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Il made in Italy torna a casa nel «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di marzo 2022
La prima gondoliera donna a Venezia, la ricerca sui vaccini anti-covid del veronese a Berlino, il giudice di Soweto di origini piemontesi, i calabresi di Panama, dalla Lucania al Canada con effetti speciali, i migranti di Ventimiglia nel docufilm di Cioni
Si chiama back-reshoring. È un fenomeno noto da alcuni decenni, accelerato dagli effetti della pandemia sui mercati internazionali. Molti brand italiani trovano più conveniente consolidare in Italia produzioni e forniture. Numerose attività produttive precedentemente de-localizzate all’estero (offshoring) rientrano così nel Bel Paese, investendo in questo fenomeno filiere produttive, approvvigionamenti, risorse energetiche, trasporti, logistica, distribuzione. Ne parla Alessandro Bettero in “Il made in Italy torna a casa”.
Dopo secoli di storia della Serenissima, la 38enne veneziana Giorgia Boscolo è la prima donna a portare una gondola, la tipica imbarcazione lagunare. I suoi colleghi uomini hanno imparato ad apprezzarne le qualità professionali e umane e molti sono i turisti che le chiedono di ammirare dalla sua gondola la città più amata del mondo. In “Una gondoliera a Venezia” Claudio Zerbetto racconta la sua storia.
“Covid, la ricerca ci salverà” a firma di Andrea D'Addio ci presenta Stefano Gaburro, 40enne veronese da quasi 18 anni in Germania, direttore scientifico di una ditta privata italiana che si occupa di ricerca farmaceutica. Nel 2020, con l’avvento della pandemia, ha cambiato ambito di ricerca e oggi si occupa delle tecnologie necessarie per testare i vaccini anti-Covid. E dal suo punto di vista privilegiato, lo scienziato veneto analizza i diversi approcci italiano e tedesco ai vaccini anti-Covid.
Nato a Nigel in Sudafrica nel 1966 da una famiglia di emigranti piemontesi, Dario Dosio è giudice permanente dell’Alta Corte di Johannesburg. Negli Anni ’90, dopo aver vinto il concorso in magistratura, ha scelto di lavorare a Soweto, la tristemente nota township della rivolta razziale del 1976, dove i suoi colleghi non volevano andare, occupandosi di violenza sessuale di genere, un tema delicato e particolarmente sentito nella baraccopoli di Johannesburg. Con “Il giudice di Soweto” Generoso D'Agnese ci fa conoscere questo magistrato impegnato che non ha dimenticato le sue origini italiane.
Per chi vuole conoscere la migrazione italiana a Panama, è un riferimento obbligato il recente libro Memorias de la Comunidad Italiana de Panamá scritto da Arnolfo Carlo La Vitola Martino. Si tratta di un corposo saggio storico di 370 pagine ricco di aneddoti e dati sulla vita di molte famiglie italiane a Panama, molte delle quali calabresi, tra queste la famiglia dell’autore, originaria di Castrovillari (Cosenza). Lo racconta Marinellys Tremamunno in “I calabresi protagonisti a Panama”.
Francesca Cresciullo è una brillante creatrice di effetti speciali per film famosi e serie tv per Netflix, Amazon Prime, Apple tv, HBO e Pixomondo Germany. In “Il talento di Francesca” la giovane, che vive stabilmente in Canada, si racconta a Nicola Nicoletti, dalla passione per il suo lavoro all’amata terra cilentana, dove torna appena le è possibile.
Nelle pagine di cultura Michela Manente in “Una vita nuova” ripercorre un doppio viaggio tra realtà e fantasia, attraverso il docu-film Dal pianeta degli umani del regista fiorentino Giovanni Cioni, presentato al recente 33° Trieste Film Festival. Due storie che si intersecano: quella dei migranti di oggi a Ventimiglia che dall’Italia cercano la fuga nell’Europa continentale attraverso la Francia, quello che all’epoca della Belle Époque facevano gli uomini dell’alta società per andare alla clinica del medico russo Serge Voronoff sopra Ventimiglia alla ricerca dell’eterna giovinezza.
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