Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
Sul «Messaggero di sant’Antonio – Edizione italiana per l’estero» il ricordo di padre Luciano Segafreddo, per più di un quarto di secolo direttore della rivista
Scomparso il 25 aprile scorso, ha sempre creduto fermamente, con largo anticipo sui tempi, che la comunità italiana e italofona all’estero fosse una risorsa straordinaria per il nostro Paese
In anteprima sul sito l’articolo che uscirà nell’edizione cartacea di giugno
Il 25 aprile scorso, si è spento padre Luciano Segafreddo, per più di un quarto di secolo direttore del «Messaggero di sant’Antonio – Edizione italiana per l’estero». Il numero di giugno della “sua” rivista traccia un ritratto dell’uomo, del francescano e del giornalista che ha lasciato una preziosa eredità, non solo alla redazione del «Messaggero» e ai tantissimi abbonati e devoti che lo hanno conosciuto in Italia e all’estero, ma anche ai moltissimi emigrati di origine italiana nel mondo. Sul sito della rivista, in anteprima, Alessandro Bettero, caporedattore del mensile antoniano in lingua italiana per l’estero, così ricorda il direttore:
«Con la scomparsa di padre Luciano si chiude probabilmente una stagione eccezionale e irripetibile nella storia dei mass media di lingua italiana nel mondo – scrive Bettero in “Addio padre Luciano”. Quella che ha accompagnato i nostri flussi migratori, soprattutto all’indomani della fine della Seconda Guerra mondiale. Ma, nel frattempo, se n’è aperta un’altra. Siamo persuasi, infatti, che il suo contributo in termini di idee e di approfondimenti, di partecipazione a confronti e dibattiti, di cui è sempre stato uno strenuo e instancabile fautore, sia la più preziosa eredità del suo pluriennale e infaticabile impegno francescano come giornalista, comunicatore e frate del Santo di Padova».
«Padre Luciano ha avuto costantemente un occhio di riguardo per chi si era impegnato nel dare lustro all’Italia nel mondo, per i migranti italiani, per i loro discendenti, per i religiosi attivi accanto ai nostri connazionali espatriati. Ha sempre creduto fermamente, con largo anticipo sui tempi – e, probabilmente, tra i pochi e tra i primi – che la comunità italiana e italofona all’estero fosse una risorsa straordinaria per il nostro Paese, e una dimostrazione tangibile del talento che la nostra identità e cultura hanno saputo trapiantare e mettere a frutto nei cinque continenti. Proverbiale la sua simpatia per i giovani italiani nel mondo, discendenti di seconda e di terza generazione, che ha sempre incoraggiato e sostenuto, di cui ha raccontato e valorizzato le vicende personali e familiari, raccogliendo anche le istanze delle innumerevoli associazioni italiane di emigrazione, presenti a ogni latitudine, e stringendo solidi rapporti con le Missioni cattoliche italiane all’estero e con gli Scalabriniani, di cui ha ripetutamente apprezzato l’instancabile impegno sul fronte dell’aiuto ai migranti. Non ultima, va ricordata la sua amicizia con gli alpini e con la loro associazione nazionale di cui è stato amico e sostenitore».
Il testo integrale dell’articolo è disponibile sul sito del «Messaggero di sant’Antonio»: https://messaggerosantantonio.it/content/addio-padre-luciano
Photo credit: Archivio Messaggero di sant'Antonio
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