
Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
L’incontro tra san Francesco e sant’Antonio e tra noi e gli altri sul «Messaggero di sant’Antonio» di maggio
Un numero tematico che, partendo dagli 800 anni dell’incontro tra i due santi ad Assisi nel maggio 1221, racconta cosa ha rappresenta questo evento per la storia della spiritualità e cosa significa l’incontrarsi nella nostra società
Con interventi di Massimo Cacciari, Dolce e Gabbana, Noa, Angelo Branduardi, Francesco Pannofino, Milvia Bollati
Una teiera, una lattiera, qualche bicchierino per il tè, un fuoco, la sabbia del deserto. È un incontro evocato quello ritratto sulla copertina del «Messaggero di sant’Antonio» di maggio (foto di Andrea Semplici), che ha come tema di fondo, appunto, l’incontro, declinato nelle sue varie sfaccettature. Una scelta nata per ricordare gli 800 anni dall'incontro tra Francesco d’Assisi e Antonio di Padova avvenuto nel maggio 1221, ma sviluppata per parlare a tutto tondo di incontri - reali, possibili, auspicabili - mai così importanti per ciascuno di noi come in questo tempo di pandemia.
«Facciamo memoria dell’incontro tra Antonio e Francesco ad Assisi, proprio in un momento in cui incontrarsi è difficile, ma per questo ancor più prezioso - spiega fra Fabio Scarsato nell'editoriale “Ci incontriamo ad Assisi” - Il virus ci ha reinsegnato che ognuno di noi non può non fare i conti, nel bene e nel male, con tutti gli altri: legami e relazioni di sangue, istituzionali, affettive, casuali. E, viceversa, tutti gli altri con noi. Da una parte, il nostro simile è una minaccia e potrebbe trasmetterci il virus. Dall’altra, mai come in questo tempo infausto abbiamo sentito la mancanza “materiale” degli altri. Non ci bastano più neanche le relazioni virtuali, abbiamo bisogno del loro corpo fisico. Abbiamo cominciato a parlare da finestra a finestra, da terrazza a terrazza. E così non possiamo non incontrarci, anche se le modalità della concretizzazione di tale incontro possono variare con fantasia e passione, come forse finora neanche ci avevamo mai pensato».
Massimo Cacciari, filosofo e intellettuale, voce tra le più autorevoli e intelligenti del panorama italiano, è il protagonista dell’intervista “Incontrarsi oggi”. Sollecitato dalle domande di Sabina Fadel, Cacciari parla di che cosa significa aprirsi all’incontro con l’altro, se l’incontro con un essere umano diverso da noi può rappresentare un dono o un pericolo al contempo, se siamo davvero responsabili gli uni degli altri, come è cambiato il nostro rapporto con gli altri durante la pandemia. «La pretesa che vi possa essere ascolto-incontro sicuro, cioè sed-curus, senza affanno, senza angoscia, senza lotta, è ridicola esattamente quanto l’idea che il “Tu” sia semplicemente un “Altro” rispetto a me. Questa assurda pretesa domina la nostra attuale cultura, ed è propria infatti di tutte le civiltà in decadenza, che, magari dopo aver messo il mondo a soqquadro, pretendono pace e benessere. Ciò vale sia per il modo in cui l’Europa continua ad affrontare il dramma epocale dell’immigrazione, sia per la pandemia».
Il Poverello di Assisi ispira ancora oggi la vita di molti, anche di non credenti o di appartenenti ad altre religioni. Il dossier “Incontrando Francesco” a cura della redazione (Giulia Cananzi, Sabina Fadel, Nicoletta Masetto, Luisa Santinello), con le immagini di Giovanni Mereghetti, raccoglie una serie di interviste a personaggi famosi (Angelo Branduardi, Noa, Francesco Pannofino, attore e doppiatore, Angela Serracchioli, ideatrice del Cammino «Sui passi di Francesco» dalla Toscana all’Umbria) e a persone comuni (una coppia, un giovane, un'anziana), raccontando così il mistero di un incontro personale con san Francesco e di come questo ha cambiato la loro vita.
