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L’Europa è nata con il Grand Tour, nel «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di luglio e agosto

Gli scatti di verità di Luisa Menazzi Moretti, ricercatori italiani all’estero criticano la politica del Bel Paese, quarant’anni fa il Live Aid for Africa, il Ferragosto di Five Dock a Sidney, a Porto l’Associazione Socio-Culturale Italiana del Portogallo

2 Luglio 2025| di Ufficio stampa Messaggero di S. Antonio Editrice

L’Europa è nata con il Grand Tour. Tra il Seicento e l’Ottocento, il vecchio continente è stato teatro di spostamenti di masse di viaggiatori, non solo aristocratici, ma anche commercianti, studenti, docenti universitari. Con loro, lingue, culture e sensibilità diverse hanno percorso in lungo e in largo l’Europa. E così è andata forgiandosi un’identità continentale che aveva già mosso i suoi primi passi con i pellegrinaggi religiosi del Medioevo. Ne scrive nel «Messaggero di sant’Antonio per l’estero» di luglio e agosto Alessandro Bettero in “Europa, figlia del Grand Tour”, intervistando Attilio Brilli, fra i massimi esperti di letteratura di viaggio, che ha esplorato questo affascinante capitolo della storia europea nel suo ultimo saggio Le vie del Grand Tour (ed. Il Mulino).          

“Scatti di verità” di Michela Manente è invece un vero e proprio racconto sociale attraverso le fotografie di Luisa Menazzi Moretti, fotografa globetrotter nata a Udine e trasferitasi a 13 anni con la famiglia in Texas. Con le sue istantanee l’artista mostra con immediatezza e senza ipocrisie le contraddizioni del nostro tempo, i drammi dei dimenticati e degli ultimi. Tra i suoi progetti recenti due ricerche antropologiche e sociali, documentate da tanti scatti fotografici sul Texas suburbano e disabitato, e sui migranti giunti in Italia come rifugiati.

“Noi ci siamo! E l’Italia?” è il provocatorio titolo dell’approfondimento di Alessandro Bettero sulla XIX Conferenza dei ricercatori italiani all’estero tenutasi a Bruxelles. Sono 120mila e lavorano in tutto il mondo in vari settori: dalle scienze umane alla medicina, fino alla tecnologia. Sono i “cervelli italiani espatriati”, una comunità globale di studiosi e docenti universitari italiani di altissimo profilo, purtroppo residente e operante all’estero, che ha suonato la sveglia alla politica italiana, da anni incapace di favorire il loro ritorno in patria, eccellenze di cui, di conseguenza, si giovano altri Paesi, spesso nostri concorrenti sul piano dell’innovazione, della tecnologia e delle scienze.

Quarant’anni fa, il 13 luglio 1985, il regista e produttore italo-americano Vincent Scarza diresse il più grande concerto di beneficenza della storia della musica a favore dell’Africa. Un evento senza precedenti, che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica leggera. I più grandi talenti si diedero appuntamento tra Londra e Philadelphia per sostenere con la loro arte i bambini affamati dell’Etiopia. Un evento che ancora oggi tutti ricordano come Live Aid for Africa, il più grande collegamento satellitare e la più grande trasmissione televisiva a livello planetario di tutti i tempi, capace di tenere incollati davanti al piccolo schermo quasi 2 miliardi di spettatori in 150 nazioni. Ce lo ricorda Generoso D'Agnese in “Il Live Aid di Scarza”.

Arriva dagli Stati Uniti la storia di Gianluca Zago “Un friulano a LA” presentata da Alessandro Bettero. Dal 2014 a Los Angeles, Zago ha avviato dapprima, insieme alla prima moglie, una floridissima attività di import-export di prodotti enogastronomici di qualità made in Italy. Successivamente, con uno chef padovano, ha creato l’iniziativa «Saor Italian Food», che tramite la famosa piattaforma MeetUp organizzava cene nel proprio appartamento e anche a casa dei clienti: top manager, stelle del cinema e dello sport. Oggi collabora con due ristoranti italiani: «Sor Tino» a Brentwood, e «Toscanova» a Calabasas, entrambi di proprietà della storica famiglia toscana Sciandri.

Luciano Gerry Gerardi porta i lettori in Australia con “Ferragosto a Five Dock” di Sidney, che quest’anno festeggia i 28 anni dalla prima inaugurazione. Nato quasi per caso nel 1998 dal desiderio di rivitalizzare il commercio locale, il Ferragosto di Five Dock è oggi una vibrante celebrazione della cultura italiana, capace di attirare oltre centomila persone ogni anno in un solo giorno. L’atmosfera è inconfondibile: musicisti con la fisarmonica, auto italiane d’epoca, grazie alla collaborazione dei club, e specialità enogastronomiche come salumi, gelato e vini italiani. Una festa che ha sempre mantenuto la propria identità italiana.

Con i suoi 215mila abitanti, Porto è la terza città del Portogallo, e in questa che viene definita dai lusitani la capitale del Nord, gli italiani da anni si trovano a proprio agio, contribuendo a infoltire le file della presenza straniera. A fare da catalizzatore, dal 14 maggio 2007 c’è anche la straordinaria fama di Dante Alighieri, attraverso un’associazione che in tutto il mondo porta avanti i pilastri della nostra cultura. È questa l’ASCIP (Associazione Socio-Culturale Italiana del Portogallo), realtà promossa dal Consolato Italiano a Porto. Ne spiega le iniziative Laura Napoletano in “Porto d’Italia”.

 

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