Giugno Antoniano 2022 | ComunicatoStampa

Giugno Antoniano 2022, il gospel del Summertime Choir a sostegno di Caritas Sant’Antonio Onlus

Venerdì 24 giugno alle ore 21.00 il concerto nel Sagrato della Basilica di Sant’Antonio a Padova. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti

21 Giugno 2022| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio stampa Messaggero S. Antonio Editrice

La parola inglese «gospel» significa Vangelo, buona novella. E quale miglior genere musicale poteva essere, se non il gospel, a chiudere il Giugno Antoniano 2022 ispirato agli 800 anni della predica di un giovane frate Antonio a Forlì, che lo svelò al mondo come uno straordinario annunciatore del Vangelo?

Sarà infatti il concerto di gospel e christian rock dei Summertime Choir, venerdì 24 giugno alle ore 21.00 nel Sagrato della Basilica del Santo, il gran finale del cartellone culturale di questo Giugno Antoniano che farà emozionare, cantare e ballare il pubblico presente.

La formazione padovana diretta dal maestro Walter Ferrulli, che è anche ideatore e regista dello spettacolo, si esibirà con 35 coristi e 5 musicisti (batteria, tastiere, basso, chitarra, sassofono) nello spettacolo di beneficenza intitolato “Smile”, promosso dall’Associazione Gattamelata, che riunisce gli operatori economici della zona del Santo a Padova e opera dal 1991 con iniziative culturali volte alla rivitalizzazione del distretto dell’area che gravita intorno alla Basilica del Santo. Tra le manifestazioni più note promosse in questi anni dall’associazione: “All’Ombra del Gattamelata”, rassegna d’arte sotto i portici di Piazza e Via del Santo; “Una domenica Medievale”, ricostruzione storica di un mercato all’epoca di Sant’Antonio; “Presepiando”, la strada dei Presepi; “Concorso di pittura” ispirato alla figura di sant’Antonio.

L’ingresso è gratuito e libero fino a esaurimento dei posti. In caso di maltempo il concerto si svolgerà all’interno della Basilica.

La serata dedicherà una particolare attenzione al progetto di sostegno dei profughi dell’Ucraina che Caritas Sant’Antonio Onlus, opera benefica dei frati della Basilica del Santo, sta realizzando in Ucraina, Polonia e Romania. In particolare, il progetto sostiene alcuni conventi che accolgono centinaia di sfollati, soprattutto mamme e bambini. Fra Nicola Orach, parroco a Leopoli, ha raccontato al mensile “Messaggero di sant’Antonio” di giugno nello speciale La via francescana in tempi di guerra di Giulia Cananzi: «Le persone che arrivano al nostro convento sono terrorizzate e prive di mezzi. Rimangono da noi una o due notti, il tempo di riprendersi, prima di ripartire. Offriamo loro una doccia calda, vestiti puliti, cibo e medicine. Le richieste di ospitalità aumentano ogni giorno e le nostre risorse non bastano mai». Oltre ai beni di prima necessità, agli sfollati i frati e i loro volontari donano anche una parola di conforto e di speranza.

Per questo Caritas Sant’Antonio Onlus ha scelto di stare dalla parte delle vittime della guerra e per sostenere gli sfollati e i rifugiati ucraini. Per conoscere maggiormente il progetto: https://www.caritasantoniana.org/it/progetti/emergenza-ucraina-un-aiuto-ai-profughi-di-guerra.

 

SUMMERTIME CHOIR – Il curriculum artistico

Dal 1991, anno di fondazione, il Summertime Choir ha viaggiato per l’Italia e l’Europa con i suoi concerti carichi di musica ed energia, coinvolgendo migliaia di spettatori in quello che ormai è diventato il secondo nome del coro, il “Treno dell’energia”. Per quattro anni la formazione è stata ospite di Papa Giovanni Paolo II per il concerto di Natale in Vaticano, ha partecipato a numerose altre trasmissioni televisive, tra le quali l’Ice Christmas Gala, davanti a 10mila persone al Mediolanum Forum e con milioni di telespettatori che hanno seguito la diretta TV, e la più recente apertura dell’ultima edizione di Italia’s Got Talent.

