
Messaggero dei Ragazzi | ComunicatoStampa
“Cara scuola ti scrivo…”, nel «Messaggero dei Ragazzi» di settembre gli studenti raccontano la scuola che vorrebbero
Sulle orme di Placido Cortese percorse da una scolaresca di Fiume in visita a Padova, quando raggiungere la scuola diventa un’avventura… esperienze dal mondo, il “Cantico delle Creature” commentato dai ragazzi
La scritta “Un ritorno di… classe” campeggia sulla copertina del «Messaggero dei Ragazzi» di settembre, mese contrassegnato dalla riapertura delle scuole nel nostro Paese. Se qualcuno rimpiange l’estate oramai agli sgoccioli, per tanti è bello invece ritornare a scuola. Di questo tratta il dossier “Cara scuola ti scrivo…” di Francesca Capelli che ha intervistato alcuni studenti in giro per il mondo e si è fatta raccontare le loro esperienze e i loro desideri, da Londra a Dubai, da Roma a Buenos Aires. Molti gli argomenti toccati, dalle modalità delle lezioni all’abbigliamento, dai codici di comportamento fino al rapporto con gli insegnanti. Perché la scuola dialoghi con i sogni e le passioni dei cittadini di domani. Illustrazioni di Giuliano Dinon.
Non per tutti, però, la scuola è qualcosa di scontato. Ne parla fra Massimiliano Patassini nella rubrica Cose nostre intitolata “Andare a scuola… che avventura”. Perché a volte arrivare in classe è davvero un’avventura. Nel mondo, infatti, ci sono studenti di ogni ordine e grado che sono costretti a usare i mezzi più svariati e per noi impensabili: funi, corde, carrucole, ruote gonfiate come gommoni improvvisati, ma anche ore di strada a piedi in mezzo a foreste o sentieri impervi. Un viaggio dalla Colombia alle Filippine, che tocca anche la storia del nostro secondo dopoguerra.
Una scolaresca di Fiume, in Croazia, è venuta in visita alla redazione del MeRa accompagnata dalla propria insegnante di religione per scoprire i luoghi del Venerabile padre Placido Cortese, nato nel 1907 a Cherso (oggi in Croazia) e negli anni ’40 direttore del «Messaggero di sant’Antonio» e dell’allora «Sant’Antonio e i fanciulli», ora MeRa. Laura Pisanello in “Sulle orme di padre Placido” racconta l’esperienza di questi studenti tra 11 e 15 anni d’età che fanno parte della minoranza italiana a Fiume. Hanno fatto tappa a Padova in Basilica, alla redazione del «Messaggero dei Ragazzi», poi a Trieste e alla Risiera di San Sabba (luoghi tristemente famosi durante la seconda guerra mondiale, dove venne torturato e ucciso anche padre Cortese) e ci hanno raccontato cosa hanno imparato da lui.
Un’esperienza, quella della visita di questa scuola alla sede del MeRa, che ha emozionato i ragazzi e i giornalisti, che invitano altri insegnanti e studenti a visitare la redazione e a scoprire in prima persona come si realizza un giornale (per info: redazione@meraweb.it).
Pure per frate Antonio, il mese di settembre del 1222 è stato l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita: a Forlì venne scoperto come grande predicatore… In quella predica c’era qualcosa di sorprendente e non calcolato, non solo frutto dell’intelligenza di quel giovane frate, ma qualcosa di bello e divino. È una delle sorprese dello Spirito che descrive fra Simplicio nella rubrica Incredibile intitolata “Quel che non ti aspetti… le sorprese dello Spirito”.
In un mondo che gira alla ricerca dell’immagine perfetta, dove possiamo scoprire la vera bellezza? È da questa domanda che parte l’inchiesta di Davide Penello “Cercatori di bellezza”, che ha chiesto ad alcuni studenti e studentesse di commentare il “Cantico delle Creature” di san Francesco. Un laboratorio “immersivo”, con questo inno al Creato e al suo Creatore proiettato a tutta parete con una musica di sottofondo; un’esperienza di bellezza tramite questa preghiera scritta dal Poverello negli ultimi anni di vita, quando era stanco e malato, riconosciuta come capolavoro di spiritualità e bellezza.
Sul versante dei fumetti continuano infine “Yasmina” di Mannaert con la terza puntata di “Un orto per l’umanità” ed “Ercole, agente intergalattico”, sceneggiato dal francese Vincent Zabus e disegno dell’italiano Antonello Dalena, con l’episodio “La ragazza del frigorifero”. Entrambi i fumetti, il primo della casa editrice d’Oltralpe Dargaud Benelux e il secondo della Le Lombard, sono pubblicati in esclusiva per il MeRa e tradotti da Luisa Varotto.
Il sommario in allegato e sul sito del «Messaggero dei Ragazzi» dal 1° di settembre.

Giugno Antoniano 2022 | ComunicatoStampa
Dalla rete di Placido Cortese ai nostri giorni, esperienze e testimonianze di coraggio per gli oppressi in ogni tempo
Nel Giugno Antoniano 2022 martedì 24 maggio alle ore 20.30 al Teatro del Seminario Vescovile a Padova un incontro tra storia e attualità promosso da Corsia del Santo – Placido Cortese, in collaborazione con la Diocesi di Padova
Partire dalla memoria del Venerabile padre Placido Cortese, frate del Santo e Medaglia d’oro al merito civile alla memoria per l’aiuto che durante la Seconda guerra mondiale portò a internati sloveni, ebrei, perseguitati politici e prigionieri alleati a Padova, per portare a conoscenza la rete di giovani collaboratori, e spesso collaboratrici, che di nascosto lo affiancarono, rischiando in proprio per persone sconosciute.
E dalla storia passare all’attualità, per ascoltare l’esperienza di chi anche oggi nel proprio quotidiano si spende in prima persona per coloro che non hanno voce e non hanno diritti, per offrire la possibilità di una vita migliore agli ultimi. Siano essi associazioni che aiutano profughi di qualsivoglia provenienza, o giornalisti in prima linea che raccontano le guerre con l’attenzione per le vittime.
È questo il fulcro dell’incontro tra storia e attualità “Dalla rete di padre Placido Cortese ai nostri giorni. La coscienza e il coraggio per gli oppressi in ogni tempo” che si terrà nell’ambito del Giugno Antoniano 2022 martedì 24 maggio, alle ore 20.30, nel Teatro del Seminario Vescovile. A organizzarlo l’associazione Corsia del Santo – Placido Cortese in collaborazione con la Diocesi di Padova.
Dopo il saluto di Anna Soatto, presidente della Corsia del Santo – Placido Cortese, interverranno padre Giorgio Laggioni (La rete di padre Placido); Antonio Spinelli (Gli ebrei stranieri in provincia di Padova 1933-1945) e seguiranno le testimonianze di Emanuela Sabbadin e Paolo Zanotto, familiari di Lidia Martini (una delle collaboratrici di padre Cortese), e di Alvise Moretti, presidente di Popoli insieme odv (Accogliere persone, costruire comunità). Infine il direttore del settimanale diocesano «La Difesa del popolo», Luca Bortoli, interverrà sul tema Raccontare le guerre, giornalisti in prima linea. Conclude la serata don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale della Diocesi di Padova.
A moderare l’incontro sarà Patrizio Zanella, storico della Corsia del Santo – Placido Cortese.
Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti e nel rispetto della normativa sanitaria vigente.
Il Teatro del Seminario Vescovile si trova in Via Seminario 29 (ingresso per le auto da via Andrea Memmo).
INFO GIUGNO ANTONIANO
www.santantonio.org – Facebook: Giugno Antoniano - www.padovanet.it
Tel. 049-8225652 - infobasilica@santantonio.org
Contatti stampa
Giugno Antoniano
Ufficio stampa Messaggero di sant’Antonio - Alessandra Sgarbossa
Tel. 049-8225926 - Mob. 380-2038621 - ufficiostampa@santantonio.org
Tredicina e Solennità del Santo
Studio Cristina Sartori Press - Cristina Sartori
Mob. 348-0051314 - studiocristinasartoripress@gmail.com
DIETRO LE QUINTE DEL GIUGNO ANTONIANO 2022
Il Giugno Antoniano 2022 è organizzato da Comune di Padova, Pontificia Basilica di S. Antonio, Provincia di S. Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali, Diocesi di Padova, Veneranda Arca di S. Antonio, Messaggero di sant’Antonio Editrice, Arciconfraternita di Sant’Antonio, Centro Studi Antoniani, con la collaborazione di Ordine Francescano Secolare di Padova, Associazione Corsia del Santo - Placido Cortese, Associazione culturale Palio Arcella e Rievocazione storica del “Transito di frate Antonio”.
La realizzazione della manifestazione è possibile grazie al contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Camera di Commercio di Padova, Assindustria Venetocentro.
Il Giugno Antoniano 2022 ha inoltre il patrocinio della Regione del Veneto, del Comune di Camposampiero (PD) e del Progetto Antonio 20-22 della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova.
La media partnership è in collaborazione con «Messaggero di sant’Antonio», «Messaggero dei Ragazzi», Telepace e Rete Veneta del Gruppo Medianordest.
A tutte queste realtà va il vivo ringraziamento di quanti promuovono la manifestazione.
Allegati disponibili

Basilica del Santo | ComunicatoStampa
Venerabile Placido Cortese, tutti i consiglieri comunali di Padova sottoscrivono una mozione per “memorializzare” l’ex Campo di concentramento a Chiesanuova in cui il frate ha prestato la sua opera caritativa
Il progetto di un gruppo di istituzioni e cittadini prevede di conservare alcuni spazi dell’area dell’ex Caserma Romagnoli da riqualificare a memoria di quel tragico periodo della Seconda guerra mondiale e a uso civico
La presentazione del progetto oggi in conferenza stampa a Palazzo Moroni
Un progetto collettivo per recuperare la memoria di un periodo tragico della nostra storia recente – la Seconda guerra mondiale – e per celebrare l’opera di un vero e proprio “eroe” di quel periodo: padre Placido Cortese, frate della Basilica del Santo a Padova, direttore del «Messaggero di Sant’Antonio» e da qualche mese Venerabile, che in quei giorni bui si prodigò con ogni mezzo per lenire le sofferenze degli internati in quello che fu, tra l’agosto 1942 e il settembre 1943, il Campo di concentramento di Chiesanuova.
Quell’area nel quartiere ovest di Padova, divenuta nel dopoguerra “Caserma Mario Romagnoli”, poi lasciata dall’Esercito nel 2009, è ora in dismissione da parte dello Stato e destinata dal Comune di Padova a uso commerciale, direzionale e residenziale. Ma un gruppo di lavoro composito tra istituzioni pubbliche e religiose, comitati civici, associazioni e parrocchie si è costituito perché, seppur nel progetto di riqualificazione previsto, non venga “rasa al suolo” anche la memoria di quel luogo e dei suoi protagonisti.
Così l’Associazione di promozione sociale “Viaggiare i Balcani” (capofila del progetto), i frati del Santo (Provincia Italiana di Sant'Antonio di Padova, Rettorato della Pontificia Basilica di Sant'Antonio di Padova, Vicepostulazione della causa di canonizzazione di Padre Placido Cortese), Consulta di Quartiere 6A – Padova, Comitato Cittadini "Itinerario della Memoria Padova Ovest", Parrocchie e consigli pastorali di Santa Maria Assunta in Chiesanuova e della Beata Vergine Maria del Perpetuo Suffragio alle Cave, hanno presentato all’intero Consiglio comunale di Padova la proposta di conservare almeno una porzione della struttura esistente monumentalizzandola.
Il progetto nei dettagli è stato presentato oggi in conferenza stampa nella sede municipale di Palazzo Moroni a Padova da Leonardo Barattin, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Viaggiare i Balcani”; padre Giorgio Laggioni, vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Placido Cortese; Luciano Sardena, presidente della Consulta di Quartiere 6A – Padova; don Pierpaolo Peron, parroco di Santa Maria Assunta in Chiesanuova a Padova.
Si tratta in pratica di conservare un edificio originale dell’ex Campo di concentramento cui attribuire un nome che richiami gli eventi passati, che porti sulla facciata esterna una targa a memoria dei fatti e che preveda al suo interno uno spazio riservato a foto e documenti dell’epoca. Uno spazio dedicato a ospitare servizi sociali e attività culturali a beneficio della popolazione del quartiere e dell’intera cittadinanza. Il progetto condiviso dal gruppo di lavoro prevede anche la conservazione di una porzione originale del muro di cinta del Campo sul fronte strada e di riservare all’interno del nuovo complesso uno spazio verde pubblico da intitolare agli internati.
La presenza e l’opera di padre Placido Cortese nel campo di concentramento sono ricordate da un cippo collocato all’interno della ex Caserma Romagnoli nel 2009 e trasferito, dopo la sua chiusura, accanto alla chiesa parrocchiale. Il progetto di conservazione della memoria contribuirebbe ulteriormente a rafforzare il ricordo dell’infaticabile attività (qualcuno l’ha definita “sovrumana”) di padre Cortese nella “piccola Jugoslavia di Chiesanuova”, alleviando le gravi sofferenze degli internati.
Una proposta per non disperdere una parte importante della memoria cittadina che non è caduta nel vuoto. Il documento progettuale è stato allegato a una mozione depositata in Consiglio comunale denominata “Segni tangibili di Memoria nell’area dell’ex Caserma Mario Romagnoli a Chiesanuova” e sottoscritta all’unanimità dai Consiglieri e dal Sindaco del Comune di Padova (l’adesione dell’intero Consiglio comunale è un fatto eccezionale e molto incoraggiante).
Il passo successivo dovrebbe quindi essere la discussione e la votazione della mozione nel Consiglio comunale del prossimo 21 febbraio. Se approvata, il Comune dovrebbe approfondire le proposte elaborate e tradurle in pratica nell’ambito del futuro progetto di rigenerazione dell’area, con l’obiettivo di salvaguardare e promuovere la memoria del Campo di Chiesanuova.
Secondo i promotori «la rivitalizzazione e quindi la frequentazione di questo spazio abbandonato da anni possono infatti diventare un fattore di produzione di memoria, che possiamo ritenere “dovuta” perché parte della storia padovana e italiana del ‘900 e perché collegata alle responsabilità italiane nel più ampio contesto storico della Seconda guerra mondiale. Si tratta di esprimere rispetto a vittime civili la cui vicenda è caduta nell’oblio e di assumere il peso delle azioni compiute. Affinché si assista alla produzione e alla diffusione di questa memoria tra le generazioni mature e quelle più giovani e affinché si concretizzi quel gesto di rispetto sopra evocato, è necessario che rimanga sul terreno un segno fisico, tangibile, di ciò che è accaduto».
