Basilica del Santo | ComunicatoStampa

A 79 anni dalla morte, il Venerabile Placido Cortese continua ad affascinare storici e artisti. Due ricerche in corso negli archivi d’Europa

Messa di commemorazione domenica 26 novembre nella Pontificia Basilica di S. Antonio in Padova, alle ore 11.00. Presiede l’arcivescovo Giovanni Tonucci, Delegato pontificio per il Santo dal 2014 al 2017

22 Novembre 2023| di Ufficio stampa Messaggero di S. Antonio Editrice

Continuano le ricerche storiche d'archivio sulla figura del Venerabile padre Placido Cortese, il frate della Basilica del Santo a Padova, direttore negli anni 1937-1943 del Messaggero di sant’Antonio, che nel 1944 pagò con la vita il suo impegno per salvare civili, militari ed ebrei dalla furia nazifascista. È in corso quella sul campo di concentramento padovano di Chiesanuova, condotta in vari archivi di Roma, compreso quello Vaticano, e a Lubiana e Belgrado, terre di origine degli internati, dal professor Antonio Spinelli dell’Università Ca’ Foscari, attualmente distaccato presso gli Istituti Storici della Resistenza e dell'Età Contemporanea a Vicenza, che si occupa di storia dell'internamento degli ebrei stranieri e della Shoah in Veneto e in Italia, dei campi di concentramento fascisti e dei luoghi della memoria, con particolare interesse per la storia degli antifascisti e della Resistenza. Uno studio storico, il suo, che secondo le previsioni sarà concluso il prossimo anno.

Nel primo semestre del 2024 partirà invece un’indagine sugli archivi di Londra, Trieste, Lubiana e altri, focalizzati sull’ultimo tratto della vita terrena di padre Cortese per approfondire i motivi e le dinamiche del suo arresto a Padova da parte della Gestapo e, per quanto sarà possibile, per ricostruire i giorni della sua detenzione a Trieste, nella sede della Gestapo, e le torture subite ad opera dei nazisti con la conseguente morte nel 1944. Quest’ultima, portata avanti da un dottorando dell’Università di Padova che sta per conseguire il titolo accademico, potrebbe rivelarsi particolarmente utile alla Causa di canonizzazione di padre Cortese, si spera trovando nuovi elementi per accertare il “martirio” del frate del Santo.

Entrambe le ricerche hanno il patrocinio del CASREC, il Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea dell'Università di Padova.

La figura di padre Cortese (1907 - 1944) continua ancor oggi ad affascinare molti che la scoprono per la prima volta, soprattutto coloro che ne vengono a conoscenza visitando il suo memoriale-confessionale in Basilica di Sant’Antonio a Padova: era qui che il frate del Santo coordinava in gran segreto le operazioni della cosiddetta “Catena di salvezza”, con l’aiuto di diversi giovani e studenti padovani, in maggioranza donne.

Tra coloro che ne sono rimasti affascinanti, anche Ruben Ferreira (classe 1987), un pittore originario di Lisbona, che vive e lavora a Londra, che ha conosciuto il Venerabile visitando la Basilica lo scorso anno e, scosso dalla sua storia, gli ha dedicato un originale dipinto intitolato Il silenzio coraggioso di p. Placido Cortese che lo rappresenta come “martire del silenzio”. «Quando ho iniziato a leggere la storia di padre Placido, rimasi scosso dalla sua incredibile umanità e genialità – ha raccontato l’artista al mensile Messenger of Saint Anthony nel numero di questo mese – Non era fisicamente forte; era mingherlino e fragile, ma interiormente era un gigante. Era una stella luminosa in un periodo buio. […]. Mi chiesi “come posso ritrarlo in modo che la gente possa conoscere di più di lui?”. Così l’ho dipinto con un membro della Gestapo e un soldato nazista dietro di lui che gli urlano contro. Al contrario, padre Placido guarda noi con uno sguardo molto sereno, con la pace nel cuore, perché era assolutamente sicuro di aver compiuto la volontà di Dio fino alla fine. Con il dito indice sulle labbra, indica il suo stare in silenzio, il suo essere coraggioso fino alla morte, sopportando torture terribili, senza mai tradire il gruppo di giovani che lo aiutavano».

