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Dal 13 al 29 agosto i pellegrini del Progetto Antonio 20-22 cammineranno nel Lazio con la reliquia di sant’Antonio nello zaino

Il programma laziale del Cammino ed eventi per rievocare a 800 anni di distanza il percorso compiuto da sant’Antonio in Italia direzione Assisi, Forlì, infine Padova, dopo 1800 chilometri

1 Agosto 2022| di Ufficio stampa Messaggero di S. Antonio Editrice - Alberto Friso, Project Event Manager «Antonio 20-22»

Sabato 13 agosto la staffetta dei pellegrini del Progetto Antonio 20-22, che era partita da Capo Milazzo a fine giugno e ha già attraversato a piedi la costa siciliana sullo Stretto, Calabria, Basilicata e gran parte della Campania, arriverà nel Lazio a Cassino, proveniente da Mignago Monte Lungo, ripercorrendo i passi che sant’Antonio 800 anni fa percorse per raggiungere Assisi, quindi Forlì, infine Padova.

Durante il cammino laziale la staffetta toccherà Montecassino, Roccasecca, Arpino, Casamari, Collepardo, Trevi, Subiaco, Mandela, Orvinio (sarà questa località di arrivo che caratterizza una tappa molto intensa per dislivello, con 698 metri di discesa e 1.054 metri di salita, per 20 km di distanza totale), Castel di Tora, Rocca Sinibalda, Rieti e Greccio. Da questa famosa località francescana, dove san Francesco diede origine alla tradizione del Presepe, i camminatori percorreranno il 29 agosto l’ultimo tratto in terra laziale per giungere in Umbria, con arrivo di tappa a Terni dopo 23 km. Il tratto Greccio - Terni registra un altro dislivello decisamente importante, con 1.153 metri di discesa e 633 metri di salita.

La scelta di questo percorso è essenzialmente evocativa: 800 anni fa il giovane frate francescano Antonio, partito da Capo Milazzo, non poteva che seguire questa strada per arrivare ad Assisi e poi a Padova, ma non solo. Il tragitto lungo quello che oggi viene chiamato il “Cammino di San Benedetto” era costellato di eremi benedettini e certosini e garantiva l’ospitalità dei monaci a pellegrini e viandanti. Tra i luoghi più significativi che la staffetta di Antonio 20-22 incontrerà durante il suo cammino sono dunque da segnalare le abbazie benedettine di Montecassino (il secondo monastero più antico d’Italia fondato nel 529 da san Benedetto da Norcia) e di Subiaco (che da quasi mille anni custodisce uno dei luoghi più significativi della spiritualità benedettina: la grotta in cui all’inizio del VI secolo il giovanissimo san Benedetto visse da eremita, seguendo l’esempio dei padri anacoreti), nonché l’abbazia cistercense di Casamari, nel comune di Veroli (Frosinone).

Attenzione particolare merita senz’altro Rieti, centro nevralgico della devozione antoniana laziale e del centro Italia. Il profondo legame che unisce i reatini a sant’Antonio risale a prima della sua canonizzazione, proclamata, è il caso di dirlo, in tempi record per i tanti prodigi compiuti dal “beato Antonio”. Quando gli emissari della città di Padova giunsero a Rieti per chiedere la canonizzazione a papa Gregorio IX, già vescovo di Rieti nel 1214, furono accolti da una fiaccolata dei cittadini che li sostenne con forza. La cerimonia si sarebbe dovuta compiere proprio nel Duomo di Rieti, ma poiché il papa fu costretto a trasferirsi a Spoleto, i reatini reagirono ideando una processione in segno di protesta, che ben presto però si trasformò da contestazione a grande devozione che rimane intatta ancor oggi, a distanza di secoli. Segni tangibili ne sono ad esempio a giugno la Processione dei Ceri, in occasione della quale migliaia di persone attendono il passaggio della statua del Santo nelle vie del centro storico trasformate in un tappeto a colori con la celebre Infiorata di sant’Antonio.

Per conoscere le tappe e i relativi programmi giornalieri: https://www.antonio2022.org/cammino/tappe/ (alcuni programmi sono in attesa di conferme e saranno caricati nei prossimi giorni).

Nei quasi 288 km totali che verranno percorsi nel Lazio, come di consueto, la reliquia di sant’Antonio “camminerà” insieme ai pellegrini all’interno di uno speciale zaino che la custodisce.

Al gruppo di una decina di camminatori esperti tra laici e religiosi, altre persone, liberamente e anche per piccoli tratti, potranno aggregarsi senza necessità di iscrizione, così come potranno partecipare ai molti momenti di spiritualità e devozione antoniana organizzati in collaborazione con le diocesi e le comunità parrocchiali della regione, finora sempre molto partecipati e apprezzati.

Si segnala che sul canale YouTube del progetto Antonio 20-22 (https://www.youtube.com/channel/UCi_whGCBtBa-eaLWH_RCdmQ/videos) sono postati quotidianamente i video-racconti delle singole tappe di cammino.