IL QUADRO STORICO
Il Campo di concentramento di Chiesanuova è stato parte di una rete di campi in cui vennero internati uomini, donne e bambini (solo uomini nel caso padovano) provenienti dalla Slovenia centro-meridionale e dall’entroterra fiumano occupati dal Regio Esercito italiano con l’invasione del Regno di Jugoslavia il 6 aprile 1941. Al fine di stroncare la Resistenza comunista clandestina l’amministrazione civile e quella militare dell’Italia occupante furono responsabili di distruzioni, violenze e uccisioni nei confronti della popolazione locale, nonché di deportazioni dai luoghi di residenza a Campi istituiti sia sulla costa adriatica orientale che sulla penisola italiana.
Il Campo di Chiesanuova operò tra l’agosto 1942 e il settembre 1943, accogliendo e vedendo passare migliaia di deportati, che venivano fatti scendere alla stazione di Campo di Marte e da lì, incatenati e a piedi, scortati a destinazione. Le condizioni di vita per i “prigionieri slavi” (in larga misura sloveni) all’interno del campo erano critiche. In un rapporto sanitario del gennaio 1943 si racconta di internati che, «a causa del completo esaurimento non possono più reggersi in piedi», che «mostrano segni evidenti di affaticamento» o che «presentano segni latenti o totali [per coloro che provengono dal campo di Arbe, in Dalmazia] di affamamento». Si parla di «insufficienza qualitativa e quantitativa della razione del campo», di «inverno rigoroso [e] stanze […] fredde e umide» che peggiorano nettamente le loro condizioni. Si conteranno alla fine 71 morti, a causa della fame e delle malattie.
In questo contesto si colloca l’opera di padre Placido Cortese, frate della Basilica del Santo di Padova e direttore del «Messaggero di Sant’Antonio», che si adoperò con ogni mezzo per lenire le sofferenze degli internati, adoperandosi a proprio rischio e pericolo per introdurre nel campo cibo, vestiario, medicinali, nonché messaggi che giungevano dalle famiglie slovene per vie traverse. Per le sue opere - che riguardano anche l’aiuto prestato a ebrei, perseguitati politici e prigionieri alleati dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 - e per la tortura e la morte affrontate con eccezionale coraggio presso il Comando della Gestapo di Trieste, padre Cortese è stato insignito dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella della “Medaglia d’Oro al merito civile alla memoria” ed è stato dichiarato Venerabile da Papa Francesco in ragione delle sue “virtù eroiche”.
A questo link i video interventi dei relatori alla conferenza stampa: https://www.mediafire.com/folder/0nt6vgkg0ao30/CNF_STP_18_2_2022_-_Cortese_a_Chiesanuova_-_progetto_e_mozione_consiglio_comunale (i video sono amatoriali)
Allegati disponibili
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09_cs_20220218_segni_di_memoria_chiesanuova_cortese_v5.docx
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mozione_121_2022_berno_e_altri_vf.pdf
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scheda_tecnica_campo_chiesanuova_v9vf.docx
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Giugno Antoniano 2021 | ComunicatoStampa
Giugno Antoniano 2021, i prossimi eventi culturali in programma
Il 17/6 pomeriggio di studio su p. Cortese, il frate che durante l’occupazione nazista a Padova salvò centinaia di persone. Il 19/06 spettacolo del Teatro de LiNUTILE “Rappresentazione della Croce” con la compagnia giovani
Giovedì 17/6 incontro tra memoria e attualità su p. Cortese, il frate che durante l’occupazione nazista a Padova salvò centinaia di persone.
Sabato 19/06 nel chiostro del Beato Belludi spettacolo del Teatro de LiNUTILE “Rappresentazione della Croce” con la compagnia giovani.
Ultimi posti per il gran finale dei Solisti Veneti di mercoledì 30/6 in basilica e per le visite alla Scoletta del Santo del 18 e del 27/6.
Già sold out l’incontro sul violino e il Barocco del 24/6 e la visita guidata ai chiostri del Santo per le persone non vedenti del 26/6.
Proseguono le mostre alla Sala della Carità "La bellezza dell'imperfezione" (fino al 24/06) e nel Chiostro della Magnolia al Santo sul centenario di San Giovanni Paolo II.
Nuova settimana di eventi culturali per il Giugno Antoniano 2021. Il primo appuntamento è giovedì 17 giugno dalle 15.30 alle 18.30 in Sala dello Studio Teologico al Santo, con l’incontro tra memoria e attualità “Il tempo e lo spazio di padre Placido Cortese”. A Padova, nel periodo più fosco legato all’occupazione nazifascista, padre Placido non esitò a esporsi in prima persona per salvare quanti a lui si rivolgevano in cerca di aiuto e protezione. Era solo o poteva contare sull’aiuto di qualcuno? Chi erano i suoi più stretti collaboratori nelle azioni segrete che organizzava? Come agiva? Chi aveva più spesso al suo fianco? I suoi superiori sapevano e appoggiavano, ma non potevano esporre la comunità alla rappresaglia nazifascista? Promosso dall’associazione Corsia del Santo – Placido Cortese, il pomeriggio culturale vedrà gli interventi degli storici Patrizio Zanella e Lisa Bregantin, del direttore del Centro Studi Antoniani padre Luciano Bertazzo, del direttore del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano Gadi Luzzatto Voghera, del vice postulatore della causa di canonizzazione e vicerettore della Basilica del Sante padre Giorgio Laggioni. Le testimonianze di quanti collaborarono con il giovane frate di origini istriane per far fuggire dalla furia nazifascista prigionieri di guerra, oppositori politici ed ebrei, negli ultimi anni della seconda Guerra mondiale, saranno raccontate da Enzo Sabbadin, figlio di Lidia Martini, storica collaboratrice di padre Cortese, e da Cristina Sartori, giornalista e autrice del libro Maria Borgato. Ravensbrück, solo andata (ed. EMP, 2020). Modera Nicola Alberto De Carlo dell’associazione Corsia del Santo - Placido Cortese. Ingresso con prenotazione on line sul sito Santantonio.org: https://service.santantonio.org/incontro-culturale/ .
Sabato 19 giugno 2021, a partire dalle ore 18.00 (spettacoli successivi ore 18.45, 19.30, 20.15), nel Chiostro del Beato Luca Belludi (detto anche del Museo), il Teatro de LiNUTILE si esibirà nella performance "Rappresentazione della Croce" di Giovanni Raboni, con regia di Stefano Eros Macchi e Marta Bettuolo e gli attori della Compagnia Giovani de LiNUTILE. Tratto dall’opera omonima di ispirazione religiosa del poeta e critico letterario Raboni, lo spettacolo ripercorre il racconto della vita e della morte di Cristo. Lui, il protagonista, è assente o, almeno, non si vede. A parlare sono gli altri: Maria e Maddalena, Pietro e Giuda, Giacomo e Pilato, Zaccaria e Caifa. Comprimari, testimoni che soltanto dopo, a cose fatte, acquistano una consapevolezza innocentemente o colposamente frammentaria degli eventi che li hanno sfiorati. Non è tanto la Passione a essere portata in scena, quanto lo stupore, l'incredulità, l'incomprensione, l'avversione, l'indifferenza, lo sgomento, il raccapriccio, l'angoscia e, d'altra parte, le improvvise, folgoranti certezze di chi a questo straordinario evento ha assistito. Prenotazione obbligatoria via email a Teatro de LiNUTILE, info@teatrodelinutile.com o telefono allo 049.2022907.