Alla famiglia Summertime aderiscono anche talenti di tutte le generazioni: Summertime Kids&Project per bambini e ragazzi, Summertime Lab per ragazzi che intraprendono un corso di formazione per accedere al coro principale (Summertime Choir). L’associazione Summertime organizza anche corsi di canto corale aperti a coristi di ogni età ed è costantemente alla ricerca di talenti musicali per dare loro possibilità di formazione, esperienza, condivisione e performance ad alti livelli professionali, il tutto senza scopo di lucro e inteso come momento di crescita culturale, artistica e personale per i ragazzi del Veneto e non solo.

 

INFO GIUGNO ANTONIANO

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Contatti stampa Giugno Antoniano

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Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa

La via francescana in tempi di guerra nel «Messaggero di sant’Antonio» di giugno

L’importanza delle parole e della speranza, l’Italia interreligiosa, l’intervista a Franco Di Mare a 30 anni dalla guerra nei Balcani, il reportage dalla Turchia discarica d’Europa, tre milioni di passi con sant’Antonio

30 Maggio 2022| di Ufficio stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Raffigura la cosiddetta «Tavola di Camposampiero» (al centro delle manifestazioni per il Giugno Antoniano di quest’anno), la copertina di giugno del «Messaggero di sant’Antonio». Nell’immagine di copertina la tavola è illuminata dalla luce di alcuni ceri a significare la luce della speranza e il calore della vicinanza che ancora oggi il Santo per antonomasia, grazie a Caritas sant’Antonio e all’opera dei frati, dona a quanti si trovano in difficoltà e nella sofferenza.

Ed è infatti dedicato al consueto «Progetto 13 giugno» di Caritas sant'Antonio l'articolo portante del nuovo numero della rivista. «La via francescana in tempi di guerra» di Giulia Cananzi illustra la rete di solidarietà che dall’Ucraina al mondo, trovando il proprio perno nei conventi e nelle parrocchie francescane, aiuta oggi migliaia di profughi di guerra. Non solo ucraini. Dai profughi della rotta balcanica a quelli del Mozambico, da quelli dello Yemen fino al Myanmar.

Al «valore delle parole» è invece dedicato l’editoriale del numero «Il peso delle parole», firmato da fra Massimiliano Patassini. «Il parlare fluente, che destava ammirazione e stupore, e la capacità di offrire un insegnamento adatto a ciascuno dei presenti, traducendo argomenti ardui con semplicità, mostrano che Antonio aveva una cura particolare per la parola, ben consapevole della responsabilità che ciascuno di noi ha quando dice qualcosa», sottolinea il direttore.

È un viaggio tra le culture e le religioni quello che propone Luisa Santinello nell'articolo «Italia interreligiosa», dedicato ai luoghi di culto non cattolici più preziosi e significativi presenti nel territorio nazionale. Dal Veneto alla Sicilia, passando per Liguria, Toscana e Lazio l'articolo ci porta alla scoperta di luoghi sconosciuti, figli di un'Italia sempre più multietnica.

Murat Cinar e Italo Rondinella firmano il reportage «Turchia, discarica d'Europa?», dal quale apprendiamo che non solo il 30 per cento dei rifiuti di plastica dei cittadini europei finisce nel Paese sul Bosforo, ma che, attorno a questa enorme quantità di immondizia, si raduna un intero popolo di senza fissa dimora, senza diritti, senza lavoro. Quasi rifiuti umani essi stessi.

A trent'anni dalla guerra nei Balcani, Giulia Cananzi nell'articolo «Da Sarajevo a Mariupol» intervista il giornalista Franco Di Mare, inviato a Sarajevo nel 1992. Una riflessione sulla guerra, sulla manipolazione della verità, sul futuro dell’Europa. Un parallelo tra due guerre scoppiate nel cuore d'Europa.

