
EMP | ComunicatoStampa
"Futuro, tra utopia e distopia", l’ultimo numero del 2023 di «Credere Oggi» si interroga sul mondo che verrà e sulle prossime generazioni
Dal cinema alla letteratura, dalla crisi climatica a quella demografica e sociale. Coordinamento di Fabrizio Mandreoli, contributi di Simonelli, Franzoni, Carati, Manghi, Garzón, Criveller, Marcello, Zanardi, Mazzinghi. Direzione di Simone Morandini
Abstract in allegato con indice, editoriale di Fabrizio Mandreoli e Cristina Simonelli, e contributo di Michele Zanardi
Il futuro è il vero grande interrogativo di questo nostro tempo; papa Francesco sottolineava che la vera sfida è «come potrà essere la vita della prossima generazione?». Come sarà il mondo di domani? E come saremo noi che lo abiteremo?
Con queste domande si misura il numero 258 (6/2023) della rivista «Credere Oggi», intitolata Futuro, tra utopia e distopia, che è come un invito a un viaggio attraverso mondi diversi. Dalla letteratura e dal cinema vengono oggi sguardi intensi sul futuro, così come dall’immersione in alcuni luoghi critici, in cui esso va prendendo forma. Veniamo così condotti in Oceania - nell’isola di Tuvalu, destinata a essere sommersa dall’innalzamento del livello del mari - e nella foresta amazzonica, splendida e minacciata; esploriamo la contraddittoria realtà di una Cina che paga in diritti umani negati il proprio sviluppo; attraversiamo il Sud italiano e le periferie delle città.
Sono come spazi di frontiera tra passato-presente e futuro, in cui si intrecciano utopia e distopia, incertezza e sogno. In essi si innestano le tre riletture finali, a partire dal “pensiero della nascita” di Hannah Arendt, attento alla capacità di novità che caratterizza la nostra umanità. Fondamentale sorgente di resilienza e speranza è peraltro la stessa Bibbia, narrazione di fallimenti e di sconfitte, di promesse e di inizi sempre rinnovati. A essa attinge un pensiero della speranza, che illumina il rapporto tra Chiese e spazio pubblico, a testimoniare che siamo noi - l’unica specie in grado di plasmare il proprio futuro - ad avere la responsabilità di farlo.
Un percorso ricco di fascino cui hanno contribuito il coordinatore Fabrizio Mandreoli (con un gruppo di suoi collaboratori) e poi Cristina Simonelli, Andrea Franzoni, Simone Carati, Nicola Manghi, Deyanet Garzón, Gianni Criveller, Giorgio Marcello, Michele Zanardi, Luca Mazzinghi, Simone Morandini.
DATI BIBLIOGRAFICI
Rivista: «Credere Oggi»
Fascicolo: n. 258 – 6/2023
Numero edizione: 1
Titolo: Futuro tra utopia e distopia
Contributi: Simone Carati - Gianni Criveller - Andrea Franzoni - Deyanet Garzon - Fulvio Librandi - Fabrizio Mandreoli - Nicola Manghi - Giorgio Marcello - Luca Mazzinghi - Simone Morandini - Cristina Simonelli - Michele Zanardi
Editore: Edizioni Messaggero Padova
Formato: Fascicolo carta
Dimensioni: 14,5 x 21,0
Genere: Teologia e cultura religiosa
ISBN: 9788825057133
Scheda editoriale: https://www.edizionimessaggero.it/scheda-fascicolo/autori-vari/futuro-tra-utopia-e-distopia-9788825057133-15940.html

EMP | ComunicatoStampa
"Relazioni di potere nella Chiesa" nel nuovo numero del bimestrale «Credere Oggi», dall’analisi sui cambiamenti nel contesto sociale ed ecclesiale all’attenzione per il ruolo delle donne nella Chiesa
Coordinamento di Riccardo Battocchio con contributi interdisciplinari di Rocco D’Ambrosio, Carlo Broccardo, Luciano Bertazzo, Cristina Simonelli, Donata Horak, Vito Mignozzi, Davide Cito, Antonio Bergamo, Simona Segoloni. Direzione di Simone Morandini
Relazioni di potere nella Chiesa: è questo il titolo del fascicolo n. 256 del bimestrale «Credere Oggi» (4/2023) della casa editrice EMP, coordinato in questo numero da Riccardo Battocchio, presidente nazionale dell’Associazione Teologica Italiana. Molte le domande che lo attraversano: come si esercita il potere nella Chiesa? Come prevenire eventuali abusi? Ma prima ancora: che significa «potere»? E in che relazione esso sta con l’«autorità»?
