
Caritas Antoniana | ComunicatoStampa
Bilancio Sociale di Caritas sant’Antonio 2022, una rete di solidarietà che abbraccia gli ultimi del mondo
Il 96,8% delle risorse economiche va al sostegno dei progetti. Nel 2022 ne sono stati finanziati 106 in 45 Paesi di 4 continenti, per 3 milioni e 812mila euro. I benefattori contribuiscono per l’87,3% alla loro realizzazione
Essere con gli ultimi, là dove non c’è speranza. È questa, per usare uno slogan, la mission di Caritas sant’Antonio, Ente di beneficenza del Terzo Settore attraverso cui i Frati Minori Conventuali della Basilica di Sant’Antonio di Padova diffondono in tutto il mondo i valori della carità, della solidarietà e dello sviluppo con il sostegno di progetti in favore delle popolazioni più svantaggiate e vulnerabili. Salute, scuola, accesso all’acqua, promozione dei diritti e della dignità delle persone sono al centro dell’impegno dell’Ente, volto a costruire un futuro migliore, in favore dei giovani (bambini, adolescenti e studenti), delle loro famiglie e dei Paesi in cui vivono.
Da prima ancora che iniziasse la riforma del Terzo Settore, Caritas sant’Antonio rendicontava periodicamente ai propri sostenitori le sue attività attraverso il proprio sito web e il mensile «Messaggero di sant’Antonio», rispondendo a quel principio di trasparenza, responsabilità e condivisione nei confronti dei benefattori e delle persone e comunità sostenute. In attesa di adempiere agli ultimi obblighi della riforma con l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), Caritas Sant’Antonio - ramo ETS dell’Ente ecclesiastico Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali - ha scelto di redigere il proprio Bilancio sociale 2022 seguendo le indicazioni proprie del Terzo Settore, integrandole con una nuova modalità di comunicazione, più semplice e attenta alla comunicazione delle informazioni.
L’iniziativa è stata illustrata quest’oggi a Padova, nella Sala dello Studio Teologico della Basilica di S. Antonio, dal rettore fra Antonio Ramina; dal direttore di Caritas sant’Antonio fra Valerio Folli, che ha descritto l’impegno nella rendicontazione sociale e l’ampiezza dell’attività nel mondo dell’Ente; da Sara Rago, consulente strategico dello Studio Romboli Società Benefit srl, che ha accompagnato i francescani nel percorso di redazione del Bilancio Sociale; da Giulia Cananzi, redattrice del «Messaggero di sant’Antonio», che ogni mese racconta un progetto di carità dalle colonne del giornale; da fra Gilberto Depeder, vicario della provincia religiosa e presidente della Commissione provinciale Carità e Stili di Vita. A portare la sua testimonianza è stato infine fra Tullio Pastorelli, missionario nell’Arcidiocesi di Santiago del Cile, rientrato in Italia dopo 17 anni di missione e un grave incidente che lo ha costretto in sedia a rotelle. A coordinare l’incontro fra Giancarlo Zamengo, direttore generale del «Messaggero di sant’Antonio».
Il Bilancio Sociale 2022 di Caritas sant’Antonio costituisce la sintesi di un percorso di rendicontazione sociale che nasce per rispondere a molteplici obiettivi. In primo luogo, si tratta di dare conto, secondo i principi di responsabilità, informazione e trasparenza, delle strategie e delle iniziative intraprese da Caritas sant’Antonio, integrando in questo modo la rendicontazione economica rappresentata dal bilancio d’esercizio. In pratica, quello del Bilancio Sociale è uno strumento che oltre ai “numeri”, permette di dare conto di obiettivi, attività e conseguenti effetti generati sui beneficiari diretti, comunità e territori interessati dai progetti. In tal modo viene evidenziata la capacità dell’Ente stesso di produrre valore aggiunto di diversa natura (economico, sociale, culturale), quale elemento fondamentale per promuovere un cambiamento positivo di lungo periodo (impatto). Un bilancio che ha quindi un valore duplice: rispondere sì a un principio di trasparenza nel raccontare le cifre dell’erogazione e della destinazione delle risorse economiche, ma al tempo stesso raccontare come quegli investimenti - che sono prima di tutto umani (responsabili di progetti, volontari, benefattori, ecc.) - possano cambiare nel concreto la vita delle persone destinatarie dei progetti. Un’ottica che tiene insieme e fa dialogare i diversi stake holders: destinatari, benefattori, destinatari, referenti dei progetti (missionari, dipendenti, volontari). Tra questi ultimi, 21 frati francescani conventuali, 97 missionari religiosi (di cui 41% donne) e 15 laici appartenenti a organizzazioni locali o internazionali.
FINALITÀ DI CARITAS SANT’ANTONIO - Da sempre la finalità di Caritas sant’Antonio nei propri interventi progettuali è quella di superare il mero concetto di assistenzialismo, per offrire a chi si trova in stato di necessità un sostegno che contribuisca al miglioramento delle condizioni di vita del beneficiario, nell’ottica di quello che va sotto il nome di Sviluppo Umano Integrale. Obiettivo principale per l’Ente di beneficenza dei frati del Santo è infatti quello di garantire non solo un sostegno economico e l’accesso ai beni di prima necessità, ma la possibilità concreta che anche le persone più svantaggiate e vulnerabili possano essere “degni attori del loro stesso destino”.
MODALITÀ DI INTERVENTO - Tra le attività statutarie a favore di persone e comunità in stato di disagio economico, sociale e sanitario l’attività di Caritas sant’Antonio si concretizza in vari modi: sostenendo interventi sistematici in alcune aree geografiche, allacciando con il partner locale un rapporto duraturo e garantito di collaborazione, capace di incidere nel cambiamento socio-economico e spirituale della popolazione, limitando interventi “a pioggia”; sostenendo micro realizzazioni per rispondere a bisogni specifici che siano facili da gestire anche nel futuro in autonomia; collaborando con Organizzazioni Non Governative a progetti complessi; privilegiando l’appoggio ai missionari e alla chiesa locale per la realizzazione dei progetti; finanziando borse di studio, di ogni ordine e grado, inserite in un progetto locale di sviluppo culturale; intervenendo prontamente in occasioni di calamità e disastri naturali.
IL CONTESTO ITALIANO E MONDIALE - Per quanto riguarda il contesto di riferimento, va detto che Caritas sant’Antonio opera da sempre con gli ultimi, nelle periferie geografiche ed esistenziali dei diversi continenti, per contribuire a dare una risposta a situazioni di povertà estrema e/o di emergenza legate a catastrofi naturali e guerre. Oggi nel mondo, quasi il 13% della popolazione vive in condizioni di povertà estrema, pari a 902 milioni di persone, circa quindici volte la popolazione italiana. Nel 2022, in particolare, sono state tre le macro-tematiche rilevanti a livello europeo e mondiale e che hanno contribuito negativamente all’aggravarsi delle condizioni di povertà delle popolazioni. Da un lato i flussi migratori (solo nel nostro Paese, le immigrazioni sono aumentate di quasi il 29%, oltre 318mila persone, di cui il 40% sono cittadini provenienti da Africa e Asia), dall’altro le guerre, in particolare il conflitto tra Russia e Ucraina. Infine si aggiunge il tema del cambiamento climatico, che richiama tutti alla necessità di realizzare una vera e propria transizione ecologica: i cambiamenti climatici trasformeranno sempre più gli equilibri sociali del pianeta (temperature insolitamente elevate, siccità e precipitazioni sempre più intense stanno spingendo verso la povertà l’86% dei Paesi del mondo), rendendo ancora più profonde le disuguaglianze nel reddito e rendendo i poveri sempre più poveri.
