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"A ritmo di touch", media education, cinema, cartoon e pastorale, le mappe per orientarsi nell’agorà digitale

Mattinata conclusiva oggi con il vescovo Claudio Cipolla, Pier Cesare Rivoltella, Arianna Prevedello, Sergio e Francesco Manfio del Gruppo Alcuni e don Lorenzo Celi

9 Settembre 2017| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice - Ufficio Stampa Diocesi di Padova

Si è concluso stamani a Rubano il terzo convegno interdisciplinare promosso e organizzato da Messaggero di sant’Antonio e Ufficio di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della Diocesi di Padova intitolato quest’anno A ritmo di touch. Tra tatto e contatto. Sold out di iscritti, 930 persone in gran parte insegnanti di ogni ordine e grado di scuole statali e paritarie, che si sono ritrovati all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio e a Casa Madre Teresa di Calcutta, a Sarmeola di Rubano (Pd).

Taglio esperienziale ha avuto la mattinata di oggi, sabato 9 settembre, aperta dall’intervento del vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, che ha raccontato il suo essere vescovo di fronte al web e confermato l’utilità degli strumenti e dei nuovi linguaggi: «non sono un nativo digitale, ma ho imparato a “balbettare” questa lingua». Grazie alla rete «ho fatto acquisti, ho intrattenuto rapporti con persone lontane, cerco e trovo informazioni, mi documento su ciò che accade nel mondo e nella chiesa, ma ho anche scelto di rinunciare ad alcuni strumenti». E agli insegnanti ha rilanciato l’invito di dare fiducia ai giovani e a essere per loro testimoni ed educatori in grado di porre interrogativi alla ricerca di senso.

Pier Cesare Rivoltella, docente di Tecnologie dell’istruzione e apprendimento alla Cattolica di Milano e presidente nazionale della Sirem (Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale) ha parlato di scuola digitale e delle opportunità della media education. Mentre Arianna Prevedello, responsabile della comunicazione di ACEC nazionale (Associazione Cattolica Esercenti Cinema), ha sviluppato il tema della comunicazione digitale attraverso il linguaggio cinematografico, sia sotto il profilo sociologico che della riflessione estetica. Prendendo spunto da alcune pellicole sulle implicazioni dei mobile devices nella nostra quotidianità, tra cui la recente Beata ignoranza, il cineforum ha evidenziato come il rapporto genitori-figli o educatori-ragazzi veda da un lato gli adulti o asserviti agli ambienti social e ai loro supporti tecnologici, o totalmente impreparati, dall’altro i nativi digitali apparentemente a loro agio con smartphone e web.  Due poli opposti ed estremi che non favoriscono l’incontro intergenerazionale.

La multimedialità per educare alla relazione è stato il focus dell’accattivante intervento di Francesco e Sergio Manfio, il primo DG e produttore esecutivo, il secondo presidente del Gruppo Alcuni, casa di produzione specializzata nella ideazione e produzione di cartoon e fiction rivolte in particolare al pubblico dei ragazzi.

«In questa due giorni ha sottolineato nelle conclusioni don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della Diocesi di Padova – Abbiamo approfondito come internet sia uno spazio di esperienza, parte integrante, in maniera fluida, della vita quotidiana: un nuovo contesto esistenziale. Nell’ambiente digitale l’uomo impara a informarsi, a conoscere il mondo, a stringere e mantenere in vita le relazioni, contribuendo a definire anche un modo di abitare il mondo e di organizzarlo, guidando e ispirando i comportamenti individuali, familiari, sociali». Quattro in particolare le suggestioni raccolte da queste giornate, enucleate in quattro “capacità”: di “esistere” (nella rete c’è una parte della nostra vita ed è una sorta di “tessuto connettivo” in cui esprimiamo la nostra presenza); di comunicare e ascoltare (“è vero, abbiamo moltiplicato le possibilità di comunicare, di avere informazioni, di trasmettere notizie, ma possiamo dire che è cresciuta la capacità di capirci o forse, paradossalmente, ci capiamo sempre meno?” domandava papa Benedetto nell’omelia di Pentecoste del 2012); di verità (con il richiamo a una riqualificazione dell’etica informativa come deterrente alla post-verità, determinata forse proprio da una post-coscienza), di fare “comunità” (perché la rete permette di far emergere una pluralità di relazioni o meglio una rete di relazioni, ma la vera sfida è riuscire a far vivere la rete come luogo non solo di connessione, ma di comunione e di condivisione umana).

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A ritmo di touch. Tra tatto e contatto ha il patrocinio di: MIUR - Ufficio scolastico regionale per il Veneto, Facoltà Teologica del Triveneto, Istituto Superiore di Scienze Religiose – Padova, FIDAE Veneto, FISM Veneto, Fondazione “G. Bortignon” per l’educazione e la scuola, Fondazione “Lanza”; ed è sostenuto dal contributo di Mediagraf Spa e Fism provinciale di Padova.

 

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Allegati disponibili


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  • arianna_prevedello_e_davide_penello.jpg
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  • gruppo_alcuni_e_davide_penello.jpg
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