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Domani e domenica al Santo celebrazioni ed eventi per l’80° del martirio di padre Placido Cortese

Il 23/11 vernice della mostra “Nel mio cuore come una ferita. Il campo di concentramento di Chiesanuova e l’opera di padre Placido Cortese”. Il 24/11 la commemorazione religiosa e la presentazione della biografia del martire della carità

22 Novembre 2024| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio stampa Messaggero di S. Antonio Editrice

Sabato 23 novembre, alle ore 15.00, in Sala Studio Teologico al Santo, a Padova, si terrà la presentazione pubblica della mostra “Nel mio cuore come una ferita. Il campo di concentramento di Chiesanuova e l’opera di padre Placido Cortese”, allestita nel Chiostro della Magnolia. L’esposizione è ideata da Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, Comune di Padova, Consulta di Quartiere 6A, Associazione Viaggiare i Balcani, Museo nazionale di storia contemporanea della Slovenia, Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea dell’Università di Padova (CASREC), Veneranda Arca di S. Antonio, Chiesa di Padova, ed è basata sulle approfondite ricerche d’archivio condotte dal prof. Antonio Spinelli, che della mostra è anche curatore con la collaborazione di Maria Grazia Tornisiello. Nel corso della conferenza verrà inoltre presentato il libro Ruah – Il soffio dello spirito di Vlasta Polojaz e Ivo Jevnikar (ed. Mladika, Trieste, 2024) in italiano e sloveno, che racconta gli ultimi giorni di vita di padre Cortese a Trieste. A seguire la vernice nel Chiostro della Magnolia.
La mostra sarà visitabile fino al 16 gennaio 2025 negli orari di apertura della basilica.

Domenica 24 novembre, alle ore 11, il venerabile Cortese sarà ricordato nella Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Franc Šuštar, Vescovo Ausiliare di Ljubljana, Segretario generale della Conferenza Episcopale Slovena, in rappresentanza della Chiesa di Slovenia. A conclusione della santa Messa, in forma processionale i celebranti e i fedeli si recheranno al Confessionale-Memoriale di padre Placido, in cui avvenivano i contatti segreti tra il frate e i suoi collaboratori, nel deambulatorio del santuario, davanti alla Cappella delle Reliquie, per un momento di preghiera e ricordo. La santa messa con la processione potranno essere seguite anche in diretta streaming web, social e tivù (per info qui: https://www.santantonio.org/it/live-streaming).

Seguirà alle ore 12.15 in Sala Studio Teologico una breve presentazione della pubblicazione Padre Placido Cortese, martire della carità - Il coraggio del silenzio (ed. Edizioni Messaggero Padova, 2024), con interventi dell’autore e Vicepostulatore padre Giorgio Laggioni e di S. E. Mons. Franc Šuštar. La pubblicazione, pensata per i pellegrini che transitano davanti al Memoriale, è un sintetico “racconto” della vita di padre Placido Cortese, narrata da un frate (fra Egidio) che l’ha realmente conosciuto: un espediente narrativo, per coinvolgere il lettore di questo libro, che si avvale di testimonianze preziose e rigorose anche dal punto di vista storiografico. Il volumetto di una cinquantina di pagine sarà disponibile gratuitamente in questo periodo direttamente in basilica.

 

Nota per i colleghi della stampa

Per riprese foto e video durante la celebrazione religiosa e la processione al memoriale di domenica è necessario richiedere il pass stampa entro domani, sabato 22/11/2024 ore 13 a: ufficiostampa@santantonio.org - mob. 380 2038621


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80° del martirio di padre Placido Cortese, il ricordo dell’eroicità delle sue virtù umane e cristiane. Tutti gli eventi tra Padova e Trieste da domani al 24 novembre

Domani la conferenza dell’Associazione S. Daniele. Nei prossimi giorni: presentazione di libri, la serie Youtube su padre Placido del Messaggero di sant’Antonio, la mostra sul campo di concentramento di Chiesanuova, la commemorazione ufficiale al Santo

6 Novembre 2024| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio stampa Messaggero di S. Antonio Editrice

Sono passati 80 anni dal martirio di padre Placido Cortese (Cherso, 1907 – Trieste, 1944), frate della Basilica del Santo, che si è consumato nella sede della Gestapo in Piazza Oberdan a Trieste, a seguito di ripetute brutali torture. Per questo padre Cortese è considerato un «martire della carità e del silenzio» e il 30 agosto 2021 Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto sull’eroicità delle virtù, per il quale può essere invocato con il titolo di Venerabile.