PROGETTI 2022 - In questo contesto geopolitico, nel 2022 sono state 219 le proposte progettuali per cui è giunta a Caritas sant’Antonio una richiesta di sostegno. Di queste solo 106 rispettavano i requisiti per essere finanziate e sono state realizzate in 45 Paesi di 4 continenti (Africa, Asia, Europa e America Latina), per un totale di 3 milioni e 812mila euro. La maggior parte dei progetti e delle donazioni hanno riguardato l’Africa, tuttavia una buona fetta, quasi il 35%, è stata destinata a progetti con base in Europa. I 106 progetti sono stati presentati nell’ordine da: congregazioni femminili (34 progetti), frati minori conventuali (27 progetti), Chiese locali es. Diocesi, parrocchie, ecc. (22 progetti), ONG (10 progetti), congregazioni maschili (9 progetti), e associazioni cattoliche (4 progetti).
DISTRIBUZIONE RISORSE PER CONTINENTE - La distribuzione delle risorse dell’attività di Caritas sant’Antonio nel 2022 per continente restituisce quanto segue: in Africa sono stati realizzati 61 progetti in 22 stati per un totale di 1.648.440 euro, in Europa 14 progetti in 5 stati per 1.330.510 euro, in America Latina 18 progetti in 10 stati per 419.800 e in Asia 13 progetti in 6 stati per 413.800 euro. La crisi ha determinato anche un aumento del costo medio dei progetti: se prima della pandemia quasi il 61% dei progetti era sotto la soglia dei 20 mila euro, oggi solo il 39,68% rimane in questa fascia di costo, mentre la maggior parte dei progetti, circa il 33%, ha un costo che varia dai 20 ai 30 mila euro.
BENEFICIARI - Le realtà che nel 2022 hanno beneficiato dei contributi Caritas sono state principalmente le comunità, in particolare quelle che vivono nelle zone rurali - soprattutto dell’Africa - e non hanno accesso ai servizi minimi come sanità, educazione e formazione al lavoro. Tante le realizzazioni: dal servizio in favore della maternità al dispensario sanitario, dai progetti di formazione al lavoro all’avvio di microimprese, dall’acquisto di attrezzature agricole ai pozzi, dai pannelli fotovoltaici alla costruzione di edifici adibiti a centri di recupero per bambini abbandonati. In particolare i beneficiari sono stati nell’ordine: comunità, ovvero villaggi, parrocchie ecc. (39,8%), giovani e studenti (23,4%), bambini e adolescenti (21,1%), disabili (6,7%), famiglie (3,4%), altro (ovvero malati, carcerati, religiosi, insegnanti per il 3%), anziani (1,6%), donne (1%).
Un cospicuo contributo, pari quasi al 20% del totale, è stato speso per sostenere chi fuggiva dalla guerra. Non a caso il progetto lanciato in occasione della Solennità di sant’Antonio è stato interamente dedicato all’acquisto di beni e servizi di prima necessità a favore dei profughi ucraini, dispensati attraverso la rete dei conventi dei Frati Minori Conventuali in Ucraina e nei Paesi confinanti, come la Romania.
L’attenzione all’Ucraina non ha fatto venire meno l’impegno di Caritas sant’Antonio nei confronti dei profughi provenienti da altri conflitti (Africa e Medio Oriente). 353mila euro sono andati a sostegno dei profughi della rotta balcanica, in particolare per l’accoglienza e l’inserimento dei minori non accompagnati e per le cure oculistiche e odontoiatriche, normalmente non inserite nei protocolli sanitari consueti.
È stata incrementata la somma destinata a quelle realtà italiane che si prendono cura di persone fragili: disabili, ragazzi in difficoltà economica e sociale, persone in stato di povertà. I progetti finanziati hanno permesso il sostegno delle attività ordinarie e straordinarie, come l’installazione di pannelli solari per rendere più sostenibili le spese energetiche.
MODALITÀ DI INTERVENTO - Tre le modalità di intervento che caratterizzano l’operatività di Caritas sant’Antonio nel sostegno di progetti a livello nazionale e internazionale: l’assistenza, ovvero progetti che agiscono con una logica di breve periodo (es. distribuzione di cibo e farmaci); lo sviluppo, con progetti che agiscono con una logica di medio-lungo periodo (es. acquisto di attrezzatura); l’emergenza, in caso di contesti emergenziali (es. guerra in Ucraina) che necessitano di una risposta immediata. All’interno di queste modalità di intervento, sono stati individuati cinque ambiti di progettazione: promozione umana, istruzione, lavoro, salute, tutela dell’ambiente
OBIETTIVI DI LUNGO PERIODO - Accoglienza, corresponsabilità, dignità, fiducia, fratellanza, giustizia, inclusione, pace, solidarietà, speranza, trasparenza sono le parole-chiave che guidano gli interventi sostenuti da Caritas sant’Antonio in coerenza con i propri valori e attraverso cui l’Ente francescano vuole misure l’impatto della sua attività nel lungo periodo. Inoltre, nelle proprie progettualità i frati si impegnano quotidianamente per favorire il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs), approvati nel settembre 2015 dalle Nazioni Unite, all’interno dell’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile. Si tratta di una strategia declinata in 5 temi portanti (Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership) e 17 traguardi (goal) a loro volta suddivisi in 169 sotto-obiettivi (target) da raggiungere entro il 2030.
STORIA E PERSONE: CHI È CARITAS SANT’ANTONIO – Ha origini antiche l’attività caritativa dei frati del Santo, che ha per mandato il motto antoniano “Vangelo e carità”. Trova infatti una sua prima istituzionalizzazione nel 1898 con l’Opera Pane dei poveri, attraverso cui i frati distribuivano ai bisognosi pane e beni di prima necessità. Una prima evoluzione si ha dal 1951 con l’aiuto anche a vittime di calamità naturali o di situazioni sociopolitiche critiche, anche oltre i confini nazionali. Nel 1976 nasce Caritas Antoniana, nuova realtà unitaria per gestire interventi a livello nazionale e internazionale, il primo a favore di terremotati del Friuli. Nel 1991 l’operatività si sposta principalmente nei Paesi poveri e viene nominato un frate missionario dell’Ordine come Direttore. Nel 2000 il nome viene cambiato in Caritas sant’Antonio Onlus, che aggiorna le proprie modalità di azione. Nel 2021 lo Statuto viene rivisto in conformità a quanto previsto dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. n.117/2017).
