Messaggero di sant'Antonio | ComunicatoStampa
Un inno alla pace e al disarmo, l’augurio del «Messaggero di sant’Antonio» per l’anno 2025
Il dossier armamenti, il Giubileo nelle nuove pagine di catechesi di Manicardi e Malaguti e nell’editoriale, riscoprire la poesia, i frati conventuali in Groenlandia, l’onda di Hokusai, la nuova rubrica di Simone Olianti e gli scenari di Roberto Reale
Un augurio alla pace in tutto il mondo è quello che campeggia nella copertina del «Messaggero di sant’Antonio» di gennaio nell’illustrazione di Valentina Salmaso. Un mondo, o meglio una «madre terra» raffigurata attraverso la tenerezza di un pancione di una mamma che custodisce amorosamente il figlio che porta in grembo, per richiamare all’interno il dossier “Una storia senza guerra” scritto a quattro mani da Giulia Cananzi e Sabina Fadel (pdf in allegato in anteprima). Negli ultimi anni il mercato delle armi ha subito un’impennata, per questioni di sicurezza, dicono alcuni, o a causa delle tante guerre nel mondo, dicono altri. E se fosse vero il contrario, e cioè che è l’aumento delle armi per arricchire pochi a scatenare le guerre? Un tema urgente e irrisolto, su cui si è espresso anche papa Francesco: «Solo fermando la corsa agli armamenti [...] potremo scongiurare l’auto-distruzione della nostra umanità».
L’editoriale “Lasciamoci coinvolgere”, a firma del direttore responsabile del magazine antoniano fra Massimiliano Patassini, è dedicato al Giubileo, come occasione di riscoperta della fede in un Dio che dalla storia si è fatto coinvolgere. Il più grande evento della Chiesa cattolica di quest’anno può restare un avvenimento lontano o solo esteriore, ma se lo si vive in profondità può diventare un’opportunità per un rinnovato incontro con il Signore, per la riscoperta della propria fede, per avviare o rafforzare percorsi di riconciliazione e di pace. Dipende da ciascuno di noi.
In sintonia con il tema del Giubileo, le pagine di catechesi si intitolano quest’anno “Tracce di speranza”. Mese dopo mese, accompagnati dal biblista Luciano Manicardi e dallo scrittore Paolo Malaguti, si soffermeranno su quei segni, quegli ambiti, quei piccoli germogli che possono aiutarci a vedere, a costruire, a coltivare la speranza, nei nostri cuori e nel mondo attorno a noi. A inaugurarle è a gennaio il direttore Patassini, che nel primo contributo della serie intitolato “Pagine per sperare” così scrive: «Durante quest’anno abbiamo deciso di raccogliere alcune pagine sotto il titolo Tracce di speranza, con le quali vogliamo metterci in cammino sulle strade, appunto, della speranza. […] Di fronte a tante situazioni drammatiche e preoccupanti, spesso ci viene da chiedere: dov’è finita la speranza? Ha senso ancora sperare? E c’è il rischio che subentrino l’angoscia e la disperazione. Penso che questa sia una tra le situazioni peggiori in cui possiamo capitare; infatti, quando le cose vanno male, la speranza è capace di riaccendere una luce per iniziare un cammino, anche per fare solo il primo passo».
Ci sono poesie che abbiamo letto a scuola che ogni tanto, anche a distanza di molti anni, ricompaiono nella nostra vita. Ed è bello ritrovarle, come scrive Stefano Marchetti nel servizio “Riscoprendo la poesia”. Perché nella poesia ci rispecchiamo, perché essa attraversa i nostri sensi e ci tocca l’animo, perché ci parla di libertà e di stupore, di quei silenzi «da cui la meraviglia attinge la parola e in cui la parola affonda, appena la si è pronunciata» (pdf in allegato in anteprima).
È di fatto un fotoreportage quello ospitato nelle pagine di Chiesa e intitolato “I francescani conventuali anche in Groenlandia?”. A firmarlo è il protagonista, fra Igor Salmič, assistente generale dei frati minori conventuali, che racconta la cronaca del suo viaggio pastorale insieme al confratello fra Tomaž Majcen, membro della Provincia slovena dei frati minori conventuali,nell’isola dell’estremo Nord, per visitare i frati che vi risiedono e le comunità a loro affidate (pdf in allegato in anteprima).
Le pagine di cultura ospitano l’articolo di Luisa Santinello “Sull'onda di Hokusai”. Pittore e incisore giapponese vissuto a cavallo del XIX secolo, con le sue silografie policrome e i rotoli dipinti, Katsushika Hokusai rappresenta uno dei maggiori interpreti dell’ukiyo-e. Una grande mostra a Pisa a Palazzo Blu, «Hokusai», fino al 23 febbraio, ne celebra la carriera e l’importante lascito artistico.
Da questo numero fa il suo esordio la nuova rubrica dello psicologo Simone Olianti intitolata Verba Manent, che prende spunto dalle scritte cha compaiono sui muri delle nostre città che a volte sono vere e proprie perle di saggezza. Sembrano parole buttate lì a caso, ma invece aprono mondi e raccontano tanto di chi le ha scritte e anche di noi che le leggiamo. Il titolo del primo numero riprende una di queste frasi che l’autore ha incrociato casualmente qualche anno fa: «Riflesso nei tuoi occhi sono bello anch’io».
Infine, sempre tra le rubriche, torna rinnovata quella di Roberto Reale con il nuovo titolo Scenari, un occhio critico e attento sul mondo che ci circonda a 360°, per cogliere e riflettere su quanto fatica a entrare nei media mainstream. Il primo numero del nuovo anno “Un 2025 nel limbo degli Usa” si sofferma sull’arrivo di Trump alla Casa Bianca e la presenza di Musk accanto a lui: come sarà il mondo guidato dai miliardari?
Al comunicato stampa sono allegati in anteprima anche alcuni articoli integrali del mensile per cui è consentita la ripresa in toto o in stralcio sui propri organi di stampa, con citazione di fonte «Messaggero di sant’Antonio» e autore/autrice. Si ringrazia per la collaborazione.