Infine, Cristian Meis, nel contributo dal titolo «Tre milioni di passi con sant’Antonio», svela il calendario delle 92 tappe che, dal 30 giugno al 9 ottobre, dalla Sicilia a Padova, porteranno la staffetta antoniana a seguire le orme del cammino percorso da frate Antonio 800 anni fa. Un cammino «aperto», all’insegna dell’incontro e della condivisione.

Proseguono poi le consuete rubriche mensili firmate da Goffredo Fofi (Cineteca dei frati, un excursus nella filmografia a tema religioso da parte di una delle più note firme della critica cinematografica), Ritanna Armeni (Questioni di politica, una riflessione su un tema significativo per la vita della polis), padre Ermes Ronchi (In ascolto, rubrica dedicata al tema dell'ascolto, al centro del percorso sinodale). E ancora quelle di Lucetta Scaraffia, monsignor GianCarlo Bregantini, Antonia Arslan, Daniele Novara, e altri.

Tra questi, da segnalare nel numero di giugno, la rubrica firmata da Mariapia Veladiano Bene-dire, sulle parole "buone" e sul "buon uso" delle parole, scritta con lo stile evocativo e poetico inconfondibile dell'autrice. L'articolo di questo mese è dedicato alla «Speranza, parola che salva»: «Che cosa possiamo fare? Ce lo stiamo chiedendo con struggimento in questi mesi di guerra. Ce lo chiediamo da esseri umani, uomini e donne di buona volontà, e da cristiani che camminano nella fede di un amore che li precede, sempre, anche quando rimangono indietro e lo perdono di vista - scrive Veladiano -. (...) E allora che cosa facciamo? C’è l’invito di Gesù, a non cedere alla paura, un passo dopo l’altro andare nelle case, nelle scuole, negli uffici, fabbriche, chiese, oratori e, come i discepoli scoraggiati del Vangelo, raccontare con le parole del Vangelo e con le opere della carità, che la morte non è l’ultima parola nemmeno oggi. "A ogni creatura", va proclamata la speranza, anche se con il cuore pesante. Dal chiuso della nostra paura, grande male, la parola di Gesù ci permette di alzare lo sguardo fino all’estremo orizzonte. Ogni essere vivente ci aspetta. C’è il mondo là fuori, ha bisogno della parola che permette di sperare e vivere ancora».

Il sommario del mese in allegato e sul sito del «Messaggero di sant’Antonio» dal 1° giugno.


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Caritas Antoniana | ComunicatoStampa

Resoconto Caritas Sant’Antonio 2021, una Chiesa al femminile in aiuto alle periferie del mondo. Quasi 4 milioni di euro donati in 36 Paesi sostenendo un milione di persone, dall’Africa ai poveri di casa nostra

Finanziati 116 progetti in 4 continenti, con un aumento di circa 700mila euro rispetto al 2020. In Italia 10 progetti speciali collegati all’emergenza Covid e ai centenari antoniani. In aumento le donne referenti degli interventi

3 Febbraio 2022| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Ha il segno “più” il resoconto 2021 di Caritas Sant’Antonio, la onlus di solidarietà dei frati della Basilica di S. Antonio di Padova. Lo scorso anno in tutto il mondo, attraverso i molti partner locali dei frati del Santo, sono stati sostenuti 116 progetti (106 nell’ambito dell’attività ordinaria della onlus e 10 legati al progetto “Antonio 20-22”) in 36 Paesi di quattro continenti (Africa, America, Asia ed Europa) per quasi 4 milioni di euro totali, con un aumento di circa 700mila euro rispetto al 2020.

L’emergenza Covid ha creato nuovi poveri anche in Paesi come l’Italia, dove 10 “progetti speciali”, collegati ai centenari antoniani e al progetto “Antonio 20-22” (che ha l’obiettivo di ravvivare la devozione per sant’Antonio nei luoghi della nostra penisola che lo hanno accolto otto secoli fa), sono stati destinati al sostegno di realtà regionali che si occupano di emarginati, compito ancora più gravoso in tempo di pandemia: 100mila euro totali per 10 microprogetti.