E sono niente meno che gli stilisti Dolce e Gabbana a firmare l'articolo “L'abito perfetto”, in cui le due «vette» della moda contemporanea, ispirate dal “patchwork” del saio di san Francesco conservato nella Basilica inferiore di Assisi, spiegano che cosa rende così speciale e unico l’abito indossato dal Giullare di Dio e qual è il segreto di una veste tanto umile quanto intramontabile come quella di sant’Antonio.
L’incontro è analizzato anche attraverso l’arte. In “Antonio a casa di Francesco” la storica dell'arte Milvia Bollati racconta l’incontro tra i due santi attraverso due vetrate di epoche diverse della Basilica di Assisi, che schiudono al visitatore la storia del francescanesimo a portata di sguardo. In “L'incontro si fa danza” fra Fabio Scarsato narra invece la genesi dell'opera modellata in resina dallo scultore Niccolò Niccolai dedicata all’incontro tra Antonio e Francesco, in cui i due santi paiono quasi danzare, presi dalla gioia del trovarsi l'uno dinanzi all'altro.
All’Umbria e in particolare ad Assisi, luogo dello storico incontro tra i due santi, è dedicato lo speciale di 14 pagine “Sui passi di Antonio”, con riflessioni spirituali (“La grazia dell'incontro” di fra Fabio Scarsato e “La santità accanto a noi” di fra Danilo Salezze); testimonianze, in questo caso dei novizi conventuali che trascorrono ad Assisi quest’anno di formazione (“Giovani in cammino” di Sabina Fadel); progetti di solidarietà sostenuti nella regione da Caritas sant'Antonio (“Una cordata per la vita”, sempre Fadel); approfondimenti sulla storia della Porziuncola, culla del francescanesimo, dove Francesco d’Assisi e Antonio di Padova si conobbero (“Il luogo dell'incontro” di Nicoletta Masetto).
Infine, sul tema dell'incontro disquisiscono anche alcune delle firme della rivista nelle rubriche da loro condotte: GianCarlo Bregantini in “Luoghi di vita”, Mariapia Veladiano in “Bene-dire”, Maria Teresa Pontara Pederiva in “Ex-cathedra”, Claudio Imprudente in “Diversa-mente”, Edoardo e Chiara Vian in “Parliamo di famiglia”, Daniele Novara in “L'arte di educare”, Paolo Marino Cattorini in “Ciak bioetica”.
Il sommario del nuovo numero sul sito Messaggerosantantonio.it

EMP | ComunicatoStampa
"Grande, grande amore", in uscita il cofanetto con la registrazione dell’opera di Luigi Francesco Ruffato e Roberto Fabbriciani
Il 16 ottobre a Mestre e il 17 ottobre a Padova presentazione del cofanetto con CD e libretto dell'oratorio in un atto per soli, coro, voci recitanti e orchestra dedicata a Kolbe
In uscita nelle librerie il cofanetto edito dalle Edizioni Messaggero Padova con CD e libretto dell’opera Grande, grande amore. Il testo dell’oratorio è di padre Luigi Francesco Ruffato, frate conventuale del Santo e fondatore dei centri culturali Antonianum di Milano e Kolbe di Mestre; la musica è del celebre flautista e compositore contemporaneo Roberto Fabbriciani. L’opera per soli, coro, voci recitanti e orchestra è un affresco sulla vicenda umana e spirituale di padre Kolbe, frate polacco proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II nel 1982. Il critico musicale Cesare Valentini l’ha definita una «narrazione molto moderna con scene a dissolvenza che proiettano lo spettatore verso piani tematici e temporali diversi sino all’ultima delle scene, nella quale si assiste al dialogo immaginario tra Kolbe, un gesuita e Rudolf Höss, il comandante del campo di concentramento di Auschwitz».