Com’è noto, il giovane francescano, direttore del «Messaggero di sant’Antonio» dal 1937 al 1943, dopo l’occupazione dei territori dell’ex Regno di Jugoslavia da parte dell’esercito italiano assieme a quello tedesco, negli anni 1942-1943 si interessò dei deportati, soprattutto sloveni e croati, nei campi di concentramento italiani, in particolare in quello di Chiesanuova, alla periferia di Padova, lasciando una testimonianza di grandissima carità. Dopo l’8 settembre 1943, la sua opera divenne clandestina, aiutando ebrei, militari alleati allo sbando e ricercati e altri perseguitati dal regime nazifascista. Con l’aiuto di generosi collaboratori e collaboratrici, riuscì a mettere in salvo alcune centinaia di persone. Per questo l’8 ottobre 1944 venne arrestato con l’inganno dalla Gestapo e portato nel proprio bunker di Trieste, dove venne interrogato e ripetutamente torturato, senza mai rivelare i nomi di quanti collaboravano con lui. Un eroico silenzio che pagò con la morte, avvenuta a metà novembre del ’44. Il suo corpo con molta probabilità venne cremato nella Risiera di San Sabba.

La Vicepostulazione per la causa di beatificazione di padre Cortese insieme alla Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova e ad altre realtà istituzionali, religiose e culturali hanno organizzato in occasione dell’ottantesimo anniversario una serie di eventi che toccheranno Padova e Trieste. Di seguito gli eventi in ordine cronologico.

Si inizia domani, giovedì 7 novembre. Alle ore 18.00 a Padova, al Circolo Unificato dell’Esercito (Prato della Valle, 82) l’associazione San Daniele Aps propone la conferenza dal titolo “Padre Placido Cortese, testimone della carità”. A raccontare le virtù umane e cristiane del Venerabile sarà padre Giorgio Laggioni, francescano conventuale, Vicepostulatore della causa di beatificazione. Ingresso gratuito con biglietto su Eventibrite https://www.eventbrite.it/e/biglietti-padre-placido-cortese-testimone-della-carita-1065869828349?aff=oddtdtcreator oppure sul sito dell’associazione  https://sandanieleaps.jimdofree.com/prenotazioni-2/.

Martedì 12 novembre alle ore 19.00 a Trieste, nella Chiesa di San Francesco (via Giulia 72), la Parrocchia di San Francesco d’Assisi, in collaborazione con la casa editrice Mladika e la Fondazione Libero e Zora Polojaz Ets, ha organizzato un incontro tra storia e cultura con Elena Blancato, autrice di Ruah – Il soffio dello spirito (ed. Mladika, Trieste, 2024) in italiano e sloveno, racconto sugli ultimi giorni di vita di padre Cortese a Trieste, e con padre Giorgio Laggioni, che oltre a essere il Vicepostulatore, ha appena pubblicato il libretto Padre Placido Cortese, martire della carità - Il coraggio del silenzio (ed. Edizioni Messaggero Padova, 2024), che ripercorre in forma narrativa la vita del Venerabile. A dialogare con i due autori Vlasta Polojaz e Ivo Jevnikar. Interverrà anche il vescovo di Trieste, monsignor Enrico Trevisi.

Dal 15 novembre sul canale Youtube, sugli altri social del Messaggero di sant’Antonio e sul sito Santantonio.org si potrà seguire la serie di tre puntate realizzata da padre Mario Conte, direttore editoriale di «Messenger of saint Anthony», in italiano e in inglese, sulla vita di padre Cortese. La prima puntata intitolata “Nascita di una vocazione” sarà on line venerdì 15 novembre, la seconda “Una luce tra le tenebre” mercoledì 20 novembre e la terza “Martire della carità” domenica 24 novembre.

Sabato 23 novembre, alle ore 15.00, in Sala Studio Teologico al Santo, a Padova, inaugurazione della mostra “Nel mio cuore come una ferita. Il campo di concentramento di Chiesanuova e l’opera di padre Placido Cortese”, ideata da Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, Comune di Padova, Consulta di Quartiere 6A, Associazione Viaggiare i Balcani, Museo nazionale di storia contemporanea della Slovenia, Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea dell’Università di Padova (CASREC), Veneranda Arca di S. Antonio, Chiesa di Padova, curata da Antonio Spinelli e Maria Grazia Tornisiello. La mostra, basata sulle approfondite ricerche d’archivio condotte dal prof. Spinelli, sarà allestita nel Chiostro della Magnolia e sarà visitabile fino a fine gennaio 2025 con orario 8.00-18.30.