Domenica 26 novembre, Solennità di Cristo Re, in Basilica del Santo, nella santa messa delle ore 11.00 ci sarà la Commemorazione del Venerabile padre Placido Cortese «Martire della Carità», nel 79° anniversario della morte. Presiede S. E. l’arcivescovo mons. Giovanni Tonucci, già Delegato Pontificio per la Basilica del Santo negli anni 2014 - 2017. Al termine, preghiera al Memoriale di padre Placido.

Originario di Cherso, padre Cortese negli anni tragici della Seconda guerra mondiale si prodigò per soccorrere gli internati nei campi di concentramento, in particolare quello padovano di Chiesanuova, e per salvare civili, militari e appartenenti al popolo ebraico. Rapito dai nazisti l’8 ottobre 1944, morì dopo atroci torture nel bunker della Gestapo di piazza Oberdan a Trieste, senza mai svelare i nomi di coloro che lo aiutarono in questa sua eroica attività clandestina. Il 30 agosto 2021 Papa Francesco, promulgandone le virtù eroiche, lo ha dichiarato Venerabile.

 


Allegati disponibili


  • 80_cs_20231122_commemorazione_venerabile_cortese_79.docx
    210790 Kb


  • commemorazione_cortese_79_26_11_23_h11.pdf
    875769 Kb


  • intervista_ruben_ferreira_messenger_of_saint_anthony_nov_23.pdf
    1144750 Kb

Basilica del Santo | ComunicatoStampa

“Giornata della memoria”, in provincia di Padova, Vicenza e Venezia l’omaggio alla memoria di padre Cortese, frate del Santo e Medaglia d’oro al merito civile

A Limena nel Padovano lunedì 28/01 gli verrà dedicato un albero nel Giardino dei Giusti, mentre da domani al 6 febbraio i frati della basilica saranno impegnati in varie località con incontri nelle scuole e nelle sale comunali per raccontare la sua storia

24 Gennaio 2019| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Da lunedì 28 gennaio padre Placido Cortese sarà ricordato anche come “Giusto dell’Umanità” con un albero nel “Giardino dei Giusti” di Limena, nel Padovano. È una delle molte iniziative che, in occasione della “Giornata della memoria”, vedranno come protagonista il frate del Santo Servo di Dio che durante la Seconda Guerra mondiale salvò centinaia di civili, militari ed ebrei perseguitati dalla furia nazifascista.

Nella mattinata di domani, venerdì 25 gennaio, 450 alunni di terza media delle scuole di Thiene, Lugo di Vicenza, Fara Vicentino, Sarcedo e Zugliano, saranno impegnati nel Teatro Comunale di Thiene nell’incontro Padre Placido Cortese, la forza del silenzio nell'ambito della rassegna “Le porte della memoria”. A ricordare padre Cortese, di cui è in corso la causa di canonizzazione, i frati dell’équipe del Centro Francescano Giovani – Nord Italia, fra Alberto Tortelli, fra Fabio Turrisendo, fra Gianbattista Scalabrin e fra Alessandro Fortin.

Domenica 27 gennaio, alle ore 20.30, nella “Giornata della memoria”, andrà in onda sull’emittente televisiva “Cafè TV 24” (canale 95 DT per il Veneto e streaming web) il servizio Il sacrificio di Padre Placido Cortese, frate del Santo, vittima del nazismo”, curato da Titano Pisani. Il servizio utilizza alcune testimonianze tratte dal DVDPadre Placido Cortese, Il Coraggio del silenzio”, prodotto nel 2007 dalle Edizioni Messaggero Padova per la regia di Paolo Damosso.

Lunedì 28 gennaio, alle ore 11.15, nel Giardino dei Giusti Yad Vashem “Giorgio Perlasca” di Limena (via Dante), si terrà la cerimonia di piantumazione e dedicazione di un albero a padre Cortese, designato quest’anno dall’amministrazione comunale e dall’istituto comprensivo del comune padovano come “Giusto dell’Umanità”. All’inaugurazione il sindaco Giuseppe Costa, il sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, gli alunni delle scuole locali con gli insegnanti e la cittadinanza. Saranno presenti anche il rettore del Santo, fra Oliviero Svanera, e fra Giorgio Laggioni, vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Cortese.

Per mercoledì 30 gennaio, alle ore 20.30, al Circolo San Zenone di Zugliano, nel Vicentino, il comune e la locale Pro Loco hanno organizzato una serata per ricordare la vita di padre Cortese. Interverrà fra Giorgio Laggioni, che in questi anni, come vice postulatore, ha raccolto molta documentazione storica sull’attività del confratello.