Tra sociologia e Scrittura, tra diritto e teologia, tra pastorale e storia, il fascicolo guida a comprendere una realtà complessa, che segna in profondità il vissuto ecclesiale. Muovendo da uno sguardo sui cambiamenti nel contesto sociale e in quello ecclesiale, incontriamo riferimenti alla sapienza biblica, ma anche un’attenzione per il ruolo delle donne nella realtà ecclesiale.
Perché la grande domanda che attraversa i diversi testi è: chi ha titolo per esercitare forme di potere nella Chiesa? Esso deve essere necessariamente legato al sacramento dell’ordine? E come i soggetti chiamati a tali compiti vengono formati, per un uso che promuova dinamiche di crescita comune ed eviti abusi?
Il riferimento alle traiettorie passate e l’analisi del presente – anche nelle sue criticità - apre alla proposta di indicazioni per un futuro in cui davvero il potere sia realtà condivisa e costruttiva.
Contribuiscono a tale articolato percorso i saggi di Rocco D’Ambrosio, Carlo Broccardo, Riccardo Battocchio, Luciano Bertazzo, Cristina Simonelli, Donata Horak, Vito Mignozzi, Davide Cito, Antonio Bergamo. Lo stesso Battocchio presenta nella Documentazione importanti materiali tratti dal cammino sinodale tedesco, mentre Simona Segoloni cura l’Invito alla lettura per l’approfondimento; completa il numero la consueta rubrica In libreria.
Il fascicolo, in libreria dal 28 agosto, è disponibile in anteprima sul sito dell’editore www.edizionimessaggero.it.
Abstract in allegato con indice, editoriale di Simone Morandini e stralcio intervento di D’Ambrosio.
DATI BIBLIOGRAFICI
Rivista: «Credere Oggi»
Fascicolo: n. 256 – 4/2023
Numero edizione: 1
Titolo: Relazioni di potere nella Chiesa
Contributi: Riccardo Battocchio, Rocco D’Ambrosio, Carlo Broccardo, Luciano Bertazzo, Cristina Simonelli, Donata Horak, Vito Mignozzi, Davide Cito, Antonio Bergamo, Simona Segoloni. Direzione di Simone Morandini
Editore: Edizioni Messaggero Padova
Formato: Fascicolo carta
Dimensioni: 14,5 x 21,0
Genere: Teologia e cultura religiosa
ISBN: 9788825055900
Scheda editoriale completa: https://www.edizionimessaggero.it/scheda-fascicolo/autori-vari/relazioni-di-potere-nella-chiesa-9788825055900-15696.html

EMP | ComunicatoStampa
"Donne che guardano in faccia", in un libro il coraggio delle mogli dei collaboratori di giustizia
Giuseppe Giunti e Simona Segoloni raccolgono con delicatezza la quotidianità invisibile di queste donne che hanno deciso di “parlare” o convinto i mariti a farlo
«In galera ci sta mia moglie, non io!». Da questa accorata frase pronunciata da un detenuto nasce l’idea di narrare la vita quotidiana delle mogli, delle figlie, delle donne dei collaboratori di giustizia. Lo fanno gli autori, fra Giuseppe Giunti, padre spirituale dei detenuti nella Casa di reclusione «San Michele» di Alessandria, e Simona Segoloni, teologa laica, nel volume appena pubblicato per i tipi delle Edizioni Messaggero Padova (EMP) e intitolato Donne che guardano in faccia. Il coraggio delle mogli dei detenuti.