A Padova, nella Pontificia Basilica di S. Antonio, il Venerabile Cortese sarà commemorato domenica 24 novembre, alle ore 11, nella Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Franc Šuštar, Vescovo Ausiliare di Ljubljana, Segretario generale della Conferenza Episcopale Slovena, in rappresentanza della Chiesa di Slovenia. A conclusione della santa Messa, in forma processionale i celebranti e i fedeli si recheranno al Confessionale-Memoriale di padre Placido, in cui avvenivano i contatti segreti tra il frate e i suoi collaboratori, nel deambulatorio del santuario, davanti alla Cappella delle Reliquie, per un momento di preghiera e ricordo. Seguirà alle ore 12.15 in Sala Studio Teologico una breve presentazione della pubblicazione Padre Placido Cortese, martire della carità - Il coraggio del silenzio (ed. Edizioni Messaggero Padova, 2024), con interventi dell’autore e Vicepostulatore padre Giorgio Laggioni e di S. E. Mons. Franc Šuštar. La pubblicazione, pensata per i pellegrini che transitano davanti al Memoriale, è un sintetico “racconto” della vita di padre Placido Cortese, narrata da un frate (fra Egidio) che l’ha realmente conosciuto: un espediente narrativo, per coinvolgere il lettore di questo libro, che si avvale di testimonianze preziose e rigorose anche dal punto di vista storiografico. Il volumetto di una cinquantina di pagine sarà disponibile gratuitamente in questo periodo direttamente in basilica.

Così padre Laggioni, vice postulatore della causa di beatificazione di Cortese: «la vicenda di questo eroico confratello si colloca nel contesto del Nord-Est, interessando anche Slovenia e Croazia, mentre la sua causa di beatificazione coinvolge tre Province dei Frati Minori Conventuali (Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, corrispondente all’Italia del Nord, Provincia di Slovenia e Provincia di Croazia), le Conferenze Episcopali di Slovenia e Croazia e la Conferenza Episcopale Triveneta. La conoscenza della figura di Cortese si va estendendo anche in altri contesti, nazionali ed internazionali. Purtroppo i tedeschi non hanno lasciato alcuna traccia documentale del suo martirio, le ripetute ricerche d’archivio, anche nel corso di quest’anno, con il patrocinio del CASREC, non hanno prodotto alcun apprezzabile risultato. Tuttavia le testimonianze orali, e in parte scritte, ritrovate hanno già permesso di introdurre la causa di beatificazione, con l’inchiesta diocesana svoltasi a Trieste (2002-2003), che ha portato nel 2021 alla promulgazione del decreto sulle virtù eroiche da parte del Santo Padre. Da parte nostra coltiviamo la speranza che sia riconosciuto a padre Cortese il “martirio di carità”, analogamente a quanto è stato fatto con il confratello San Massimiliano Kolbe, martire di carità ad Auschwitz (1941). Non a caso padre Placido Cortese è chiamato il “Kolbe di Cherso e di Padova”. Una testimonianza che appare significativa per il contenuto e i protagonosti è quella di suor Giustina Fasan, ora defunta, che viveva a Torremaggiore, non lontano da S. Giovanni Rotondo. Nel 1946 la religiosa informava padre Fulgenzio Campello (1913-1998), frate del Santo, sulla risposta che padre Pio da Pietrelcina, ora San Pio, interpellato sulla sorte di padre Cortese, di cui allora non si sapeva nulla, affidò a voce alla religiosa: “Padre Pio, letta la lettera (di padre Campello, ndr), ha riflettuto e ha aggiunto: dica ai frati del Santo che non facciano ricerche su padre Cortese, perché è in paradiso per la sua grande carità”».

Altri approfondimenti e notizie sono disponibili nel sito internet: https://www.padreplacidocortese.org/cortese/


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Domenica 20 novembre al Santo la commemorazione del Venerabile padre Placido Cortese nel 78° anniversario della morte a opera della Gestapo

La Vicepostulazione continua le ricerche in Italia e all’estero per ottenere il riconoscimento del “Martirio” del sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali in collaborazione con l’Università di Padova

15 Novembre 2022| di Ufficio stampa Messaggero di S. Antonio Editrice

L’annuale Commemorazione della morte del Venerabile Placido Cortese, frate del Santo e direttore del «Messaggero di sant’Antonio» durante la Seconda guerra mondiale, si terrà domenica 20 novembre, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo, nella Basilica di Sant’Antonio a Padova con una santa messa alle ore 11.00. La celebrazione sarà presieduta da mons. Antonio Oriente, Delegato vescovile per la Vita consacrata della Diocesi di Padova, e animata dalla Cappella Musicale Antoniana.

Oltre al consueto momento di preghiera al termine della liturgia al Memoriale-Confessionale di padre Cortese (dal quale il francescano organizzava il soccorso e la fuga di centinaia di persone, tra ebrei, militari alleati e quanti erano perseguitati dal nazifascismo), durante la messa sarà letto integralmente il Decreto sull’eroicità delle virtù emanato dal Dicastero delle Cause dei Santi il 30 agosto 2021 su autorizzazione di papa Francesco, in forza del quale al Servo di Dio è stato attribuito il titolo di Venerabile.

