generoso D’Agnese in “L'isola di Pagani”.


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