Il volume racconta, grazie alle testimonianze dell’altra metà del cielo, una vita quotidiana necessariamente invisibile, a causa della protezione che deve rendere tutto segreto. Queste vite, ristrette anche loro, spesso sono volute, decise dalle stesse donne, non solo subite. Per molti “infami”, come la camorra considera chi collabora con la giustizia, la decisione di “parlare” l’ha infatti voluta “lei”, con determinazione. Queste donne si raccontano “guardandoti in faccia”, dritto negli occhi. Con lo sguardo di chi non vuole che anche i figli abbiano una vita sbagliata. In questo libro sono raccolti i loro sguardi, insieme a quelli di Francesco e Chiara d’Assisi, e prima ancora, di Gesù.
La narrazione è per tutti e utilizza una chiave semplice non così frequente: quella del pudore e del rispetto nei confronti chi si racconta e di chi raccoglie testimonianze così intime. Gli autori entrano «in punta di piedi nelle vite delle donne che rendono presenti, senza violarle, senza renderle immaginette sdolcinate, leggendole piuttosto attraverso quei passi della Scrittura che narrano e benedicono vite come le loro – scrive nella Prefazione Cristina Simonelli, presidente del Coordinamento teologhe italiane –. Il lavoro degli scrittori (i due autori con tutte le donne che firmano le lettere) e di tutti i possibili lettori, ormai complici, ha anche il potere di rendere giustizia nella maniera più ovvia, anche se non sempre scontata: porta a parola il non detto, l’esclusione, le asimmetrie sociali, i meccanismi di potere occulto e palese che mietono vittime soprattutto fra i piccoli e i poveri. Come nella Bibbia, le donne e i piccoli, tatuati nel corpo e nel cuore con le stimmate della vita, ne sono la cifra drammaticamente perfetta. In queste vicende però il loro sguardo attraversa l’opacità, non accecato, come si direbbe, dall’amore, bensì proprio dall’amore reso acuto».
Il volume è una sorta di sequel di quel Padre nostro che sei in galera (ed. EMP, 2018), scritto sempre da Giunti “insieme” ai carcerati: i loro commenti alla preghiera di Gesù allora avevano fatto emergere che la paternità/maternità di Dio non impicca la persona al proprio passato, per quanto devastato e devastante. Ora, in questo nuovo volume, come il Signore nel Padre nostro, sono le donne dei detenuti a rinnovare ai propri uomini il loro “sì”.
GLI AUTORI
Giuseppe GIUNTI, frate minore conventuale, formatore itinerante delle cooperative sociali Coompany& e Coompany2, accompagna da anni uomini in carcere che hanno deciso di fornire il loro contributo per la lotta al crimine organizzato. Autore in questa collana di Padre nostro che sei in galera (2018).
Simona SEGOLONI RUTA, laica, è docente stabile di teologia sistematica all’Istituto teologico di Assisi dove insegna ecclesiologia, mariologia e teologia trinitaria. Svolge attività catechetica con particolare attenzione al tema donna nella chiesa.
DATI BIBLIOGRAFICI
Titolo: Donne che guardano in faccia
Sottotitolo: Il coraggio delle mogli dei detenuti
Autore: Beppe Giunti - Simona Segoloni
Editore: Edizioni Messaggero Padova
Collana: Memoria e Profezia
Pagine: 92
ISBN: 978-88-250-5089-9
Scheda libro completa e abstract: http://www.edizionimessaggero.it/ita/catalogo/scheda.asp?ISBN=978-88-250-5089-9

Messaggero di sant'Antonio Editrice | ComunicatoStampa
In 700 ad ascoltare gli esperti delle emozioni
Dalla competenza conflittuale alla teologia emozionante: ecco come si declinano le emozioni della nostra vita. Prima giornata a Rubano del convegno "Tu chiamale emozioni. Tra mente e cuore"
È stata letteralmente un pieno di emozioni oggi, all’Auditorium dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), alla prima giornata del convegno interdisciplinare “Tu chiamale emozioni. Tra mente e cuore” promosso e organizzato da Messaggero di sant’Antonio Editrice e Ufficio di Pastorale dell’educazione e della scuola della Diocesi di Padova. 700 i partecipanti per la maggior parte insegnanti, di scuole di ogni ordine e grado, ed educatori provenienti da tutta dall’Italia. Poco più della metà gli insegnanti di religione cattolica specialisti.
