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Malattia: speranza oltre il dolore, nel dossier del «Messaggero di sant’Antonio» di febbraio

Le tracce di speranza di Manicardi e Malaguti, il buon uso della lingua italiana, dal legno dei barconi dei migranti strumenti musicali, le interviste a suor Albarosa Bassani e Giancarlo De Cataldo, la poesia che serve, un Cammino… romantico

1 Febbraio 2025| di Ufficio stampa Messaggero di S. Antonio Editrice

Il nuovo numero di febbraio del «Messaggero di sant’Antonio» è incentrato sulla speranza, filo conduttore di questo Giubileo che ci vuole tutti pellegrini di una speranza che non delude. A partire dalla copertina, dedicata al tema delicato della malattia (in vista della Giornata mondiale del malato dell’11 febbraio), ma guardata con gli occhi della speranza: Malattia: speranza oltre il dolore.

Un tema, quello della malattia, che rimanda all’ampio dossier “Come un mandorlo”, scritto a sei mani, dove sono raccontate tre storie di persone che offrono uno sguardo inedito sul dolore: “Nato tre volte” di Giulia Cananzi dedicata a fra Tullio Pastorelli, missionario in Cile, da due anni rientrato in Italia a seguito di un drammatico incidente; “Contemplativa sulle strade del mondo” di Sabina Fadel che intervista Elide Siviero, autrice di libri affetta da sclerosi multipla, e “Una compagna di viaggio” di Luisa Santinello, che raccoglie la storia di Alessia Zama, ideatrice del blog Bipolarismoinviaggio.com (pdf in allegato). Perché «il mandorlo è il primo a fiorire e l’ultimo a dare frutti. Il suo frutto ha un guscio duro che nasconde la tenerezza di un seme che solo chi sa attendere può cogliere. Solo chi sa andare oltre la durezza può gustare. Così può essere la malattia: tempo di attesa, a volte estenuante, di una promessa in cui si fatica ancora a credere, ma di cui a tratti si colgono i piccoli segni. Eppure il Vangelo ci dice che quel seme, tra durezze e disincanti, porterà frutto».

Di speranza parla anche l’editoriale del direttore fra Massimiliano Patassini “Perché tutti siano una sola cosa”, una speranza che conduce a cercare ciò che unisce piuttosto che ciò che divide. Come accade nel cammino ecumenico, su cui l’Anno Santo ci invita a porre l’attenzione.

Con questo numero entra nel vivo la nuova serie delle pagine di catechesi dedicata al Giubileo, inaugurata con il numero di gennaio: “Tracce di speranza”, tra Bibbia e Letteratura, per pellegrini in tempi giubilari, scritta dal biblista e già priore di Bose Luciano Manicardi e dallo scrittore Paolo Malaguti. A febbraio il primo firma “Accogliere la vita”, il secondo “L’ingegnere Giovanni Marazzi”.

Da legno di dolore a legno di speranza: è il percorso che trasforma in strumenti musicali, grazie all’opera della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti di Milano, il legno dei barconi dei migranti giunti a Lampedusa. È il sogno divenuto realtà raccontato da Stefano Marchetti in “Note di speranza” (pdf in allegato).

«Mi vuoi sposare?» di Alberto Friso ricalca la domanda che André, un giovane pellegrino italo-brasiliano, ha fatto a Gianna, una sua connazionale e compagna di viaggio, al termine del Cammino a piedi da Camposampiero a Padova, seguendo il percorso compiuto da sant’Antonio nelle sue ultime ore di vita. Un pellegrinaggio che ha cambiato la loro vita.

Un’affascinante signora che, per restare al passo coi tempi, è pronta a indossare l’abito sportivo dei neologismi di origine inglese. È la metafora con cui Paolo Pivetti descrive la lingua italiana nell’articolo “Anziana, ma di classe”, in cui plana leggero su un tema in realtà molto serio e importante: il buon uso della lingua italiana senza deroghe a sintassi e morfologia.

Nell’articolo “La «scopritrice» di santi” Romina Gobbo intervista suor Albarosa Bassani, prima consultrice storica, poi postulatrice e oggi una delle rare donne consultrice teologa per il Dicastero delle Cause dei Santi.

Fabio Dalmasso con “Il magistrato melomane” ha invece intervistato il magistrato, scrittore noir e ora anche librettista Giancarlo De Cataldo, al suo debutto nel mondo della lirica.

Infine, tra le rubriche mensili, da segnalare Verba manent, curata dallo psicologo e scrittore Simone Olianti, un viaggio tra le scritte che compaiono sui muri delle città, che l’autore ha pazientemente raccolto e ora propone ai lettori del mensile antoniano. «La poesia ci serve, disperatamente» è la scritta comparsa a Palermo e il titolo del commento di questo mese, che inneggia a riscoprire la bellezza partendo dai sentimenti.


Pdf articoli integrali scaricabili dall’area download "Allegati”

Al comunicato stampa sono allegati anche alcuni articoli integrali del mensile per cui è consentita la ripresa in toto o in stralcio sui propri organi di stampa, con citazione di fonte «Messaggero di sant’Antonio» e autore/autrice. Si ringrazia per la collaborazione

 


Allegati disponibili


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  • dossier.pdf
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  • legni_di_speranza.pdf
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