Mercoledì 6 febbraio, al mattino, nella Sala della Comunità di Noale, nel Veneziano, l’istituto comprensivo aprirà le porte alla cittadinanza per parlare insieme ai ragazzi del coraggio di padre Cortese. L’incontro sarà animato anche in questo caso dai frati del Centro Francescano Giovani - Nord Italia, che ricorderanno anche il sacrificio di san Massimiliano Kolbe, anch’egli francescano conventuale come Cortese, che nel 1941 sacrificò la sua vita ad Auschwitz per salvare quella di un padre di famiglia.

Insignito lo scorso febbraio della Medaglia d’oro al valore civile alla memoria dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Cortese, che durante la seconda guerra mondiale era direttore del «Messaggero di sant’Antonio», venne rapito, torturato e ucciso dalla Gestapo nel 1944, “reo” di aver soccorso durante la Resistenza centinaia di perseguitati dal nazismo attraverso la “Catena di salvezza”, un movimento organizzato dal gruppo clandestino FRAMA. Nemmeno sotto atroci sevizie rivelò ai suoi torturatori i nomi degli altri componenti del movimento.


Allegati disponibili


  • 05_cs_20190124_giornata_memoria_e_pcortese.doc
    109056 Kb


  • p._placido_cortese_credit_foto_archivio_msa.jpg
    450089 Kb

Basilica del Santo | ComunicatoStampa

Dagli USA nuovi documenti sulla “Catena di salvezza” di padre Cortese, tra i collaboratori il medico e politico Angelo Lorenzi, fondatore delle Acli padovane

Domani, sabato 18 novembre alle 17.00, nel 73° anniversario della morte, la Commemorazione al Santo del francescano «Martire della Carità» di cui è in corso la causa di canonizzazione

17 Novembre 2017| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Spuntano nuovi documenti storici sulla “Catena di salvezza” di padre Placido Cortese, frate del Santo e direttore del «Messaggero di sant’Antonio», torturato e assassinato dalla Gestapo nel 1944 per aver salvato centinaia di civili, militari ed ebrei perseguitati dalla furia nazifascista. Tra le novità, il nome, mai emerso fino a oggi tra i collaboratori del Servo di Dio Cortese, del medico e politico padovano Angelo Lorenzi. La notizia anticipa il 73° anniversario della morte del frate che si celebrerà al Santo domani, sabato 18 novembre: alle ore 17.00 la messa presieduta dal biografo di Cortese padre Apollonio Tottoli e trasmessa anche in streaming web sul sito Santantonio.org; a seguire, la preghiera al Memoriale-confessionale dal quale il francescano coordinò le operazioni del movimento segreto di carità. Nell’occasione sarà ricordata anche la figura di Carla Liliana Martini, scomparsa il 25 settembre scorso, generosa collaboratrice, insieme alle sorelle Renata, Teresa e Lidia e ad altri giovani padovani, della “Catena di salvezza”.

Nelle ultime settimane sono giunti a Padova dal National Archives and Records Administration (NARA), USA, alcuni documenti di grande interesse sia per la causa di canonizzazione di padre Cortese sia sotto il profilo prettamente storico. Tra quelli che si sono rivelati una vera sorpresa, una lettera alla Allied Screening Commission (Commissione Alleata di Verifica) spedita da Lugano e datata 5 giugno 1946, in cui si citano due persone “fondamentali” nell’aiutare i soldati alleati a fuggire dall’Italia: padre Cortese e, appunto, Angelo Lorenzi. La missiva, che dai primi riscontri in corso di verifica potrebbe essere stata scritta dall’allora viceconsole britannico in Svizzera, attribuirebbe al francescano l’aver fatto fuggire nel Paese elvetico circa 200 (il numero non è chiarissimo) soldati inglesi. Il mittente della lettera conservata al NARA trascrive a questo proposito una precedente missiva dello stesso Lorenzi, con cui il medico informava della morte in «carcere» (il riferimento è al bunker della Gestapo a Trieste) di padre Cortese e di aver collaborato con lui.