Tale decreto equivale a una sentenza o pronunciamento definitivo sulla causa di beatificazione e canonizzazione di Cortese, al quale si riconosce di aver esercitato “in grado eroico” tutte le virtù cristiane (teologali, cardinali e quelle riguardanti il suo stato di persona consacrata con i voti religiosi). Il documento ricorda anche i principali passaggi della Causa, iniziata vent’anni fa con l’inchiesta diocesana svoltasi a Trieste, diocesi in cui avvenne la morte di Cortese, fino al giudizio finale lo scorso anno da parte dei Padri Cardinali e Vescovi che compongono il Dicastero delle Cause dei Santi.

«La Causa non è chiusa del tutto, perché si potrebbe procedere alla beatificazione dopo il riconoscimento di un “miracolo” ottenuto per l’intercessione del Venerabile – precisa padre Giorgio Laggioni, Vicepostulatore –. A meno che, come si è detto già altre volte, non venga riconosciuto il “martirio” secondo le norme vigenti, fatto che consentirebbe la beatificazione di padre Cortese senza altri passaggi». Per questo la Vicepostulazione continua a lavorare sia per tenere viva la fama di santità e la devozione verso il Venerabile Cortese, sia per avviare ulteriori ricerche in archivi italiani ed esteri che potrebbero far scoprire e approfondire alcuni aspetti dell’impegno di Cortese durante l’occupazione nazifascista, sia portare al riconoscimento del “martirio”.

Allo stato attuale sono stati avviati alcuni progetti in collaborazione con il Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (CASREC) dell’Università di Padova, che garantisce alle ricerche un alto valore dal punto di vista scientifico. In particolare, nell’ambito del progetto di memorializzazione dell’ex campo di concentramento di Chiesanuova (Mozione “Segni tangibili di memoria nell’area dell’ex Caserma Romagnoli a Chiesanuova”, approvata dal Consiglio comunale di Padova il 21 febbraio 2022), dove il Venerabile svolse un’intensa opera di carità, sarà condotta a cura del professor Antonio Spinelli un’indagine archivistica completa, spingendosi anche nei fondi esistenti nei territori dell’ex Jugoslavia.

«Sono inoltre in fase di progettazione altre ricerche finalizzate a chiarire in particolare l’ultimo tratto dell’esistenza terrena di Cortese, con l’arresto da parte della Gestapo l’8 ottobre 1944 fuori del sagrato del Santo, il suo trasferimento a Trieste nel quartier generale della stessa Gestapo in Piazza Oberdan, gli interrogatori accompagnati da brutali torture e la morte – prosegue Laggioni –. Se le intuizioni in questa fase troveranno puntuali riscontri d’archivio, si potranno acquisire quegli elementi determinanti che potranno riaprire, si spera vivamente, la questione del “martirio”. Tutto questo per dire che la causa del nostro Venerabile è più che mai viva e aperta e che la sua testimonianza fino al “martirio” ha un’eco ormai diffusa».

Tra le testimonianze più importanti in questo senso è da segnalare la deposizione, nel novembre 1945 a Londra davanti alla Commissione d’inchiesta militare, dell’allora sergente britannico Ernest Charles Roland Barker (1919-1953), poi promosso maggiore, che nel 1944 durante una missione speciale venne catturato dai tedeschi e portato a Trieste nel bunker della Gestapo, nei giorni in cui era trattenuto anche Cortese, che egli vide straziato dalle torture. Dichiarò Barker allora: «Io stesso ho visto molti prigionieri [nel bunker], Croati, Italiani e di altre nazionalità che erano stati maltrattati, avevano gli arti fratturati e avevano ricevuto il cosiddetto ‘trattamento elettrico’ che spesso provocava ustioni e altre lesioni al corpo. C’era in particolare un prete italiano, il parroco della chiesa di Sant’Antonio [sic], a Padova, al quale erano state estratte con la forza le unghie, spezzate le braccia [da intendere anche: mani], bruciati i capelli e che portava i segni di ripetute fustigazioni sul suo corpo. In seguito mi è stato detto che gli avevano sparato». Lo scorso anno, le memorie di Barker sono state pubblicate in Gran Bretagna nel libro Behind enemy lines with SOE – Major E. C. R. Barker BEM (ed. Frontline Books 2021), che riporta anche tale deposizione.


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Domenica 14 novembre commemorazione del Venerabile padre Placido Cortese al Santo a Padova nel 77° anniversario della morte

Alle 11.00 una Messa ricorda il sacrificio del sacerdote dei Frati Minori Conventuali in prima linea contro il nazifascismo. Con lui sarà ricordata anche Maria Cristina Cella Mocellin dichiarata Venerabile insieme a padre Cortese

8 Novembre 2021| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Domenica 14 novembre, alle ore 11.00, in Basilica di Sant’Antonio a Padova si terrà la commemorazione del Venerabile padre Placido Cortese, frate del Santo e direttore del «Messaggero di sant’Antonio», che durante la Seconda Guerra mondiale, in contatto con esponenti della Resistenza e con l’aiuto di validi collaboratori e collaboratrici, riuscì a soccorrere e a mettere in salvo centinaia di persone perseguitate dal nazifascismo (internati sloveni e croati nei campi di concentramento italiani, ebrei, militari alleati).

