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Sul nuovo numero del «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero la storia dei quattro martiri della dittatura argentina che saranno beatificati a fine aprile

Tra le altre novità della rivista, l’intervista al giurista italofrancese della Sorbona che insegna agli studenti attraverso i social e l’anima abruzzese del Rio Grande do Sul

27 Marzo 2019| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

La loro colpa era l’impegno nelle riforme e nella pastorale sociale, influenzati dagli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Per questo il frate minore conventuale fra Carlos de Dios Murias (che apparteneva alla giurisdizione Rioplatense dei francescani conventuali, allora dipendente dalla Basilica di Sant’Antonio di Padova), il vescovo di La Rioja Enrique Angelelli, il missionario francese e parroco Gabriel Longueville e il dirigente rurale laico Wenceslao Pedernera furono assassinati nel luglio del 1976 nel nordovest dell’Argentina dal “terrorismo di Stato”. In occasione della cerimonia di beatificazione voluta da papa Francesco, che si terrà il prossimo 27 aprile a La Rioja, l’edizione italiana per l’estero del «Messaggero di sant’Antonio» dedica l’articolo “Argentina, beati quattro martiri della dittatura” di Mariano de Vedia a queste vittime della persecuzione militare.

In “Sorbonne, la classe virtuale” Claudio Zerbetto intervista Bruno Dondero, docente di diritto privato di una delle università più prestigiose di Francia e del mondo, la Sorbonne di Parigi. Il giurista di origini italiane ha un metodo d’insegnamento interattivo on line che coinvolge gli studenti con YouTube, Facebook e Twitter. Grazie ai social network le sue lezioni sono diventate spazi digitali dove si ascolta, si interagisce e si simula, attraverso la tecnologia virtuale, anche il dibattimento processuale come se si fosse in un’aula di tribunale.

Il Rio Grande do Sul, lo stato più meridionale del Brasile, conta moltissimi immigrati provenienti da Veneto e Calabria, tanto che la lingua ufficiosa è il “talian”, un miscuglio di veneto e brasiliano. Ma qui un gruppo importante di expat è costituito anche dagli abruzzesi. Un ruolo di spicco lo ha infatti l’Associazione abruzzese del Rio Grande do Sul, come spiega la sua presidente Maria Cristina Liberatore a Generoso D’Agnese in “Tre generazioni di pionieri”.

Trent’anni fa scompariva uno dei più grandi maestri del cinema, Sergio Leone. Tra coloro che «hanno concorso a scrivere la grammatica della settima arte», raccontò l’epopea del west guardando a Omero e a John Ford e influenzando una generazione di cineasti, da Argento a Tarantino. In “Sergio Leone, c'era una volta il western” Alessandro Bettero racconta il maestro del cinema che rivitalizzò il genere, tra realtà e metafisica, tra mito dell’ultima frontiera e sconfinate passioni umane. E guai a ridurre i suoi film a “spaghetti western”.

 


Allegati disponibili


  • 28_cs_20190327_emi_aprile.doc
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  • msa_emi_4_2019_dondero.pdf
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  • msa_emi_4_2019_abruzzesi_brasile.pdf
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  • msa_emi_4_2019_cinema_leone.pdf
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