Ultimi posti disponibili anche per le visite guidate gratuite a cura dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio “Alla scoperta della Scoletta del Santo, le sue meraviglie storiche e i nuovi restauri” nelle sole date di venerdì 18 giugno (ore 20.00) e domenica 27 giugno (ore 11.00). Gli altri appuntamenti sono già completi. Sarà l’occasione per ammirare nella sala priorale i pregevoli affreschi cinquecenteschi di Tiziano Vecellio, Girolamo dal Santo, Jacopo da Verona, Bartolomeo Montagna, Gian Antonio Corona, il Campagnola, i Bonazza e altri, e per scoprire, attraverso una piccola “caccia alla lapide”, la storia dell’Oratorio del piano terreno della Scoletta, dopo il recente restauro delle parti lapidee degli altari dedicati alla Vergine Maria, a Sant’Antonio e a S. Francesco. Prenotazione attraverso il portale Santantonio.org – vai al link di iscrizione: https://service.santantonio.org/alla-scoperta-della-scoletta-del-santo/
È bene affrettarsi anche per prenotare l’ingresso in Basilica del Santo a Padova per il concerto dei Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella, che mercoledì 30 giugno chiuderanno le manifestazioni del “Giugno Antoniano 2021”, sigillando l'ormai consolidata collaborazione con i Frati della Basilica del Santo. Qualche decina ancora i posti disponibili da prenotare sul sito Santantonio.org: https://service.santantonio.org/concerto-solisti-veneti/. Il programma prevede musiche di Tomaso Albinoni (nel 350.mo anniversario della nascita), Georg Friedrich Haendel, Luigi Boccherini e ovviamente del "Maestro delle Nazioni" Giuseppe Tartini.
Tutto esaurito invece per l’incontro sul violino e il Barocco del 24 giugno nel Chiostro del Beato Luca Belludi al Santo, curato dalla Veneranda Arca di S. Antonio, e anche per la visita guidata ai chiostri del Santo per le persone non vedenti e ipovedenti del 26 giugno, curata dal Messaggero di sant’Antonio. Quest’ultima, un’inedita passeggiata nei chiostri con spiegazione storico artistica intitolata “L’essenziale è invisibile agli occhi - I chiostri del Santo, luoghi d’incontro, luoghi d’incanto”, ha registrato il sold out nel giro di pochissimi giorni. Una delle poche realtà italiane a offrire questo tipo di servizio, l’editrice Messaggero di sant’Antonio da diversi anni cura una serie di iniziative editoriali per non vedenti e ipovedenti grazie alla presenza di una collaboratrice non vedente, Sabrina Baldin. Da alcuni anni, la proposta della casa editrice è stata arricchita con le visite guidate per persone non vedenti nell’ambito del Giugno Antoniano, che fin da subito hanno ricevuto un ottimo riscontro. E all’ingresso del Chiostro della Magnolia, vicino all’ufficio informazioni, è presente un plastico tattico del complesso del Santo.
Continuano infine le due esposizioni nell’ambito del Giugno Antoniano 2021. La mostra fotografica sul centenario di San Giovanni Paolo II, nel Chiostro della Magnolia al Santo, curata dall’Associazione Italo-Polacca-Padova e dal Consolato Generale della Repubblica di Polonia a Milano, è visitabile liberamente negli orari di apertura del santuario (info mostra: https://www.facebook.com/AIPP.Padova e www.aipp.eu). La mostra multimediale “La bellezza dell’imperfezione”, realizzata dagli studenti dell’IIS G. Valle di Padova in collaborazione con l’associazione per i disturbi alimentari Alice per i DCA, Istituto G. Valle di Padova e Terz’ordine francescano secolare, nello spazio espositivo della Sala della Carità, in via San Francesco 61-63, è visitabile fino al 24 giugno nei seguenti orari: feriali ore 16.00 – 19.00; festivi 10.00 – 12.00 e 16.00 – 19.00 (info: tel. 3478961115 – 3286722558).
DIETRO LE QUINTE DEL GIUGNO ANTONIANO
Il Giugno Antoniano 2021 è organizzato da Comune di Padova, Pontificia Basilica del Santo, Provincia di S. Antonio di Padova Frati Minori Conventuali, Diocesi di Padova, Veneranda Arca di S. Antonio, Messaggero di sant’Antonio Editrice, Arciconfraternita di Sant’Antonio, Centro Studi Antoniani, con la collaborazione di Ordine Francescano Secolare di Padova, Associazione Corsia del Santo - Placido Cortese, Associazione Palio Arcella.
La realizzazione della manifestazione è possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparo (Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo), Banca Monte dei Paschi di Siena, Camera di Commercio di Padova, Assindustria Venetocentro.
Il Giugno Antoniano 2021 ha inoltre il patrocinio del Comune di Camposampiero (PD).
La media partnership è in collaborazione con «Messaggero di sant’Antonio», «Messaggero dei Ragazzi» e Rete Veneta del Gruppo Medianordest.
A tutte queste realtà va il vivo ringraziamento di quanti promuovono la manifestazione.
INFO GIUGNO ANTONIANO
www.santantonio.org - Facebook: Giugno Antoniano
Tel. 049-8225652 - Email: infobasilica@santantonio.org
www.padovanet.it
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Giugno Antoniano
Ufficio stampa Messaggero di sant’Antonio - Alessandra Sgarbossa
Tel. 049-8225926 - Mob. 380-2038621 - ufficiostampa@santantonio.org
Allegati disponibili
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EMP | ComunicatoStampa
Maria Borgato, il libro di Cristina Sartori racconta la storia di una partigiana e della grande fede che l’animava
Una testimonianza che arricchisce la conoscenza storica sulla vita delle donne nella Resistenza padovana e sul loro fondamentale contributo di partecipazione ed eroismo. Con prefazione di Livia Turco
Il 27 gennaio, h. 20.30 - pagina Facebook Edizioni Messaggero Padova e canale YouTube Messaggero di sant’Antonio - Evento social “Pietre di inciampo” in occasione del Giorno della memoria con presentazione dei libri EMP su Maria Borgato e padre Placido Cortese.
