Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
Una community per le mamme dei cervelli in fuga, una app per trovare lavoro a Londra e la “femminista col velo” che nell’Ottocento dedicò la sua vita ai migranti
Storie di migrazioni e migranti nelle pagine del «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di marzo
Non è facile essere giovani espatriati, ma nemmeno genitori a distanza. Sono ormai tantissime le mamme italiane che hanno un figlio o una figlia all'estero per studio o lavoro. È nata per loro la pagina Facebook di mammedicervellinfuga.com, sito che oggi mette in rete oltre 6 mila persone. Una community vasta resa finalmente visibile attraverso il social network, che Nicoletta Masetto racconta nell’articolo “Mamme di cervelli in fuga”. Non solo sfoghi e nostalgia, ma una miriade di consigli utili a portata di touch, come spiega al «Messaggero» la fondatrice del sito Brunella Rallo, napoletana, sociologa e mamma di due expat.
L’esperienza all’estero ormai è un percorso quasi obbligato per molti giovani italiani a caccia di futuro. Ma non è facile cercare lavoro a Londra. Francesca Boccolini, perugina di nascita ma londinese d’adozione, ha creato con un amico indiano una app che aiuta a incrociare domanda e offerta di lavoro nel blue collar market, il settore della ristorazione e dell’ospitalità. L’articolo “Sonicjobs, l'app trova-lavoro”, a firma di Luisa Santinello, fa il punto su questa nuova esperienza londinese che, col solo supporto dello smartphone, facilita l’inserimento lavorativo. In attesa di espandersi dalla capitale al resto del Regno Unito.
In “Francesca Cabrini, femminista col velo” Sabina Fadel ricorda la religiosa lodigiana che dedicò la vita ai migranti, tanto da diventarne la patrona. Attraverso il libro di Lucetta Scaraffia, Tra terra e cielo, edito da Marsilio, il mensile francescano ripercorre la vita avventurosa della fondatrice della congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Attenta al sociale e femminista ante litteram, Cabrini, che nell’Ottocento solcò 28 volte l’oceano e fondò 62 istituti a supporto degli emigrati in due continenti, capì in tempi non sospetti «che la modernità sarebbe stata contrassegnata da queste immani migrazioni», per usare le parole di papa Francesco.