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Un viaggio in Italia sulle orme di Goethe, un ambasciatore della pasticceria siciliana in Arabia Saudita e una ricercatrice piemontese premiata negli States per uno studio sul cancro

Sono alcune delle storie dei nostri emigrati nel «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di gennaio

3 Gennaio 2017| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Un viaggio in Italia sulle orme di Goethe, un ambasciatore della pasticceria siciliana in Arabia Saudita e una ricercatrice piemontese premiata negli States per uno studio sul cancro. Sono alcune delle storie dei nostri emigrati nel «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di gennaio.

Cos’è oggi il Bel Paese, a 200 anni dalla pubblicazione di quell’intramontabile diario che è Viaggio in Italia di Johan Wolfgang von Goethe? Per scoprirlo una fotografa tedesca Laura Droße e il giornalista Andrea D’Addio hanno intrapreso il loro “Viaggio in Italia sulle orme di Goethe”. Un progetto che dà anche il titolo all’articolo del mensile francescano scritto proprio da uno dei due protagonisti, D’Addio. I due hanno viaggiato da Monaco a Catania per due settimane per realizzare un reportage quotidiano di scatti e racconti, in tedesco e italiano, su iniziativa dell’Istituto Italiano di cultura di Berlino.

L’articolo “Ambasciatore della pasticceria” di Liliana Rosano racconta la storia del pasticcere siciliano Bartolomeo Arrabito, che vive e lavora in Arabia Saudita. Negli Emirati Arabi ha ritrovato l’affinità culturale e gastronomica tra la cultura siciliana e quella araba, retaggio storico del governo che gli Arabi hanno esercitato sull’isola per oltre 200 anni. E oggi il nostro connazionale si sente a casa a Riyad: «quando attraverso il mercato, mi sembra di stare a Palermo».

Claudio Zerbetto firma “Ricerca, premiata Silvia Balbo”, storia di una ricercatrice italiana che negli States studia il meccanismo che innesca il cancro. La 40enne Silvia Balbo, piemontese, docente alla University of Minnesota, nei mesi scorsi ha ottenuto, insieme ad altri cinque ricercatori, un importante riconoscimento dall’ISSNAF (Italian Scientists and Scholars of North America Foundation), che riunisce oltre 4 mila scienziati italiani. E al «Messaggero» la ricercatrice racconta perché non si sente un “cervello in fuga”.

 

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