Da Terni i pellegrini proseguiranno il cammino verso l’Umbria, per arrivare il 9 ottobre a Padova, alla Basilica di Sant’Antonio, dopo aver percorso a piedi 1.800 chilometri totali lungo tutta la penisola in occasione degli ottocentenari antoniani.

Il Cammino da Capo Milazzo a Padova è stato promosso dal Progetto Antonio 20-22, espressione dei Frati minori conventuali della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, ed è stato voluto e ideato – insieme ai collaboratori laici – da alcune delle principali realtà della famiglia antoniana: Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, Messaggero di sant’Antonio, Il Cammino di Sant’Antonio, Associazione Cammino di S. Antonio, Centro Francescano Giovani – Nord Italia, Peregrinatio Antoniana, Caritas Sant’Antonio.

 

ANTONIO 20-22 PERCHÉ

Interrogare la figura di sant’Antonio in occasione degli ottocentenari antoniani

Il pallottoliere della storia ci offre tre significativi anniversari ottocentenari in successione che stanno caratterizzando dal punto di vista antoniano il triennio 2020-2022 e che diventano opportunità per tornare a interrogare la figura di Antonio di Padova. Anche papa Francesco ci ha incoraggiato a celebrare questi anniversari. Parliamo degli 800 anni di vocazione francescana di Antonio (1220), del suo primo arrivo in Italia, naufrago in Sicilia, del suo primo incontro con san Francesco (1221), del suo “svelamento” con la predica di Forlì (1222), quando tutti i presenti poterono per la prima volta apprezzare la sua capacità ed efficacia di evangelizzatore. La dimensione dell’annuncio, il mandato di far conoscere Gesù tra la gente rimarrà il suo tratto distintivo per il resto dei suoi giorni. Ecco il perché del Progetto “Antonio 20-22”, ed ecco il perché del tornare sulle strade percorse da Antonio 800 anni fa, nel segno dell’incontro.

 

CHE COSA, QUANDO E COME

Dal 30 giugno al 9 ottobre, lungo le strade percorse da sant’Antonio 800 anni fa

Il cammino a piedi lungo le strade percorse da sant’Antonio è la più evocativa delle iniziative curate dal Progetto “Antonio 20-22”, che è stato questo e molto altro. Si tratta di un’itineranza povera, a staffetta, con un piccolo gruppo di pellegrini cui altri, liberamente e senza necessità di alcuna iscrizione, si aggregano di giorno in giorno alla partenza, affiancandosi lungo il percorso o all'arrivo di tappa per pregare insieme alla comunità ospitante.

I camminatori portano con sé, in uno speciale zaino porta reliquiario, una reliquia ex ossibus di sant'Antonio.

 

I NUMERI

Oltre 1.800 chilometri; oltre 3 milioni di passi; 19,5 chilometri di media; 9 regioni attraversate; 42 diocesi incontrate; 92 tappe; 103 giorni di impegno (alcune domeniche, come già facevano i pellegrini medievali, la staffetta sosterà); 45.919 metri di salite, e altrettanti di discese; 12 tappe molto impegnative; 29 impegnative; 25 medie; 25 facili.

 

DA DOVE E PER DOVE

Da Capo Milazzo e poi lungo la via Popilia, fino a immettersi nel Cammino di sant’Antonio destinazione Padova

La Basilica del Santo è l’ultimo approdo di sant’Antonio, ma esiste anche un suo primo luogo di approdo in Italia, ed è in Sicilia: Capo Milazzo, in provincia di Messina, dove oggi sorge un piccolo e suggestivo santuario rupestre dedicato al Santo.

Attraversato lo Stretto, il percorso segue per quanto possibile il tracciato dell’antica via Popilia attraversando Calabria, Basilicata, Campania, Lazio (da questa regione iniziano le frecce del tracciato ufficiale “Il Cammino di sant’Antonio), Umbria, Toscana (tappa significativa eremo di La Verna), Emilia Romagna (tappa significativa eremo di Montepaolo a Forlì) e Veneto, per terminare in Basilica di Sant’Antonio a Padova il 9 ottobre.

 

IL PROGETTO “ANTONIO 20-22”

Il progetto è espressione dei Frati minori conventuali della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, voluto e ideato – insieme ai collaboratori laici – da alcune delle principali realtà della famiglia antoniana: Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, Messaggero di sant’Antonio, Il Cammino di Sant’Antonio, Associazione Cammino di S. Antonio, Centro Francescano Giovani – Nord Italia, Peregrinatio Antoniana, Caritas Sant’Antonio. Conta inoltre sul patrocinio dell’intera famiglia francescana d’Italia (frati conventuali, cappuccini, minori, Tor; clarisse delle diverse federazioni; suore francescane; laici francescani dell’Ofs).

 

Per informazioni stampa: ANTONIO 20-22 – Alberto Friso, Project Event Manager «Antonio 20-22» –
Mob. 349 1770432 –
albertofriso@antonio2022.org

 

Programma completo e aggiornamenti: www.antonio2022.org


Allegati disponibili


  • comstampa_antonio20_22_lazio_tappe.docx
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