Ad aprire i lavori della due giorni per discutere sulle emozioni e su come queste influenzano i nostri comportamenti e i rapporti educativi, padre Fabio Scarsato, direttore editoriale del Messaggero di sant’Antonio Editrice. «La sensazione è che da un lato noi tutti, ragazzi e adulti, viviamo “a fior di pelle”, dall’altro ci sfugge la bellezza e il valore educativo delle emozioni, come se noi vivessimo scissi: o siamo razionali o siamo emotivi – ha commentato il religioso spiegando il senso del convegno -. Forse non è così, dobbiamo riscoprire che siamo l’uno e l’altro, e la fatica a tenere insieme queste due parti, che spesso cozzano come le palle di un biliardo, è l’unica strada per vivere appieno». Con lui, per i saluti istituzionali il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale di Padova e Rovigo, Andrea Bergamo; il responsabile del Servizio nazionale CEI per l’IRC, don Daniele Saottini, e il vicario generale della Diocesi, monsignor Paolo Doni.
Di “teologia emozionante” ha parlato Cristina Simonelli del Coordinamento Teologhe Italiane. «Significa uscire da un problema di divisione tra corpo e anima, ragione e cuore per attingere a qualcosa che guardi alla nostra globalità in cui la tonalità affettiva è importante purché non scada in un registro romantico e sentimentale fine a se stesso, dimenticando la riflessione critica – ha detto la teologa -. Se penso ad esempio a Gesù che piange su Gerusalemme, non posso non pensare anche alla visita a Lesbo di papa Francesco. Soltanto guardando occhi negli occhi l’altro, migranti e profughi, abbiamo lo specchio di noi stessi e possiamo raccogliere una fede emozionante che non dimentica la forza del Vangelo».
Lo psichiatra e psicoterapeuta dell’adolescenza Gustavo Pietropolli Charmet ha ribadito come per i ragazzi di oggi il linguaggio delle emozioni sia diverso rispetto a quello usato dalle generazioni precedenti, non solo in famiglia ma in tutta la sfera della loro socialità. «Capire quali sono le novità fondamentali dell’esprime le emozioni che hanno i giovanissimi consente di riorganizzare anche l’azione educativa».
Nel pomeriggio Duccio Demetrio, della Libera Università dell’Autobiografia e Accademia del Silenzio, ha spiegato la forza terapeutica di raccontare e scrivere le emozioni della propria vita. «Quando prendiamo la penna per scrivere di noi, del nostro passato e presente – ha detto lo studioso -, anche se i ricordi non sono sempre felici, ci avvediamo che pagina dopo pagina si dischiude in noi una sensazione di sollievo e gratificazione interiore. Come se la scrittura rafforzasse fragilità e lenisse ferite dell’animo. E così è infatti».
Le emozioni in conflitto sono stato invece il fulcro dell’intervento di Daniele Novara del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, che ha spiegato ai partecipanti come i conflitti che ciascuno di noi vive fanno riemergere emozioni che arrivano dall’infanzia. «Il bambino o la bambina feriti si ripropongono prepotentemente nelle situazioni conflittuali, quando le difficoltà relazionali raggiungono il loro apice. Il miglior modo per fare manutenzione emotiva e riscattare le ferite infantili è quella di imparare a gestire i conflitti, attraverso un approccio maieutico. Non si tratta di cercare la risposta giusta o sbagliata, quanto di rafforzare la propria competenza conflittuale, liberando quelle risorse che un’arcaica cultura della colpevolezza ha represso». A chiudere la giornata è stato infine il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla.