Con p. Fabio Scarsato, direttore editoriale Messaggero di sant'Antonio ed Edizioni Messaggero Padova, on. Livia Turco, presidente Fondazione Nilde Iotti, e Adolfo Locci, rabbino di Padova e docente di storia dell’ebraismo
Lunedì 25 gennaio h. 18.00 l’autrice del libro, Cristina Sartori, sarà intervistata dal “Cantiere delle donne” in diretta sulla pagina Facebook Il Cantiere delle donne
Luigia Maria Pulcheria Borgato è una di quelle persone straordinarie dall’apparenza normale. Durante la Seconda guerra mondiale, nella sua quotidianità, fu capace di gesti di altruismo che hanno fatto la differenza tra la vita e la morte per moltissime persone. A raccontare la vicenda straordinaria e drammatica di questa eroina che non ti aspetti, dall’aspetto mite e semplice, è Cristina Sartori nel libro da poco edito dalle Edizioni Messaggero Padova intitolato Maria Borgato. Attraverso la sua vita, ricostruita con una ricerca storica meticolosa e con il supporto di testimonianze preziose, come quella di Delfina Borgato, nipote di Maria che con lei collaborò, il libro della scrittrice e giornalista padovana offre uno sguardo nuovo sul ruolo delle donne nella lotta antifascista e nella resistenza e anche su un aspetto ancora poco indagato dagli storici contemporanei: la vita nei campi di concentramento femminili, come quello di Ravensbrück dove Maria fu internata e morì.
Nata a Saonara nel Padovano nel 1898, la grande fede di Maria Borgato le donò temerarietà e forza di carattere tali da divenire perno importantissimo per la catena di solidarietà ideata da padre Placido Cortese, frate della Basilica del Santo e membro attivo del Frama, il movimento di Resistenza fondato da Ezio Franceschini e Concetto Marchesi, che a Padova, in particolare dopo l’8 settembre 1943, salvò centinaia di prigionieri di guerra, dando loro pane, vestiti e un nascondiglio, per istradarli poi verso la Svizzera. Maria Borgato fu un luminoso e fondamentale anello di questa catena, mise la vita di persone sconosciute prima della propria sicurezza, spinta dalla necessità di compiere quel “bene” dettato dall’amore di giustizia e fraternità senz’altro scaturito dalla lettura del Vangelo che, nella sua vicenda umana, è divenuto davvero vita incarnata. E che per lei, nell’inferno di Ravensbrück, nella baracca 17, si è tramutato in sacrificio.
La prefazione al volume è dell’onorevole Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti, che scrive: «La lotta antifascista e la Resistenza sono state un processo di popolo cui hanno partecipato la pluralità delle culture politiche del nostro paese, la chiesa, i singoli cittadini, con un ruolo importante delle donne. Il bel libro di Cristina Sartori ci racconta, con una scrittura efficace, la vicenda straordinaria di Maria Borgato e, attraverso di lei, un capitolo significativo della lotta partigiana avvenuta nelle campagne del padovano». E ancora: «Il libro racconta lo strazio della vita delle donne nel campo di concentramento femminile. È questo un aspetto non solo molto coinvolgente, ma anche interessante da un punto di vista storico perché la vita nei campi di concentramento femminili è stata ancora poco indagata. Il racconto di Cristina Sartori non solo ci fa conoscere una grande donna e una grande combattente, una donna che ha trovato nella fede nel Vangelo una peculiare ispirazione e una singolare capacità di donarsi al prossimo, ma ci offre anche una testimonianza che arricchisce la conoscenza storica sulla vita delle donne nella Resistenza e sul loro fondamentale contributo di partecipazione ed eroismo».
«Guardando la foto di questa signora dall’aspetto mite, protagonista di una vita apparentemente semplice e lineare, nessuno avrebbe potuto immaginare quanta forza e quanta decisione ella custodisse nel proprio cuore, alimentate da una fede profonda, autentica, incrollabile anche nei momenti più drammatici della sua avventura umana – scrive l’autrice –. Nell’avvicinarmi alla sua vita – così come a quella di padre Cortese e di tutte le meravigliose Persone che con lui hanno collaborato e con le quali ho avuto l’onore e il privilegio di parlare prima che compissero il loro cammino terreno – mi sono sempre chiesta: “Perché hanno fatto tutto ciò?” e soprattutto: “Io al loro posto ne sarei stata capace?”. E la risposta di Maria Borgato, e con lei della nipote Delfina, a queste domande era la più semplice e convincente: “Non si poteva dire di no”».
DATI BIBLIOGRAFICI
Titolo: Maria Borgato
Sottotitolo: Ravensbrück, solo andata
Autrice: Cristina Sartori
Settore: Spiritualità/Storia
Collana: Biografie
Copertina: Brossura plastificata opaca
Formato: 11,5 X 22,0
Pagine: 130
ISBN: 978-88-250-4919-0 (disponibile anche in edizione digitale)
Scheda libro e abstract scaricabile: https://www.edizionimessaggero.it/ita/catalogo/scheda.asp?ISBN=978-88-250-4919-0
L’AUTRICE
Cristina Sartori, giornalista professionista, laureata in storia dell’arte alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova e, ha collaborato con Telechiara, con il settimanale diocesano «La Difesa del Popolo», con l’emittente Bluradioveneto. Ha curato per circa dieci anni l’Ufficio stampa del «Messaggero di sant’Antonio» e della Basilica di Sant’Antonio, con cui collabora ancora ogni anno per la Solennità del 13 giugno e per il Premio nazionale della bontà dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio. Nel 2005 ha vinto il primo premio giornalistico Emilio Vesce per l’emittenza radiofonica. Nel 2018 è stata nominata “Padovana Eccellente” dall’Osservatorio dei Padovani Eccellenti, per meriti culturali. Tra le sue pubblicazioni per le Edizioni Messaggero Padova: Padre Placido Cortese. La sua vita dono del silenzio (2010); La Basilica nella città. La Veneranda Arca di S. Antonio in Padova, la storia, i restauri 2006-2011 (2011); Il Santo. Un’esperienza di comunione, Veneranda Arca di Sant’Antonio (2016).

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Nel 76° anniversario della morte di padre Cortese, medaglia d’oro al merito civile, l’annuncio di una pietra d’inciampo per ricordarlo
Domenica 22 novembre nella santa messa delle 18 in Basilica del Santo a Padova il ricordo del frate che salvò centinaia di ebrei e perseguitati politici nella Seconda Guerra mondiale
La messa, trasmessa anche in diretta web e tivù su Rete Veneta, sarà preceduta alle 16.50 dal documentario “Padre Placido Cortese - Il coraggio del silenzio”
Domenica 22 novembre in Basilica di Sant’Antonio a Padova il ricordo di padre Placido Cortese, frate del Santo e direttore del «Messaggero di sant’Antonio», che durante il secondo conflitto mondiale salvò dalla furia nazifascista centinaia di persone tra civili, ebrei, perseguitati politici e militari alleati. Nella celebrazione, presieduta da monsignor Gianfranco Agostino Gardin, Vescovo emerito di Treviso, verrà anche ufficializzata la notizia della dedicazione di una “Pietra d’inciampo” al francescano Servo di Dio. La collocazione è prevista a fine gennaio, a ridosso della Giornata della memoria 2021, a lato del sagrato del santuario, precisamente davanti all'ex Museo Civico, all’angolo con via Orto Botanico, dove un’altra targa ricorda un altro martire francescano della seconda guerra mondiale: san Massimiliano Kolbe.
Sempre domenica, al termine della celebrazione eucaristica, seguirà un momento di preghiera presso il Confessionale-Memoriale di padre Cortese: da questo luogo il religioso coordinava in segreto le operazioni di salvataggio.
La messa potrà essere seguita anche in diretta tivù su Rete Veneta e streaming web e social sui canali del «Messaggero di sant’Antonio»*. Dalle 16.50 inoltre l’emittente televisiva manderà in onda il film documentario “Padre Placido Cortese - Il coraggio del silenzio” di Paolo Damosso (ed. Edizioni Messaggero Padova), che racconta grazie a numerosi documenti storici e video-testimonianze la straordinaria figura del francescano di cui è in corso la causa di canonizzazione.