Un impegno, quello del giovane frate nato nel 1907 a Cherso (oggi in Croazia), fino alle estreme conseguenze: la sua cattura da parte dei nazisti, le brutali torture e la morte a Trieste, nel novembre 1944, a opera della Gestapo, che non riuscì a piegare il suo eroico silenzio.

La santa Messa sarà presieduta da mons. Giuliano Zatti, vicario generale della Diocesi di Padova. Seguirà la preghiera presso il Memoriale-Confessionale di padre Cortese in Basilica del Santo.

Unitamente a padre Cortese verrà ricordata anche Maria Cristina Cella Mocellin, madre di famiglia, dichiarata Venerabile da papa Francesco il 30 agosto scorso, insieme a padre Cortese. Saranno presenti anche alcuni suoi familiari.

Si tratta in entrambi i casi di “vite donate” per salvarne altre. Unirle nel medesimo ricordo, dal momento che entrambe le cause riguardano, sia pure in diverso modo, la Diocesi di Padova, è significativo per la Chiesa locale e per i frati minori conventuali del Santo.

Per approfondimenti sulla vita di padre Cortese è on line il sito web Padreplacidocortese.org al seguente url: https://www.padreplacidocortese.org/cortese/

 


Per i colleghi della stampa – Si veda anche il comunicato stampa “Padre Placido Cortese è Venerabile, papa Francesco riconosce le sue virtù eroiche” (30 agosto 2021): https://areastampa.messaggerosantantonio.it/content/padre-placido-cortese-e-venerabile-papa-francesco-riconosce-le-sue-virtu-eroiche

 

 

 


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Padre Placido Cortese è Venerabile, papa Francesco riconosce le sue virtù eroiche

Promulgazione del Decreto sulle virtù eroiche del Venerabile Servo di Dio Placido Cortese, Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali

30 Agosto 2021| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Molto scarna la notizia pubblicata nel bollettino quotidiano della Sala Stampa della Santa Sede, ma certamente di grande rilievo per la causa di beatificazione di Padre Placido Cortese:

«Il 30 agosto 2021, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare il Decreto riguardante:

- le virtù eroiche del Servo di Dio Placido Cortese (al secolo: Nicolò), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali; nato a Cherso (oggi in Croazia) il 7 marzo 1907 e morto a Trieste (Italia) in novembre 1944».

Si tratta, al momento, del più importante pronunciamento della Chiesa, perché impegna l’autorità stessa del Papa, nel complesso iter che porterà all’attesa beatificazione di padre Cortese, che ora potrà essere chiamato con il titolo di Venerabile. Dopo l’esame positivo da parte dei Consultori storici, quindi dei Consultori teologi e, infine, dei Cardinali e Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del Decreto sulle virtù praticate da padre Placido Cortese in grado eroico. Si tratta, per analogia, di una sentenza definitiva, emessa dopo un lungo e meticoloso procedimento canonico, o causa, riguardante la vita, le virtù (teologali, cardinali e quelle inerenti al suo stato di religioso francescano), nonché la fama di santità di padre Cortese, frate del Santo, direttore del «Messaggero di sant’Antonio», la cui testimonianza rifulse soprattutto durante la Seconda guerra mondiale, quando si prese cura, in particolare, degli internati sloveni e croati nei campi di concentramento italiani, di ebrei, di militari alleati ricercati e di altri, di persone perseguitate dal nazifascismo. Grazie alla rete Fra.Ma, di cui era tra i principali protagonisti nella zona di Padova, padre Cortese riuscì a mettere in salvo centinaia di persone. E questo fino alle estreme conseguenze: la cattura, le brutali torture e la morte a Trieste, nel novembre 1944, nella sede della Gestapo, la polizia segreta nazista, che non riuscì a piegare il suo eroico silenzio. Per procedere alla beatificazione, basterà ora l’accertamento di un miracolo, ottenuto per l’intercessione del Venerabile padre Placido Cortese.

Occorre aggiungere che rimane la speranza di poter giungere anche al riconoscimento del “martirio” di Padre Placido, riprendendo l’originale impostazione della causa successivamente mutata dalla Congregazione delle Cause dei Santi, in attesa di acquisire elementi certi sul martirio “in odium fidei”, come richiesto dalle normative ecclesiastiche. Se verrà riconosciuto il martirio, padre Cortese sarà beatificato e non sarà necessario l’accertamento del miracolo.