Le emozioni in una lettura creativa e artistica saranno invece il tema della mattinata di sabato 10 settembre, inizio ore 9, con la proposta di un laboratorio cinematografico curato da Katia Malatesta e Simone Semprini del Religion Today Film Festival, mentre l’artista, ballerina e formatrice Simona Atzori sarà la protagonista della seconda parte della mattinata condotta da don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della Diocesi di Padova
Il convegno ha il patrocinato di: MIUR - Ufficio scolastico regionale per il Veneto, Facoltà Teologica del Triveneto, Istituto Superiore di Scienze Religiose – Padova, FIDAE Veneto, FISM Veneto, Fondazione “G. Bortignon” per l’educazione e la scuola, Fondazione “Lanza”; è sponsorizzato da Venturato Giancarlo e Co, Mediagraf Spa, Fism provinciale di Padova.
Al seguente link sono disponibili gli interventi audio-video integrali del convegno, alcune interviste e servizi:
CONTATTI PER LA STAMPA
Ufficio stampa Messaggero di Sant’Antonio Editrice
Alessandra Sgarbossa
Via Orto Botanico 11, 35123 PADOVA
Tel. 049-8225926 – Mob. 380-2038621
ufficiostampa@santantonio.org
Ufficio Stampa Diocesi di Padova
Sara Melchiori
via Vescovado 29, 35141 PADOVA
tel. 049-8771757
ufficiostampa@diocesipadova.it

Messaggero di sant'Antonio Editrice | ComunicatoStampa
Tu chiamale emozioni. Tra mente e cuore
700 insegnanti ed educatori da tutta Italia al convegno interdisciplinare promosso e organizzato da Messaggero di sant’Antonio e Ufficio di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della Diocesi di Padova per discutere sulle emozioni e su come queste infl
9-10 settembre 2016, Rubano – Auditorium Opera della Provvidenza S. Antonio
Tu chiamale emozioni. Tra mente e cuore
700 insegnanti ed educatori da tutta Italia al convegno interdisciplinare promosso e organizzato da Messaggero di sant’Antonio e Ufficio di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della Diocesi di Padova per discutere sulle emozioni e su come queste influenzano i nostri comportamenti e i rapporti educativi
Il secondo convegno dedicato al mondo della scuola, promosso da Messaggero di Sant’Antonio e Ufficio di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della Diocesi di Padova fa il bis di interesse e di partecipazione. Anche quest’anno infatti si è raggiunta quota 700 iscrizioni.
Per due giorni – 9 e 10 settembre – docenti, insegnanti, educatori si ritroveranno nell’Auditorium dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd) attorno al tema Tu chiamale emozioni. Tra mente e cuore.
Molte le domande sul tavolo: l’intelligenza è anche emotiva? Le emozioni hanno comunque una loro logica? Quanto queste forze contribuiscono a definire le nostre scelte lavorative e affettive insieme alla razionalità? E il mondo emotivo dei nostri ragazzi si esprime sempre allo stesso modo?
Il convegno si aprirà venerdì 9 settembre, alle ore 9, con l’introduzione di fra Fabio Scarsato, direttore del Messaggero Sant’Antonio, e con i saluti della autorità presenti, tra cui il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale di Padova e Rovigo, Andrea Bergamo; il responsabile del Servizio nazionale CEI per l’IRC, don Daniele Saottini, e il vicario generale della Diocesi, monsignor Paolo Doni.
Ad aprire i lavori sarà poi la teologa Cristina Simonelli (Coordinamento Teologhe Italiane), che ragionerà sulla teologia “emozionale”, a seguire lo psichiatra e psicoterapeuta dell’adolescenza Gustavo Pietropolli Charmet, che si soffermerà sul tema quanto mai attuale del linguaggio delle emozioni nei ragazzi. Nel pomeriggio sarà Duccio Demetrio, della Libera Università dell’Autobiografia e Accademia del Silenzio, a suggerire come raccontare e scrivere le emozioni della propria vita, mentre Daniele Novara del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti affronterà il tema delle emozioni in conflitto.
Il pomeriggio si concluderà con l’intervento del vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla. In serata i convegnisti potranno partecipare alla visita guidata al Battistero e alla Cattedrale di Padova.