Il SISTEMA DI CONTROLLO E GOVERNO dell’ente è affidato oggi a un Consiglio direttivo composto da 8 frati: il Presidente fra Roberto Brandinelli, Ministro Provinciale della Provincia Italiana sant’Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali; il Direttore fra Valerio Folli; sei consiglieri, fra Antonio Guizzo, fra Giancarlo Zamengo, fra Giancarlo Capitanio, fra Giancarlo Paris, fra Gilberto Depeder, fra Michele De Pieri.
Il capitale umano che garantisce l’operatività di Caritas sant’Antonio è rappresentato da due dipendenti e da due volontarie, tutte donne. Nel corso degli anni, il personale ha messo a punto un iter decisionale per valutare e selezionare i progetti, al fine di costruire, insieme al potenziale beneficiario dell’erogazione, una relazione fondata sulla fiducia, volta a incrementare la consapevolezza e, di conseguenza, l’efficacia delle azioni proposte nei progetti.
Collabora con l’Ente anche il «Messaggero di sant’Antonio» per l’attività di comunicazione, raccolta fondi e di amministrazione.
RISORSE ECONOMICHE – La provenienza delle risorse economiche 2022 deriva per il 12,7% da contributi pubblici (526.783 euro) e per l’87,3% da contributi privati (3.626.567 euro). Le uscite per i costi di gestione ammontano al 3,2%, mentre l’importo erogato a sostegno dei progetti al 96,8%.
PROSPETTIVE FUTURE - Al termine di ogni anno il Consiglio direttivo di Caritas sant’Antonio cerca di individuare nuovi percorsi di solidarietà per incontrare e sostenere quelle realtà che si mettono accanto ai più bisognosi, presenti sia nel territorio nazionale che internazionale.
Un’area di intervento che sta diventando sempre più urgente è quella a sostegno dei “nuovi poveri di casa nostra”, per beni di prima necessità, medicinali e assistenza medica, spese abitative, e di quelle realtà che promuovono iniziative a favore delle persone fragili, come anziani, malati, disabili, disoccupati, migranti. Lo sguardo di Caritas sant’Antonio non può dimenticare il sostegno alle opere socio-caritative nate nel nome del Santo di Padova e nel contempo la realizzazione dei progetti missionari che arrivano dalle Giurisdizioni dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali presenti in tutto il mondo: l’attenzione a tutte queste realtà, è un segno concreto di fraternità e di comunione con tutti i popoli, affinché continui il messaggio e il desiderio di giustizia vissuto da sant’Antonio.
INFO
- Caritas Sant’Antonio, tel. 049 8603310, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 - caritas@santantonio.org - www.caritasantoniana.org.
- Sul sito è possibile consultare la mappa degli interventi, le schede dei singoli progetti, sostenerli e seguirne l'evoluzione.
- La realizzazione dei progetti è stata possibile grazie all’aiuto concreto dei molti devoti di sant’Antonio sparsi in tutto il mondo e agli abbonati delle varie edizioni del «Messaggero di sant’Antonio», nazionali ed estere. A loro va il ringraziamento di tutti coloro che operano a vario titolo in Caritas Sant’Antonio.
ALLEGATI
In calce "ALLEGATI DISPONIBILI": Comunicato stampa e materiali.
Le slides pdf del Bilancio Sociale Caritas Sant'Antonio 2022 sono state realizzate da Sara Rago, consulente strategico dello Studio Romboli Società Benefit srl
DOWNLOAD FOTO - Le foto della conferenza stampa di oggi sono disponibili a questo link: https://www.mediafire.com/folder/jpeqh5cstz87r/CNF_STP_Bilancio_Sociale_Caritas_sant'Antonio_foto
Alcune foto indicate con "ph Antonio800" sono state scattate da Andrea Canton e Alberto Friso del progetto Antonio800. Si chiede cortesemente di indicare la fonte.
Allegati disponibili

Messaggero di sant'Antonio Editrice | ComunicatoStampa
La Quaresima al tempo del virus, quel metro di distanza che ci fa essere “più vicini”
L’emergenza per il coronavirus, tanto quanto la Quaresima liturgica, ci insegna che possiamo salvarci solo attraverso la solidarietà e la responsabilità e ci aiuta a riscoprire una nuova umanità
Le disposizioni per contrastare la diffusione del virus COVID-19, tanto quanto la Quaresima liturgica, ci insegnano che possiamo salvarci solo “insieme”, un insieme che, come imparato in queste ultime settimane, non significa assembramento e vicinanza fisica, ma coralità di comportamenti responsabili gli uni verso gli altri, anche se “a un metro di distanza”. E così, se a malincuore la Basilica di Sant’Antonio a Padova è praticamente deserta, come mai successo prima, e si deve ripensare a come vivere la fede al tempo del coronavirus, questo tempo può, e deve, divenire un’opportunità per riscoprirci più umani e “più vicini”. E così i frati del Messaggero di sant’Antonio, come nelle scuole e nelle università dove le lezioni frontali sono state (possibilmente) soppiantate da quelle sul web, hanno affidato a siti web e social alcune riflessioni per vivere la Quaresima, e non solo, al tempo del virus.
«Non riesco a non connettere tra di loro il tempo liturgico di Quaresima che stiamo vivendo nelle nostre comunità cristiane, e l’emergenza coronavirus, questa invece trasversale a qualsiasi appartenenza – racconta in un intervento sul sito della rivista Messaggerosantantonio.it il direttore editoriale padre Fabio Scarsato –. Mi ci provoca la stessa terminologia. “Quaresima” sta per quaranta: più o meno i giorni che separano la celebrazione del Mercoledì delle ceneri dalla Domenica di resurrezione, ma anche i quaranta giorni di Gesù tentato nel deserto. E mai come in questi giorni ci siamo riassuefatti al termine “quarantena”, che indicava i quaranta giorni che una nave doveva starsene isolata all’arrivo in un porto durante la peste. Il tempo forzato di quarantena era ed è caratterizzato dall’inattività, dal digiuno di relazioni e cose da fare: tutto si riduce al minimo esistenziale, si rallentano i ritmi quotidiani. Resta solo da aspettare. Ci si sente incredibilmente soli e avvolti dal silenzio, anche in città. C’è tempo per pensare a sé, forse anche presi alla gola dalla paura della morte. Sentiamo come non mai la mancanza di contatti, incontri, mani da stringere, guance da baciare, chiacchiere da scambiare. In cambio, probabilmente, ci siamo scoperti tutto sommato capaci di fare a meno di tanto altro, a quanto pare, non così necessario». Ma proprio questo tempo, così emergenziale, con tutte le restrizioni alla nostra quotidianità, in fondo ci aiuta a riscoprire le cose davvero importanti della nostra vita, e rimetterle al centro, esattamente come il digiuno e la penitenza per un cristiano nel tempo di Quaresima. «Non ci capita purtroppo di aver bisogno di rimanerne senza, per accorgerci di quanto ci manchino (le relazioni, gli amici, la comunità, la messa domenicale, la Parola di Dio…)? Non c’è bisogno di riscoprirci tutti, con serenità e fiducia, un po’ più… umani? E la faccenda del virus, tanto quanto la Quaresima liturgica, non ci sta insegnando di nuovo che possiamo salvarci solo assieme?», si chiede Scarsato.