«Siamo molto felici della notizia dell’intitolazione al nostro confratello di una “Pietra d’inciampo” – commenta padre Giorgio Laggioni, vicerettore del Santo e vice postulatore della causa di canonizzazione –. È un altro importante tassello che riconosce anche storicamente il valore dell’attività svolta da padre Cortese nella difesa degli oppressi e dei perseguitati e del suo sacrificio per difendere con il silenzio sia quanti collaboravano con lui, sia quanti aveva salvato».
Insignito nel 2018 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella della Medaglia d’oro al merito civile, padre Cortese, originario di Cherso, venne rapito davanti al Santo nell’ottobre 1944 da due emissari della polizia segreta nazista e trasferito nel bunker della Gestapo a Trieste, dove venne barbaramente torturato per estorcergli, invano, i nomi dei suoi collaboratori e alla fine ucciso. Il suo corpo non venne mai ritrovato (venne cremato nel lager nazista della Risiera di San Sabba) e i tedeschi non lasciarono traccia del suo nome, nel vano tentativo che della sua storia si perdessero le tracce.
Sulla figura di Cortese, infine, le Edizioni Messaggero Padova hanno da poco pubblicato due interessanti volumi: il primo, Padre Placido Cortese. Vittima del nazismo, terza edizione ampliata della biografia di Cortese scritta da Apollonio Tottoli; il secondo, I fioretti di padre Placido, a doppia firma di Giorgio Laggioni e Piero Lazzarin, che racconta i momenti importanti e le scelte decisive, ma anche il pulsare quotidiano del cuore di padre Placido, alla maniera dei «fioretti» di san Francesco. I due libri avrebbero dovuti essere presentati nell’ambito di un convegno in occasione del 76° anniversario della morte di padre Cortese, ma l’evento è stato cancellato a causa delle nuove norme anti-covid.
* DOVE SEGUIRE LA DIRETTA
⇒ su Rete Veneta, visibile sui seguenti canali del Digitale terrestre: Canale 18 per il Veneto, Canale 92 per il Friuli Venezia Giulia. È possibile seguire anche la diretta live streaming web di Rete Veneta.
⇒ sul sito Santantonio.org - clicca qui.
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Padre Cortese, nel 75° del “martirio” le iniziative a Padova, Trieste e in Slovenia per ricordarne l’impegno nel salvare i perseguitati dal nazifascismo
Nel 1944 il francescano, direttore del “Messaggero di sant’Antonio”, venne rapito dalla Basilica di Sant’Antonio in Padova, portato nel bunker della Gestapo a Trieste, torturato e ucciso
Il “martirio” di padre Placido Cortese si è consumato 75 anni fa, verso la metà di novembre del 1944, sigillato dal silenzio di carità con il quale il frate del Santo e Servo di Dio ha avvolto quanti collaboravano con lui per mettere in salvo un numero considerevole di perseguitati o ricercati dal nazifascismo, in particolare ebrei e militari alleati. Il 16 e il 17 novembre a Padova in Basilica del Santo e il 19 novembre a Trieste, alla Risiera di San Sabba, già sede del lager nazista dove il corpo torturato di Cortese venne cremato, verrà ricordato il francescano insignito nel 2018 dal presidente Sergio Mattarella della Medaglia d’oro al merito civile e di cui è in corso la causa di canonizzazione.
Sabato 16 novembre, a Padova, nella Sala dello Studio Teologico al Santo alle 15.00, l’incontro “Memoria e Riconciliazione” ricorderà l’impegno civile, oltre che spirituale, del coraggioso direttore del “Messaggero di sant’Antonio”. L’incontro introdotto e moderato da Francesco Jori, giornalista e scrittore, si aprirà con i saluti di fra Oliviero Svanera, Rettore della Basilica del Santo, e fra Roberto Brandinelli, Vicario provinciale. Seguiranno gli interventi “Padre Placido Cortese, martire della carità e testimone di fraternità, per una memoria riconciliata” di fra Giorgio Laggioni, vicepostulatore, “Condividere per guarire, un Museo diffuso a Pedescala per sanare le ferite della guerra” dell’architetto Domenico Molo, Promotore del progetto museale presentato al Festival Biblico, e letture dai testi di padre Cortese. Il giorno seguente, domenica 17 novembre, alle 11.00 in Basilica del Santo verrà celebrata la santa messa presieduta da monsignor Jurij Bizjak, Vescovo di Koper-Capodistria (Slovenia). Seguirà un momento di preghiera al Memoriale-confessionale di padre Cortese.
«È una memoria riconoscente quella che vogliamo conservare di lui, all’insegna della riconciliazione, proponendolo come modello esemplare di fraternità per superare le divisioni e le contrapposte interpretazioni degli eventi storici, sull’esempio di Francesco d’Assisi, nell’anno in cui ricordiamo l’ottavo centenario (1219) del suo incontro con il Sultano, straordinaria testimonianza evangelica di superamento delle differenze e delle inimicizie», commenta padre Laggioni. «In un momento doloroso e tragico della nostra storia recente, segnato da nuove divisioni e contrapposizioni, abbiamo voluto accostare alla commemorazione del nostro confratello l’esperienza di riconciliazione promossa a Pedescala, teatro di una strage nazista il 30 aprile 1945, per riappropriarsi dei luoghi in cui si è consumata un’immane tragedia come apertura al futuro ritrovando spazi di memoria condivisa».
Martedì 19 novembre a Trieste alla Risiera di S. Sabba, monumento nazionale, alle 15.30 verrà celebrata la santa messa presieduta da fra Igor Salmič, Ministro provinciale dei frati minori conventuali di Slovenia, concelebranti il vicario per la cultura monsignor Ettore Malnati (già presidente del Tribunale ecclesiastico nella causa di padre Cortese), il vicario per gli sloveni della diocesi monsignor Anton Bedenčič, insieme ai frati della comunità di Trieste. A seguire la visita per un numero limitato di partecipanti del bunker di Piazza Oberdan, nel palazzo già sede della Gestapo, dove padre Cortese fu trattenuto dopo il suo arresto (avvenuto l’8 ottobre 1944 davanti alla basilica padovana), torturato brutalmente per alcune settimane e, infine, ucciso verso la metà di novembre del 1944.
TRASMISSIONI TELEVISIVE SU PADRE CORTESE IN OCCASIONE DEL 75° DALLA SCOMPARSA
(testo on line aggiornato il 14/11/2019)
La televisione padovana CafèTv24 trasmetterà venerdì 15 alle ore 21.00, in replica sabato 16 alle ore 23 e domenica 17 novembre alle ore 22.30 il programma “Il sacrificio di padre Placido Cortese. Frate del Santo, vittima del nazismo", ideato e condotto da Titano Pisani, prodotto in occasione della Giornata della memoria 2019. Padre Laggioni, vice rettore del Santo e vice postulatore della causa di canonizzazione, ripercorre con il conduttore le tappe della vicenda di padre Placido, con le testimonianze video di coloro che lo hanno conosciuto a Padova e durante la prigionia a Trieste tratte dal documentario di Paolo Damosso dal titolo Padre Placido Cortese - Il coraggio del silenzio, edito come inserto al libro omonimo delle Edizioni Messaggero Padova. (ed. 2006).