Figura di spicco nel panorama sociopolitico nazionale, Lorenzi, nato nel 1892 a San Pietro Valdastico (Vicenza), all’epoca comune di Rotzo, poi residente a Padova in via del Santo, aderì al Comitato di liberazione nazionale per il quale faceva da collegamento ed ebbe un ruolo importante nelle trattative per la resa dei fascisti che avevano ancora in mano Padova dopo il 25 aprile: i negoziati avvennero nel convento del Santo, nella famosa Sala bianca o Parlatorio del Rettore, detto anche dei Vescovi, dove fu firmato il patto di resa il 27 aprile 1945. Dopo la Liberazione Lorenzi collaborò anche con il prete-partigiano monsignor Giovanni Nervo nel trasporto degli internati dai campi di concentramento al Collegio Barbarigo per una prima accoglienza. Libero docente di Terapia fisica all’Università di Padova, fu senatore della Repubblica dal 1948 per quattro legislature, fondatore e primo presidente delle ACLI padovane. Ebbe tre fratelli tutti sacerdoti, tra questi don Alfonso Lorenzi, che fu per molti anni parroco di Saonara, anche durante l’ultima guerra. Di Lorenzi sono ancora viventi due figlie.

Un altro significativo documento, arrivato recentemente al vice postulatore della causa di canonizzazione, padre Giorgio Laggioni, è un biglietto ritrovato nel fascicolo che raccoglie la documentazione su padre Cortese. Si tratta di un “Report of outside investigation”, nel quale, in poche righe, si afferma che salvò prigionieri di guerra (Pows) ed ebrei (Jews). È uno dei rari documenti in cui si accenna al salvataggio di ebrei da parte del frate del Santo.

«La causa di canonizzazione del nostro confratello prosegue il suo iter – spiega padre Laggioni –. Dopo l’approvazione a gennaio scorso della Positio da parte della Consulta storica della Congregazione delle cause dei santi, passerà all’esame dei Consultori teologi che esprimeranno il loro voto sulle virtù eroiche esercitate dal Servo di Dio. Se tutto andrà bene, la parola passerà al Papa che potrà promulgare il decreto della Congregazione, attribuendo al Servo di Dio Placido Cortese il titolo di Venerabile, come è accaduto in questi giorni per Papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani. Restiamo in attesa del miracolo richiesto per la beatificazione. Intanto continuano le testimonianze di affetto da parte di fedeli e pellegrini che si soffermano in preghiera davanti al Memoriale di padre Placido e chiedono con fiducia la sua intercessione per qualche grazia particolare».


Allegati disponibili


  • 104_cs_2017_11_16_pcortese_documenti_e_commemorazione_def.doc
    80896 Kb


  • p._placido_cortese_credit_foto_archivio_msa.jpg
    450089 Kb

Basilica del Santo | ComunicatoStampa

Si è spenta Carla Liliana Martini, una delle ultime testimoni della “Catena di salvezza”

I funerali della padovana che collaborò con padre Cortese per salvare la vita di ebrei, internati e perseguitati dal nazifascismo domani a Zanè, nel vicentino

26 Settembre 2017| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Si è spenta ieri mattina Carla Liliana Martini, un’altra preziosa collaboratrice della “Catena di salvezza”, il movimento fondato a Padova nel settembre 1943 dal Servo di Dio padre Placido Cortese, all’epoca direttore del Messaggero di sant’Antonio, per salvare la vita di ebrei, internati e perseguitati dal nazifascismo.

Il movimento di carità organizzato in segreto, sotto le cupole del Santo, ebbe come protagoniste molte giovani donne, tra cui appunto Carla Liliana, l’ultima delle sorelle padovane Martini. Con padre Cortese e le sorelle Renata, Lidia e Teresa (deceduta nel dicembre scorso), e altri giovani coraggiosi, Carla Liliana rischiava quotidianamente la propria vita per salvare quella di ebrei, perseguitati dai regimi dittatoriali, rifugiati, civili senza colpa. Per questo, Carla Liliana pagò con il carcere e il lager.

I funerali saranno celebrati domani, mercoledì 27 settembre, alle ore 10.30, nella Chiesa parrocchiale di Zanè (VI), dove abitava. Vi parteciperanno alcuni frati della Basilica di sant’Antonio.

«Ognuno di noi, conserva un ricordo vivissimo di quella coraggiosa donna – commenta padre Giorgio Laggioni, vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Cortese – Rimane indelebile tutto quello che lei, assieme alle sorelle e ad altre donne, ha saputo fare collaborando alla mirabile “Catena di salvezza” che ha visto il nostro Servo di Dio padre Placido Cortese tra i protagonisti principali. Ci resta, oltre ai ricordi personali, la sua preziosa testimonianza al processo di beatificazione di padre Cortese, ampiamente riportata nella “Positio”, allo studio dei consultori storici e teologi della Congregazione delle Cause dei Santi ».

