Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
La cooperazione italiana per un mondo migliore nel «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di febbraio 2022
L’intervista al fotoreporter Nicolò Filippo Rosso in viaggio coi migranti; una testimonianza esclusiva sui rifugiati dal confine tra la Polonia e la Bielorussia; i racconti degli italiani all’estero, l’integrazione dei migranti al Torino Film Festival
Lavorare per la pace nel mondo, per la giustizia sociale, l’istruzione, la salute è la missione di tanti italiani, sia religiosi che laici, impegnati in aree critiche del pianeta. Un’attività difficile e non priva di rischi, come ci ricorda, purtroppo, l’attacco contro il convoglio umanitario dell’Onu in Congo, avvenuto esattamente un anno fa, nel febbraio 2021, dove morirono l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci che lo scortava e il loro autista Mustapha Milambo. I loro nomi si sono aggiunti alla lunga lista dei tanti volontari, cooperanti, professionisti italiani, operatori umanitari, scomparsi, feriti o uccisi per essersi spesi nella difesa dei diritti dei più deboli e nella cura di poveri ed emarginati, contribuendo a costruire un mondo più giusto e solidale. Nel servizio “Gli eroi della porta accanto” Alessandro Bettero ci presenta alcuni cooperatori italiani all’estero, dalla bergamasca Fiammetta Cappellini responsabile dei progetti dell’AVSI ad Haiti, al medico milanese Paolo Giuseppe Franceschi impegnato con il CUAMM in un ospedale rurale in Sud Sudan, fino al pugliese Marco Loiodice, capo missione in Iraq di COOPI-Cooperazione Internazionale.
“Exodus, in viaggio coi migranti” è l’intervista a cura di Bettero al fotografo piemontese Nicolò Filippo Rosso, che attraverso i suoi scatti documenta le storie dei disperati delle periferie dell’intero continente americano. Racconti per immagini di comunità abbandonate, fenomeni migratori di massa, conflitti e cambiamenti climatici. La sua passione per i diritti civili e contro le disuguaglianze, che immortala attraverso le sue foto, è stata premiata con il World Report Award 2021. Dal suo reportage Exodus, 1° classificato al contest fotografico ed esposto al Festival della Fotografia Etica dello scorso anno, è stata tratta la struggente copertina del numero di febbraio del «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero, che ritrae il corteo funebre delle vittime del massacro di Tamaulipas, in Messico, uccise perché cercavano di raggiungere gli Stati Uniti.
Un’altra crisi umanitaria è quella che racconta Andrea D’Addio in “Luci verdi in Polonia”. Quella raccolta dal mensile antoniano è una testimonianza esclusiva dal confine con la Bielorussia dove i volontari polacchi soccorrono e accolgono i profughi fuggiti dal regime di Lukashenko. A parlarne è Iwo Los, portavoce di Grupa Granica, un’iniziativa che dall’agosto scorso riunisce quattordici organizzazioni non governative senza scopo di lucro che operano a favore dei diritti umani e del sostegno a rifugiati e migranti in Polonia.
Molte le storie che arrivano dagli italiani nel mondo.
A contatto con la natura, da sola, in un faro in Bretagna. È la storia di Susy Zappa, scrittrice e artista di Erba (Como). La donna ha fatto un’esperienza unica in questa regione della Francia, nell’estremo nord ovest del Paese. «La mia non è solo un’attrazione per i paesaggi – spiega –, ma anche per la ricchezza culturale che incrocia storia e leggenda, cultura celtica e cristianità, e per lo stile di vita al ritmo della natura». Ne scrive Giulia Cananzi in “La guardiana del faro”.
Luisa Santinello in “Italia-Emirati Arabi: un ponte tra culture” intervista Ida Zilio Grandi, docente di Lingua e letteratura araba all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che da gennaio 2019 è direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi. Sollecitata dalle domande del «Messaggero» la direttrice traccia un bilancio tra luci e ombre, queste ultime soprattutto dovute alla pandemia, e non nasconde una grande soddisfazione: da pochi mesi, il nostro ICC è anche il primo e unico polo culturale italiano aperto al pubblico nella regione del Golfo.
Ci porta in Guatemala Nicola Nicoletti con “Un piatto di solidarietà”. A Città del Guatemala, tesoro di bellezze antiche dai colori intensi, di fronte all’Ambasciata d’Italia tra la pizzeria e il ristorante, da un quarto di secolo Leonardo Nardini promuove la cultura e la cucina del Belpaese. Ma non solo. Il ristoratore aiuta anche gli indigenti con viveri e pasti e collabora a sostenere l’ambulatorio pediatrico di un altro italiano, padre Angelo Esposito, un prete arrivato nel Paese latino americano dalla Campania.
Eugenio Preta, Alfredo Di Stefano e Gianni Manzella sono le colonne portanti dell’Associazione Trinacria del Lussemburgo: un sodalizio che dagli anni Ottanta del secolo scorso riunisce i siciliani emigrati nel piccolo Granducato, incastonato tra Belgio e Olanda. La loro storia e quella dell’associazione è raccontata da Generoso D’Agnese in “Sicilia, radici dal riscoprire”.
Vittorio Giordano ci porta in Canada con “Grands Ballets, stile italiano”. Les Grands Ballets Canadiens è una celeberrima compagnia di ballo fondata a Montréal nel 1957, e oggi composta da 43 danzatori provenienti da diversi Paesi, con tre primi ballerini e tre prime ballerine, tra cui Rachele Buriassi, ligure della Spezia. Dal 2017 la compagnia è guidata da Ivan Cavallari, danzatore e coreografo di Bolzano, che si è formato alla Scuola di danza della Scala di Milano e a quella del Bolshoi di Mosca. Un incarico prestigioso, giunto dopo quattordici anni densi di esperienze.
Siamo il frutto del luogo in cui nasciamo oppure della terra che abitiamo? A chiederselo la 39ª edizione del Torino Film Festival, in cui uno dei temi maggiormente presenti e influenti è stato quello dell’identità. Nelle pagine di cultura della rivista Michela Manente in “Identità allo specchio” recensisce tre film italiani in concorso che hanno esplorato il tema dell’integrazione dei migranti. Per scoprire come le seconde generazioni si sentono come un ponte che può legare le culture.
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