La promulgazione delle virtù eroiche è di grande rilievo e si aggiunge ai prestigiosi riconoscimenti attribuiti a padre Cortese in altri ambiti, come la Medaglia d’oro al merito civile concessa e consegnata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel febbraio 2018 e, ultimamente (gennaio 2021), la posa della “Pietra d’inciampo” davanti alla Basilica del Santo, nel punto dove avvenne la cattura. Di padre Placido troviamo la memoria nei Giardini dei Giusti di Padova e Milano, e non solo, ed è auspicabile il suo inserimento anche nello Yad Vashem di Gerusalemme.

Come ha ricordato recentemente il rabbino di Padova Adolfo Locci, padre Cortese è stato «un giusto, che al momento giusto, si è comportato da giusto, distinguendosi per comportamento, per etica, per giustizia, per umanità».

Il pronunciamento della Chiesa, con l’autorevole avallo di Papa Francesco, ci riconsegna un uomo, un francescano e un sacerdote esemplare nelle virtù praticate perché totalmente uomo di Dio e, di conseguenza, totalmente dedito alla causa dell’uomo oppresso e vilipeso, difendendone i diritti e la dignità.

L’eroico padre Placido Cortese riflette la sua luce su tutti i suoi coraggiosi collaboratori e collaboratrici e su quanti contribuirono a tenere accesa la fiaccola della carità cristiana e della solidarietà, della difesa dei fondamentali valori del vivere civile, nel buio che avvolse l’umanità durante il secondo conflitto mondiale. Le città di Padova e Trieste, ma anche di Cherso e Lubiana, con le rispettive comunità cristiane, i frati minori conventuali d’Italia, Slovenia e Croazia, si rallegrano per la vita, l’opera e la straordinaria testimonianza del Venerabile padre Placido Cortese, con la speranza che egli sia riconosciuto “martire della fede e della carità”.


⇒ Ampie informazioni sulla vita e l’attività di padre Cortese, con preziose testimonianze, anche inedite, sono disponibili nel sito internet a lui dedicato:
Padreplacicortese.org

⇒ Sul canale YouTube Padre Placido Cortese, il documentario "Il coraggio del silenzio", con testimonianze di chi lo ha conosciuto, e un'ampia selezione di approfondimenti video.

 


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“Pietre d’inciampo”, nel Giorno della Memoria evento on line con Scarsato, Turco e Locci per non dimenticare

Una serata con EMP domani, mercoledì 27 gennaio, ore 20.30 sulla pagina Facebook Edizioni Messaggero Padova e sul canale YouTube Messaggero di sant’Antonio. I libri della casa editrice francescana di Padova sulle vittime dell'olocausto e del nazifascismo

26 Gennaio 2021| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

“Pietre d’inciampo”, è questo il titolo di un evento social che le Edizioni Messaggero Padova organizzano in occasione del “Giorno della memoria”. La trasmissione di mercoledì 27 gennaio alle 20.30, sulla pagina Facebook Edizioni Messaggero Padova e sul canale YouTube Messaggero di sant’Antonio, vedrà la partecipazione di padre Fabio Scarsato, direttore editoriale del «Messaggero di sant'Antonio» e delle Edizioni Messaggero Padova, dell’onorevole Livia Turco, presidente Fondazione Nilde Iotti, e di Adolfo Locci, rabbino di Padova e docente di storia dell’ebraismo. Una serata per soffermarsi su alcune persone, uomini e donne, le cui vite ci fanno letteralmente inciampare, perdere l’equilibrio delle nostre certezze, chiedendoci una presa di posizione, un cambiamento. Per non dimenticare l’orrore dei campi di sterminio e affinché quell'orrore non accada mai più. Nella serata si parlerà di alcune figure, molto vicine ai francescani della Basilica del Santo a Padova, come padre Placido Cortese, a cui da pochi giorni è stata dedicata una "Pietra d’inciampo" a Padova, e Maria Borgato, straordinaria donna della Resistenza padovana, a cui le Edizioni Messaggero Padova hanno dedicato alcune novità editoriali.

Direttore del «Messaggero di Sant’Antonio» dal 1937 al 1943 e residente nel convento del Santo, Padre Placido Cortese durante l’occupazione tedesca in Italia aiutò ebrei e perseguitati politici, coordinando dal suo confessionale in basilica una “catena di salvezza” a cui collaborarono giovani e donne, tra cui Maria Borgato. Braccato dalle forze naziste, fu rapito fuori dal Santo nell’ottobre 1944 e deportato a Trieste, dove, sottoposto a tremende torture e interrogatori per estorcergli invano i nomi dei suoi collaboratori, morì nel novembre dello stesso anno.

