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Dalla Gran Bretagna al Portogallo i nostri emigrati esportano l’Italian life style attraverso la cucina e il design

Storie di emigrazione nelle pagine del «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di giugno

8 Giugno 2018| di

Sono i nostri emigrati all’estero i migliori esportatori dell’Italian life style attraverso il cibo e il design italiani. L’edizione italiana per l’estero del «Messaggero di sant’Antonio» di giugno propone alcune storie di successo.

In «La cucina regionale fa tendenza» Alessandro Bettero fa il punto di come, dopo un periodo in cui solo pasta e pizza italiani imperversavano sulle tavole oltre Manica, oggi a Londra i più importanti ristoranti e chef italiani portano i loro clienti a scoprire le prelibatezze della cucina regionale italiana. Un menù infinito, frutto di un’inimitabile tradizione, che sta conquistando i palati dei londinesi, ma anche dei turisti a caccia di novità.

Sempre a conoscere la cucina italiana all’estero, ma questa volta “reinterpretata”, ci porta Nicoletta Masetto nell’articolo «A Lisbona l’arte delle mani in pasta». “Mani in pasta” si chiama infatti un originale laboratorio del food ideato da Elisa Sartor e Valentina Toscano. Le due ragazze, laureate in architettura ma espatriate a causa della crisi, hanno dato vita a un progetto culturale culinario e creativo che reinterpreta la cultura gastronomica italiana, con oggetti di food design ed eventi.

Dal cibo all’altro grande fiore all’occhiello del Made in Italy: il design. Per promuoverlo nel mondo, tre giovani italiani che vivono a Londra hanno fondato Ida, Italian design agency, una piattaforma che fa conoscere i designer italiani all’estero e fa incontrare domanda e offerta. Dopo appena due anni fanno parte della “scuderia” di Ida 500 studi di design e un migliaio di artisti. Luisa Santinello racconta l’esperienza di Federico Baldelli, Dario Martelli e Francesco Santilli in «Una piattaforma per il design».

 


Allegati disponibili


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  • p45-uk.pdf
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  • p44-portogallo.pdf
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