Questa la distribuzione delle risorse dell’attività ordinaria di Caritas Sant’Antonio per continente: 48,65% Africa con 1.939.150 euro per 71 progetti; 33,86% Europa con 1.254.995 euro per 12 progetti (dal computo sono esclusi i 10 interventi nell’ambito del progetto “Antonio 20-22” sopra descritti); 12.34% Asia con 493.750 euro per 13 progetti; 5,15% America latina per 206.200 euro per 10 progetti.

Globalmente il Paese che ha ricevuto più finanziamenti è stata l’Italia con 1.203.395 euro per 10 progetti (esclusi interventi del progetto “Antonio 20-22”), il secondo la Repubblica Democratica del Congo con 414.700 euro per 20 progetti.

Per la maggior parte (75 su 106 progetti nell’ambito dell’attività ordinaria) si tratta di microprogetti di importo compreso tra 10mila e 30mila euro in stretta collaborazione con la Chiesa locale e la società civile. In 7 progetti i fondi raccolti sono stati di importo maggiore a 50mila euro. È il caso ad esempio del “Progetto 13 giugno 2021” a Koudougou in Burkina Faso che ha visto la costruzione di una struttura di accoglienza e il sostegno ai bambini di strada (358.200 euro), dell’acquisto di un microscopio per il reparto di oftalmologia a Bonua in Costa d’Avorio (55mila euro), del contributo per l’estensione dell’acquedotto di Muhura in Rwanda (70mila euro), della ristrutturazione dei laboratori per corsi professionali a Limoeiro in Brasile (60mila euro), della fornitura di acqua per i rifugiati nei campi profughi d Ibb in Yemen (55.700 euro), del completamento e l’acquisto di attrezzatura per il Centro di maternità di Khuspur in Pakistan (74.800 euro), dell’adeguamento di fabbricati per ospitare due comunità di accoglienza per persone con dipendenza a Monselice in Italia (due interventi da circa 500mila euro).

Per quanto riguarda la tipologia di intervento, il maggior numero di progetti ha riguardato la scuola, ma ad assorbire più risorse sono stati in generale quelli comunitari di “promozione umana” che comprendono l’accesso all’acqua potabile, la costruzione di centri di accoglienza, l’accesso alla salute, molti di questi nelle zone rurali dell’Africa dove manca tutto.

Da segnalare la tendenza all’aumento delle referenti donna dei progetti in terra di missione. Su 94 referenti totali, 39 sono donne, di cui 32 religiose, in maggioranza suore africane, e 7 laiche. La Chiesa al femminile si dimostra un’importante leva di sviluppo. Dei 55 uomini, invece, 42 sono religiosi (il 13% dei quali frati minori conventuali) e 13 laici. Nel complesso dei referenti (sia uomini che donne), il 21% è di nazionalità italiana, il 79% di altre nazionalità, in particolare locali.

«La Chiesa che emerge da questa fotografia è una Chiesa in movimento, sinodale, sempre meno eurocentrica e autoreferenziale», commenta Giulia Cananzi nello speciale “Una solidarietà dai tanti volti” pubblicato nel «Messaggero di sant’Antonio» di febbraio. Mentre fra Valerio Folli, direttore fresco di nomina di Caritas Sant’Antonio Onlus, sulle colonne del mensile francescano conclude: «è la Chiesa dei piccoli passi vissuti insieme, che tiene conto dell’apporto femminile e delle diversità culturali. È la Chiesa vicina ai più piccoli e ai più emarginati, che accoglie e si mette in gioco, che chiama a raccolta tutti i credenti. Una Chiesa che in tempo di pandemia non riusciamo più a vedere. Credo che sant’Antonio, che ispira la nostra opera, ne sarebbe fiero».