Sulla pagina Facebook delle Edizioni Messaggero Padova (EMP) la casa editrice ha postato la riflessione di uno dei suoi autori di punta, don Giorgio Ronzoni, sacerdote diocesano e parroco di Santa Sofia a Padova: «se gli scienziati ci spiegano come avviene il contagio e i governanti stabiliscono delle regole per evitarlo, ai credenti di ogni fede tocca rispondere: la mia fede è contro la scienza? Mi pone al di fuori delle regole della convivenza civile? Qualcuno dice di sì, ma noi no, spero. Se accettiamo di rinunciare perfino alla Messa non è per paura - del virus o delle sanzioni - ma per senso di responsabilità, per amore del prossimo. Un cristiano può anche decidere di rischiare la sua vita pur di partecipare alla Messa, ma come si sentirebbe se scoprisse che è stato lui a contagiare quella signora anziana alla quale ha dato il segno della pace? D’altra parte, in questi giorni molti di noi scoprono che la Messa non è un dovere: è un bisogno. Non ci sembrava bello che qualcuno ci obbligasse ad andare, ma ora ci piace ancor meno che qualcuno ce lo proibisca. Ognuno vorrebbe poter decidere da solo cosa è giusto fare, ma i virus non rispettano le coscienze». Nelle prossime settimane EMP continuerà a postare sul social network brevi testi e riflessioni liturgici e quaresimali.
Infine padre Giancarlo Zamengo, direttore generale del Messaggero di sant’Antonio editrice, affida a un videomessaggio l’abbraccio virtuale dei frati francescani conventuali del Santo a tutti i devoti che non possono giungere in basilica. «Vi vogliamo bene!», dice davanti all’Arca del Santo, in una Basilica di sant’Antonio irriconoscibilmente senza pellegrini. Affidando a sant’Antonio tutte le persone che chiedono con fiducia la sua intercessione, la preghiera di padre Zamengo e degli altri frati Santo, in particolare durante la messa delle ore 19 celebrata a porte chiuse e trasmessa in streaming web e Facebook, è un modo per donare forza, aiuto e speranza ai fedeli anche a distanza, e superare insieme questo momento di difficoltà e prova. La messa feriale da lunedì a sabato, alle ore 19.00 alla Tomba di sant’Antonio, si può seguire soltanto in diretta streaming web e Facebook.

EMP | ComunicatoStampa
L'EMP al Festival Francescano di Bologna il 29 settembre fa "Prove di dialogo"
Un incontro dedicato a tre personaggi "scomodi" che hanno saputo dialogare: il lupo, san Francesco e don Mazzolari. Con il direttore editoriale del «Messaggero di sant'Antonio», fra Fabio Scarsato, e un monaco del nostro tempo, Guidalberto Bormolini
«Per rendere nuovamente possibile l'incontro fra persone, occorre ritornare a usare parole che siano cariche di senso e gravi di responsabilità. "Attraverso parole" posso incontrare l'altro e "attraverso parole" per incontrare l'altro»: così intende il dia-logo il Festival Francescano 2019, ispirandosi all'incontro di 800 anni fa tra san Francesco e il sultano al-Malik al-Kamil nell'ambito della quinta crociata. Alle "prove di dialogo" è infatti dedicata l'undicesima edizione della manifestazione presentata questa mattina a Bologna e che si svolgerà nella “città delle due torri” dal 27 al 29 settembre, alla quale parteciperanno anche le Edizioni Messaggero Padova. E quale prova di dialogo è più impegnativa e stimolante di quella tra un santo e un lupo?
"Attenti al lupo!", che strizza l’occhio alla celebre canzone di Lucio Dalla, è infatti il provocatorio titolo dell'evento organizzato per domenica 29 settembre ore 18.00 a Palazzo D'Accursio dalla casa editrice padovana. Fabio Scarsato, direttore editoriale del Messaggero di sant'Antonio e di EMP, e Guidalberto Bormolini, monaco dei Ricostruttori nella preghiera, liutaio e teologo, rifletteranno su don Primo Mazzolari e il lupo di Gubbio, a partire dalle suggestioni di una conferenza che lo stesso Mazzolari tenne a Padova nel 1950, ospite dei frati del Santo, successivamente pubblicata nel volume Francesco d'Assisi e il lupo (ed. EMP, 2016).
«Prete scomodo» al regime fascista e agli stessi ambienti curiali per le sue idee pacifiste e di sostegno alle classi deboli, il sacerdote cremonese, prendendo spunto dal fioretto di san Francesco e il lupo di Gubbio, ne trattò collegando l'episodio al Vangelo e facendone una parabola esistenziale dei suoi tempi. «Solo chi ama il lupo può parlare al lupo – disse durante la sua trasferta padovana il 25 gennaio 1950 -. Noi cristiani ci siamo dimenticati di una cosa: gli uomini si amano come sono, non come dovrebbero essere». Un testo, quello di Mazzolari, che a distanza di quasi 70 anni si rivela tuttora attuale.
L'incontro nell'ambito del Festival Francescano ripropone tre personaggi a loro modo "scomodi": il lupo, san Francesco e, appunto, don Mazzolari. Ingresso libero.
DATI BIBLIOGRAFICI
Titolo: Francesco d'Assisi e il lupo
Autore: Primo Mazzolari
Editore: Edizioni Messaggero Padova
Collana: Smart
Pagine: 82
ISBN: 978-88-250-3347-2 (LIBRO). Disponibile anche in formato digitale (PDF e EPUB).
Scheda libro cliccando su questo link.
L’AUTORE
PRIMO MAZZOLARI (1890-1959), sacerdote e scrittore, il parroco di Bozzolo, il «prete scomodo» al regime fascista e agli stessi ambienti curiali per le sue idee «sovversive», pacifiste e di sostegno alle classi deboli. Dopo il 1948 comincia a lavorare a fianco della Democrazia cristiana divenendone la coscienza critica. Nel 1949 inizia, con non pochi problemi, la pubblicazione, di «Adesso», un giornale per dare spazio alle avanguardie cristiane. Solo alla fine degli anni Cinquanta don Primo viene «riabilitato» dall’autorità ecclesiastica grazie all’intervento dell’arcivescovo di Milano Montini e a papa Giovanni XXIII.

Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
“Matti da slegare” nel «Messaggero di sant’Antonio» di giugno
Tra le novità anche il dossier sul giornalismo costruttivo, il disagio abitativo con il rischio sovraindebitamento delle famiglie e fotoreportage
“Matti da slegare” è il titolo della copertina del «Messaggero di sant’Antonio» di giugno, che richiama il tema dello speciale interno a cura di Giulia Cananzi “Sant'Antonio tra i matti” dedicato al “Progetto 13 giugno” di Caritas Antoniana onlus. L’intervento ha come obiettivo la costruzione e l’avviamento di un centro di riabilitazione in Togo a favore dei più poveri tra i poveri, ovvero i malati psichiatrici, seguendo le tracce di Grégoire Ahongbonon, il «Basaglia d’Africa». Un progetto importante sia per la sua valenza simbolica, sia per l’ammontare del finanziamento necessario, 490mila euro, che come di consueto viene presentato ai lettori del mensile. Il racconto di viaggio nel Paese africano è di fra Giancarlo Zamengo, direttore generale del «Messaggero di sant’Antonio», con le foto di fra Fabio Scarsato, direttore responsabile del mensile. Nel suo editoriale “La mia povera Africa”, Scarsato, spiega le motivazioni che stanno alla base del progetto 2019: «Mi rendo conto che, questa volta, sant’Antonio - attraverso la Caritas Antoniana - non va in un Paese povero per fare la carità: ma per giustizia. Per aiutare Gregoire, suor Simona, Martin, Jonas, père David e tanti altri, a ridare dignità ai tanti malati non meglio diagnosticati. Matti, posseduti dagli spiriti maligni o dal demonio, a seconda del credo. Dove l’unica medicina a cui puoi votarti è l’esorcismo, variamente inteso e ancor più praticato: legando il malato, isolandolo da tutti, costringendolo a riti e digiuni incomprensibili. Perché la dignità, se non ce l’hanno gli ultimi, non ce l’ha nessun altro».
Il dossier del mese “Comunicare il positivo”, scritto da Giulia Cananzi, Sabina Fadel, Nicoletta Masetto, Claudio Zerbetto, è dedicato ai media e al modo diffuso di raccontare i fatti, con un occhio al cosiddetto “giornalismo costruttivo”. Sommersi dalle notizie negative che occupano la maggior parte degli spazi nei media, talvolta urlate o, peggio, false e contraddittorie, molte persone cedono agli slogan, all’aggressività, alla tentazione di un mondo semplificato. Ecco perché occorre comunicare bene e comunicare il meglio, senza sensazionalismi ma usando “parole che illuminano”.
Alberto Friso in “Casa amara casa” fa il punto sul disagio abitativo, tema tornato recentemente sulle prime pagine dei giornali. Il Messaggero si sofferma sul dramma pignoramento quando i debiti assediano anche la sudata prima casa, sulle sue cause, sulla legge e sulle possibili uscite dal sovraindebitamento.
Il discernimento spirituale è insieme metodo e obiettivo della vita cristiana. Per riconoscere l’opera di Dio nella vita di ciascuno. E per divenire, sempre più, credenti maturi, responsabili e, soprattutto, liberi. Se ne occupa Sabina Fadel in “Discernimento... per tutti”, con le illustrazioni del fumettista Luca Salvagno.
Due i fotoreportage del mese: “Professione portatore” di Adriano Marzi racconta il logorante lavoro degli sherpa nepalesi, senza cui sarebbe impossibile scalare l’Himalaya, mentre “Figli di Sardegna” di Paola Favoino l’universo antico, ma sempre attuale, dei pastori sardi, dalle tradizioni tramandate di padre in figlio all’ingiusto sfruttamento del loro lavoro.
Infine Claudio Zerbetto in "I bambini salveranno il mondo" intervista Michele Mirabella, uno dei personaggi televisivi più amati. Per tutti è il «professore», uomo di vasta cultura, ora anche dottore in medicina e da sempre “in umanità”.
Il sommario del nuovo numero su www.messaggerosantantonio.it.

Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
Il progetto di Caritas antoniana per il 13 giugno, cosa resta del ’68 dopo cinquant’anni, biblioteche “a domicilio”, testimoni della fede
Questi i principali temi del mensile «Messaggero di sant’Antonio» di giugno
È dedicato al Progetto Caritas Antoniana 2018 il numero del «Messaggero di sant’Antonio» di giugno. Quest’anno per la Festa del Santo l’organizzazione senza scopo di lucro dei frati della Basilica di sant’Antonio di Padova ha avviato la costruzione di 75 casette, da donare alle famiglie prostrate dalla povertà e dall’abbandono che vivono in tre villaggi sperduti della foresta ecuadoriana. Il reportage dal Paese sudamericano, realizzato dal direttore generale del «Messaggero» fra Giancarlo Zamengo e dal direttore responsabile fra Fabio Scarsato, è curato da Giulia Cananzi.
In occasione dei 50 anni dal movimento del '68, Nicoletta Masetto nel dossier “Non è che l’inizio…” indaga cosa davvero sia accaduto e, soprattutto, fa un parallelo tra i “sognatori” di ieri e quelli di oggi. I giovani di allora volevano cambiare tutto per rendere migliore il mondo: che cosa è rimasto del ’68 e di quel desiderio di futuro? I giovani del 2018 hanno ancora la voglia di spendersi e lottare per forti ideali?
In “I libri con le ruote” Alessandro Bettero va alla scoperta delle biblioteche ambulanti sia in Italia che all’estero, sottolineando come esse, che stanno conoscendo una nuova primavera, in realtà abbiano radici nel passato. A bordo di un carro o dentro un autobus, a dorso di mulo o nelle ceste di una bicicletta, queste biblioteche mobili da oltre un secolo cercano lettori nelle periferie urbane e nei villaggi più remoti.
Fratel Biagio Conte e Carlo Acutis sono due testimoni della fede le cui storie sono raccontate, rispettivamente, da Alberto Laggia in “Una vita in dono” e da Alberto Friso in “Carlo Acutis, un piccolo salvatore”. Storie che dimostrano come la nostra fede non sia fatta solo di parole, ma soprattutto di fatti, di scelte precise, destinate a lasciare un segno nella propria e, soprattutto, altrui vita. Da trent’anni accanto ai poveri, fratel Biagio racconta: «Bisogna aprire i cuori all’accoglienza degli ultimi, perché donare è nel nostro Dna, e se lo facciamo la nostra vita tornerà a essere bella». Il servo di Dio Carlo Acutis, morto a quindici anni per una leucemia, aveva fin da piccolo una profonda vita eucaristica e una spiccata sensibilità francescana e antoniana, capace di fare avvicinare a Dio anche i non credenti.
“Attenti alla crepa” è l’intervista di Luisa Santinello al fotografo Carlos Spottorno che, insieme al giornalista Guillermo Abril, ha da poco pubblicato La crepa, racconto a metà strada tra fumetto e graphic journalism sul tema delle migrazioni e di tutto ciò che ruota attorno. Tre anni di lavoro, 25mila foto e quindici quaderni di appunti sono i numeri di questo reportage lungo le frontiere europee che racconta con occhi nuovi l’immigrazione.
In “Santuari, porte aperte per la nuova evangelizzazione” Sabina Fadel ha intervistato Rino Fisichella, presidente del Pontificio collegio per la promozione della nuova evangelizzazione, a cui dal febbraio 2017 papa Francesco ha affidato anche le competenze in materia di santuari. Sollecitato dalle domande del «Messaggero», il prelato fa il punto sul ruolo pastorale dei santuari, sulle nuove sfide che affrontano, sulle potenzialità e criticità di questi luoghi della fede frequentati ogni anno da milioni di persone, credenti e non.
Il sommario del nuovo numero su www.messaggerosantantonio.it.