L'emittente CafèTV24 si riceve sui canali: Veneto e Friuli Venezia Giulia 95, Lombardia 113, Piemonte 98, Liguria 193, Trentino Alto Adige 274, Emilia Romagna 273.
Il documentario Padre Placido Cortese - Il coraggio del silenzio sarà invece trasmesso in versione integrale in lingua slovena il 14 novembre dalla tivù pubblica RTV Slovenija. In circa 50 minuti l’inchiesta ricostruisce la vicenda del frate di Cherso, con inedite testimonianze di chi lo udì o lo vide, nei suoi ultimi giorni, nella sede della Gestapo a Trieste dove morì, commentate da drammatiche immagini storiche di quei tristi anni.
Il documentario andrà in onda sempre integralmente ma in lingua italiana domenica 8 dicembre alle 10.05 sulla terza rete regionale Rai Friuli Venezia Giulia, in replica mercoledì 11 dicembre alle 21.20 sulla terza Retebis (canale 103 digitale terrestre).
Info www.santantonio.org e www.padreplacidocortese.org
Allegati disponibili
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Un sito web dedicato al Servo di Dio padre Placido Cortese, Medaglia d’oro al Merito Civile
Presentazione giovedì 25 aprile, in occasione della Festa della liberazione, nella Sala dello Studio Teologico al Santo, a Padova. E dagli archivi della Resistenza spunta una lettera inedita che conferma il ritratto del francescano
In occasione del 25 Aprile, anniversario della Liberazione italiana dal nazifascismo, i frati della Basilica presentano ufficialmente il nuovo sito internet Padreplacidocortese.org dedicato al Servo di Dio e Medaglia d’oro al Merito Civile padre Placido Cortese (1907-1944). Nel portale troveranno spazio, oltre a molte immagini di padre Cortese, la sua biografia, una selezione di lettere e vari scritti, la bibliografia che lo riguarda, news ed eventi, nonché alcune testimonianze significative.
L’omaggio a padre Cortese, di cui è in corso la Causa di canonizzazione, si svolgerà giovedì 25 aprile a partire dalle 15.30 nella Sala dello Studio Teologico al Santo, a Padova. L’incontro si aprirà con una relazione dello storico Patrizio Zanella sul contributo del clero di Padova durante la Resistenza. La presentazione del sito internet sarà affidata al curatore Paolo Damosso, già autore del libro con DVD Padre Placido Cortese - Il coraggio del silenzio (ed. Edizioni Messaggero Padova, 2007). A seguire ci si sposterà in basilica per la santa messa delle 18.00 e l'omaggio al Memoriale-Confessionale di Cortese.
Frate del Santo e direttore del «Messaggero di sant’Antonio» nei primi Anni '40, il francescano durante la Resistenza si prodigò per salvare molti prigionieri slavi, soldati alleati ed ebrei, pagando con la vita il suo impegno. Venne rapito, torturato e ucciso dalla Gestapo nel 1944. A distanza di molti anni la sua figura continua a stupire per il sempre nuovo interesse e l’ammirazione che suscita in quanti lo scoprono per la prima volta. Quest’anno, in occasione della Giornata della memoria, i frati della Basilica del Santo sono stati chiamati a raccontare la figura del loro confratello in alcune scuole e in diversi eventi pubblici, incontrando un migliaio di persone, in maggior parte studenti e giovanissimi, tra le provincie di Padova, Venezia e Vicenza. A Limena (PD) a gennaio gli è stato dedicato un albero nel Giardino dei Giusti - Yad Vashem “Giorgio Perlasca”.
«Stupore e commozione non mancano nemmeno quando riemerge dagli archivi qualche documento che riguarda il nostro caro confratello – racconta padre Giorgio Laggioni, vice postulatore della Causa di canonizzazione –. Come la lettera di padre Stefano Fogale, frate del Santo e per molti anni segretario particolare di ministri provinciali e rettori della basilica, rintracciata nelle scorse settimane nell’archivio del Casrec, Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università degli Studi di Padova. Si tratta di un prezioso documento che, pur non aggiungendo novità di rilievo a quanto già conosciamo, traccia con poche ma significative pennellate un bellissimo ritratto del Servo di Dio. Non sappiamo se ci sia stato un seguito a questa lettera. Un filone d’indagine potrebbe però aprirsi, investigando in altri archivi».
Nella lettera, datata 12 aprile 1964, padre Fogale (1910-1975) risponde a una richiesta di don Guerrino Gastaldello, attivo durante la Resistenza e cappellano di una formazione di partigiani cattolici, che chiedeva informazioni sull’opera svolta da padre Cortese, ricorrendo in quell’anno il ventennale della Resistenza. Padre Stefano fu tra gli ultimi che videro Cortese poco prima della sua cattura da parte della Gestapo.
Padre Fogale, che nella missiva descrive Cortese come «un carissimo Confratello e zelante Sacerdote, studioso e pieno di spirito di sacrificio», risponde così a don Gastaldello: «Non le nascondo però che per me è molto difficile scrivere sul nostro caro P. Cortese, strappatoci l’8 ottobre del 1944, alle ore 13,30. Ricordo come fosse ieri: eravamo vicini di stanza, stavamo parlando di cose amene, quando venne il portinaio a chiamarlo, dicendo che due signori lo attendevano in portineria. Ricordo che dissi al Padre le testuali parole: “Padre, non vada, perché la portano via!”. Il Padre sorrise, se ne andò in stanza, forse a prendere quel poco che aveva (aveva dato anche la sua biancheria personale ai poveri!) e poi zoppicando, se ne andò giù, e più non si vide. Col P. Cortese fui ben poco a contatto, solo pochi mesi, perché prima era direttore del Messaggero, e quando ebbe finito il suo mandato è passato alla nostra comunità, e solo per quei pochi mesi lo potei vedere di frequente, ma della sua attività svolta a beneficio dei partigiani cristiani nulla seppi».
Un dettaglio, quest’ultimo, che conferma la totale riservatezza, anche con i confratelli, tenuta da padre Cortese nel portare avanti la sua attività segreta a favore dei perseguitati dalla furia nazifascista.
Allegati disponibili

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“Giornata della memoria”, in provincia di Padova, Vicenza e Venezia l’omaggio alla memoria di padre Cortese, frate del Santo e Medaglia d’oro al merito civile
A Limena nel Padovano lunedì 28/01 gli verrà dedicato un albero nel Giardino dei Giusti, mentre da domani al 6 febbraio i frati della basilica saranno impegnati in varie località con incontri nelle scuole e nelle sale comunali per raccontare la sua storia
Da lunedì 28 gennaio padre Placido Cortese sarà ricordato anche come “Giusto dell’Umanità” con un albero nel “Giardino dei Giusti” di Limena, nel Padovano. È una delle molte iniziative che, in occasione della “Giornata della memoria”, vedranno come protagonista il frate del Santo Servo di Dio che durante la Seconda Guerra mondiale salvò centinaia di civili, militari ed ebrei perseguitati dalla furia nazifascista.