La realizzazione dei progetti è stata possibile grazie all’aiuto concreto dei molti devoti di sant’Antonio sparsi in tutto il mondo e agli abbonati delle varie edizioni del «Messaggero di sant’Antonio», nazionali ed estere. A loro va il ringraziamento di tutti coloro che operano a vario titolo in Caritas Sant’Antonio Onlus.

Sul sito di Caritasantoniana.org è possibile consultare la mappa degli interventi, le schede dei singoli progetti, sostenerli e seguirne l'evoluzione.

Info: Caritas Sant’Antonio Onlus, tel. 049 8603310, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 - caritas@santantonio.org - www.caritasantoniana.org.


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Mondo Antoniano | ComunicatoStampa

Un magazzino per la carità di sant’Antonio, il 22 maggio l’inaugurazione a Campo San Martino

Il progetto dell’Associazione Volontari della Speranza Odv, ente di riferimento della Basilica del Santo a Padova, per stoccare derrate alimentari per gli oltre 200 poveri assistiti tra le province di Padova e Rovigo

17 Maggio 2021| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice - Volontari della Speranza Odv

Verrà inaugurato sabato 22 maggio alle 17.00 a Campo San Martino (PD), nella frazione di Marsango in via Venezia 88, il “Magazzino per la carità di sant’Antonio”, un nuovo magazzino per lo stoccaggio delle derrate alimentari destinate alle 220 persone indigenti assistite dall’Associazione Volontari della Speranza Odv (organizzazione di volontariato), ente di riferimento della Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova. Da oltre 30 anni i volontari, in collaborazione con il Rettorato dei frati del Santo, si dedicano all’assistenza dei poveri delle provincie di Padova e Rovigo.

Il progetto, denominato per questo motivo “Un magazzino per la carità di s. Antonio”, si è concretizzato grazie al lavoro dei soci dell’associazione e ai finanziamenti elargiti da Caritas Sant’Antonio (onlus dei frati conventuali di Padova con sede in città) e da Fondazione Azimut di Milano, che si sono rispettivamente fatte carico delle spese per il contratto d’affitto del capannone industriale per 6 anni e dei costi per l’acquisto delle attrezzature necessarie al suo allestimento, quali: scaffalature, attrezzature e cella frigorifera. Il progetto verrà illustrato durante l’inaugurazione da Alessandro Tognon, presidente dei Volontari della Speranza.

Alla cerimonia parteciperanno padre Oliviero Svanera, rettore della Basilica di Sant’Antonio che benedirà la nuova struttura; padre Valentino Maragno, presidente di Caritas Sant’Antonio onlus; Marco Lori e Alessandra Brotto, di Fondazione Azimut di Milano; Dario Tardivo sindaco di Campo San Martino; Franco Vitale, sindaco di Rosolina (RO), nonché socio volontario dell’associazione che in quel territorio opera da decenni con un secondo magazzino; mons. Roberto Bevilacqua e suor Pia Gasparetto, rispettivamente direttore e responsabile delle Cucine dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola (PD) che da decenni i Volontari della Speranza approvvigionano di alimentari vari.

Saranno inoltre presenti alcuni benefattori di aziende venete che da moltissimi anni donano ai Volontari della Speranza vari prodotti alimentari, permettendo così all’associazione e ai frati del Santo di aiutare concretamente le famiglie più bisognose del territorio.

 

Per informazioni: volontarisperanza@gmail.com


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Giugno Antoniano 2019 | ComunicatoStampa

Caritas sant’Antonio onlus, il “Progetto 2019” in Togo sarà presentato al concerto di Simone Cristicchi che venerdì 28 chiude il Giugno Antoniano

Obiettivo dell’intervento la costruzione e l’avviamento di un centro di riabilitazione e formazione professionale in Togo a favore dei malati psichiatrici, seguendo le orme di Grégoire Ahongbonon, il «Basaglia d’Africa»

27 Giugno 2019| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice
Progetto Caritas Antoniana 2019 - “Gli si fece vicino … e si prese cura di lui” (Lc 10, 34)