EMP | ComunicatoStampa
Francesco d’Assisi e il lupo, il libro di don Mazzolari prende le mosse da una conferenza che l’autore tenne a Padova nel 1950, ospite dei frati del Santo
Venerdì 1 settembre alle 21.00 all’Arcella l’Antica Sagra delle noci prende il via con la presentazione del volume in una serata dedicata a tre personaggi “scomodi”: il lupo, san Francesco e don Mazzolari
Era il 25 gennaio 1950 e don Primo Mazzolari, ospite dei frati del Santo, tenne una conferenza a Padova prendendo spunto dal fioretto di san Francesco e il lupo di Gubbio. Il sacerdote cremonese – «prete scomodo» al regime fascista e agli stessi ambienti curiali per le sue idee pacifiste e di sostegno alle classi deboli – ne trattò collegando l’episodio al Vangelo e facendone una parabola esistenziale dei suoi tempi. «Solo chi ama il lupo può parlare al lupo – disse durante la sua trasferta padovana -. Noi cristiani ci siamo dimenticati di una cosa: gli uomini si amano come sono, non come dovrebbero essere».
Il testo, che a distanza di quasi 70 anni si rivela tuttora attuale, è stato editato dalle Edizioni Messaggero Padova con il titolo Francesco d’Assisi e il lupo, prefazione di Fulco Pratesi, fondatore e presidente onorario del Wwf Italia, e postfazione di fra Fabio Scarsato, direttore editoriale del Messaggero di sant’Antonio. Sarà proprio quest’ultimo il protagonista della serata di presentazione del volume di don Mazzolari venerdì 1 settembre alle 21.00, nel “Centro Parrocchiale sant’Antonio d’Arcella” a Padova (via Bressan, 3). La serata «Il lupo di Gubbio: da san Francesco d’Assisi a don Primo Mazzolari», promossa dal «Messaggero di sant’Antonio», ripropone tre personaggi a loro modo “scomodi”: il lupo, san Francesco e, appunto, don Mazzolari. Introduce fra Giancarlo Zamengo, direttore generale Messaggero di sant’Antonio.
«Ci sono due qualità di lupi – raccontò nel 1950 don Mazzolari ai padovani –: c’è il lupo selvatico, il lupo brado, quello che non avete mai visto; poi c’è il lupo levigato, civile, che si veste bene, il lupo in veste di agnello, che se la prende con il lupo che viene dalla foresta. Viene dalla foresta e tutti gli siamo contro… Guardate che a fare le brave persone, quando si sta bene, è un lusso, un “privilegio”… Anche noi, anche se portiamo i guanti bianchi, abbiamo dentro il lupo e la stessa sua bramosia. Ci sono degli egoismi così ben coperti, legalmente coperti; abbiamo trovato delle giustificazioni che sono meravigliose. Vi domando semplicemente se noi non apparteniamo alla razza dei lupi, lupi ben educati, che hanno ancora la possibilità di eludere con codici penali. Vi domando se dove passiamo noi non ci sono delle rovine, come là dov’è passato il lupo a quattro gambe, il lupo che non è stato addomesticato».
L’AUTORE
PRIMO MAZZOLARI (1890-1959), sacerdote e scrittore, il parroco di Bozzolo, il «prete scomodo» al regime fascista e agli stessi ambienti curiali per le sue idee «sovversive», pacifiste e di sostegno alle classi deboli. Dopo il 1948 comincia a lavorare a fianco della Democrazia cristiana divenendone la coscienza critica. Nel 1949 inizia, con non pochi problemi, la pubblicazione, di «Adesso», un giornale per dare spazio alle avanguardie cristiane. Solo alla fine degli anni Cinquanta don Primo viene «riabilitato» dall’autorità ecclesiastica grazie all’intervento dell’arcivescovo di Milano Montini e a papa Giovanni XXIII.
DATI BIBLIOGRAFICI
Titolo: Francesco d'Assisi e il lupo
Autore: Primo Mazzolari
Editore: Edizioni Messaggero Padova
Collana: Smart
Pagine: 82
ISBN: 978-88-250-3347-2 (LIBRO). Disponibile anche in formato digitale (PDF e EPUB).
Scheda libro cliccando su questo link.
Per copia omaggio per recensioni i giornalisti possono contattare l’ufficio stampa compilando il form: http://areastampa.messaggerosantantonio.it/view-accreditamenti#libri.

Mondo Antoniano | ComunicatoStampa
I francescani conventuali ripartono "tra realtà e profezia"
Conclusi a Camposampiero i lavori del Capitolo provinciale ordinario dei francescani conventuali della Provincia Italiana di S. Antonio. Conferme e rinnovi negli incarichi
Dopo nove giorni di riunione fraterna nella Casa di Spiritualità dei Santuari Antoniani a Camposampiero, i francescani conventuali del nord-Italia hanno concluso i lavori programmatici per il quadriennio 2017-2017. Ne è risultata una seria disamina della situazione e delle prospettive conventuali e pastorali sulle quali orientare fattivamente la presenza dei religiosi nelle 32 comunità che caratterizzano la provincia religiosa (per Italia, Portogallo e Chile). Le giornate di lavoro hanno prodotto anche un importante documento carismatico-spirituale (Progetto Provinciale Quadriennale dal titolo «Ringraziate e servite con grande umiltà». Tra realtà e profezia) e otto precisi progetti di riferimento in diversi ambiti francescani-pastorali.
Alla luce di queste nuove prospettive condivise, ne sono scaturiti anche i nuovi incarichi e richieste di itineranza francescana. Sono 17 i religiosi che assumono dal Capitolo il nuovo mandato di guidare comunità religiose (frati "guardiani"), altri 15 proseguono il loro servizio di guardiani dove si trovavano negli ultimi quattro anni, mentre sono almeno 80 i frati che si sono resi disponibili a cambiare casa religiosa per offrire i loro servizi e competenze per il bene della provincia religiosa. Non è mancata l'attenzione per le comunità del Portogallo e Chile che vedranno l'arrivo di nuovi religiosi a servizio di queste realtà a maggior carattere "missionario". Per le realtà antoniane, confermati fra Fernando Spimpolo guardiano della comunità religiosa del Santuario dell’Arcella e fra Valentino Maragno guardiano della comunità religiosa ai Santuari Antoniani di Camposampiero. Il guardiano e rettore della Basilica del Santo era già stato eletto "fuori capitolo" in ottobre 2016, scelto da papa Francesco in sostituzione del compianto fra Enzo Poiana.
Tra gli incarichi ulteriori affidati dai frati capitolari: il Direttore generale del “Messaggero di Sant'Antonio”, riconfermato il mandato a fra Giancarlo Zamengo per altri quattro anni; il Delegato per l'apostolato mariano e Milizia dell'Immacolata, riconfermato fra Tarcisio Centis; l'Assistente regionale della Milizia dell'Immacolata per l'Emilia Romagna, riconfermato fra Mario Peruzzo; il Segretario del centro provinciale missionario, riconfermato fra Valerio Folli.
Altri incarichi (tra cui il Direttore del “Villaggio S. Antonio” di Noventa Padovana, del “Centro Dantesco” a Ravenna e del “Centro Studi Antoniani” di Padova) non sono di competenza del Capitolo ma verranno designati dal Ministro Provinciale fra Giovanni Voltan e dai frati del suo Definitorio.