Il cofanetto sarà presentato nel corso di due serate pubbliche con gli autori: la prima, lunedì 16 ottobre, alle ore 20.15 al Teatro Kolbe a Venezia-Mestre (via Aleardi 156); la seconda, martedì 17 ottobre, alle ore 20.45 a Padova, nella Sala dello Studio Teologico della Basilica del Santo. In entrambe le presentazioni ci sarà un intermezzo musicale del maestro Fabbriciani. L’ingresso è libero.
Musica e teatro si fondono insieme in questo oratorio, dove orchestra, cori e voci recitanti rappresentano ciascuno dei veri e propri personaggi. La modernità del testo teatrale ha ispirato l’utilizzo di differenti tecniche di scrittura orchestrale, elettronica e corale, tra invenzione e tradizione, dando voce e suono al pensiero di Massimiliano Kolbe, innamorato di Maria, la madre immacolata di Gesù, immolatosi ad Auschwitz nel 1941 per salvare un padre di famiglia. La figura straordinaria dell’uomo e del religioso Kolbe è tratteggiata attraverso le parole dell’autore, che diventano emblema dell’amore che si contrappone all’odio, della misericordia che annulla il male dei campi di sterminio.
Interessante il ruolo del coro, sia dal punto di vista musicale che teatrale, che ricorda il teatro greco antico. In Grande, grande amore, i due cori – uno di voci adulte, l’altro di voci bianche - sono avulsi dall’azione ma capaci di darne una lettura cristiana. Il primo rappresenta la coscienza cristiana che commenta l'azione in una dimensione sovraumana; il secondo, dei bambini, rappresenta l’innocenza dell’uomo prima di essere corrotto dal male. E non a caso il finale dell’opera è affidato a entrambi cori, a suggellare con grande impatto sonoro e vocale la grande prova d'amore di Kolbe.
Il CD è stato registrato nella Basilica del Santo a Padova a giugno 2017, durante l’esecuzione dell’oratorio in prima nazionale assoluta con l’Orchestra di Padova e del Veneto, il Kolbe Children’s Choir e la Polifonica Benedetto Marcello del Centro culturale Kolbe di Venezia-Mestre (gli ultimi due preparati dal maestro Alessandro Toffolo) diretti dal giovane e trascinante direttore Alessandro Cadario. Una quindicina gli interpreti a cui erano affidati i dialoghi del lavoro teatrale, alcuni dei quali particolarmente vibranti e commoventi. Tra le voci recitanti Adriano Spolaor, Massimo D’Onofrio, Stefania Bellamio.
L’oratorio è stato promosso dai Frati Minori Conventuali della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova, per ricordare i 100 anni esatti della Milizia dell’Immacolata, il movimento mariano fondato a Roma da padre Kolbe e sei confratelli il 17 ottobre 1917.
In allegato le locandine con i protagonisti degli eventi del 16 e del 17 ottobre.
Allegati disponibili
-
roberto_fabbriciani_foto_l._botteon.jpg
2377111 Kb -
orchestra_di_padova_e_del_veneto_2013_b_c_alessandra_lazzarotto_small.jpg
897397 Kb -
kolbe_childrens_choir_diego_landi_rid.jpg
321836 Kb -
polifonica_benedetto_marcello.jpg
208087 Kb -
alessandro_cadario.jpg
261890 Kb -
locandina_16_ottobre_2017.pdf
984984 Kb -
locandina_17_ottobre_2017.pdf
984844 Kb -
grande_grande_amore_profili_biografici.doc
56832 Kb -
91_cs_2017.10.05_emp_cd_e_libretto_grande_grande_amore_riv_r.doc
50176 Kb

Giugno Antoniano 2017 | ComunicatoStampa
“Grande, grande amore”, l’oratorio su san Massimiliano Kolbe in prima nazionale assoluta chiuderà al Santo il Giugno Antoniano 2017
Opera in un atto per soli, coro, voci recitanti e orchestra con testi di padre Francesco Ruffato e musica di Roberto Fabbriciani. Con Opv, Kolbe Children’s Choir, Polifonica Benedetto Marcello. Ospite d’eccezione Massimo Cacciari
Sarà l’oratorio Grande, grande amore, in prima nazionale assoluta, a concludere venerdì 23 giugno alle 21.00 nella basilica di Sant’Antonio a Padova il Giugno Antoniano e a sintetizzare e sublimare il filo conduttore mariano e kolbiano, scelto per l’edizione 2017 dalla tradizionale kermesse padovana dedicata a sant’Antonio. L’opera per soli, coro, voci recitanti e orchestra è dedicata alla straordinaria figura di Massimiliano Kolbe, innamorato di Maria, la madre immacolata di Gesù, immolatosi ad Auschwitz nel 1941 per salvare un padre di famiglia e proclamato santo trentacinque anni fa da papa Giovanni Paolo II.