Nella mattinata di domani, venerdì 25 gennaio, 450 alunni di terza media delle scuole di Thiene, Lugo di Vicenza, Fara Vicentino, Sarcedo e Zugliano, saranno impegnati nel Teatro Comunale di Thiene nell’incontro “Padre Placido Cortese, la forza del silenzio” nell'ambito della rassegna “Le porte della memoria”. A ricordare padre Cortese, di cui è in corso la causa di canonizzazione, i frati dell’équipe del Centro Francescano Giovani – Nord Italia, fra Alberto Tortelli, fra Fabio Turrisendo, fra Gianbattista Scalabrin e fra Alessandro Fortin.
Domenica 27 gennaio, alle ore 20.30, nella “Giornata della memoria”, andrà in onda sull’emittente televisiva “Cafè TV 24” (canale 95 DT per il Veneto e streaming web) il servizio “Il sacrificio di Padre Placido Cortese, frate del Santo, vittima del nazismo”, curato da Titano Pisani. Il servizio utilizza alcune testimonianze tratte dal DVD “Padre Placido Cortese, Il Coraggio del silenzio”, prodotto nel 2007 dalle Edizioni Messaggero Padova per la regia di Paolo Damosso.
Lunedì 28 gennaio, alle ore 11.15, nel Giardino dei Giusti Yad Vashem “Giorgio Perlasca” di Limena (via Dante), si terrà la cerimonia di piantumazione e dedicazione di un albero a padre Cortese, designato quest’anno dall’amministrazione comunale e dall’istituto comprensivo del comune padovano come “Giusto dell’Umanità”. All’inaugurazione il sindaco Giuseppe Costa, il sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, gli alunni delle scuole locali con gli insegnanti e la cittadinanza. Saranno presenti anche il rettore del Santo, fra Oliviero Svanera, e fra Giorgio Laggioni, vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Cortese.
Per mercoledì 30 gennaio, alle ore 20.30, al Circolo San Zenone di Zugliano, nel Vicentino, il comune e la locale Pro Loco hanno organizzato una serata per ricordare la vita di padre Cortese. Interverrà fra Giorgio Laggioni, che in questi anni, come vice postulatore, ha raccolto molta documentazione storica sull’attività del confratello.
Mercoledì 6 febbraio, al mattino, nella Sala della Comunità di Noale, nel Veneziano, l’istituto comprensivo aprirà le porte alla cittadinanza per parlare insieme ai ragazzi del coraggio di padre Cortese. L’incontro sarà animato anche in questo caso dai frati del Centro Francescano Giovani - Nord Italia, che ricorderanno anche il sacrificio di san Massimiliano Kolbe, anch’egli francescano conventuale come Cortese, che nel 1941 sacrificò la sua vita ad Auschwitz per salvare quella di un padre di famiglia.
Insignito lo scorso febbraio della Medaglia d’oro al valore civile alla memoria dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Cortese, che durante la seconda guerra mondiale era direttore del «Messaggero di sant’Antonio», venne rapito, torturato e ucciso dalla Gestapo nel 1944, “reo” di aver soccorso durante la Resistenza centinaia di perseguitati dal nazismo attraverso la “Catena di salvezza”, un movimento organizzato dal gruppo clandestino FRAMA. Nemmeno sotto atroci sevizie rivelò ai suoi torturatori i nomi degli altri componenti del movimento.
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Al Santo la commemorazione di padre Cortese, Martire della carità e Medaglia d’oro al merito civile
Durante la seconda Guerra mondiale il francescano, direttore del “Messaggero di sant’Antonio”, si prodigò per salvare perseguitati politici, internati ed ebrei
Domenica 11 novembre, alle 16.00 in Basilica di Sant’Antonio a Padova, si terrà l’annuale commemorazione del Servo di Dio Placido Cortese, nel 74° anniversario della sua morte. A celebrare la santa messa sarà monsignor Ettore Carlo Malnati, vicario episcopale per il laicato e la cultura della diocesi di Trieste. Il prelato negli anni 2002-2003 fu giudice delegato nell’inchiesta diocesana per la beatificazione e canonizzazione di padre Placido Cortese, e in tale veste raccolse le deposizioni dei testimoni chiamati a deporre sulla vita, virtù e martirio del francescano. Seguirà la preghiera al Memoriale di padre Cortese, dove ogni anno migliaia di persone sostano invocando la sua intercessione ed esprimendo la loro ammirazione e devozione. Sarà gradita la presenza di amici e fedeli.
Sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali (1907-1944) e «Martire della carità», negli anni tragici della seconda Guerra mondiale padre Cortese, all’epoca direttore del «Messaggero di sant’Antonio», si prodigò per soccorrere gli internati nei campi di concentramento a Padova e per salvare civili, militari e appartenenti al popolo ebraico. Rapito dai nazisti l’8 ottobre 1944, morì dopo atroci torture nel bunker della Gestapo di piazza Oberdan a Trieste. È in corso la causa di canonizzazione: la Positio sarà esaminata dai Consultori teologi della Congregazione delle cause dei Santi nei primi mesi del 2020. L’8 febbraio scorso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha consegnato ai frati del Santo la Medaglia d’oro al merito civile alla memoria di padre Cortese per il suo «fulgido esempio di alti valori cristiani e di dedizione al servizio della società civile», come si legge nella motivazione del conferimento della medaglia alla memoria (Dpr del 5 giugno 2017).
APPROFONDIMENTI:
Vai al video della consegna della medaglia (video ufficiale della Presidenza della Repubblica italiana)
Comunicati stampa su p. Cortese e la "Catena di salvezza":
- 17 novembre 2017: Dagli USA nuovi documenti sulla “Catena di salvezza” di padre Cortese, tra i collaboratori il medico e politico Angelo Lorenzi, fondatore delle Acli padovane
http://areastampa.messaggerosantantonio.it/content/dagli-usa-nuovi-documenti-sulla-catena-di-salvezza-di-padre-cortese-tra-i-collaboratori-il
- 26 settembre 2017: Si è spenta Carla Liliana Martini, una delle ultime testimoni della “Catena di salvezza”
http://areastampa.messaggerosantantonio.it/content/si-e-spenta-carla-liliana-martini-una-delle-ultime-testimoni-della-catena-di-salvezza
- 7 settembre 2017: L'8 settembre al Santo “Anch’io Milena Zambon”, una pièce per ricordare la nascita della “Catena di salvezza” l’8 settembre del 1943 che salvò molti perseguitati dal nazifascismo a Padova
http://areastampa.messaggerosantantonio.it/content/l8-settembre-al-santo-anchio-milena-zambon-una-piece-ricordare-la-nascita-della-catena-di
- 25 gennaio 2017: Il 27 gennaio al Santo il ricordo di quanti collaborarono con padre Cortese alla «catena di salvezza» di perseguitati e internati dal nazifascismo
http://areastampa.messaggerosantantonio.it/content/il-27-gennaio-al-santo-il-ricordo-di-quanti-collaborarono-con-padre-cortese-alla-catena-di
A questo link le video-testimonianze di due sorelle Martini, Lidia e Carla Liliana (entrambe scomparse), tratte dal libro con dvd Padre Placido Cortese. Il Coraggio del Silenzio di Paolo Damosso (ed. EMP):
https://youtu.be/_B_t5LUZBNg
Le sorelle Lidia e Liliana Martini parlano del funzionamento della «catena di salvezza» coordinata da padre Cortese.