Info on-line: http://www.francescaninorditalia.net/eventi/554-capitolo-provinciale-ordinario-2017-seconda-parte
Addetto stampa del CAPITOLO PROVINCIALE ORDINARIO 2017 padre Andrea Vaona, a.vaona@santantonio.org – 329-0466546
UFFICI E INCARICHI NEL QUADRIENNIO 2017 - 2021
ATTENZIONE! Alcuni incarichi risultano dalle elezioni della prima parte del Capitolo a marzo (Ministro provinciale e Definitorio); per quanto riguarda gli incarichi dei guardiani, quelli afferenti a comunità parrocchiali dovranno anche ricevere formale incarico di parroco dal relativo vescovo.
Al seguente LINK è possibile scaricare tutti gli uffici e incarichi risultanti dal Capitolo 2017 - https://drive.google.com/file/d/0B9O8Wh5NIkD_VTc3LUdnOVpuczg/view

Giugno Antoniano 2017 | ComunicatoStampa
Una guida storico-agiografica illustrata per scoprire la Scoletta del Santo
Il 22 giugno alle 21 alla Scoletta del Santo presentazione del libro realizzato dall’Arciconfraternita del Santo con l’aiuto di mecenati locali e pubblicato da Edizioni Messaggero Padova. A seguire visita guidata gratuita
Le visite guidate “Alla scoperta della Scoletta del Santo” sono ormai divenute un brand che da più anni offre con successo ai padovani e ai numerosi pellegrini che giungono nella basilica antoniana la possibilità di visitare la Scuola del Santo (detta popolarmente “La Scoletta”), dal 1427 sede storica dell'Arciconfraternita di sant'Antonio di Padova e uno degli scrigni di storia, arte e devozione più importanti dell’intera città. Da poche settimane a completare il percorso di visita è stata pubblicata anche l’omonima guida storico-agiografica illustrata, Alla scoperta della Scoletta del Santo (ed. Edizioni Messaggero Padova), che verrà presentata nell’ambito del Giugno Antoniano, giovedì 22 giugno ore 21.00 nella Sala Priorale della Scoletta. Saranno presenti l’autore, Leonardo Di Ascenzo, priore dell’Arciconfraternita, che condurrà anche la successiva visita guidata, il rettore del Santo padre Oliviero Svanera e il direttore generale del Messaggero di sant’Antonio padre Giancarlo Zamengo. A seguire brindisi nel cortile interno della Scoletta. Una serata dinamica durante la quale gli ospiti verranno guidati tra gli affreschi della Sala Priorale, svelando loro i particolari più curiosi e significativi.
La guida è stata stampata grazie al mecenatismo di alcuni sostenitori, che hanno così continuato una tradizione senza la quale la Scoletta oggi non esisterebbe o non sarebbe altrettanto ben conservata: Fondazione Antonveneta, Birra Antoniana, Alì Supermercati, Poliambulatorio Valentini, e molte consorelle e confratelli dell’Arciconfraternita.
Il volume, nato dall’esperienza di visite guidate offerte dall’Arciconfraternita nel corso degli ultimi anni, è pensato come un agile sussidio per scoprire i luoghi e le bellezze della Scoletta del Santo, e soprattutto per conoscere, attraverso il prestigioso edificio, sant’Antonio di Padova, i principali momenti della sua vita e della sua predicazione, nonché la sua Arciconfraternita, ovvero quel sodalizio di chierici e laici che da ormai sette secoli, al fianco dei Frati Minori Conventuali, è impegnato nella promozione e nella diffusione della devozione antoniana, avendo edificato nel passato e vivificando nel presente questi luoghi, che ne sono tuttora la sede.
A differenza di pubblicazioni precedenti la guida, corredata dalle fotografie a colori di tutte le opere e gli oggetti d’arte custoditi nella Scuola del Santo, si sofferma sulle diverse opere artistiche e storiche del complesso, comprese quelle dell’Oratorio e dello scalone monumentale che porta alla loggia delle benedizioni, sebbene i dipinti della Sala Priorale costituiscano l’elemento più attrattivo dell’intero sito. La descrizione particolareggiata della scena o del soggetto della singola opera d’arte è completata dalla riproposizione per intero del brano agiografico ispiratore. «Si è voluto così colmare un vuoto editoriale, offrendo ai visitatori uno nuovo strumento per una visita che non sia un semplice ammirare opere musealizzate, bensì un viaggio storico-agiografico per incontrare papi, frati, confratelli, devoti, artisti, che da più secoli frequentano la confraternita antoniana», spiega l’autore, il priore Leonardo Di Ascenzo.
Il cuore della Scoletta è rappresentato senz’altro dalla Sala Priorale con il suo meraviglioso ciclo di dipinti rinascimentali tra i quali spiccano, a fianco di quelli di Girolamo Tessari, Bartolomeo Montagna, Jacopo da Verona, Domenico Campagnola, Antonio Buttafuoco, i tre realizzati da Tiziano Vecellio nel 1511, folgorante anteprima della sua geniale pittura e momento d’inizio del Rinascimento della pittura veneta. Un ciclo ricco di informazioni storiche e dall'effetto complessivo di magnificenza, che la sala, ancor oggi vissuta dopo cinque secoli dai confratelli antoniani per la vita associativa, suscita a chiunque vi entri o vi rientri.
Info: tel. 049/8755235, segreteria@arciconfraternitadelsanto.com, www.arciconfraternitasantantonio.org.
Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti
L’ARCICONFRATERNITA viene fondata, secondo la tradizione, già negli anni immediatamente successivi alla morte di sant’Antonio, avvenuta il 13 giugno 1231. Il primo statuto viene approvato nel 1334 e da allora la storia del sodalizio è ininterrotta fino ai giorni nostri, riuscendo anche a rinascere alla soppressione napoleonica, nella forma moderna, l’8 dicembre 1828.
All’Arciconfraternita possono aderire tutti i fedeli della Chiesa cattolica ovunque residenti nel mondo, uomini e donne, laici, sacerdoti, religiose e religiosi, animati dal desiderio di onorare Cristo nella Chiesa con una particolare devozione al Santo di Padova.
Con la l’ascrizione i confratelli si impegnano nella propria formazione religiosa, nella diffusione della devozione antoniana e in opere di carità e apostolato. Ogni ascritto è invitato a prendere parte attivamente alla catechesi con santa messa confraternale, celebrata ogni prima domenica del mese nella Scoletta del Santo e nella basilica antoniana dal padre cappellano, con la benedizione e distribuzione del Pane di sant’Antonio.
Riconoscibili dal tradizionale mantello e medaglione confraternali, gli ascritti partecipano anche a tutte le processioni e funzioni antoniane più importanti, come la Festa della Lingua del Santo a febbraio, durante la Tredicina in onore del Santo, la Festa del Santo il 13 giugno, la Solennità dell’Immacolata Concezione e agli incontri con altre confraternite antoniane che giungono a Padova in pellegrinaggio da ogni parte del mondo.