Musica e teatro si fondono insieme in questo oratorio, dove orchestra, cori e voci recitanti rappresentano ciascuno dei veri e propri personaggi. Il testo di Grande, grande amore è di padre Luigi Francesco Ruffato, animatore culturale della basilica del Santo, la musica è del celebre flautista e compositore contemporaneo Roberto Fabbriciani, che venerdì sera regalerà al pubblico anche un suo assolo. L’Orchestra di Padova e del Veneto, il Kolbe Children’s Choir e la Polifonica Benedetto Marcello del Centro culturale Kolbe di Venezia-Mestre (gli ultimi due preparati dal maestro Alessandro Toffolo) saranno diretti dal giovane e trascinante direttore Alessandro Cadario. Una quindicina gli interpreti a cui sono affidati i dialoghi del lavoro teatrale, alcuni dei quali particolarmente vibranti e commoventi. Tra questi spiccano gli attori Adriano Spolaor, interprete di Massimiliano Kolbe, protagonista dell’opera, e Massimo D’Onofrio nelle vesti del nazista Rudolf Franz Höss, comandante del campo di concentramento ad Auschwitz, e la cantante Stefania Bellamio. A lei è affidata la voce fuori campo della Vergine Maria, anima di tutta la scena e, ancor più, della vita del francescano. A illustrare il senso della figura umana e spirituale del frate polacco Kolbe sarà venerdì un’ospite d’eccezione, il filosofo Massimo Cacciari.
Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento dei posti.
L’oratorio, che nel corso della serata sarà registrato per realizzarne un cd, è stato promosso dai Frati Minori Conventuali, per ricordare la nascita della Milizia dell’Immacolata, movimento mariano fondato a Roma da padre Kolbe con sei confratelli, nei giorni in cui la Madonna appariva ai pastorelli di Fatima. Spiega padre Oliviero Svanera, rettore del Santo: «San Massimiliano scriveva, a proposito della Milizia dell’Immacolata, che “il Signore vuole conquistare a Maria il maggior numero possibile di cuori”. E mi è sempre piaciuto che lui pensasse come “con l'aiuto dell'Immacolata dobbiamo tendere a questo: che i fedeli cavalieri dell'Immacolata si trovino dappertutto, ma specialmente nei posti più importanti, come le belle arti (scultura, pittura, musica, teatro)”. È alla luce di questo spirito kolbiano che la Provincia italiana di Sant’Antonio dei Frati Minori Conventuali ha commissionato un’opera da dedicare alla madre di Dio nel centenario della Milizia dell’Immacolata. Ne è nato così l’oratorio Grande grande amore - Massimiliano M. Kolbe».