Le emozioni in una lettura creativa e artistica saranno a tema della mattinata di sabato 10 settembre, inizio ore 9, con la proposta di un laboratorio cinematografico curato da Katia Malatesta e Simone Semprini del Religion Today Film Festival, mentre l’artista, ballerina e formatrice Simona Atzori sarà la protagonista della seconda parte della mattinata condotta da don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della Diocesi di Padova.
Al termine di questa mattinata ci sarà spazio anche per premiare i tre vincitori del concorso cinematografico “Che ora è?” indetto nei mesi scorsi dagli Uffici Scuola delle Diocesi del Veneto. Il concorso proponeva agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di realizzare una sceneggiatura per un video-spot in cui dai ragazzi stessi emergessero motivazioni e interesse per scegliere l’ora di religione. Una quindicina i lavori pervenuti, tra cui sono risultati vincitori: 1° classificato la classe 4 AL del liceo Tito Lucrezio Caro di Cittadella (300 euro di buoni acquisto a MediaWord); 2° classificato la classe 3BL del liceo Tito Lucrezio Caro di Cittadella (200 euro di buoni acquisto a MediaWord) e 3° classificato la classe 2L dell’Istituto tecnico industriale Marconi (100 euro di buoni acquisto a MediaWord).
In occasione della premiazione, prevista intorno alle ore 12.30 di sabato 10 settembre, verrà anche proiettato il video realizzato dal primo classificato, che sarà utilizzato come materiale di promozione dell’ora di religione.
Ma la creatività dei ragazzi e dei giovani sarà presente al convegno Tu chiamale emozioni anche con l’esposizione di una quindicina di disegni su carta e tecnica mista degli alunni del biennio del Liceo Artistico Modigliani di Padova, dedicati alle scene evangeliche e da alcuni pannelli realizzati dalla scuola primaria Santa Rita dell’VIII ICS di Padova nell’ambito del progetto “Giotto a scuola”.
Il convegno ha il patrocinato di: MIUR - Ufficio scolastico regionale per il Veneto, Facoltà Teologica del Triveneto, Istituto Superiore di Scienze Religiose – Padova, FIDAE Veneto, FISM Veneto, Fondazione “G. Bortignon” per l’educazione e la scuola, Fondazione “Lanza”; è sponsorizzato da Venturato Giancarlo e Co, Mediagraf Spa, Fism provinciale di Padova.
CONTATTI PER LA STAMPA
Ufficio stampa Messaggero di Sant’Antonio Editrice
Alessandra Sgarbossa
Via Orto Botanico 11, 35123 PADOVA
Tel. 049-8225926 – Mob. 380-2038621
ufficiostampa@santantonio.org
Ufficio Stampa Diocesi di Padova
Sara Melchiori
via Vescovado 29, 35141 PADOVA
tel. 049-8771757
ufficiostampa@diocesipadova.it
Allegati disponibili
-
cs_convegno_emozioni_7.09.2016.doc
174592 Kb -
1_simonelli.jpg
580696 Kb -
2_charmet.jpg
1597034 Kb -
3_demetrio.jpg
918814 Kb -
4_novara.jpg
536055 Kb -
5_malatesta_religion_today.jpg
251721 Kb -
6_atzori-foto-di-paolo-genovesi.jpg
36112 Kb -
1_simonelli_per_una_teologia_emozionante.doc
54272 Kb -
2_pietropolli_charmet_linguaggio_emozioni_nei_ragazzi.doc
53760 Kb -
3_demetrio_raccontare_e_scrivere_le_proprie_emozioni.doc
51712 Kb -
4_novara_le_emozioni_in_conflitto.doc
53248 Kb -
5_malatesta-religion_today_laboratorio_cinematografico.doc
53248 Kb -
6_atzori_artista.doc
57856 Kb

EMP | ComunicatoStampa
"Donne diacono?", un libro EMP ne svela la posta in gioco
Un dibattito attuale che tiene conto del “fattore D” nel mondo cattolico di oggi e nella storia della Chiesa
Qual è la posta in gioco quando si parla di diaconato femminile? Perché ancora oggi questa domanda nei dibattiti ecclesiali è scomoda, o comunque ritenuta tale, ma esiste un diaconato permanente per gli uomini, celibi e sposati? Il ministero delle diacone, o diaconesse, è possibile nella chiesa di oggi? Il libro delle Edizioni Messaggero Padova Donne diacono? La posta in gioco, scritto a quattro mani da Cristina Simonelli e Moira Scimmi - laica e presidente del Coordinamento Teologhe Italiane la prima, consacrata che svolge la sua diaconia nel milanese la seconda – affronta il tema con linguaggio chiaro e accessibile al grande pubblico, partendo dallo stato della questione ai nostri giorni, con le sue molteplici dimensioni e implicazioni, e giungendo ad analizzare le fonti storiche che confermano la presenza di donne diacono in diverse aree geografiche dalle origini della Chiesa fino al VII secolo.
