Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
Noi e l’Islam, storie di vita, interviste e approfondimenti
Le novità del «Messaggero di sant’Antonio» di maggio
Vedere il bene in ogni situazione anche «da contrapporre, reazione uguale e contraria, al male». È il senso dell’editoriale “C’è sempre del bene” a firma del direttore responsabile, fra Fabio Scarsato. Tutt’altro che un esercizio di ingenuo ottimismo. Con la fiducia nella presenza di Dio, il francescano invita a «ripartire dalle rovine che talvolta ci circondano», sorta di «materiale grezzo per costruire con fiducia e fantasia il bene futuro».
Gli fa eco all’interno lo speciale dedicato alle strade di pace e al dialogo con l’Islam. “Insieme per dire ‘no’ alla violenza”, curato da Sabina Fadel, a poco più di un mese dai fatti di Bruxelles, indaga, con l’aiuto di alcuni esponenti di spicco del mondo musulmano non solo italiano, le dinamiche che potrebbero essere alla base della violenza terroristica, ma anche cosa possono fare cristiani e musulmani insieme perché tali fatti non accadano più. Il «Messaggero» lo ha chiesto a Wael Farouq, docente di arabo all’Università americana del Cairo, aYahya ’Abd al-Ahad Zanolo e a Youssef Sbai, rappresentanti delle due principali associazioni islamiche italiane, rispettivamente il CO.RE.IS. e l’UCOII.
“Sotto il mantello la salvezza” di Luisa Santinello, riprendendo la copertina del mensile analizza l’iconografia della cosiddetta Madonna della Misericordia, sotto il cui manto trovano rifugio quanti hanno bisogno di protezione. Un’immagine che rimanda a una fede intrisa di speranza e spirito di condivisione, che ha senso riscoprire nel mezzo dell’anno giubilare.
È un viaggio tutto italiano, attraverso i monasteri benedettini o ispirati al santo di Norcia che hanno fatto del lavoro una benedizione, il dossier “Sulle orme di san Benedetto” scritto da Marilina Colella. Fedeli al motto «ora et labora», queste comunità affiancano alla preghiera una feconda attività lavorativa che in molti casi porta nelle nostre case pregevoli prodotti alimentari o erboristici.
“Siamo andati in mare e non siamo morti”, dalle parole del gospel cantato dai migranti nel centro di accoglienza di Lampedusa, è l’intervista di Nicoletta Masetto a Gianfranco Rosi, che con il suo ultimo film Fuocoammare ha vinto l’Orso d’oro al Festival del cinema di Berlino 2016 e nei prossimi mesi sarà proiettato in oltre 50 Paesi in tutto il mondo. Sollecitato dalle domande del «Messaggero», il regista racconta dei migranti, di un’isola, Lampedusa, capace da sempre di accogliere, e di un’Europa che su certi temi si mostra «pigra e complice».
È affidata ad Aldo Maria Valli “La letizia dell’amore familiare”, intervista a Lorenzo Baldisseri, segretario generale del sinodo dei vescovi, che aiuta a conoscere l’esortazione apostolica di papa Francesco «Amoris laetitia».
Due le storie di vita raccontate questo mese. Quella di Luca Panichi, campione di ciclismo rimasto paralizzato dopo un grave incidente in gara che oggi fa le sue “scalate” sulle due ruote della carrozzina (“Abbiamo tutti una montagna da scalare” di Giovanni Bettini), e quella di Emma Morosini, la 92enne che dopo 23 pellegrinaggi in luoghi mariani di tutto il mondo continua i suoi viaggi della fede (“La globetrotter dei santuari” di Antonio Gregolin).
“Gli italiani che scoprirono il mondo” di Alessandro Bettero è l’intervista ad Attilio Brilli, scrittore e saggista, tra i massimi esperti mondiali di letteratura di viaggio, che nei suoi libri racconta le storie di cartografi, navigatori, mercanti, missionari, archeologi, capaci di grandi scoperte geografiche. Un’epopea provata dagli antichi diari di viaggio.