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Ogni età è un capolavoro, gli anziani benedizione di ogni comunità sul «Messaggero di sant’Antonio» di settembre

L’intervista a Martina Comparelli, portavoce dei Fridays for Future. Alberto Manzi, il maestro degli italiani che negli anni ’60 insegnò in TV. Il fotoreportage sui passi dell’emigrazione italiana da Nord a Sud tra XVI e XIX secolo

8 Settembre 2021| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Gli anziani sono le nostre radici, ma anche le nostre ali, sono il nostro passato, ma anche il nostro presente e la nostra speranza. A loro sono dedicati la copertina “Ogni età è un capolavoro” e l’omonimo dossier firmato da Nicoletta Masetto nel «Messaggero di sant’Antonio» di settembre. E loro sono stati le prime e più numerose vittime della pandemia (più di 2 milioni e trecentomila in tutto il mondo gli ultrasettantenni morti da covid-19), così come della solitudine e dell’isolamento. A due anni dall’inizio dell’era covid, lo sguardo del mensile si posa su una generazione di genitori e nonni che, nonostante tutto, continua a sperare e a sognare. I “nostri vecchi” sono ancora e sempre una benedizione per le nostre comunità e per i giovani, per cui, pur in mezzo a tante difficoltà, continuano a essere «i principali depositari di conoscenza, saggezza, identità culturale e storia», per dirla con le parole dell’antropologa Luisa Cortesi, una tra le autorevoli voci raccolte dal mensile francescano.

La crisi climatica è in corso ed è grave, lo dimostrano le ondate di calore eccezionale della scorsa estate, ma noi possiamo ancora salvare il pianeta. A dirlo sono giovani e giovanissimi a cui va dato il merito di aver cambiato la narrazione, la percezione e i tempi di un problema globale che, se lasciato solo in balìa degli interessi economici e delle preoccupazioni elettorali dei politici, porterebbe l’umanità dritta nel baratro. “Invertiamo l’orologio climatico” è l’intervista di Giulia Cananzi alla 27enne Martina Comparelli, laurea in Scienze politiche, master alla London School of Economics e una specializzazione in cambiamento climatico a Yale, dal marzo scorso una dei sei portavoce italiani del movimento «Fridays for future». Quanto tempo manca al punto di non ritorno climatico e che cosa possiamo fare?

Nella rubrica Approdi di Michela Murgia, intitolata questo mese “Alla ricerca dell’equilibrio perduto”, la scrittrice sarda riflette sul dramma degli incendi nella sua isola: ettari di ulivi centenari distrutti, migliaia di animali innocenti bruciati, interi paesi in fiamme. Eventi catastrofici, al pari di altri recenti come alluvioni, inquinamento da microplastiche, riscaldamento globale, che ripropongono prepotentemente una domanda: quanto dobbiamo ancora cambiare nei nostri comportamenti quotidiani che impattano società e ambiente per salvare il pianeta?

A pochi giorni dall’inizio della scuola Stefano Marchetti in “Il maestro degli italiani” racconta la figura di Alberto Manzi, che negli anni ’60 fu per molti italiani, grazie alla neonata tv, l’unico insegnante. Per merito suo un milione e mezzo di adulti imparò a leggere e a scrivere, conseguì la licenza elementare e acquisì le basi per una vita migliore, fondata sull’istruzione e, soprattutto, sulla consapevolezza.

Mutuando un termine ormai noto in tempo di pandemia, in “Anche Dio s’è stufato della Dad…” fra Fabio Scarsato, direttore del mensile, spiega lo strano «parallelo» tra quanto accaduto nell’ultimo anno e il racconto biblico di Adamo ed Eva. Perché le Scritture ci aiutano a riconoscere l’azione di Dio “in presenza” nella storia umana.

In “Contro il virus del pessimismo” Sabina Fadel analizza le parole di papa Francesco nell’incontro in Vaticano di quest’estate con i rappresentanti delle 218 Caritas diocesane e della Caritas italiana, in occasione del loro 50° di attività.

Il fotoreportage “Tesori di un’Italia capovolta” di Antonio Oleari ci porta a conoscere quel flusso migratorio «al contrario» dalle valli dell’alto lago di Como al Sud Italia e Sicilia tra il XVI e il XIX secolo.

A oltre vent’anni dalla morte di Mario Giacomelli, Luisa Santinello racconta la mostra permanente a Senigallia che ricorda il grande fotografo (“Giacomelli tra realismo e magia”).

Continua infine il viaggio del mensile sui passi di Antonio a 800 anni dal suo arrivo in Italia, nell’ambito del progetto “Antonio 20-22” (www.antonio2022.org). Lo speciale di 12 pagine questo mese è dedicato alla “buona economia” e tocca l’Emilia Romagna. «Non siamo esseri disincarnati, e le nostre vie verso il paradiso passano anche da una buona ed evangelica economia», scrive nell’introduzione il direttore fra Fabio Scarsato ("I soldi in tasca"). Luisa Santinello in “Santarcangelo, fratelli e possibile” racconta l’economia a misura d’uomo della cooperativa sociale «Fratelli è possibile», avviata da un gruppo di francescani secolari di Cesena, e il progetto «Laboratori migranti» che fa da tramite tra disoccupati e aziende avviato dall’Antoniano di Bologna e sostenuto questo mese da Caritas Sant’Antonio (“Un laboratorio per ricominciare”). Fra Danilo Salezze in “La ricchezza nelle nostre mani” affronta il tema dell’economia nel francescanesimo, dalla fioritura duecentesca degli ordini mendicanti fino alla sostenibilità dei conventi di oggi, la cui chiave è la “restituzione” e la “condivisione”. In “Tra sacro e profano” infine Sabina Fadel ci immerge attraverso l’arte nella cronaca locale dei tempi passati. Il racconto parte da uno dei più famosi miracoli del Santo: quello in cui Antonio fa parlare un neonato. Pochi sanno che l’episodio si svolse nel 1228 a Ferrara e chi erano i personaggi reali che lo ispirarono.

Il sommario del mese sul sito del «Messaggero di sant’Antonio».


Allegati disponibili


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