Come ha ricordato alcuni anni fa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, queste donne incarnarono la «dimensione popolare» e quella «fraterna collaborazione» tra persone di idee politiche diverse che, dopo l’8 settembre 1943 molto contribuì a recuperare nel nostro Paese la «dignità smarrita» (discorso per il 25 aprile 2015 a Milano).

Carla Liliana Martini è nata nel 1926, undicesima di dodici fratelli. Dopo l'8 settembre '43 operò nella rete di solidarietà che aveva il suo riferimento in padre Cortese. Arrestata nel marzo 1944 con altre donne e la sorella, venne prima incarcerata a Venezia, quindi deportata nel lager di Mauthausen e, poi, nel campo di lavoro obbligatorio di Linz. Nel giugno 1945 fece ritorno con la sorella a Padova: appena scesa dal camion in Prato della Valle, corse con Teresa al Santo dove scoprì che padre Cortese era stato rapito dalla Gestapo nell’ottobre del ‘44.
Dopo la Liberazione fu riconosciuta partigiana della Brigata Pierobon. Terminati gli studi, si sposò con Carlo De Muri e si trasferì a Zanè, dedicandosi all'insegnamento. Solo molti anni dopo la prigionia Carla Liliana riuscì a raccontare di quei terribili anni per «cancellare l’odio con l'amore». Negli anni recenti Carla Liliana si recava in moltissime scuole e biblioteche a parlare ai giovani della Resistenza e di quanto accadutole. Quei ricordi confluirono anche in un libro (Catena di salvezza, ed. EMP 2005).


Allegati disponibili


  • 84_cs_2017.09.26_carla_liliana_martini.doc
    109568 Kb

Basilica del Santo | ComunicatoStampa

L'8 settembre al Santo “Anch’io Milena Zambon”, una pièce per ricordare la nascita della “Catena di salvezza” l’8 settembre del 1943 che salvò molti perseguitati dal nazifascismo a Padova

Originaria di Malo, la protagonista collaborò con il movimento di carità organizzato in segreto da padre Cortese, francescano del Santo. Insieme a lei molte giovani donne padovane, venete e slovene

7 Settembre 2017| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

“Anch’io Milena Zambon”, la pièce teatrale che verrà rappresentata per la prima volta domani, venerdì 8 settembre alle 20.45, nella Sala dello Studio Teologico del Santo, a Padova, è un inno a quelle giovani donne venete, e non solo, che dopo l’Armistizio del 1943 collaborarono con padre Placido Cortese, all’epoca direttore del «Messaggero di sant’Antonio», per salvare la vita di ebrei, internati e perseguitati dal nazifascismo.

La data dello spettacolo, con testo di padre Francesco Luigi Ruffato e regia di Filippo Crispo, non è stata scelta a caso: l’8 settembre 1943, oltre che data importante per la storia italiana, segna anche l’inizio della cosiddetta “Catena di salvezza”, quel movimento di grande carità per proteggere i perseguitati organizzato in segreto, sotto le cupole del Santo, da padre Cortese, di cui quest’anno ricorre il 110° anniversario dalla nascita.

La protagonista del testo di Ruffato, Milena Zambon, aveva compiuto 22 anni quando venne deportata nel lager di sterminio nazista con l’accusa di cospirazione contro il Terzo Reich. Nata a Malo (Vicenza) nel 1922 e ultima di otto fratelli, nel 1944 venne arrestata a Padova per aver favorito l’espatrio di ex prigionieri alleati e perseguitati politici e destinata ai campi di Ravensbrück e Wittenberg. Tornò in Italia gravemente malata alla fine della guerra e nel 1948 entrò in un monastero di monache benedettine. Prese il nome di suor Rosaria e per obbedienza scrisse le sue Memorie, che raccontano della sua attività nella “Catena di salvezza” di padre Cortese.

Formata per lo più da giovani donne e studenti, che quotidianamente insieme al francescano rischiavano la propria vita per salvare quella di ebrei, perseguitati dai regimi dittatoriali, rifugiati, civili senza colpa, la “Catena di salvezza” vide operare al suo interno, tra le altre: le sorelle padovane Martini (Renata, Teresa, Lidia e Liliana, quest’ultima vivente), Delia Mazzucato, Franca Decima, Milena Zambon, le sorelle Parisina e Maria Lazzari, Maria Borgato e la nipote Delfina Borgato, Franca Menegon (vivente), tre universitarie slovene della facoltà di medicina di Padova Marija Slapšak, Majda Mazovec, Marija Ujčić.

