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Sulle tracce di illustri italiani esuli in Inghilterra nel «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di settembre
Gli italiani del campo di concentramento a Sachsenhausen, l’Associazione Centro laziale in Uruguay, a tu per tu con il giornalista italo-canadese Persichilli, le Penne nere del Victoria in Australia, una abruzzese docente all’università di Kyoto
Sulle tracce degli illustri esuli italiani che, fuggendo dalla repressione o in cerca di realizzazione, in Inghilterra trovarono rifugio e ospitalità, e qui scrissero libri, fondarono scuole, concretizzarono idee e progetti. A guidare i lettori del «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di settembre in questo originale itinerario è Lichena Bertinato con l’articolo “Inghilterra, seconda patria”. Tra esilio e migrazioni, la Gran Bretagna è stata nei secoli passati, ma anche in tempi recenti, un porto sicuro per molti dei nostri espatriati: da Ugo Foscolo a Giuseppe Mazzini, fino a Guglielmo Marconi.
Durante la Seconda guerra mondiale, centinaia di italiani furono deportati a Sachsenhausen: giovani che avevano scelto di mettersi dalla parte della resistenza, soldati che si erano rifiutati di combattere con i nazifascisti, partigiani sloveni con nomi italiani o italiani con nomi sloveni, antifascisti che avevano combattuto durante la Guerra civile spagnola, lavoratori civili italiani immigrati anni prima in Germania, e tanti ebrei. Le loro storie sono raccontate nel libro Gli italiani a Sachsenhausen (Panozzo Editore) di Claudio Cassetti, Francesco Bertolucci e Iacopo Buonaguidi. Andrea D’Addio ripercorre questa tragica storia poco conosciuta in “Eroi da ricordare”.
Dal 1995 l’Associazione Centro laziale è il punto di riferimento di tanti connazionali in Uruguay. Cultura e tradizioni si intrecciano con la doppia identità dei discendenti dei primi migranti. Generoso D’Agnese in “Quel celeste che unisce” intervista Virginia Matilde Sertaje Del Duca, segretaria dell’associazione.
Vittorio Giordano con “Persichilli: l’Italia è uno stile di vita” ci porta in Canada a conoscere Angelo Persichilli, giornalista, editorialista, direttore delle comunicazioni del governo federale e «Giudice della Cittadinanza». Un italo-canadese convinto e appagato, allergico alla retorica dell’emigrante nostalgico e alienato che caratterizza una certa letteratura degli italiani nel mondo. Nato in provincia di Campobasso ed emigrato a Toronto nel 1975, ha sempre vissuto con lucidità ed equilibrio la sua doppia vita, italiana e canadese.
Disponibilità, spirito d’iniziativa e servizio alla comunità sono i tratti distintivi che da 150 anni a questa parte contraddistinguono gli alpini in ogni angolo del mondo. Anche in Australia, dove sono attive diverse sezioni in New South Wales, South Australia, Queensland, Western Australia e Victoria. In quest’ultimo Stato ci sono cinque gruppi, sparsi in altrettante località (Melbourne, Epping, Dandenong, Springvale e Myrtleford), che contano diverse centinaia di soci e simpatizzanti. Ce li fa conoscere Sara Bavato con “Penne nere del Victoria”.
Con “Il sogno di Marianna” Laura Napoletano racconta la storia di Marianna Cespa, originaria di Ortona, che fin da bambina sognava di andare in Giappone. Dopo la laurea e un dottorato offerto dalla Hokkaido University, ha insegnato all’Università per gli studi economici di Takasaki, per poi puntare sulla sua nuova scommessa professionale: la Ritsumeikan University di Kyoto. Membro sia dell’associazione italo-giapponese che di quella abruzzese in Giappone, si sente assolutamente italiana e difende la sua identità anche a livello di stato civile (sposatasi con un giapponese, non ha preso il cognome del marito) e alla sua bambina insegna l’italiano.
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