L’originalità del testo teatrale ha ispirato l’utilizzo di differenti tecniche di scrittura orchestrale, elettronica e corale, tra invenzione e tradizione, dando vita a quella che il critico musicale Cesare Valentini ha definito una «narrazione molto moderna con scene a dissolvenza che ricordano il cinema e che proiettano lo spettatore verso piani tematici e temporali diversi, sino all’ultima delle scene nella quale si assiste al dialogo immaginario tra padre Kolbe, un gesuita e Rudolf Franz Höss, comandante ad Auschwitz». «Pur privo di una vera e propria azione (in ciò consiste la modernità drammaturgica) – continua Valentini –, il libretto consente di mettere in luce alcuni dialoghi e pensieri del frate che sono un inno alla misericordia e all'amore verso l'umanità anche di fronte al manifesto male. Una voce narrante, altro interessante aspetto che si rifà all’arte cinematografica, collega alcuni episodi dando chiarezza spazio-temporale al susseguirsi delle scene. Un espediente che si sposa felicemente con le atmosfere create da Roberto Fabbriciani per una musica che, quando necessario, commenta la scena e in molti passi si erge a protagonista in quadri sinfonici ove si spargono i dialoghi dei personaggi». Interessante il ruolo del coro, sia dal punto di vista musicale che teatrale, che ricorda il teatro greco antico. In Grande, grande amore, i due cori sono avulsi dall’azione ma capaci di darne una lettura cristiana. Il primo, quello affidato alla Polifonica, rappresenta la coscienza cristiana che commenta l'azione in una dimensione sovraumana; quello dei bambini rappresenta l’innocenza dell’uomo prima di essere corrotto dal male. E non a caso il finale dell’opera è affidato ai cori, a suggellare con grande impatto sonoro e vocale la grande prova d'amore di Kolbe. Perché, come diceva il francescano, «Solo l’amore crea!».
In allegato:
PROFILI ARTISTICI
FOTO
TAMBURINO
Venerdì 23 giugno 2017, ore 21.00
Basilica del Santo, Padova
GRANDE, GRANDE AMORE. Massimiliano M. Kolbe (Auschwitz 1941)
Opera in un atto per soli, voci recitanti, coro e orchestra
Testo di Luigi Francesco Ruffato
Musica di Roberto Fabbriciani
Orchestra di Padova e del Veneto
Maestro concertatore e Direttore Alessandro Cadario
Coro di Voci Bianche Kolbe Children’s Choir
Coro Polifonica Benedetto Marcello
Maestro del coro Alessandro Toffolo
Voci recitanti: Adriano Spolaor (Massimiliano Kolbe), Massimo D’Onofrio (Rudolf Franz Höss), Stefania Bellamio (Maria di Nazareth)
Chitarra solista Massimo Scattolin
Riflessioni di Massimo Cacciari
Coordinatore del progetto Alessandro Ragazzi
Regia del suono Alvise Vidolin
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti
Info e programma Giugno Antoniano:
www.santantonio.org
Facebook: Giugno Antoniano 2017
Twitter: @giugnoanto2017
tel. 049-8225652, email infobasilica@santantonio.org.
Il Giugno Antoniano è organizzato da Comune di Padova, Pontificia Basilica del Santo, Provincia di S. Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali, Coordinamento di Pastorale cittadina della Diocesi di Padova, Veneranda Arca di S. Antonio, Messaggero di sant’Antonio Editrice, Arciconfraternita di Sant’Antonio, Centro Studi Antoniani. La realizzazione è stata possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparo (Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo), Cassa di Risparmio del Veneto, Fondazione Antonveneta. La rassegna ha ricevuto il patrocinio di Nuova Provincia di Padova, Comuni di Camposampiero e di Anguillara Veneta, Dipartimenti dei Beni Culturali e di Scienze Storiche Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova.
Contatti stampa Giugno Antoniano 2017
Ufficio stampa Messaggero di sant’Antonio - Tel. 049-8225926 – Mob. 380-2038621 – ufficiostampa@santantonio.org
Allegati disponibili
-
20_cs_ga_grande_grande_amore_17.06.2017_riv.doc
495104 Kb -
ga_grande_grande_amore_profili_biografici.doc
504320 Kb -
ga_grande_grande_amore_tamburino.doc
485888 Kb -
locandina_grande_amore.pdf
921255 Kb -
roberto_fabbriciani_foto_l._botteon.jpg
2377111 Kb -
orchestra_di_padova_e_del_veneto_2013_b_c_alessandra_lazzarotto_small.jpg
897397 Kb -
kolbe_childrens_choir_diego_landi_rid.jpg
321836 Kb -
polifonica_benedetto_marcello.jpg
208087 Kb -
alessandro_cadario.jpg
261890 Kb