Padre Cortese venne rapito dalla Gestapo l’8 ottobre 1944 davanti al Santo e ucciso a Trieste dai nazifascisti. Nemmeno sotto atroci torture rivelò i nomi dei componenti della “Catena di salvezza”.


Allegati disponibili


  • 3_pieghevole_milena_pdf_new.pdf
    818165 Kb


  • locandina_milena_2017.pdf
    620653 Kb


  • 73_cs_2017.09.07_spettacolo_catena_di_salvezza_def.doc
    80384 Kb

Basilica del Santo | ComunicatoStampa

Il 27 gennaio al Santo il ricordo di quanti collaborarono con padre Cortese alla «catena di salvezza» di perseguitati e internati dal nazifascismo

Alla vigilia della «Giornata della memoria», in basilica si celebra la messa in ricordo dei collaboratori del Servo di Dio padre Placido Cortese, rapito e ucciso dalla Gestapo nel 1944

25 Gennaio 2017| di Alessandra Sgarbossa - Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice

Giovedì 26 gennaio, alle ore 18, nella Basilica del Santo sarà celebrata la Messa in suffragio dei collaboratori e delle collaboratrici del Servo di Dio padre Placido Cortese, nella sua opera di soccorso dei prigionieri nei campi di internamento (in particolare in quello di Padova-Chiesanuova) e nella «catena di salvezza» dei perseguitati militari, civili, ebrei dal nazifascismo.

La celebrazione presieduta da padre Giorgio Laggioni, vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Cortese, rapito dal sagrato del Santo, torturato e ucciso dai nazisti nel novembre del 1944 nel bunker della Gestapo di piazza Oberdan a Trieste, sarà l’occasione per ricordare, alla vigila della «Giornata della memoria», persone tanto coraggiose ed esemplari nella loro attività, nascosta e preziosa, che portò in salvo molti perseguitati negli anni terribili 1943-1944, durante i quali la città di Padova conobbe sofferenze, violenze e lutti dolorosi.

In particolare sarà ricordata la padovana Teresa Martini Redetti, scomparsa il 24 dicembre scorso all’età di 97 anni, che dopo l’8 settembre del ’43 assieme alle sorelle Lidia, Carla Liliana e Renata e ad altre valorose giovani, collaborarono attivamente con padre Placido Cortese nell’eroica opera di salvezza di tanti perseguitati. Nel marzo del 1944, Teresa e Liliana vennero arrestate insieme ad altre donne, deportate nel lager di Mauthausen e, successivamente, spostate nel campo di lavoro obbligatorio di Linz. Rientrata a Padova al termine della guerra, Teresa sposò il medico Andrea Redetti, conosciuto nei campi di concentramento. Maestra per anni a Due Carrare e attiva politicamente, Teresa Martini Redetti soltanto molto tempo dopo, negli anni della vecchiaia, riuscì a parlare dei terribili mesi di prigionia nei campi nazisti e lo fece soprattutto con incontri rivolti a giovani e studenti.

Come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 25 aprile 2015, nel suo discorso a Milano, queste donne incarnarono la «dimensione popolare» e quella «fraterna collaborazione» tra persone di idee politiche diverse che, dopo l’8 settembre 1943 molto contribuì a recuperare nel nostro Paese la «dignità smarrita».

Al Santo nel 2014, nello stesso luogo in cui padre Cortese confessava e dirigeva le operazioni di soccorso ai perseguitati, è stato inaugurato il suo «Memoriale», visitato ogni anno da migliaia di persone. Molte le testimonianze annotate dai fedeli nel libro qui collocato, a dimostrazione dell’interesse, in costante aumento, verso il frate martire originario di Cherso.


A questo link le video-testimonianze di due sorelle Martini, Lidia (scomparsa) e Carla Liliana, tratte dal libro con dvd Padre Placido Cortese. Il Coraggio del Silenzio di Paolo Damosso (ed. EMP):
https://youtu.be/_B_t5LUZBNg

Le sorelle Lidia e Liliana Martini parlano del funzionamento della «catena di salvezza» coordinata da padre Cortese.


Allegati disponibili


  • 02_cs_2017.01.25_giornata_della_memoria_al_santo.doc
    102400 Kb


  • padre_cortese.jpg
    450089 Kb