A lui, Servo di Dio e Medaglia d’oro al merito civile, le Edizioni Messaggero Padova hanno dedicato due nuovi libri. Nel primo, Padre Placido Cortese vittima del Nazismo, l’autore Appollonio Tottoli, ricostruendone con puntualità e precisione il contesto storico, ripercorre la vita di padre Cortese: l’infanzia a Cherso (Istria), gli studi e la formazione nei seminari francescani, l’ordinazione sacerdotale a Roma, l’attività giornalistica, l’impegno e la sollecitudine a favore dei perseguitati, il rapimento e il «martirio» delle sue ultime settimane di vita. Nel secondo, I fioretti di padre Placido. Martire francescano della carità e del silenzio, più breve ma non meno coinvolgente, gli autori, Giorgio Laggioni, vice postulatore nella causa di beatificazione, e Piero Lazzarin, raccontano alla maniera dei «fioretti» di san Francesco i momenti importanti e le scelte decisive, ma anche il pulsare quotidiano del cuore di padre Placido. Una lettura emozionante.

Alla figura di Maria Borgato, una donna di una grande fede messa al servizio della Resistenza, la giornalista Cristina Sartori ha dedicato il volume Maria Borgato. Ravensbrück solo andata. Il libro ricostruisce la straordinaria figura di questa donna dall’apparenza mite, ma capace di grandi gesti di eroismo. Borgato fu perno importantissimo per la catena di solidarietà ideata da padre Placido Cortese per aiutare i perseguitati dal nazifascismo, nonché membro attivo del Fra.Ma, il movimento di Resistenza fondato da Ezio Franceschini e Concetto Marchesi, che operava a Padova in particolare dopo l’8 settembre 1943, rendendo possibile la salvezza di centinaia di prigionieri di guerra. Animata da una profonda fede, Borgato mise la vita di persone sconosciute prima della propria sicurezza, facendo delle parole del Vangelo vita incarnata, fino al sacrificio nell’inferno di Ravensbrück. Il volume con prefazione di Livia Turco offre uno sguardo nuovo sul ruolo delle donne nella lotta antifascista e nella resistenza e anche su un aspetto ancora poco indagato dagli storici contemporanei: la vita nei campi di concentramento femminili. L’autrice sarà ospite di CafèTV24 mercoledì 27 gennaio alle ore 11.20 e giovedì 28 gennaio alle ore 21.00 degli incontri di Legambiente Piove di Sacco sul canale YouTube dell’associazione. A questo link è invece disponibile l’intervista a Cristina Sartori di ieri sera sulla pagina Facebook Il Cantiere delle donne: https://fb.watch/3fNmt2IGQ6/

Sul sito delle Edizioni Messaggero Padova, www.edizionimessaggero.it, una vetrina con altri titoli “per non dimenticare”.

 

APPROFONDIMENTI

Comunicato stampa del 21/01/2021
Una Pietra d’inciampo dell'artista Gunter Demnig ricorda fuori dalla Basilica del Santo a Padova padre Placido Cortese, direttore del «Messaggero di sant’Antonio» durante la Seconda guerra mondiale
Cartella stampa digitale: https://areastampa.messaggerosantantonio.it/content/una-pietra-dinciampo-dellartista-gunter-demnig-ricorda-fuori-dalla-basilica-del-santo-padova

Comunicato stampa del 15/01/2021
Maria Borgato, il libro di Cristina Sartori racconta la storia di una partigiana e della grande fede che l’animava
Cartella stampa digitale: https://areastampa.messaggerosantantonio.it/content/maria-borgato-il-libro-di-cristina-sartori-racconta-la-storia-di-una-partigiana-e-della


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Basilica del Santo | ComunicatoStampa

Una Pietra d’inciampo dell'artista Gunter Demnig ricorda fuori dalla Basilica del Santo a Padova padre Placido Cortese, direttore del «Messaggero di sant’Antonio» durante la Seconda guerra mondiale

“Martire della carità”, il frate del Santo salvò centinaia di ebrei e perseguitati politici dalla furia nazifascista e pagò con la propria vita il suo impegno spirituale e civile

21 Gennaio 2021| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice


È stata inaugurata questa mattina, giovedì 21 gennaio, fuori dalla Basilica di S. Antonio, tra piazza del Santo e l’angolo con via Orto Botanico, la Pietra d’inciampo realizzata dall'artista Gunter Demnig in ricordo di padre Placido Cortese, il frate del Santo e direttore del «Messaggero di sant’Antonio» durante la Seconda guerra mondiale. Il francescano, già dichiarato Servo di Dio e di cui prosegue la causa di canonizzazione, durante il conflitto e in particolare dopo l’8 settembre 1943, dal suo confessionale coordinava in segreto le operazioni di salvataggio di centinaia di ebrei, soldati alleati e civili perseguitati dalla furia nazifascista, diventando il punto di riferimento più importante, nella zona di Padova, del “Fra.Ma”, organizzazione clandestina sorta durante la Resistenza, facente capo ai docenti universitari Ezio Franceschini (Fra) e Concetto Marchesi (Ma).