Costruire un centro di riabilitazione e formazione professionale a favore dei più poveri tra i poveri, ovvero i malati psichiatrici. E costruirlo in Togo, dove i “matti” non meglio diagnosticati sono spesso considerati posseduti dagli spiriti maligni o dal demonio, a seconda del credo. Dove l’unica medicina è spesso l’esorcismo, variamente inteso e ancor più praticato: legando il malato, isolandolo da tutti, costringendolo a riti e digiuni incomprensibili. Caritas sant’Antonio, l’organizzazione senza scopo di lucro dei frati della Basilica di sant’Antonio di Padova, per il Progetto 2019 va in questo Paese africano non per fare carità, ma per fare giustizia, e ridare dignità ai tanti malati.

Un progetto importante sia per la sua valenza simbolica, sia per l’ammontare del finanziamento necessario, 490mila euro. Sarà realizzato nel villaggio di Zooti, nella Diocesi di Aneho, dove la maggior parte della popolazione vive con poco più di un dollaro al giorno. Il centro di riabilitazione e formazione professionale vuole migliorare le condizioni di vita dei pazienti psichiatrici in via di guarigione, ospitati nel Centre Miséricorde de Zooti fondato nel 2015 da Grégoire Ahongbonon, il «Basaglia d’Africa», e favorirne il reinserimento sociale attraverso il lavoro. Se le cure mediche e della persona che si praticano al centro sono il primo passo verso la guarigione, il lavoro è infatti il secondo, indispensabile per dare a queste persone emarginate il modo di ricostruirsi un futuro.

Il progetto prevede la costruzione di due aree di assistenza (una per le donne e una per gli uomini), un edificio per i laboratori di arti e mestieri, un pozzo e un serbatoio idrico, l’avvio di attività agricole e di allevamento in un terreno vicino al centro per auto-sostenere l’alimentazione degli ospiti. Alcune attività, come sartoria, panetteria e parrucchiera, saranno accessibili al pubblico esterno, in modo da far diminuire il pregiudizio verso la malattia mentale. Il Centro di formazione professionale, che si avvale della collaborazione dell’Associazione San Camillo De Lellis di Zooti, potrà accogliere una cinquantina di persone.

Sul sito di Caritas sant’Antonio è possibile consultare la scheda del progetto, sostenerlo e seguirne l'evoluzione passo a passo. Info: tel. 049 8603310, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 - caritas@santantonio.org - www.caritasantoniana.org.

Quello in Togo sarà un altro importante intervento per Caritas sant’Antonio, che nel 2018 ha investito oltre 1 milione 660 mila euro in 80 progetti in 32 Paesi del mondo. Ne hanno beneficiato 1 milione e 200 mila persone, in particolare di periferie e zone rurali di Africa, Asia e America latina. L’organizzazione non-profit dei francescani conventuali del Nord Italia opera soprattutto attraverso microprogetti, una modalità per sostenere interventi “insieme” alla gente del luogo e alla Chiesa locale, invece che cattedrali nel deserto.

Il progetto sarà presentato venerdì 28 giugno alle 20.45 nel Sagrato della basilica, durante il concerto “Abbi cura di me tour” di Simone Cristicchi, da tempo sensibile al tema della malattia mentale. Nel concerto a ingresso gratuito si riascolteranno i più grandi successi del cantautore romano. Oltre ad “Abbi cura di me”, un brano che ha incantato il pubblico del 69° Festival di Sanremo, il nuovo tour ripercorre tutta la sua straordinaria carriera partendo dai giorni nostri agli esordi nel 2005. Tra tutti i successi, anche “Ti regalerò una rosa”, che sbancò il 57° Festival di Sanremo nel 2007 con la vittoria, il Premio della Critica Mia Martini e il Premio della Sala Stampa Radio-TV. L’artista romano per la canzone si ispirò all’imponente manicomio di Girifalco, in Calabria. Da lì partì un viaggio fisico e interiore del cantautore proseguito anche in altri ospedali psichiatrici d'Italia.