Le due autrici muovono da dato di fatto, ovvero che le donne sono una notevole risorsa per la pastorale cattolica e costituiscono una parte cospicua della Chiesa stessa, a livello di devozione, di pratica e anche di ministerialità concreta: dalla catechesi alla carità, dall’insegnamento al servizio pastorale e liturgico, fino alle più disparate professioni. La questione del ruolo delle donne nella Chiesa e della forma della loro presenza anche in futuro è rimbalzata per giorni sui giornali di tutto il mondo lo scorso maggio, durante il dialogo fra papa Francesco e le suore dell’UISG (Unione Internazionale delle Superiore Generali) riunite in assemblea generale, grazie a una domanda posta dalle sorelle sul diaconato femminile. Al quesito, che nel dibattito riportato dai media ha suscitato consensi e dissensi, aperto speranze e agitato fantasmi, il pontefice ha risposto nominando, il 2 agosto 2016, una Commissione che studierà il tema e i suoi risvolti pratici. E, quali che siano le conclusioni di questa Commissione, la sua esistenza è già un fatto di enorme portata, date le molte richieste degli ultimi decenni che erano rimaste senza alcuna risposta.
«Questo breve contributo a due voci vuole innanzitutto delineare il quadro generale del dibattito in corso, ripercorrendo per sommi capi gli ultimi decenni di domande e risposte sulle diacone e segnalando le questioni di fondo: ministero e servizio sono sinonimi? Il clericalismo è un destino inevitabile di ogni leadership o la sua deriva? Che cosa immaginiamo con “maschile” e “femminile”? – commentano le autrici nell’Introduzione al volume – L’ampio spazio dedicato alle fonti storiche dipende dall’importanza che assume il ricorso alla “tradizione” quando si parla di donne e diaconato. Non si può infatti negare l’esistenza di diacone nell’antichità: ma come valutarne la presenza e il significato? Quali sono le caratteristiche di una tradizione “autentica” e feconda nell’oggi?».
Il volume è pubblicato anche in formati digitali.
LE AUTRICI
CRISTINA SIMONELLI, laica, è docente di antichità cristiane e teologia patristica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Milano e Seminario arcivescovile di Venegono) e del Triveneto (Verona - Trento). Dal 2013 è presidente del Coordinamento teologhe italiane. Per le Edizioni Messaggero Padova ha pubblicato Provvisorietà (2016).
MOIRA SCIMMI, consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi ambrosiana, a Milano insegna religione all’ITT-Liceo Molinari e svolge la sua diaconia alla Casa della Carità. Per Glossa ha pubblicato Le antiche diaconesse nella storiografia del XX secolo. Problemi di metodo (2004).
Scarica il comunicato, abstract e copertina del libro dall'area download in calce.
DATI BIBLIOGRAFICI
Titolo: Donne diacono? La posta in gioco
Autori: Cristina Simonelli, Moira Scimmi
Editore: Edizioni Messaggero Padova
Collana: IstantBook
Pagine: 104
ISBN: 978-88-250-4371-6 (LIBRO), 978-88-250-4372-3 (PDF), 978-88-250-4373-0 (EPUB)