La Pietra d’inciampo è stata collocata nel punto esatto in cui, l’8 ottobre 1944, il frate venne rapito da due emissari della polizia segreta nazista e trasferito nel bunker della Gestapo a Trieste, dove venne barbaramente torturato per estorcergli, invano, i nomi dei suoi collaboratori e alla fine ucciso. Il suo corpo venne cremato nel lager nazista della Risiera di San Sabba a Trieste e i tedeschi non lasciarono traccia del suo nome, nel vano tentativo che della sua storia si perdessero le tracce.

La posa della Pietra d’inciampo dedicata a padre Cortese, nei giorni antecedenti il “Giorno della memoria”, è avvenuta alla presenza del rettore della Basilica del Santo, padre Oliviero Svanera; di padre Giorgio Laggioni, vicerettore e vice postulatore nella causa di canonizzazione; di Sergio Giordani, Sindaco di Padova; di Gianni Parenzo, presidente della Comunità ebraica di Padova; di Giuliano Pisani, vicepresidente del comitato scientifico del Giardino dei Giusti del mondo di Padova.

«Questa pietra è un ulteriore piccolo segno per alimentare la memoria di chi, come padre Placido, ha sacrificato la propria vita per la giustizia e la carità – ha dichiarato padre Svanera – Per noi ha un significato particolare perhè la sua figura e la sua opera, dopo la sia cattura e morte aveva subito l’oblio del tempo e della memoria. Solo a metà degli anni ’90 del secolo scorso, per vie provvidenziali si è progressivamente messa a fuoco e palesata la verità sull’eroica fine del nostro confratello».

«Un altro riconoscimento si aggiunge ai precedenti, tutti autorevoli, per onorare il Servo di Dio Cortese, per trasmettere a questa e alle future generazioni la testimonianza di un uomo, religioso francescano e sacerdote, sempre animato, in vita e in morte, dall’amore a Dio e al prossimo, di ogni appartenenza culturale e religiosa, fino al sacrificio della propria vita, fino al martirio – ha detto il vice postulatore padre Laggioni - La “pietra d’inciampo” obbliga, quasi, a fermarsi e a riflettere, a recuperare l’identità e la consistenza, anche fisica, ma soprattutto spirituale, di una persona alla quale si è tentato di togliere tutto questo. Nel caso di Cortese, l’odierno riconoscimento contribuisce a manifestare nei suoi confronti la gratitudine sincera per quanto egli ha saputo compiere, facendo brillare nell’oscurità del suo tempo la luce di quell’Amore che, secondo l’apostolo Giovanni, è Dio stesso».

In onore di padre Cortese, inoltre, la Veneranda Arca di Sant’Antonio d’intesa con la comunità francescana del Santo ha da poco collocato all’interno del Museo Antoniano un “Reliquiario-Testimonianza” a lui dedicato. L’opera, donata dall’artista Paolo Marcolongo, contiene al suo interno alcune schegge del muro del bunker in cui padre Placido fu imprigionato a Trieste e un frammento di carta dove padre Placido appuntò la parola “santo”.

L’inaugurazione della Pietra d’inciampo per padre Placido è seguita a quelle di altre tre pietre dedicate, nella stessa mattinata, ad altrettanti ebrei deportati e uccisi nei campi di sterminio, che portano a 28 il numero di pietre posate a Padova a ricordo di ebrei morti nei lager: in via delle Piazze quella di Celina Trieste, uccisa a Trieste nella Risiera di San Sabba; in via San Martino e Solferino quelle di Guido Usigli ed Ester Giovanna Colombo, uccisi ad Auschwitz.

Insignito nel 2018 dal presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella della Medaglia d’oro al merito civile, padre Cortese, originario di Cherso, venne torturato a morte per non aver tradito i compagni con i quali aveva condiviso una forte esperienza di carità, mettendo ogni giorno a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri, testimoniando così i valori dell’amore, della solidarietà, della fraternità e della pace.

Anche se si è in attesa della promulgazione del decreto sull’eroicità delle virtù, egli è di fatto un “martire della carità”, come il confratello polacco padre Massimiliano Kolbe, lasciato morire di fame in un bunker di Auschwitz per aver voluto sostituire un padre di famiglia condannato alla stessa sorte. I due francescani martiri vengono ora ricordati a pochi metri di distanza, nella stessa piazzetta vicino alla basilica.

 

VIDEO

Girato integrale della cerimonia di dedicazione della pietra d'inciampo a padre Placido Cortese, 21/01/2021:
https://www.dropbox.com/sh/ifej8lej10rdns3/AACFOreeU3uClsqJgtSYRKCfa?dl=0


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