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Ottocento anni fa la vocazione francescana di Antonio: sul «Messaggero di sant’Antonio» di gennaio inizia un percorso biennale che ripercorrerà le tappe della vita del Santo

Tra le novità anche il dossier di Gianni Riotta sulle “rivoluzioni giovanili” motori di cambiamento in ogni epoca, il fotoreportage sui quartieri di Roma, l’intervista a Manuel Bortuzzo

9 Gennaio 2020| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Nel 2020 ricorrono gli ottocento anni dalla vocazione francescana di Antonio, che fino al 1220 era un canonico agostiniano. A questo grande tema, che accompagnerà tutto il Messaggero di sant’Antonio nel corso del nuovo anno e del prossimo, è dedicata la copertina di gennaio: “1220-2020 Da Fernando a Antonio” (illustrazione di Luca Salvagno). A partire da questo mese, il percorso biennale ci porterà attraverso le pagine di catechesi a ripercorrere i passi di Antonio da quando, a Coimbra, decise di vestire il saio francescano per sorella povertà e cambiare il suo nome di battesimo Fernando, lasciando agi e sicurezze dell’abbazia di Santa Cruz (era il 1220), fino all’incontro ad Assisi con san Francesco (1221). «Vogliamo interrogare Antonio, e farci accompagnare da lui lungo le spesso contorte strade delle nostre esistenze», scrive il direttore fra Fabio Scarsato in “L’inizio del viaggio”, seguendo le tappe della sua vita che 800 anni fa egli rimise in gioco con tutta la sua umanità per rispondere a una nuova chiamata di Dio.

Gianni Riotta firma il dossier “Siamo nati liberi”, un viaggio nello spazio e nel tempo, dalle piazze dei giovani dei Friday for future a quella di Hong Kong, dai nostri giorni a quelli di Nelson Mandela e del “rivoluzionario” Silvio Pellico. L’egemonia dei despoti, che sembra dominante nelle grandi dittature e seducente anche nelle democrazie, alla fine cederà il passo. Perché nelle tante proteste locali, ragazze e ragazzi, incuranti dei parrucconi, ricordano che l’uomo e la donna nascono liberi.

Un mondo in pace è molto più di un luogo in cui non ci sono guerre. In tante parti d’Italia operano «Scuole di pace», che hanno come compito quello di disegnare nuovi percorsi di dialogo e di confronto. Ne scrive Nicoletta Masetto in “L’unica cosa giusta”. Il tema dei conflitti armati viene ripreso anche nel contributo di graphic journalism di Camilla Zaza dedicato al commercio di armi nel mondo.

Claudio Zerbetto intervista, in esclusiva per il mensile, Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto azzurro olimpico costretto su una sedia a rotelle dopo essere stato colpito alla schiena da un proiettile. Manuel parla della vicenda e confida il suo sogno: ricominciare a «vincere».

Il 26 gennaio fa il suo esordio la «Domenica della Parola», la prima da questo 2020 in poi, dedicata a favorire la celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio. A istituirla papa Francesco, «perché abbiamo urgente necessità di diventare familiari e intimi della Sacra Scrittura». Ne scrive Alberto Friso in “Contemporanei del Vangelo”.

Gli scatti di Paola Favoino nel reportage fotograficoRoma allo specchio” fanno emergere un quadro contradditorio di una delle più belle città del mondo, dove bellezza e degrado da un lato, e vecchi, nuovi abitanti e turisti dall’altro, si mescolano e convivono.

Alessandro Bettero presenta la mostra “Milano anni '60” (fino al 9 febbraio a Palazzo Morando, Milano) che con foto, manifesti, oggetti di design documenta il boom economico del capoluogo lombardo. Un cambiamento che influì su urbanistica, trasporti, cultura e società.

Il sommario del nuovo numero su www.messaggerosantantonio.it.


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