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«Pandemia devastante per il trasporto aereo civile, ma in due anni possiamo uscirne». Parla Sciacchitano, presidente dell’agenzia Onu per l’aviazione civile internazionale ICAO, intervistato dal «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di novembre
Perdite del 60% per le compagnie aeree per quest’anno e del 50% per il 2021. La sfida futura è la decarbonizzazione dei velivoli: meno 50% delle emissioni di CO2 entro il 2050 e tra dieci anni si volerà con aerei elettrici. In anteprima l’intervista
È la crisi più drammatica nella storia del trasporto aereo.
In anteprima l’intervista di Vittorio Giordano sul numero di novembre
«Pandemia devastante, ma in due anni possiamo uscirne». Parola di Salvatore Sciacchitano, catanese, laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, da quest’anno presidente dell’ICAO, l’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale, agenzia dell’Onu che ha sede a Montréal, in Canada. L’intervista “Volare all’epoca del Covid” in esclusiva al «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di novembre è di Vittorio Giordano.
Il trasporto aereo sta vivendo la crisi più drammatica di tutta la sua storia. È infatti uno dei settori più penalizzati dalle misure di contenimento adottate dai governi di tutto il mondo: intere flotte a terra, aeroporti deserti, compagnie aeree costrette a tagli e licenziamenti, migliaia di voli cancellati e fatturati in picchiata. Eppure, proprio questa crisi può rappresentare un’occasione per rilanciare un settore-simbolo della globalizzazione, coniugando innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, come racconta Sciacchitano al mensile francescano.
A causa dell’influenza Covid-19 l’aviazione civile ha affrontato una «fase devastante in cui il trasporto aereo si è pressoché azzerato – racconta il presidente –. Con il lockdown differenziato tra Paese e Paese, in alcune aree il traffico aereo si è ridotto fino al 95 per cento. Per la fine del 2020 prevediamo una contrazione di circa il 60 per cento. Con le compagnie aeree che perderanno 400 miliardi di dollari. Perdite enormi che, in alcuni casi, possono portare al fallimento», con il rischio che questo si traduca in una minore concorrenza con effetti negativi per i viaggiatori.
Per far ripartire il trasporto aereo, l’ICAO ha messo a punto le linee-guida con una serie di procedure utili a prevenire i rischi di trasmissione del contagio negli aeroporti e all’interno dei velivoli, ciononostante «vista la situazione attuale, per il 2021 ci aspettiamo una contrazione del traffico passeggeri del 50 per cento rispetto al 2019», chiosa Sciacchitano.
Alla domanda del giornalista se la ripresa sarebbe più facile con una maggiore omogeneità delle misure adottate dai singoli Stati, il presidente risponde come le differenti procedure di contenimento influiscano negativamente: «stiamo lavorando con l’Organizzazione mondiale della sanità per capire se ci siano dei test medici affidabili e rapidi che possano aiutare i Paesi a ridurre o a eliminare la quarantena, a fronte di meccanismi compensativi che diano delle garanzie equivalenti per la gestione del rischio. Come già fanno alcuni Paesi, come Singapore che ha stretto accordi con Giappone, Nuova Zelanda e altri Stati dell’estremo Oriente, o la stessa Italia con la Grecia, oppure la Germania con la Turchia».
E se gli effetti della pandemia saranno riassorbiti nel giro di un paio d’anni, quando i passeggeri ritorneranno a volare con i ritmi pre-Covid, c’è una nuova sfida che attende il trasporto aereo per il futuro: quella della tutela ambientale. «L’ICAO ha già adottato un piano con l’obiettivo di ridurre, nel 2050, le emissioni di anidride carbonica del 50 per cento rispetto al 2005. Tra dieci anni, probabilmente, viaggeremo su aerei a propulsione elettrica, che già esistono; e tra venti o trent’anni su aerei a idrogeno, su cui stanno ragionando grandi aziende come Airbus».
Scarica il pdf dell’intervista integrale di Vittorio Giordano a Sciacchitano dall’area download ALLEGATI