Il testo, che sintetizza in modo struggente alcune storie vere raccontategli dai pazienti che allora incontrò, rappresenta una lettera dolorosa e dolcissima che Antonio (coincidenza che porti il nome del Santo?), un uomo con problemi psichiatrici, scrive a Margherita, la sua amata conosciuta nel manicomio dove è rinchiuso. «Mi chiamo Antonio e sono matto / Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino / Credevo di parlare col demonio / Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio». «I matti sono punti di domanda senza frase / Migliaia di astronavi che non tornano alla base / Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole / I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole / Mi fabbrico la neve col polistirolo / La mia patologia è che son rimasto solo / Ora prendete un telescopio… misurate le distanze / E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?».

 


Contatti stampa

Giugno Antoniano - Ufficio stampa Messaggero di sant’Antonio - Alessandra Sgarbossa - Tel. 049-8225926 - Mob. 380-2038621 - ufficiostampa@santantonio.org

Per contatti e interviste a Simone Cristicchi: Mescal sas - Paolo Pastorino – Mob. 348-1387823 - paolo@mescal.it

 


GIUGNO ANTONIANO. Info e programma:

www.santantonio.org
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Email:
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www.padovanet.it

Il Giugno Antoniano 2019 è organizzato da Comune di Padova, Pontificia Basilica del Santo, Provincia di S. Antonio di Padova Frati Minori Conventuali, Diocesi di Padova, Veneranda Arca di S. Antonio, Messaggero di sant’Antonio Editrice, Arciconfraternita di Sant’Antonio, Centro Studi Antoniani, con la collaborazione di Ordine Francescano Secolare di Padova, Associazione Corsia del Santo - Placido Cortese, Associazione Palio Arcella. La realizzazione della manifestazione è possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparo (Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo). Il Giugno Antoniano 2019 ha il patrocinio di Regione del Veneto, Nuova Provincia di Padova, Comune di Camposampiero (PD), Comune di Anguillara Veneta (PD), Dipartimento dei Beni Culturali - Università di Padova.

 


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Giugno Antoniano 2019 | ComunicatoStampa

Simone Cristicchi chiude il Giugno Antoniano con il tour “Abbi cura di me”, una «preghiera d’Amore universale»

Durante il concerto presentazione del Progetto 2019 di Caritas sant’Antonio per realizzare un centro di riabilitazione e formazione professionale in Togo a favore dei malati psichiatrici. L’artista romano da tempo sensibile al tema della malattia mentale

25 Giugno 2019| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Se la 13° edizione del Giugno Antoniano, ormai al termine, ha scelto come tema l’incontro con l’altro e il diverso, in una dimensione di dialogo e reciproca conoscenza interreligiosa e interculturale o, meglio, di “fratellanza umana” (per dirla con le parole del Documento di Abu Dhabi per la pace mondiale e la convivenza comune firmato da papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb), il concerto-evento di chiusura del Giugno Antoniano, che si terrà venerdì 28 giugno ore 20.45 nel sagrato della Basilica del Santo a Padova, non poteva avere testimonial migliore di Simone Cristicchi e del suo “Abbi cura di me tour”, dal titolo del suo singolo che ha incantato il pubblico del 69° Festival di Sanremo. «Nei versi della canzone, ricorre il tema millenario dell’accettazione, della fiducia, dell’abbandonarsi all’altro da sé, che sia esso un compagno, un padre, una madre, un figlio o Dio. Nelle mie intenzioni, questo brano vuole essere una preghiera d’Amore universale, una dichiarazione di fragilità, una disarmante richiesta d’aiuto», ha dichiarato l’artista che sul palco sanremese con questo brano ha raccolto una commovente standing ovation da parte del pubblico ed è stato insignito del Premio Sergio Endrigo alla Miglior interpretazione e del Premio Giancarlo Bigazzi per la Miglior composizione musicale.