FOTO ALLEGATE utilizzabili con cortese citazione della fonte: © Archivio MSA
Info e programma Giugno Antoniano:
Facebook: Giugno Antoniano 2017
Twitter: @giugnoanto2017
tel. 049-8225652, email infobasilica@santantonio.org.
Il Giugno Antoniano è organizzato da Comune di Padova, Pontificia Basilica del Santo, Provincia di S. Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali, Coordinamento di Pastorale cittadina della Diocesi di Padova, Veneranda Arca di S. Antonio, Messaggero di sant’Antonio Editrice, Arciconfraternita di Sant’Antonio, Centro Studi Antoniani.
La realizzazione è stata possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparo (Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo), Cassa di Risparmio del Veneto, Fondazione Antonveneta. La rassegna ha ricevuto il patrocinio di Nuova Provincia di Padova, Comuni di Camposampiero e di Anguillara Veneta, Dipartimenti dei Beni Culturali e di Scienze Storiche Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova.
Contatti stampa Giugno Antoniano
Ufficio stampa Messaggero di sant’Antonio - Tel. 049-8225926 – Mob. 380-2038621 – ufficiostampa@santantonio.org
Allegati disponibili
-
cop_guida_alla_scoletta_del_santo.jpg
949248 Kb -
complesso_scoletta_del_santo.jpg
1881413 Kb -
ingresso_scalinata.jpg
1409988 Kb -
scalinata_interna_scoletta.jpg
78243 Kb -
marito_geloso_vecellio_tiziano.jpg
1315831 Kb -
neonato_che_parla_vecellio_tiziano.jpg
1534476 Kb -
piede_riattaccato_vecellio_tiziano.jpg
1492163 Kb -
22_cs_ga_libro_scoletta_20.06.2017.doc
494080 Kb

Messaggero di sant'Antonio Editrice | ComunicatoStampa
Da Padova a Roma, nuova statua di sant’Antonio a Santa Prassede
È il dono dei frati della Basilica del Santo di Padova e del Messaggero sant’Antonio per sostituire quella distrutta da un vandalo nella basilica romana
È stata collocata stamani, domenica 11 giugno, nella Basilica di Santa Prassede a Roma la statua di Sant’Antonio donata dai frati del Santo di Padova e dalla casa editrice francescana «Messaggero di sant’Antonio» all’antica chiesa nel rione Monti.
Ad accompagnare la statua, che sostituisce quella distrutta lo scorso settembre da un atto vandalico, il direttore generale del Messaggero, padre Giancarlo Zamengo. Con l’occasione, il religioso ha portato nella Città eterna anche una reliquia di sant’Antonio che oggi, dopo la santa messa e la benedizione della statua, è stata esposta alla venerazione dei molti devoti presenti a Santa Prassede.
Nelle foto di Lucia Perrotta, del collettivo di fotografi di reportage WSP per il «Messaggero di sant’Antonio», alcuni momenti della mattinata.
Le foto sono utilizzabili con cortese citazione del credit fotografico: © Lucia Perrotta/Archivio MSA
Allegati disponibili
-
56_cs_2017.06.11_dono_statua_s._antonio_a_santa_prassede_a_roma.doc
87552 Kb -
benedizione_statua_s._antonio_di_p._zamengo.jpg
1823521 Kb -
devoti_omaggiano_il_santo.jpg
1873983 Kb -
p._zamengo_e_devoto.jpg
1712517 Kb -
reliquia_s._antonio_e_devoti_a_s._prassede.jpg
1862831 Kb -
svelamento_statua_s._antonio.jpg
1782201 Kb

Provincia Italiana S. Antonio di Padova | ComunicatoStampa
Elezione del Definitorio Provinciale della “Provincia Italiana S. Antonio di Padova” dei Frati Minori Conventuali
Sono otto i frati che affiancheranno il neo ministro Voltan al governo della Provincia religiosa
A poche ore dalla conferma di p. Giovanni Voltan al servizio di Ministro provinciale della “Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova” dei francescani conventuali, il Capitolo provinciale ha provveduto anche alla scelta dei religiosi che compongono il gruppo di collaboratori al governo della Provincia, detti “definitori”.
Nel tardo pomeriggio di giovedì 9 marzo, al termine delle lunghe operazioni di voto previste dal regolamento, sono risultati eletti:
- fr. Roberto Brandinelli, definitore, nuovo vicario provinciale (attuale Guardiano del Convento dei Santi XII apostoli a Roma, curia generalizia ofmconv, originario di Savignano sul Rubicone - FC, nato nel 1967, frate dal 1993);
- fr. Andrea Vaona, definitore, nuovo segretario provinciale (attuale Segretario dell’“Istituto Teologico S.Antonio Dottore” a Padova, originario di Venezia - Mestre, nato nel 1969, frate dal 1994);
- fr. Giancarlo Capitanio, definitore al secondo mandato, (attuale Direttore del Villaggio S.Antonio a Noventa Padovana, originario di Lecco, nato nel 1966, frate dal 1991);
- fr. Giancarlo Zamengo, definitore al secondo mandato (attuale Direttore generale MSA, originario di Boara Pisani - PD, nato nel 1957,frate dal 1976);
- fr. Fernando Spimpolo, definitore (attuale Parroco della Parrocchia di S.Antonio di Padova all’Arcella, originario di Montagnana - PD, nato nel 1958, frate dal 1992);
- fr. Francesco Panizzolo, definitore (originario di Dolo - VE, nato nel 1977, frate dal 1997);
- fr. Antonio Ramina, definitore al secondo mandato (attuale Rettore del Seminario Teologico S.Antonio Dottore e Guardiano del Convento S.Antonio Dottore a Padova, originario di Vicenza, nato nel 1970, frate dal 1999).
- fr. Valerio Folli, definitore al secondo mandato (già Segretario del Centro Provinciale Missionario, originario di Faenza - RA, nato nel 1974, frate dal 2001)
Nelle ultime giornate di questa prima parte il Ministro Provinciale con il suo nuovo Definitorio e con i frati capitolari provvederà ancora ad alcune nomine per l’avvio della regolare vita provinciale, nonché comincerà ad individuare una traccia di lavoro per il futuro della vita della Provincia religiosa.
Poi i lavori saranno sospesi fino alla seconda sessione del capitolo prevista per fine giugno - inizio luglio, durante la quale i frati elaboreranno il progetto per il prossimo quadriennio e sceglieranno i frati responsabili delle 27 comunità che compongono la Provincia religiosa, nonché i religiosi che saranno alla guida in servizi di direzione di tante opere che caratterizzano la vivace esperienza dei frati di questa circoscrizione dell’Ordine.
Questa giurisdizione, che ha la sua sede storica in Padova nella Basilica del Santo, comprende tutto il nord Italia, Emilia Romagna compresa, con circa 280 frati e le circoscrizioni custodiali del Ghana, dell’Indonesia, della Francia-Belgio nonché le delegazioni del Portogallo e del Chile.
Info on-line:
http://www.francescaninorditalia.net/eventi/517-capitolo-provinciale-ordinario-2017
L'Ufficio stampa del CAPITOLO PROVINCIALE ORDINARIO 2017
padre Andrea Vaona, a.vaona@santantonio.org – 329-0466546