Il concerto a ingresso gratuito raccoglie i più grandi successi del cantautore romano. Oltre ad “Abbi cura di me”, il nuovo tour ripercorre tutta la sua straordinaria carriera partendo dai giorni nostri, ai vari successi sanremesi fino agli esordi nel 2005 con il tormentone “Vorrei cantare come Biagio”. Un viaggio alla scoperta e alla riscoperta del mondo versatile e dalle mille sfaccettature di questo eclettico artista, che ha fatto della sottile ironia unita alla profonda riflessione la sua cifra stilistica.

Nel corso della serata verrà presentato il “Progetto 2019” che Caritas sant’Antonio, l’organizzazione senza scopo di lucro dei frati della Basilica di Sant’Antonio di Padova, realizzerà in Togo: un centro di riabilitazione e formazione professionale a favore dei più poveri tra i poveri, ovvero i malati psichiatrici. Nel Paese africano - classificato al 166° posto, su 168, nell’Indice dello Sviluppo Umano -, i “matti” non meglio diagnosticati sono spesso considerati posseduti dagli spiriti maligni o dal demonio, a seconda del credo, e l’unica medicina è spesso l’esorcismo.

Cristicchi è da tempo sensibile al tema della malattia mentale. In gioventù è stato ad esempio obiettore di coscienza e poi volontario in un centro d'igiene mentale, esperienza che lo colpì profondamente. Per la canzone “Ti regalerò una rosa”, vincitrice al 57° Festival di Sanremo nel 2007, ha trovato ispirazione dall’imponente manicomio di Girifalco, in Calabria. Un viaggio fisico e interiore, quello del cantautore, poi proseguito in altri ospedali psichiatrici d'Italia. Il brano, che si aggiudicò anche il Premio della Critica Mia Martini e il Premio della Sala Stampa Radio-TV, sintetizza in modo struggente alcune storie vere raccontategli dai pazienti che incontrò in quel viaggio. Il testo è una lettera d’amore dolorosa e dolcissima che Antonio (lo stesso nome del Santo!), un uomo con problemi psichiatrici, scrive a Margherita, la sua amata conosciuta nel manicomio dove è rinchiuso. Tra i passaggi dedicati alla malattia mentale: «Mi chiamo Antonio e sono matto / Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino / Credevo di parlare col demonio / Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio»; «Io sono come un pianoforte con un tasto rotto / L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi / E giorno e notte si assomigliano / Nella poca luce che trafigge i vetri opachi / Me la faccio ancora sotto perché ho paura / Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura»; «I matti sono punti di domanda senza frase / Migliaia di astronavi che non tornano alla base / Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole / I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole / Mi fabbrico la neve col polistirolo / La mia patologia è che son rimasto solo / Ora prendete un telescopio… misurate le distanze / E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?».

Artista che negli anni ha saputo trattare argomenti anche spinosi, poco o mai affrontati, con rara delicatezza e sensibilità, o temi “scottanti” con ironia e sardonico sarcasmo, Cristicchi è un artista a tutto tondo: musicista, compositore, autore, scrittore, attore oltre che Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo, con un grande talento per le arti grafiche. Tutte queste sfumature venerdì 28 giugno creeranno uno spettacolo perfetto per illuminare di emozioni, parole e suoni il sagrato della Basilica del Santo.

Ingresso gratuito. In caso di maltempo il concerto sarà annullato.

 


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Il Giugno Antoniano 2019 è organizzato da Comune di Padova, Pontificia Basilica del Santo, Provincia di S. Antonio di Padova Frati Minori Conventuali, Diocesi di Padova, Veneranda Arca di S. Antonio, Messaggero di sant’Antonio Editrice, Arciconfraternita di Sant’Antonio, Centro Studi Antoniani, con la collaborazione di Ordine Francescano Secolare di Padova, Associazione Corsia del Santo - Placido Cortese, Associazione Palio Arcella. La realizzazione della manifestazione è possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparo (Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo). Il Giugno Antoniano 2019 ha il patrocinio di Regione del Veneto, Nuova Provincia di Padova, Comune di Camposampiero (PD), Comune di Anguillara Veneta (PD), Dipartimento dei Beni Culturali - Università di Padova.

 


Allegati disponibili


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